(Giocata in razza umana)
[città/Bottega] {esterno} Sembra che tutto stia andando per il verso giusto per la ragazza e il compare che, con l'ausilio della notte, hanno deciso di fare questa piccola rapina all'interno della bottega,un piccolo colpo che avrebbe reso qualcosa sia a lei che a lui. All'umana era parsa un'ottima idea rapinare l'interno di una bottega ma l'uomo,che poi sarebbe divenuto il suo compare, non la pensava allo stesso modo. Per un fatto o per l'altro alla fine aveva accettato senza troppe richieste e troppe preghiere. L'umana adora il pericolo, l'avventura e di certo di fronte ad un'opportunità del genere non si può tirare indietro, sopratutto s'è c'è un possibile guadagno per lei. Anche s'è fa parte della milizia di Dalen non si tira di certo indietro ad un'opportunità del genere. Ed ora eccoli lì, in una notte priva di stelle,con una splendida luna crescente che domina il firmamento e un vento leggero che soffia muovendo qualche ramo. Prima di entrare dentro la bottega l'umana aveva accuratamente osservato i d'intorni per accettarsi che in quel luogo, a parte lei e l'uomo, non ci fosse nessun'altro. E' vestita come suo solito con l'unica differenza di aver sollevato il cappuccio cosi da non far vedere il volto. Così aveva fatto, così aveva controllato e senza troppi indugi era entrata seguendo il compare che nel frattempo aveva scassinato la serratura senza troppi problemi e facendo il minimo rumore possibile.
[città/Bottega] {Interno} Appena messo piede all'interno della bottega si vede intorno osservando l'interno con i suoi occhi azzurri, essi vagano da destra a sinistra e da sinistra a destra, l'umana deve ammetterlo la dentro ci sono parecchie cose interessanti e che potrebbero risultare assai utili in futuro. Si porta una mano sotto il mento accarezzandoselo, non poteva portare via molta roba dopotutto sono in due; lancia un'occhiata al compare e subito si mettono d'accordo sul cosa rubare e sul cosa lasciare là: armi leggere e pugnali da lancio o comunque qualsiasi cosa che non fosse di grandi dimensioni o ingombrante da portar via. Cammina da una parte all'altra della bottega facendo il minimo rumore possibile ad ogni suo passo; allunga una mano e prende il primo pugnale da lancio seguito dal secondo e poi dal terzo. I suoi occhi cadono anche su una cintura, senza troppi problemi prende anch'essa. Dopo aver preso un po di cose si avvicina all'uomo per esaminare cosa avesse deciso di portare via lui; la sua scelta è ricaduta su una cintura e dei piccoli oggetti facili da portare via. La giovane ragazza sorrise ma non aveva notato una cosa, sta filando tutto liscio, tutto sta andando secondo i piani senza intoppi.
[città/Bottega] {Interno} Quello strano pensiero gli solletica la mente, tutto sta andando secondo i piani e non fatica a non ammettere che un po di preoccupazione gli stia venendo. Decide di lasciare stare quei dubbi e sgraffignare dalle grinfie del proprietario della bottega qualcos'altro, cosi per avere un oggetto in più da sfoggiare una volta usciti di li dentro senza troppi problemi. Ed è proprio mentre sta per privare la bottega di un'altro bene che una decina di soldati circondano la locanda. L'umana inizialmente non si accorge di nulla e si avvicina all'uomo per sapere s'è avesse finito o volesse rubare qualcos'altro. La risposta che arriva alla donna e negativa e quindi decidono di avvicinarsi alla porta da dove sono entrati per uscire e scomparire da quell'edificio. L'uomo sta per aprire la porta ma l'umana lo ferma mentre muove negativamente il capo, vuole prima controllare s'è tante volte non ci fosse qualcuno all'esterno che per fortuito caso l'abbia sentiti e quindi fosse venuto a controllare, la cautela non è mai troppa. Si guarda intorno ed appena nota una finestra che si affaccia all'esterno si avvicina ad essa mettendosi in punta di piedi a sbirciare.
[città/bottega] {Interno} Tutto sembra svolgesi in un secondo, gli occhi azzurri dell'umana si spalancano dallo stupore, sono stati scoperti ed ora dei soldati hanno circondato la bottega. Ma come è possibile che siano stati scoperti? Eppure hanno fatto il minimo rumore possibile, a meno che qualcuno non abbia fatto la spia non ci sono risposte. Rimette i piedi per terra mentre si morde il labbro, questo inconveniente non era stato calcolato nei piani, deve pensare a come agire e presto. Si avvicina al suo compare, gli sussurra all'orecchio per far si che non sia udito da altre persone ma sopratutto per fare poco rumore; gli spiega la situazione per filo e per segno e che ora devono escogitare un diversivo per scappare da la e non essere scoperti. Più facile a dirsi che a farsi. Sicuramente non possono andare fuori e scontrarsi contro quelli che ora sono i loro nemici, la maggioranza numerica è netta, deve uscire da questa situazione usando l'astuzia e nient'altro. Velocemente esamina per l'ennesima volta l'interno della bottega, che ora è la loro prigione, gli occhi schizzano da una parte all'altra non trovando nulla che li possa salvare. Chiude le mani a pugno e cerca di mantenere la calma, non poteva finire cosi anzi a dirla tutta non voleva che finisse cosi. E' possibile che non ci fosse qualcosa che fosse scappato alla vista dei soldati? Magari una via secondaria? Continua in tutto ciò ad esaminare la stanza finché non nota una piccola porta, molto probabilmente quella usata dal personale, l'uscita secondaria in poche parole.
