Può sembrare un tema secondario, o anche folkloristico, ma la follia revisionista innescata dal politicamente corretto non è né secondaria né folkloristica: una civiltà è tale (anche) perché (si) riconosce (in) una serie di simboli, di narrazioni - di mitologie se vogliamo - fondanti e condivise; se tali simboli, narrazioni e mitologie vengono furiosamente e scriteriatamente aggredite (tanto più dai membri di quella civiltà) quella civiltà entra in crisi identitaria, tanto più profonda quanto più a fondo si spinge il gioco al massacro. Naturalmente nessuna di tali istanze è o deve essere considerata
sacra a prescindere e ognuna può essere sottoposta correttamente a revisione critica e storica. Tuttavia, una cosa è una critica fondata su una corretta esegesi storica, culturale, sociologica, filosofica che serva a comprendere meglio e in modo più completo un fenomeno, una figura storica o un movimento culturale; e ben altra cosa il delirio schizotipico di cui sono preda larghi settori di umanità occidentale brutalmente manipolati dalla moda religiosa della correttezza politica e che paiono comportarsi come ordinati soldatini di un esercito demente e votato al suicidio.
Per adesso tutto ciò è evidente soprattutto negli Stati Uniti, ma gli States, in quanto centro dell'impero attuale anticipano generalmente gli accadimenti del pur complesso e variegato oikoumene occidentale.
L'articolo, per altro brevissimo, potrebbe non essere consultabile, per cui oltre a linkarlo lo copio e incollo dal sito.
Caghiamo in testa anche a John Muir - Ovvero: Liberal, progressive — and racist? The Sierra Club faces its white-supremacist history.
The group is speaking out against John Muir, its founder and an environmental icon who fought to preserve nature and disparaged African Americans and Native Americans
No one is more important to the history of environmental conservation than John Muir — the “wilderness prophet,” “patron saint of the American wilderness,” and “father of the national parks” who founded the nation’s oldest conservation organization, the Sierra Club. But on Wednesday, citing the current racial reckoning, the group announced it will end its blind reverence to a figure who was also racist.
As Confederate statues fall across the country, the club’s leadership said in an early morning post on its website, “It’s time to take down some of our own monuments, starting with some truth-telling about the Sierra Club’s early history.” Muir, who fought to preserve Yosemite Valley and Sequoia National Forest, once referred to African Americans as lazy “Sambos,” a racist pejorative that many black people consider to be even more offensive than the n-word.
While recounting a legendary walk from the Midwest to the Gulf of Mexico, Muir described Native Americans he encountered as “dirty.”
[Modificato da Juan Galvez 22/07/2020 15:30]