13/11/2016 15:31
Il perdono di Dio


Il perdono di Dio è un tema assai discusso, spesso in modo molto superficiale. Si ha quasi l'impressione che il perdono di Dio sia una cosa scontata, frutto inevitabile del suo amore per noi. Eppure il perdono è il più grande dono che Gesù ci ha fatto, pagandolo con la sua stessa vita. Per questo, infatti, Gesù ha scelto spontaneamente di affrontare le atrocità della morte in croce: si è offerto, come un agnello sacrificale, per pagare al posto nostro le colpe dell'umanità, ottenendoci il perdono. Senza perdono, nessuno avrebbe speranza di salvezza. Basta così poco, quindi, per rendersi conto che il perdono di Dio è di vitale importanza: senza di esso, saremmo perduti.
A questo punto si può correre un grande rischio, che è quello di credere che il perdono sia automatico, che del perdono non ci si debba preoccupare perché Dio, amando tutti, perdona tutti.
La certezza del perdono è una grande verità di fede. Chi spera in Dio, infatti, sa che riceverà il perdono da ogni peccato. Ma a quali condizioni?
Perché sì, delle condizioni ci sono. Le Scritture sono molto chiare nel fatto che non tutti ottengono il perdono di Dio:

- Non esser troppo sicuro del perdono tanto da aggiungere peccato a peccato. (Siracide 5,5)

- Questa è la sorte che Dio riserva al malvagio e la porzione che i violenti ricevono dall'Onnipotente. Se ha molti figli, saranno per la spada e i suoi discendenti non avranno pane da sfamarsi; (Giobbe 27,13-14)

- ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna. (Marco 3,29)

- Secondo la legge, infatti, quasi tutte le cose vengono purificate con il sangue e senza spargimento di sangue non esiste perdono. (Ebrei 9,22)


Chi è, quindi, che non viene perdonato? Colui che non si pente. Questo risponde ad una semplice regola di giustizia, infatti chi persevera temerariamente nel peccato, sceglie di sua spontanea volontà la lontananza da Dio. Non è Dio che allontana il peccatore, ma è il peccatore, con le sue azioni frutto di una scelta libera, ad allontanarsi da Dio. Dio non va mai contro la volontà dell'uomo, avendogli concesso il libero arbitrio. Così come possiamo leggere nella parabola del figlio prodigo, nella quale il padre lascia partire il figlio, attendendo pazientemente il suo ritorno. Non gli impedisce di partire, né va a cercarlo per convincerlo a tornare. Attende che da solo cambi idea, attende - in termini spirituali - la sua conversione.
Per questo esiste il Sacramento della Riconciliazione, cioè il momento in cui il peccatore, resosi conto dello sbaglio, chiede perdono a Dio. A quel punto Dio perdona sempre.

Come, dunque, ottenere il perdono di Dio?
Anche in questo caso le scritture ci aiutano a capire che cosa è necessario per essere perdonati.

Il Signore disse: Io perdono come tu hai chiesto. (Numeri 14,20)
Prima di tutto, occorre chiedere. La richiesta di perdono implica l'aver riconosciuto la propria colpa.
Quanto è grande la misericordia del Signore, il suo perdono per quanti si convertono a lui! (Siracide 17,24)
Conversione significa decidere di seguire la via di Dio. Per farlo, occorre la volontà di seguire i suoi comandamenti. Per questo, accanto alla richiesta di perdono, occorre anche il proposito di fare il possibile per non peccare più. Certamente la nostra condizione di fragilità umana ci porta a cadere spesso in peccato, ma Dio vede la buona volontà e aiuta sempre a rialzarsi dalle cadute.
Prima del giudizio esamina te stesso, così al momento del verdetto troverai perdono. (Siracide 18,20)
È anche vero che non sempre è facile riconoscere i propri peccati. A volte pensiamo di agire correttamente, mentre in realtà stiamo sbagliando, oppure abbiamo dei difetti di cui non ci rendiamo conto o che riteniamo giustificabili. Per questo è importante esaminare sè stessi di continuo, fare esame di coscienza e chiedere a Dio di illuminarci sui nostri peccati. Sarà Lui a mostrarci cosa migliorare, e soprattutto a darci la forza di farlo.


Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione. (Luca 15,7)
Sappiamo quindi che Dio gioisce enormemente per il peccatore che si converte, cioè che riconosce la sua colpa e chiede misericordia. Qualsiasi peccato, anche il più terribile, viene perdonato, se il peccatore è sinceramente pentito. Dio lo accoglie con grande festa e lo aiuta a superare ogni difficoltà.

Non è facile cambiare, ammettere i propri sbagli, rivolgersi umilmente a Dio. Ma Dio non pretende da noi cose che non possiamo dare. Se ci rivolgiamo a Lui e impariamo a conoscerLo, sarà Lui stesso a giudarci, a darci la forza, ad operare questa trasformazione.
E in questo processo non possiamo dimenticare la Mamma Celeste, Lei che accorre sempre in aiuto di chi soffre.
Come dice San Bernardo da Chiaravalle, non esiste peccatore che non possa rivolgersi a Maria:

Se turbato dalla grandezza dei tuoi delitti,
confuso dalla coscienza del tuo grande errore,
atterrito dal terrore del giudizio divino,
incominci ad essere inghiottito
nel baratro della tristezza
e nell'abisso della disperazione,
pensa a Maria.

Nei pericoli, nelle angustie, nel dubbio,
pensa a Maria, invoca Maria,

Seguendo Lei, non sbagli strada,
pregando Lei, non disperi,
pensando Lei, non cadi in errore.