viceadmintdg1, 20/06/2017 11.08:
Un altro punto in cui ricorre la parola "Paradiso" è 2 Corinti 12: 2-4: 2 Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa - se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito fino al terzo cielo. 3 E so che quest'uomo - se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio - 4 fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunziare.
Qui Paolo fa coincidere il Paradiso col terzo cielo, quindi anche qui il paradiso è inteso come una realtà celeste non terrena.
Chi l’ ha detto? Anche qui si forza il senso
di appena tre versetti, per costruire castelli in aria e null' altro...
L' espressione "
terzo cielo",
biblicamente parlando, non significa null' altro che grado superlativo di
estasi (Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento di Balz e Schneider, volume II, pagina 752, che parla di "
rapimento estatico") così come il riferimento al Paradiso non indica necessariamente essere trasferiti in estasi in un luogo ben preciso del cielo giacchè il cristiano, spiritualmente parlando, è già in una dimensione celeste, è già lassù, seduto nei luoghi celesti in Cristo (Colossesi 1:13 ; Efesini 2:6).
Nè ci interessa – ovviamente - la "cosmologia degli ebrei" di cui a Paolo non interessa nulla.
Per cui prendiamo atto che
in nessun punto l' espressione "terzo cielo" nella Bibbia indichi "
il Paradiso dove è Dio" (qui per esempio non lo dice!).
Il brano non indica l’essere portati in cielo con il corpo fisico o meno, ma Paolo si chiede se l’ esperienza mistica è stata vissuta mentalmente, nello spirito, oppure corporalmente (“
nel corpo o fuori del corpo”).
Ma questo non vuol dire che il rapimento al terzo cielo, biblicamente, indichi un trasporto letterale in una precisa ubicazione.
E’ e resta solamente un’ eccezionale esperienza mistica…….
(ancora, con Apocalisse 2:7....)
[Modificato da Aquila-58 26/06/2017 18:36]