Il campione di Go si ritira.

La notizia mi ha dato un certo rammarico e disagio.

Carlo Maria, 30/11/2019 11.53:

---

La notizia mi ha dato un certo rammarico e disagio.

---

Non mi ha mai convinto molto l'idea del confronto uomo/macchina, è chiaro che a livello di potenza computazionale o prima o poi una macchina sarebbe stata/sarà in grado di superare anche il più dotato essere umano, in qualsiasi gioco. Ma non è questo che rende interessante il giocare.

Capisco invece il punto sul disagio, ma lì siamo oltre ormai da parecchi anni.

V.

Quando, ormai più di vent'anni fa, Kasparov perse da Big Blue, i media e gli informatici presero la cosa molto seriamente, ma gli scacchisti tutto sommato fecero spallucce.

Fu anche l'ultima volta che gli scacchi salirono davvero sulla ribalta mediatica, per mai più risalirvi. Ma non è che gli scacchi abbiano cessato di essere un gioco appassionante e conteso fra esseri umani (anche troppo, considerati i lunghi litigi tra federazioni per questioni -come sbagliarsi?- soprattutto di palanche).

Anche per il go è lecito supporre che andrà così.

BTW, Carlo, se ti piace il gioco potresti leggerti questo: è debordante e c'è dentro di tutto (spy story, filosofia, speleologia e alpinismo, politica, informatica), a tratti incolla alla sedia e a tratti è noiosissimo, ma Trevanian - forse il più eclettico/eclittico/eccentrico degli americani che ho letto - sa scrivere davvero bene. E il go è l'impalcatura del romanzo.

Sash

Molto interessante, Sash! 😊👍🏻
Io per ora avevo trovato solo questo, che però mi ispirava lo stesso!

Kawabata!

Dovrei recuperare il suo Meridiano, in effetti non credo di averlo mai visto in esposizione...


Sash

Sashimi, 01/12/2019 19.36:

---

Kawabata!

Dovrei recuperare il suo Meridiano, in effetti non credo di averlo mai visto in esposizione...


Sash

---

La Mondadori ha fatto un Meridiano di Kawabata?

V.

Yep, nel 2002




Lui e Mishima sono gli unici giapponesi presenti.

Sashimi, 04/12/2019 22.32:

---

Yep, nel 2002




Lui e Mishima sono gli unici giapponesi presenti.

---

Ci vorrebbe qualche altro nippomeridiano, direi.

V.

Decisamente: magari arriverà un Oe per il nobel che fa sempre richiamo, mentre per Murakami è ancora troppo presto (anche se visto il continuo successo non è detto); ci starebbe benissimo un Soseki e forse tra qualche tempo la Yoshimoto, però il suo 'impact factor' mi sembra molto calato dopo gli esordi.


Sash

Sashimi, 05/12/2019 19.21:

---

Decisamente: magari arriverà un Oe per il nobel che fa sempre richiamo, mentre per Murakami è ancora troppo presto (anche se visto il continuo successo non è detto); ci starebbe benissimo un Soseki e forse tra qualche tempo la Yoshimoto, però il suo 'impact factor' mi sembra molto calato dopo gli esordi.


Sash

---

Un Soseki sarebbe doveroso. E un Oe lo comprerei con grande interesse. Non sapevo ci fosse un Meridiano di Kawabata: lo cercherò! Il Maestro di Go ce l'ho in versione e-book, non ho altre sue opere.

La Yoshimoto è troppo pop, direi, e anche un po' troppo feltrinelliana ho idea.

Soseki e Oe sarebbero da fare, come anche Tanizaki. Io ci metterei pure Akutagawa.

V.

Non potevo non metterlo in questa sezione del forum.

Carle', questo DEVI leggerlo.

E' diviso in tre parti, ciascuna fruibile indipendentemente dalle altre. Salta pure le prime due se non ti interessano Paul Ehrenfest, Janos "John" Von Neumann e le loro peculiari, travagliate esistenze.

La terza parte spiega invece gli antefatti, analizza le conseguenze e fa la cronaca della sfida tra Lee Sedol e AlphaGo nel 2016 - ed è scritta davvero benissimo. E' un racconto epico, consolante e terrificante insieme. Fa rizzare i capelli in testa. O, se come me sei scarsocrinito, prima li fa ricrescere, poi li fa rizzare e infine li fa ricadere.

Seriamente, da leggere.

Sash

Questo è da prendere!

Decisamente.

Le prime due parti (una brevissima su Ehrenfest, che non conoscevo, l'altra molto lunga su Von Neumann) sono ricche di aneddoti anche poco noti sulle vite molto borderline dei due scienziati e me le sono lette d'un fiato, ma tutto sommato non credo aggiungano nulla di davvero nuovo alla visione complessiva sul loro operato.

E' vero però che il genio matematico iperattivo, multiforme e prismatico di Von Neumann - che fu uno dei padri dell'informatica e dell'intelligenza artificiale (da cui la connessione con la parte terza), dell'automazione, della teoria dei giochi e di molte altre cose, tra cui l'atomica e persino il concetto di DNA - è stato nel tempo non dico dimenticato, ma sicuramente messo in secondo piano dai media che nella loro recente fame di storie di scienza gli hanno preferito altri con aspetti più facili da raccontare, come Alan Turing o recentemente Oppenheimer.

Mentre la bio di JVN è ricca di aspetti controversi (controversi per l'oggi, s'intende) a cominciare dai suoi rapporti con i militari e dalla sua teorizzazione della corsa agli armamenti, che in effetti nella sua interpretazione "buona" si rivelò corretta e architrave della guerra fredda, per quanto fonte di infiniti sudori altrettanto freddi; nella versione originaria, prevedeva l'annientamento del contendente privo di atomica.

Da genio e genio, JVN fu anche -scrive Labatut- il primo e a lungo l'unico a riconoscere la portata assoluta e distruttiva dei teoremi di Godel (alcuni matematici, ancora oggi, è come se fingessero di ignorarli...), tanto da cambiare il corso delle proprie ricerche subito dopo averlo conosciuto.

Il libro di Labatut ha dunque il merito di rinnovare l'interesse per questa figura, centrale nello sviluppo scientifico e tecnologico a cavallo dei due secoli. Come si vede poi nella terza parte.

Sash

Molto interessante, Sash!
Lo reperirò presto!