[città/Bottega] {Interno} A quella vista un barlume di speranza si fa strada nell'animo della giovane donna, forse ai miliziani è sfuggita quell'uscita. Si avvicina all'uscita secondaria e spia l'esterno da una finestra messa li accanto. Le sue speranze di scappare da li si frantumano in un secondo appena realizza che i soldati hanno circondato totalmente l'edificio. Un sospiro silenzioso abbandona le sue labbra, non possono uscire dalle porte e quindi l'opzioni possibili sono due: o si consegnano all'autorità oppure si nascondono per bene all'interno ed aspettano che i miliziani entrino ed esaminano la bottega. In verità ci sarebbe anche una terza opzione che però è stata scartata fin dall'inizio da lei ovvero quella d'improvvisare, fare finta che uno dei due sia una guardia ed abbia preso il ladro prima di loro e che ora lo stia portando alla caserma. Scuote il capo scacciando quel pensiero contorto, dopotutto non ha un'abilità del genere e sa che s'è ci avesse provato sarebbe risultata falsa. Mentre pensa tutto ciò ed ad un metodo per evadere il compare continua a camminare silenziosamente per la stanza, ad un certo punto inciampa su qualcosa che pare conficcato sul terreno. Non si può dire che la caduta dell'uomo fosse stata silenziosa; subito la donna si avvicina a lui e l'aiuta ad alzarsi da terra. Dopo di che si accovaccia e testa il pavimento per capire cosa l'avesse fatto cadere; un flebile sorriso si fa strada sul suo volto appena solleva una specie di maniglia, senza che nemmeno se ne rendessero conto avevano trovato la loro via di fuga. Dopo aver smontato la maniglia dal legno, cosi da evitare che la botola fosse riaperta, e sopratutto dopo essersi accertati che la botola avesse una via di fuga, si calano nell'oscurità.
(Giocata in razza mannara)
[città/Bottega] {Esterno} E cosi ha deciso di farlo, ha deciso di tentare quella folle azione che in fin dei conti l'entusiasmava e la faceva sentire viva come non mai. Non ha mai rubato nulla fin'ora, dopotutto fa parte della milizia cittadina della città di Dalen ma questo conta poco, s'è qualche azione, anche la più mera, può giocare a sua vantaggio la fa e basta non pensando ad altro. Questa sera il firmamento è dominato da una splendida luna crescente che illumina i dintorni con i suoi raggi argentei, la mannara avverte l'influenza della luna crescente ma cerca di controllare i propri istinti per non mandare a monte l'operazione. Annusa a pieni polmoni l'aria per poi buttarla fuori, ascolta con l'orecchie aperte il rumore provocato dal muoversi degli alberi e dal vento stesso quello stesso vento che gli scompiglia ogni volta i capelli biondi. Utilizza tutti i suoi sensi cosi da poterli adoperare a suo vantaggio. Si osserva intorno per assicurarsi che non fossero stati seguiti da nessuno e che nessuno l'avesse notati. Intanto che è assopita nei suoi pensieri, il suo compare è riuscito ad aprire la porta della bottega che hanno deciso di rapinare, la donna sa che non deve farsi prendere dall'agitazione o da forti emozioni, non vuole innescare la trasformazione. Entra dentro seguendo l'uomo e chiudendosi la porta alle spalle; i suoi occhi azzurri vagano da destra a sinistra e da sinistra a destra osservando tutto ciò che la bottega contiene;si sfrega le mani ridacchiando. E' vestita come suo solito l'unica differenze è che ora ha il cappuccio alzato per coprirsi il volto.
[città/Bottega] {Interno} Così sono entrati senza troppi problemi e facendo il minimo rumore possibile. La mannara si osserva intorno per decidere cosa potrebbe sgraffignare da quella bellissima bottega; sicuramente oggetti piccoli e poco ingombranti, sarebbe stato un problema scappare dalle guardie, s'è mai fossero state chiamate, con una cotta di maglia e uno spadone, cioè non sarebbe stato un problema per lei ma non si potrebbe dire lo stesso del suo complice che non è veloce e forte quanto lei. Cammina, provocando il minimo rumore possibile ad ogni suo passo, da una parte all'altra della bottega per esaminarla meglio e vedere con chiarezza gli oggetti che conteneva. Dopo aver fatto una bella passeggiata decide di optare per dei pugnali da lancio, un tirapugni e una cintura. Arraffa tutti gli oggetti senza esitazione, è sicura di ciò che fa e non ha ripensamenti; agguanta il primo pugnale seguito dal secondo e dal tirapugni insieme alla cintura. Indossa il bottino, non ha pensato di portare un sacco dove mettere la refurtiva quindi mettersela addosso pare l'idea migliore.Per il momento è calma e rilassata perché è conscia che tutto sta andando secondo i piani e senza interruzioni indesiderate. Continua a rubare più cose possibili come sta facendo anche il suo complice; accarezza con il palmo della mano il pugnale appena rubato, stando attenta a non tagliarsi, è di ottima fattura e l'impugnatura e la lama sono fatte per bene.
