Grazie a voi per l'attenzione.
Allora procedo col rispondere alle domande.
1) non credo di averla compresa completamente, in quanto non capisco cosa intendi con "potrebbe non saper mai la verità su quel luogo alieno". Se ti riferisci alla comunità Illithid e quindi ai loro insediamenti, per lui sono alieni solo per gli abitanti e il modo di vivere che hanno, oltre magari ad un ambiente generale che potrebbe non essere proprio ospitale per lui. Comunque...
-Se dovesse incontrare una delle persone che è stata spedita in giro per lo spazio-tempo, cercherebbe di comprendere il grado di asservimento che ha il soggetto ai padroni e quindi comprendere se può o meno essere un potenziale alleato o un potenziale nemico. Nel secondo caso tenterebbe di capire se è possibile liberarlo, mantenendo sempre un profilo basso e senza scoprire le sue carte. Se non può liberarlo, valuterà il da farsi sulla base della situazione (se può salvarlo, se non può, quanto rischio c'è ad intervenire per altre persone oltre che per se stesso, insomma esaminerà bene il caso, comprendendo la estrema delicatezza un errore può costar caro non soltanto ad Anhur).
-Le donne che amava, non le ama più e non le ha mai veramente amate in quanto, quei sentimenti, frutto di una manipolazione psionica. Giocando e ragionando, il mio personaggio ha aggregato dettagli che ha potuto esaminare a mente più fredda nel tempo ed è arrivato alla conclusione che quei suoi sentimenti sono stati manipolati -o almeno ne è convinto-. Nonostante ciò il dispiacere che potrebbe provare per la loro morte ci sarebbe, ma di fatto a causa della distanza multidimensionale e l'incapacità di trovarle l'unica cosa che potrebbe fare é dispiacersi per loro, risultando oggettivamente impotente. Questo però implicherebbe che venisse a scoprire del processo di ceremorfosi e quindi che gli Illithid han ucciso quei soggetti per applicare la loro riproduzione parassitica. Psicologicamente identificherebbe maggiormente gli Illithid come una minaccia per l'intera esistenza e l'ordine naturale delle cose, mettendoli in cima alla lista dei nemici da cui salvaguardare le vite e l'esistenza stessa. Questo, ovviamente, non lo fermerà dall'indagare (cosa che per altro vuol già fare da adessi) per ricavare qualsiasi informazione possibile che a lui manca, qualunque cosa utile per contrastarli, anche fossero palliativi.
-Ammettendo che venga a sapere anche dei vivai dei bambini, non si meraviglierebbe più di tanto, ma la cosa ovviamente lo contrarierebbe profondamente, tanto quanto l'uccisione terribile avvenuta alle due donne. Di base, anche senza sapere tutto questo, interpreta gli Illithid come dei terribili nemici del creato. Sapere che fanno certe cose coi bambini altrui non lo sorprenderebbe affatto -un po' lo sospetta già, anche se non sospetta delle gravidanze delle due donne sopra citate-, ma certamente aumenterebbe lo stato di allerta nei confronti di questi esseri. Purtroppo però, non sapendo come raggiungerli, non potrebbe farci niente. Come sopra, indagherebbe al meglio che può per trovare contromisure.
Concludendo con la 1a domanda: Anhur concepisce la grave responsabilità che si ha nel conoscere certe creature del multiverso e concepire, almeno parzialmente, la vastità della minaccia che possono rappresentare, la complicatezza e l'orrore che essi rappresentano e quanto oltre la loro potenza potrebbe andare. Questo lo spinge certamente a dare il meglio di se per tentare di radunare forza e potere, allo scopo di farsi trovare pronto in caso di evenienza o della più unica che rara occasione, di poterli raggiungere direttamente in uno dei loro molteplici insediamenti e provare ad annientarli (ammesso che si abbiano le forze e l'organizzazione necessaria per farlo: purtroppo affrontare creature come queste non è come affrontare dei demoni, è tutto molto più complicato e cervellotico).
