Lettera al
Mattino scritta ieri dai genitori della piccola.
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«Siamo testimoni di Geova, diciamo no alle trasfusioni di sangue ma non abbandoniamo nostra figlia»
Spettabile Redazione,
il 18 aprile scorso è stato pubblicato un articolo su un caso riguardante nostra figlia, l’adolescente ricoverata in ospedale a Cosenza alla quale è stata praticata un’emotrasfusione.
In qualità di genitori, ci teniamo a sottolineare alcuni aspetti fondamentali che purtroppo non sono stati tenuti in considerazione nell’articolo.
Innanzitutto ci teniamo a precisare che, proprio a motivo del nostro credo di Testimoni di Geova, consideriamo sacra la vita e vogliamo il meglio per nostra figlia, anche per quanto riguarda le cure sanitarie. Proprio per questo quando abbiamo capito che c’era qualcosa che non andava nel suo stato di salute ci siamo prontamente attivati per fare degli accertamenti diagnostici presso una clinica. Non appena la struttura ci ha comunicato i risultati delle analisi e ci ha detto che nostra figlia avrebbe dovuto essere trasferita in un altro centro che avesse un reparto pediatrico, ci siamo subito preoccupati di portarla in un centro di eccellenza.
In questo centro i medici ci hanno detto che, pur non essendo abituati a trattare casi come quello di nostra figlia con terapie alternative alle emotrasfusioni, avrebbero tentato di farlo, e così è stato.
Proprio per permettere a nostra figlia di essere curata nel modo migliore, ci eravamo documentati per conoscere quali alternative alle emotrasfusioni fossero disponibili e abbiamo trasmesso tale documentazione anche ai medici, consapevoli che in moltissime strutture in tutta Italia e nel resto del mondo le strategie terapeutiche che non prevedono l’uso del sangue sono ormai considerate una prassi standard.
Quando poi i medici hanno ritenuto che la situazione clinica fosse tale da richiedere necessariamente una trasfusione di sangue, nonostante i dati in nostro possesso fossero diversi, non abbiamo mai ostacolato il loro operato.
In tutto questo siamo stati sempre accanto a nostra figlia, senza abbandonarla mai, come farebbe un qualsiasi genitore amorevole e preoccupato per il benessere del proprio figlio.
Ci addolora molto e ci ferisce, quindi, che dall’articolo emerga il quadro di un’adolescente abbandonata a sé stessa da due genitori irresponsabili integralisti religiosi! Anche perché nostra figlia, che ha già compiuto 13 anni, è stata la prima a sostenere di non voler ricevere una trasfusione di sangue a motivo delle proprie convinzioni religiose. Come genitori, e come testimoni di Geova, diamo molta importanza alla dignità e alla libertà di coscienza di ogni individuo, e quindi anche di nostra figlia, e abbiamo fatto tutto il possibile perché la sua volontà, prima di ogni altra cosa, venisse rispettata.
Nostra figlia è sempre stata pienamente cosciente e, quando i medici si sono preoccupati di parlare con lei per conoscere il suo punto di vista, ha sempre espresso con fermezza e lucidità il proprio desiderio di non ricevere trasfusioni di sangue. Purtroppo, però, nessuna delle autorità interpellate ha ritenuto opportuno ascoltare quello che lei aveva da dire. Questo le ha fatto vivere l’atto terapeutico ricevuto contro la sua volontà come una violenza che l’ha lasciata sotto choc.
Ma di tutto questo, purtroppo, come spesso avviene, non c’era nessuna traccia nell’articolo che è stato pubblicato. Leggere quell’articolo è stata un’ulteriore ferita sia per noi sia per nostra figlia.
Cordialmente,
lettera firmata
www.ilmattino.it/lettere_al_direttore/lettera_direttore_testimoni_geov_trasfusioni_sangue-3723...
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Il direttore del quotidiano napoletano l'ha pubblicata integralmente e senza commenti propri o del giornale, una decisione corretta e rispettosa. Interessante che i genitori, pur facendo quanto in loro potere perché la figlia ricevesse trattamenti non trasfusionali,
non si sono opposti alla decisione della equipe medica di trasfonderla in extrema ratio. Questo sarebbe un comportamento 'fanatico' ed 'integralista'?
Ed ecco come si commenta la lettera in un forum di fuoriusciti dissidenti (fonte: vedi mio primo post):
Quasi certamente la lettera è stata scritta su "suggerimento" della Betel o degli "anziani".
