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Venerdi 26 aprile:
dalle ore 16,00 registrazione equipaggi e sistemazione in albergo;
ore 20,30 cena in locale tipico di Martina Franca

Sabato 27 aprile:
ore 9.00 partenza per Manduria;
ore 10,00 arrivo presso Palazzo Filotico Imperiali e allocazione vetture nel cortile;
ore 10,30 visita guidata alla scoperta delle bellezze e delle tipicità del territorio;
ore 13,30 pranzo
ore 16,00 partenza per Grottaglie seguendo un percorso attraverso strade secondarie per poter ammirare il paesaggio della zona;
ore 17,00 arrivo a Grottaglie nel quartiere delle ceramiche e allocazione vetture;
ore 17,30 visita guidata attraverso le vie del quartiere delle ceramiche e visita a monumenti e chiese;
ore 20,30 cena e rientro in Hotel a Martina Franca

Domenica 28 aprile:
ore 10,00 visita del centro storico di Martina Franca;
ore 13,30 pranzo;
ore 16,00 saluti





Info e costi:
camera singola 70 euro per stanza
matrimoniale 90 euro per stanza
tripla 115 euro per stanza
quadrupla 130 euro per stanza
Procedura di prenotazione camere: inviare mail all’indirizzo dell’hotel indicando il numero di stanze, gli occupanti e i giorni.

Pranzo euro 35 per persona
Cena euro 25 per persona

Costo equipaggio (per vettura 2 persone) 20 euro. Per ogni persona in più presente in vettura euro 5

Riferimenti:
info@parkhotelsanmichele.it
info@stellecadenti.com
manolo.montagna@gmail.com
334/7791347 Domenico Ranieri (Club Stelle Cadenti)
320/4914932 Manolo Montagna (Club Mercedes benz Club Italia)



Informazioni sullw località nelle quali si svolgerà il raduno:

Martina Franca è una cittadina trecentesca che sorge nel bel mezzo della Valle d’Itria. Frequentata già dal neolitico, a fondarla fu il principe di Taranto Filippo I d’Angiò. La città è nota per la sua architettura barocca e per il festival musicale della Valle d’Itria.
Il centro cittadino è rappresentato da piazza XX Settembre, sulla quale si affaccia la Villa Comunale, un tempo giardino del convento delle Grazie. Al lato della villa sorge la quattrocentesca Chiesa di S. Antonio; con la facciata neoclassica realizzata nel 1835, conserva al suo interno due sculture di Stefano da Putignano.
Attraversando un arco si giunge nel centro storico dove svetta il Palazzo Ducale, che attualmente ospita il municipio, costruito nel 1668 su di un preesistente castello. Colpisce l’alta facciata barocca a due piani divisi da una lunga balconata. Di notevole importanza le sale del Mito, della Bibbia e dell’Arcadia completamente affrescate. Palazzo Ducale ospita anche il Museo del Bosco delle Pianelle.
Prendendo corso Vittorio Emanuele si staglia davanti agli occhi un’altra facciata barocca, si tratta della Basilica di S. Martino, costruzione della metà del ‘700, sulla quale spicca il bel portale sormontato dal gruppo scolpito di S. Matino ed il povero. L’interno è a croce latina ad unica navata, riccamente decorato, molto bello l’altare maggiore ai cui lati vi sono due statue di marmo della Carità e della Maternità.
Merita una passeggiata via Cavour, forse la strada più caratteristica della città, su di essa si affacciano numerosi palazzi barocchi. Molto bella ed elegante la Chiesa di S. Domenico, costruita su un preesistente edificio romanico nel 1750. Immediatamente fuori le mura del centro storico vi è la bella Chiesa del Carmine che al suo interno conserva una stata di Santa Maria della Misericordi attribuita a Stefano da Putignano.
Tutte le estati, ormai da oltre 40 anni, Martina Franca diventa la capitale pugliese del Belcanto, si tiene infatti da metà luglio a metà agosto il Festival della Valle d’Itria, rivolto agli appassionati di musica lirica e sinfonica.
Ricade nel territorio comunale il Bosco delle Pianelle.





L’anima più antica e gloriosa di Manduria si mostra nella necropoli messapica. Oggi Parco archeologico che racchiude oltre 2500 tombe dal VI al II secolo a.C. Fiancheggiando i resti della triplice cinta muraria si può immaginare l’epoca in cui i Messapi si dedicavano all’allevamento di cavalli e si preparavano a partire in battaglia contro i tarantini. A pochi passi dalle grandi mura la terra cela il suo segreto più prezioso: il Fonte Pliniano, stemma civico “vivente” della città. Una scalinata scavata nella roccia conduce in una grotta aperta dall’alto con al centro un pozzo da cui spunta un mandorlo. Il suo flusso d’acqua perenne e costante affascinò Plinio il Vecchio che lo citò nel suo “Historia naturalis”.
Terra dei Messapi e del rinomato Primitivo di Manduria Doc, la cittadina è uno scrigno di storia e leggende stratificatesi nei secoli.
È terra fertile e antica quella di Manduria, che si estende a cavallo delle tre province di Taranto, Lecce e Brindisi. Appena giunti tra le sue vie è un cartello di benvenuto a salutare il visitatore facendogli sapere che questa è “città di Messapi”. Le tracce del valoroso popolo, infatti, fanno capolino un po’ ovunque a cominciare dall’estesa necropoli e le possenti mura megalitiche che ne delimitano l’antico centro.
Manduria racchiude anche tesori di altre epoche e avvenimenti le cui tracce si sono incuneate tra i vicolie nelle piazzette che si aprono all’improvviso nel borgo. Le architetture nobili e quelle più modeste si avvicendano lungo le sue strade dai basoli neri di pietra lavica fino a prendere la via delle campagne e fare da sfondo ai filari infiniti delle vigne di Primitivo.
È così che dalle colonne che incorniciano possenti portali di dimore storiche o il Castello Imperiali dalle cento stanze ci si può addentrare nel dedalo di viuzze del Ghetto degli ebrei proprio dinanzi al grande rosone della Chiesa Matrice incastonato nella facciata romanica e sorvegliata dai leoni di pietra.