2.La domanda riguarda la scelta tra due mali e come sempre la scelta dovrà ricadere sul male minore. Il benessere dei molti viene prima di quello dei pochi. Un tentativo per salvare tutto e tutti è giusto farlo, ma con la giusta cautela e senza rischiare più di quanto si cerca di salvare. Probabile che avrebbe lasciato i suoi uomini da parte, magari a offrire una via di fuga siura con un tiro di copertura o altre strategie e si sarebbe esposto lui soltanto, per salvare la poveretta in questione, meditando su di una strategia più ragionevole e meno avventata. Anhur del tempo era già parzialmente addestrato alla complessità strategica e per tanto avrebbe pensato a qualcosa prima di agire. Se invece vi chiedete di quello di oggi: è una persona pianificatrice e metodica e per tanto farebbe dei tentativi, ma li pondererebbe bene e tenterebbe di trovare più soluzioni da poter adattare a seconda dei casi, mantenendo però una base di preservazione massima delle vite (quindi non adopererebbe i suoi uomini se non come supporto di fuga, senza rischiarli o utilizzerebbe uno dei suoi uomini soltanto se dovesse essere questi il più adatto al compito e quindi garantire maggiori probabilità di successo rispetto a lui, ma sempre con le logiche qui presentate).
3.La preservazione della vita è un argomento tanto specifico quanto adattabile alle casistiche che ci si pongono di volta in volta. Ogni caso, ogni minaccia, ogni episodio, porta con se una quantità di dettagli differenti, che possono portare soluzioni tanto diverse per esperienze tanto simili. La valutazione di ogni caso deve essere fatta sulla riga della preservazione del bene collettivo e di quante più persone possibile (preferibilmente tutti) concependo i limiti di capacità. L'organizzazione è sicuramente un'arma necessaria per ottenere una efficacia ed una risposta più tempestiva possibile, ma come tutti sappiamo, gli imprevisti possono accadere sempre e anche il più organizzato potrebbe trovarsi a dover improvvisare tal volta. Di suo sta già radunando alleati che possano aiutarlo a completare alcuni progetti che possano in futuro essere funzionali anche e non solo a preservare la vita. Le sue oscure esperienze, gli han aperto la mente ad una visione di insieme tale da raffreddarlo e indurlo ad un pensiero lucido e pianificatore. Si rende conto che non potrà sempre salvare tutti quanti, ma che la continuazione delle specie volute dalla natura e della natura stessa, sono la priorità assoluta. Le minacce che possono pervenire da realtà e mondi alieni (come possono esserlo anche dei demoni, gli Illithid o altre creature terribili) sono rare ma sono le più pericolose e lui sa, l'ha capito (difficile non capirlo dopo le sue esperienze) che essi strisciano all'ombra dei mondi in attesa del giusto momento per colpire.
Non uccide mai volentieri e fino ad ora l'ha fatto solo ed unicamente se costretto da qualcuno di troppo superiore da poterlo evitare o dalle condizioni che lo han indotto a scegliere il male minore.
Concepisce che se incontrerà certe creature non c'è niente che potrà fare per salvare la loro vita, poichè la natura stessa di tali li indurrà a minacciarne troppi altri: se per salvare un malvagio di quel tipo, rischia di far morire troppi innocenti, valuterà il rischio come non accettabile e opterà per terminare il malvagio, suo malgrado.
La cosa è diversa se si tratta di malvagi canonici, redimibili (classici briganti, anche un assassino normale o il cavaliere oscuro che predica il male): crede nelle seconde possibilità, nella rieducazione, nella risocializzazione, nell'alto scopo di civiltà organizzate ed evolute che possano tramandare alti ideali e valori forti che uniscano le persone nel giusto lavoro, nella solidarietà e nella legalità, portata avanti da comunità unite ed integre nella moralità tramandata anche attraverso il folklore. Crede un po' meno nelle terze o nelle quarte possibilità, in quanto le persone che reiterano nel male sono coscenziosamente malvagie e scelgono il male di proposito e non solo per motivazioni quali sofferenza, costrizione o altre cose gravi che potrebbero portarle a credere di non avere alternative. Può capitare che concede ulteriori possibilità, ma solo se i crimini di cui si macchiano queste persone non portano alla morte (o a cose egualmente gravi) di altri. Altrimenti solo 2 possibilità. La pazienza può e deve avere un limite, per evitare che divenga un'arma da usare contro il prossimo, uno sprone a continuare che "
tanto alle brutte mi ferma e basta, ma alla buona faccio come mi pare". Certo se uno si limita a rubare, Anhur tenterà soltanto di farlo arrestare o al massimo lo cattura lui e lo consegna alle guardie. Se uno è un omicida assetato di sangue, lo ferma una volta, se non se la pianta, la volta dopo gli tocca abbatterlo per proteggere il prossimo (d'altronde non può essere sempre presente).
Spero di aver detto tutto 😊
[Modificato da Anhur 01/03/2020 23:47]