O anche no: quasi certamente la lettera è stata scritta d'iniziativa dai diretti interessati.
Quod gratis adfirmatur, gratis negatur.
Colpisce il fatto che si voglia far credere che la bambina di 13 anni avesse espresso una scelta matura e consapevole, che riguardava la sua sopravvivenza.
Ciò è assolutamente possibile, invece: dipende dalla definizione giuridica di 'minore maturo'. Questa categoria è oggi largamente presente in giurisprudenza in molti paesi del mondo evoluto (USA e Canada, per esempio). In Italia è ritenuto parte della deontologia professionale dei sanitari. Ecco cosa si legge in un documento redatto da medici e avvocati italiani (grassetto mio):
L’acquisizione dell’assenso del minore maturo è un dovere del professionista sul piano deontologico.
Si concorda che
dai 10-12 anni (in base al livello di sviluppo) il bambino acquisisce gradualmente una capacità di discernimento e consolida la propria personalità.
Il sanitario è conseguentemente tenuto a coinvolgere direttamente il minore nelle scelte che lo riguardano, registrandone il grado percepito di comprensione e il tipo di disposizione all’atto indicato (assenso-dissenso). - AA.VV.,
Linea Guida Istituzionale per una buona pratica del consenso informato, Centro di Bioetica Clinica e Governance della Salute “Ca’ Granda” di Milano, pag. 30.
Ed ecco il parere di un altro avvocato:
In numerosi ambiti, la giurisprudenza è tenuta a riconoscere ai "grandi minori" poteri più o meno marcati di libera esplicazione della personalità. In ambito sanitario
si ritiene che il minore maturo possa decidere da sé in merito alle trasfusioni di sangue, coerentemente con le proprie convinzioni religiose. - Maria Giuseppina Salaris,
Corpo Umano e Diritto Civile, Giuffré editore, pag. 293.
Visto dall'esterno un simile comportamento suona semplicemente come un atto di fanatismo religioso.
Solo per chi deve "per forza credere" che sia così altrimenti muore, e cerca vanamente di persuadere altri di ciò. Avvocati e medici sono di tutt'altro avviso, come si vede.
Se non ci fossero le sanzioni (la dissociazione) ed il conseguente ostracismo in caso di mancato "pentimento" (sic) per chi accetta una trasfusione, i singoli TdG potrebbero fare scelte ben diverse, più ragionevoli e sensate.
Logica da asilo d'infanzia. L'uomo, con il suo fardello di convinzioni maturate, è misura della proprie scelte. I singoli cristiani nel I secolo potevano fare la scelta 'ragionevole e sensata' di abiurare al cristianesimo per non finire sbranati dai leoni nei circhi romani?
Il 'pentimento' non è legato all'azione di per sé in quanto contraria al proprio credo, la quale, come argomentato in precedenza, può essere attribuita a umana debolezza o alla tensione psicologica del caso. Si deve al fatto che una persona che
fino a ieri considerava le emotrasfusioni non compatibili con il pensiero divino, cambi parere - guarda caso - proprio nella circostanza in cui si suppone di averne bisogno, e colga il proprio vissuto come occasione di muovere guerra all'Organizzazione con una presa di posizione
sciocca e
incoerente. Cosa senza la quale l'individuo sarebbe senza dubbio compreso e perdonato, e con la quale non può invece aspettarsi altro che un procedimento espulsivo.
Questa povera bambina è vissuta in quel micro mondo che è la sua "setta" e ha sempre sentito dire che "Geova non vuole che si accettino trasfusioni".
La sua "scelta" è quindi il risultato di un indottrinamento settario a senso unico, privo di qualsiasi possibilità di confronto.
Non diversamente dal bimbo indiano jainista convinto che gli insetti siano dotati di anima e quindi che bisogna camminare armati di scopa per evitare di ucciderne, o della catechista cattolica indottrinata con la storia per cui prendere la pillola sia peccato mortale, e quindi "quanti Dio ne manda, tanti ne facciamo". Ai giovani tdG comunque il confronto si propone eccome, dato che, contrariamente agli adepti di altre confessioni, i tdG condividono la propria fede con altri e dunque non possono fare a meno di prendere contatto con sistemi di credenze differenti dal proprio. Di nuovo, a meno che non ci si voglia auto-plagiare del contrario.
[Modificato da EverLastingLife 11/05/2018 15:17]