L'amico Re partirebbe così: "To be or not to be?" Ovvero l'interrogativo classico amletico. Ma in questa ricorrenza della dipartita di un amico, forse più di un fratello per me, mi sento di dire che No! That is not the problem! But: who are we? Who am I? This is the very problem! Sempre e solo per l'amico Re traduco: Essere o non essere? No! Non è questo il problema! Ma: chi siamo? Chi sono? E' questo il VERO problema!
Molti anni sono trascorsi, ma l'anniversario del suo lungo viaggio non lo dimentico, nè potrei, i ricordi sono parte di noi. Se ne andò a soli 36 anni, una (falsa) malattia lo vinse nonostante un fisico eccezionale, abbiamo giocato per anni a pallone insieme, partecipato a corse campestri (che lui vinceva ed io no...) fermava il cronometro sui dodici secondi con partenza eretta sui 100 metri piani, senza allenamenti specifici. Morto in modo subdolo per mano di una donna, rimasta gelosa anche quando ormai lui si era sposato. Puntualmente l'anniversario della sua dipartita mi fa abbandonare come sempre le mie poche pseudo certezze, mi abbandono alla tristezza e torna l'interrogativo insoluto, insolubile: il perchè della vita.
Siamo nati in questo mondo, che alla vista appare sublime, senza la partecipazione della nostra volontà, rivestiti di un corpo che a molti non piace, ma che non può assolutamente essere sostituito. Siamo stati animati in fase embrionale e lo saremo fino all'ultimo respiro, da istinti, sensazioni, pensieri, talento e cuore TUTTI DIRETTI alla conservazione dell'individuo e della specie. Sic transit! La mia coscienza, nata dal nulla, forse si perderà nel nulla senza che io mi sia potuto rendere conto del "quia". Quel "quia" che ha turbato e continua a turbare milioni di persone. Chi sono? Dio esiste per necessità teorica. NON è possibile che questo sconfinato universo si sia creato da sè, con tante leggi fisiche, chimiche, siderali, ancora sconosciute per la maggior parte.
Permettetemi lo sfogo, puntuale, ogni anno, da anni.
Si, sono stato creato (siamo stati creati) e messo in questo mondo senza guida sicura. Guardo in alto e quel cielo, che molti qualificano bello e sede di Dio e degli angeli, è uno spaventoso infinito in cui roteano miliardi e miliardi di Galassie, forse senza una fine. Guardo alla bellezza della nostra natura terrena e penso che quella bellezza è la sintesi di una immane, incessante lotta per la sopravvivenza. guardo al mio prossimo e mi accorgo (materialmente parlando) che qualsiasi prossimo altro non è che un'entità chiusa e imperscrutabile che manifesta sempre una carica di egoismi, d'altronde legittimi, perchè così voluti dalle condizioni stesse di vita. E allora mi chiedo ancora: chi sono? E le persone care da me amate dove sono? Tutto forse non è racchiuso nel mistero dell'essere, ma in uno sconfinato universo che non potrà mai essere conosciuto. Domande su domande che non trovano risposte nel groviglio di infinite passioni insopprimibili, ecco chi siamo veramente. Coscienze ardenti represse in una prigione senza uscita reale. Quale ALTRA scienza occulta potrà mai appagare la mia sete ?
Mi scuso di nuovo per lo sfogo, ora esco a prendere una boccata d'aria calda e a farmi sbranare da qualche zanzara TIGRE affamata...
Un saluto