00 16/10/2019 07:55
Spesso troviamo in rete gente che vanta titoli accademici e conoscenze delle lingue antiche ma poi di fatto non riesce a distinguere un verbo da una congiunzione nella lingua nativa. Non è mia intenzione mettere alla prova certi millantatori o traduttori della domenica, i quali senza pudore vorrebbero farci intendere che bisognerebbe andare ad insegnare l’ebraico agli ebrei.
Deutetonomio è uno dei cinque libri attribuiti a Mose. Questi libri vengono anche chiamati Pentateuco o, secondo il libro biblico di Neemia 1:1 “il libro della legge di Mosè o “la Torà”.
In questo libro, sono riportate le seguenti parole: ‘Ascolta, o Israele: Geova è il nostro Dio; c’è un solo Geova’ (Deut. 6:4). "Un solo" in ebraico Echad, può tradursi in diversi modi e ognuno può essere difeso per ragioni linguistiche e teologiche, come riportato in una nota in calce al versetto, da Leslie Hoppe, cattolico, studioso francescano ed esperto di studi biblici e dell’ Antico Testamento con particolare attenzione al Deuteronomio.
Questo è un dato di fatto però spesso le traduzioni delle Bibbie cattoliche affermano che ‘Echad’ abbia un significato di “unità composta” formato da più persone in una. I cattolici hanno una visione trinitaria della parola Echad” la quale non denota affatto pluralità. In ebraico, come anche in diverse altre lingue, la parola tradotta “un solo” non indica semplicemente un numero, ma contiene anche l’idea di unicità. Mosè stava ricordando agli israeliti che dovevano rendere a Geova esclusiva devozione. Non dovevano imitare i popoli vicini, che adoravano varie divinità. Che sia così è confermato dal rabbino J. H. Hertz, il quale afferma: “questa sublime asserzione di assoluto monoteismo era una dichiarazione di guerra contro ogni genere di politeismo"; commento alla Torah. Inoltre, aldilà di ogni dubbio, la Shemà, una preghiera basata su Deuteronomio 6:4, costitisce una parte essenziale del culto sinagogale essendo una professione di fede dell’unicità di Dio. Purtroppo, come capita spesso, alcuni studiosi cattolici della domenica, non vanno oltre e come ho accennato sopra e con la loro arroganza vorrebbero insegnare l’ebraico agli ebrei.
Queste informazioni sono state estrapolate dal volume: “Il sentimento religioso dei siciliani” di Christian E. Maccarone, edito dal Cssss. Ed. 2015, pagg. 270-273 (il concetto trinitario dei sikani e dei popoli autoctoni).
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