[città/Bottega] {Interno} Dopo aver passato ben dieci minuti all'interno dell'edificio, in cui hanno rubato più roba possibile, è venuto il momento per i due di darsi alla fuga, di darsela a gambe in poche parole. La donna mette il pugnale nel fodero e si sgranchisce per poi avvicinarsi al complice. Gli sussurra s'è ha finito o deve rubare qualcos'altro, la risposta che sopraggiunge è negativa e quindi i due possono andarsene da li. La mannara si sta avvicinando alla porta pronta ad andarsene con la refurtiva quando un rumore metallico e di passi la fa sobbalzare, è possibile che fossero stati scoperti in cosi poco tempo? Annusa e mille odore diversi gli arrivano alle narici: odori metallici, di uomo e sudore. Deglutisce mentre cerca di mantenere la calma e il sangue freddo senza farsi prendere dall'agitazione; ferma il compare ed esamina l'interno della bottega per trovare una finestra che si affacci all'esterno. Si avvicina ad essa e si mette in punta di piedi per arrivare a vedere l'esterno; una smorfia si fa strada sul suo volto appena vede dei soldati appostati d'avanti all'uscita, quei bastardi l'avevano accerchiati. Un borbottio simile ad un ringhio scappa dalla sua bocca, fa dei profondi respiri e stringe i pugni quasi ferendosi da sola per mantenere la calma mentre escogita un piano per scappare da li dentro al più presto. Non voleva che quella bottega fosse la sua tomba.
[città/Bottega] {Interno} Doveva trovare una via d'uscita che non fosse controllata da quei maledetti miliziani. Si avvicina all'uomo, suo compare e lo mette a corrente della situazione, sembra capire ed annuisce cercando, come fa anche la donna, una possibile via di fuga. Sicuramente Akius non poteva affrontare tutte le guardie anche s'è è un mannaro maledetto questo non vuol dire che può affrontare dieci o più nemici contemporaneamente, preferisce trovare una soluzione usando l'astuzia come gli consiglia il suo istinto. S'è è possibile evitare lo scontro diretto lo fa volentieri. Si porta una mano sotto il mento vedendosi intorno cercando qualcosa che assomigli il più possibile ad un via di fuga, non vuole ammetterlo ma odia quella situazione si sente come un animale in gabbia. Lo sconforto aumenta appena si rende conto che, a parte la porta principale e una secondaria, non ci sono altre vie di fuga. Decide di avvicinarsi all'uscita secondaria, quella usata dal personale, per vedere s'è anche quella fosse controllata dalle guardie. Si morde il labbro inferiore appena costata che quei maledettissimi soldati hanno circondato tutto l'edificio, non potevano farsi bastare solo la porta principale? La rabbia mischiata alla consapevolezza di non avere vie di fuga si fa strada; la donna deglutisce mentre inizia a fare dei respiri profondi e continua a stringere le mani a pugno quasi ferendosi, non poteva trasformarsi non li. In un modo o nell'altro riesce a tranquillizzarsi e ritornare lucida, inizia ad osservarsi per l'ennesima volta intorno.
[città/Bottega] {Interno} I miliziani sembrano non voler entrare, forse aspettano che il topo esca da solo dalla tana ma loro non sono topi cosi stupidi. Gli occhi azzurri della donna vagano da ogni parte possibile della bottega per cercare la maledetta via che l'avrebbe portati alla libertà mentre si tira le pelline di una delle dita della mano. Non trovando niente sbatte un pugno contro il bancone della bottega lasciando un solco, non vuole arrendersi e lasciarsi guidare dalla rabbia. Vedendo la reazione della donna il compare si spaventa, indietreggia di qualche passo ed è proprio il suo indietreggiare che li salva da una sicura sorte e sicura cattura. L'uomo cade a terra inciampando su un'oggetto che i due non avevano notato prima; la mannara lo aiuta ad alzarsi per poi accucciarsi ed esaminare l'oggetto che l'ha fatto cadere. Il suo viso si illumina appena nota che non si tratta di un'oggetto qualunque ma bensì di una maniglia che rivela una botola. I due si danno il cinque, hanno trovato la loro via di fuga, la loro salvezza. Dopo essersi assicurati che la botola avesse una via di fuga smontano la maniglia così che non possa essere riaperta dall'esterno o almeno cosi che non possa essere notata con facilità dai miliziani. Senza attendere oltre si gettano nell'oscurità e silenziosamente seguono il percorso sbucando all'esterno ed evitando l'arresto