Come Lord Tywin iniziò a parlare, il signore di Vecchia Città distolse lo sguardo, fissandolo da qualche parte al soffitto, e con la mano destra prese a lisciarsi il pizzetto. Tuttavia l'ascolto era vivo e attento, sottolineato da qualche breve cenno col capo.
Non era alle singole parole, ma al modo e ai toni, con cui il Leone di Lannisport esponeva i concetti: giudizi rapidi, frasi trancianti. Gli piacevono, gli davano l'impressione di un'idea realizzata prima ancora di essere pensata.
Ma non appena fu il turno del Maestro, gli occhi di Lord Leyton si posarono su di lui. E più si sentiva parlare di amicizia fra la Valle e casa Baratheon, più gli occhi si riducevano a due fessure.
"Lord Tywin, mi rincresce sentirvi ammettere qualche difficoltà nell'adempimento delle vostre nuove funzioni, ma sono certo le supererete. Con un po' di fortuna nei prossimi giorni ci arriveranno nuovi dispacci dai nostri esploratori e sapremo delineare meglio lo schieramento delle forze nemiche. A quel punto sarà più agevole per voi concentrare gli sforzi nel settore che riterrete più opportuno. Avete la mia piena fiducia, e quel che più conta, quella del Re. Inoltre, mi pare sia appena giunto un gradito sostegno dal nostro Maestro Colemon qui presente. Non fallirete."
"Venendo alla vostre domande, Maestro, mi rincresce non poter rispondere in modo compiuto. Non conosco i pensieri né di Lord Tyrell, né di Lord Florent. Però so quel che il buon senso mi suggerisce. La fortezza dei Caron, piuttosto che il Posatoio del Grifone o Sala dell'Estate sono luoghi troppo importanti per poter essere lasciate in mano a forze potenzialmente ostili. L'Altopiano già una volta ha fatto l'errore di mettersi nelle mani di Robert Baratheon e non credo vorrà farlo una seconda volta con così tanta fiducia. E se ci fosse qualcuno in tutto il Westeros, dal più assolato deserto di Dorne al più remoto abete di Isola dell'Orso, con il coraggio di sostenere che Robert Baratheon non viene mai meno alla propria parola, allora sarò lieto di mandarlo a confrontarsi con il qua presente Lord Lannister. O Lord Clagane, magari. Sono certo che qualsiasi Lord dell'Ovest ha più di qualche parola da spendere, in merito.
Mentre per quanto riguarda le nostre motivazioni, direi che molte sono qua, in questa stanza: è così che si conduce un Regno, è così che si conduce una guerra, è così che si esercita il potere". All'ultima parola Lord Leyton diede un colpetto alla spilla da Primo Cavaliere, ben in evidenza sul petto.
"Vi sentivate sicuri, sotto Re Robert? Avevate fiducia in un Re che appena conquistato il Trono, si è barricato dentro questa città, infischiandosene di un Nord ribelle e di un Tridente attraversato da guerre e ribellioni?"
"Ha mandato al macello metà degli effettivi Martell, in un insensato attacco contro quello che fino all'istante prima era un suo fedele alleato - e ho certezza assoluta che lo fosse - e senza garantire alcun supporto. Una pugnalata senza alcuna speranza di sopravvivenza non per l'aggredito, ma per l'aggressore. E quel che è peggio, è che nemmeno si è premunito di dirlo prima, che quelle truppe sarebbe rimaste isolate per settimane, se non per mesi.
Quella non era una guerra, era macelleria. Macelleria ai danni di un proprio alleato e di un proprio ex-alleato tradito. E intanto due dei Sette Regni in rivolta e le Isole di Ferro, sui sudditi, flagellati da costanti ribellioni.
E alla notizia della nostra ribellione, cosa ha pensato di fare? Fare il Re? Convocare finalmente un Concilio degno di questo nome e avvalersi dei più nobili, coraggiosi e capaci fra i suoi sudditi?
C'erano mille e una cosa che un Re degno di questo nome avrebbe potuto fare. Spregiare il Concilio Ristretto nominando buffoni e abdicare non era fra queste.
E noi, che siamo qui, ora, a discutere in questa sede del bene del Regno, lo sappiamo fin troppo bene. Altrimenti non saremmo arrivati fin qui.
Che altro c'è da dire, se non l'ovvio? Robert Baratheon non è mai stato il Re che tutti noi ci saremmo aspettati. Casa Tyrell e l'Altopiano tutto sono stati i primi e più caldi sostenitori. Ma ci siamo sbagliati. Grandemente sbagliati."
"Da nobili e da Lord quali siamo, abbiamo lavato il nostro e i suoi errori con il sangue.
Da nobili e da Lord quali siamo, aspetteremo di vedere il suo ginocchio a terra e l'ammissione della propria slealtà.
In quanto nobili e Lord, siamo solo sangue E lealtà, sangue O lealtà chiediamo."
Nella seconda partita: Qhorin il monco
Nella terza partita: Roland, Lord di Crakehall
Nella quarta partita: il vecchio Bob