Grottaglie deriva dal latino Kriptalys e dal greco Κρυπταλύς, nome che sottolinea la presenza di grotte (krypta, κρύπτα), in gran parte del suo territorio. L'origine di Grottaglie è negli insediamenti che si sono susseguiti nell'area sin dal Paleolitico, ed in particolare nell'area di Riggio e di Pezza Petrosa. È ritenuta, secondo alcuni, la terra natìa del padre della letteratura latina Quinto Ennio. Difatti il poeta nacque a Rudiae in Apulia.
Secondo molti studiosi, questa Rudiae corrisponderebbe ad una delle cittadelle fortificate (appunto Rudiae e Mesocoro), distrutte dalle invasioni barbariche, i cui abitanti in fuga diedero vita ai casali rupestri dai quali sorsero in seguito Grottaglie e Villa Castelli. Nel IX secolo un gruppo di ebrei fuggitivi da Oria, e tra i pochi superstiti della grande comunità ebraica di Oriasi aggrega all'insediamento sorto intorno al casale San Salvatore nella Lama del Fullonese.[4].
I resti storici più cospicui sono riconducibili al Medioevo, quando nelle profonde gravine prese maggior consistenza l'abitudine di vivere nelle grotte. Risalgono a questo periodo infatti non solo le abitazioni, ma anche le scale, i sentieri, le opere di canalizzazione e di deflusso delle acque. Un'importante testimonianza bizantina nel territorio di Grottaglie è la Gravina di Riggio che presenta degli affreschi basiliani di grande qualità seppur si trovino in condizioni precarie. Nonostante l'area jonica del Salento non fosse grecizzata come quello meridionale, è rilevante il fatto che questi affreschi presentino iscrizioni in greco[5].
Quando i barbari, in particolare Goti e Saraceni, distrussero i villaggi siti nel territorio e anche la stessa Taranto, le grotte ospitarono i fuggitivi (960 d.C.) Sorsero così vari centri abitati tra cui Casale San Salvatore e Monti Cryptalis nucleo primigenio dell'attuale centro storico di Grottaglie. Alcuni ebrei trovarono rifugio nella Lama del Fullonese, territorio di Monte Fellone dove, difatti, sorgeva la chiesa di San Pietro dei Giudei[6]. I Normanni (XI secolo) donarono alla Mensa Arcivescovile Tarantina un Casale di nome Cryptalium, ma con ogni probabilità si tratta di un falso risalente al XVI secolo. Nel XV sec. Il centro fu dotato di mura di fortificazione, assieme al Castello e alla Chiesa Matrice.
Difficoltà e crisi politiche portarono (dal XV al XVII secolo) ad una "coabitazione" di due giurisdizioni feudali differenti: una vescovile ed una laica. Il XVII secolo conobbe anni di difficoltà sotto la mal tollerata dominazione spagnola. Lotte di giurisdizione tra Arcivescovi di Taranto e feudatari laici e ripetute sollevazioni popolari, caratterizzarono il secolo successivo fino all'abolizione della feudalità. In un clima di disorientamento politico generale si fa strada il nascente fenomeno del brigantaggio con un nome illustre: Ciro Annichiarico (in dialetto "Papa Ggiro"). Queste vicende accompagnarono la prima espansione urbana "fuori le mura", fino al periodo unitario, a partire dal quale le vicende di Grottaglie si accomunano a quelle di molti centri simili nel Meridione d'Italia.
Ancora oggi fiorente è la produzione di ceramica in puglia. Il più importante centro di produzione di ceramica è Grottaglie. Lungo la gravina di San Giorgio si è formato un intero quartiere di esperti ceramisti, ricavando laboratori e forni di cottura nella roccia di ambienti ipogei utilizzati in passato come frantoi, sono riusciti a creare un'attività fiorente ancora oggi riconosciuta in tutta il mondo
Per la sua antica tradizione ceramica, Grottaglie rientra tra le 36 città delle ceramiche italiane riconosciute dall'AiCC-Associazione Italiana Città della Ceramica.
Principali prodotti nella ceramica grottagliese sono:
• I "Bianchi di Grottaglie" è la più caratteristica rustica e popolare, caratterizzata da una tavolozza cromatica costituita dal verde marcio, giallo ocra, blu e manganese.
• I "Capasoni", sono contenitori di grandi dimensioni destinati a contenere vino.
• I "Pumi", classico simbolo grottagliese.




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