00 16/04/2019 21:47
Nure Ceylan



Siamo a Çanakkale Anatolia, vicino ai Dardanelli, dove parecchi secoli fa sorgeva Ilio di cui è rimasto un simulacro di cavallo di Troia, entro cui il nostro protagonista Sinam, tornato a casa dopo la laurea ed il servizio militare, ogni tanto trova solitudine e relax dai patemi che lo affliggono. Lavoro, famiglia, futuro e qualche piccola ambizione come quella do scrivere un libro sono i suoi crucci. È la cronaca di un ritorno a casa, ma non serve scomodare Omero, non ci sono ne proci ne Penelope, al massimo una fidanzata infedele ed un amico rissoso con cui finisce a pugni. Si tratta di ricostruire dei rapporti familiari e di amicizia interrotti, di scavare un pozzo utile (?) o forse no, fine a se stesso, per riprendere il filo di un discorso interrotto. I tempi filmici sono lenti, seguono il procedere delle stagioni, i paesaggi e le inquadrature che Ceylan in gran forma ci propina sono protagonisti del film. Non c'è dramma in questo film, ma neppure, ottimismo, Sinam fallisce in tutto, nemmeno dove suo padre, sia pure poco dotato e vizioso era riuscito, non gli rimangono che le pecore. Mancano gli elementi ironici e sarcastici presenti in altri film di Ceylan, se ci sono non gli ho colti, qualcuno ci ha visto un apologo satirico contro Erdogan; se lo è, è molto soffice e anche questo aspetto non lo ho colto. Tuttavia è un film bello, scritto molto bene, che fa riflettere sul senso della vita e non induce ad ottimismo.
Voto : 8