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Caratteristiche del Mar Mediterraneo

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    Fabio.Spinoso
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    00 09/10/2016 07:59
    Il Mar Mediterraneo rappresenta solamente l' 1% di tutti i mari del globo, ed è ritenuto, da molti studiosi, il residuo dell'antico Mar della Tetide che dai Pirenei, ricoprendo molte delle attuali terre emerse, si estendeva fino all'Anatolia e all'Himalahia, separando i due paleocontinenti Eurasia e Gondwana ed ha raggiunto la sua attuale conformazione tra i 5 ed i 6 milioni di anni fa.

    La fauna di questo antico mare era composta da specie tropicali che si estinsero quasi completamente con il raffreddamento del Pliocene e la successiva Era Glaciale.

    Compreso fra le coste dell'Europa Meridionale, dell'Asia Occidentale, dell'Africa Settentrionale, il Mar Mediterraneo si sviluppa per una lunghezza di 3.680 Km, tra lo Stretto di Gibilterra e la costa orientale, e con una larghezza media di 700 Km, la cui massima estensione di 1.665 Km è compresa tra il Golfo della Sirte e quello di Trieste. Geograficamente si estende in longitudine dai 5° Ovest ai 38° Est e in latitudine dai 30° ai 45° Nord, con una superficie di 2.560.000 Km quadrati.

    L'ampio sollevamento del fondo, che si estende dalla Tunisia alla Sicilia (Zoccolo siculoafricano) divide in Mediterraneo in due bacini, uno occidentale e l'altro orientale




    Il Mediterraneo è, inoltre, diviso in mari e bacini minori di seguito elencati:

    1 Mare di Alboran, 
    2 Mar delle Baleari Meridionale, 
    3 Mar delle Baleari Settentrionale, 
    4 Golfo del Leone, 
    5 Mar Ligure, 
    6
     Mar di Corsica, 
    7 Tirreno Settentrionale, 
    8 Mar di sardegna, 
    9 Tirreno Centrale, 
    10 Canale di Sardegna, 
    11 Tirreno Meridionale, 
    12 Stretto di Sicilia, 
    13 Mar Libico, 
    14 Ionio Meridionale, 
    15 Ionio Settentrionale, 
    16 Adriatico Meridionale, 
    17 Adriatico Centrale, 
    18 Adriatico Settentrionale, 
    19 Ionio Orientale, 
    20 Mare di Creta, 
    21 Egeo Settentrionale, 
    22 Egeo Meridionale, 
    23 Mar di Levante:



    Con una batimetria media di 1.495 m, ha due punti di massima profondità, uno per bacino, individuati nel Mar Tirreno con una fossa di 3.625 m, e nel Mar Jonio con 5.092 m. A questi due punti si contrappongono due batimetrie minime di circa 300 m corrispondenti con lo Stretto di Gibilterra e con il Canale di Sicilia.

    Il Mediterraneo è il punto d'incontro delle zolle dei tre continenti che lo delimitano, attualmente ancora in fase di assestamento tanto che lo sviluppo delle catene montuose, sia sottomarine che superficiali, è ancora in crescita.
    Le posizioni di questi fondali con diverse profondità influiscono sulla circolazione delle masse d'acqua in ognuno dei due bacini, creando correnti superficiali che determinano il movimento delle acque costiere in senso antiorario e con un movimento di quelle profonde perfettamente opposto e distinto da quelle superficiali.

    In comunicazione ad Ovest con l'Oceano Atlantico, attraverso lo Stretto di Gibilterra, e a Sud-Est con il Mar Rosso, tramite lo Stretto di Suez e quindi con l'Oceano Indiano, il Mediterraneo non è influenzato dalle acque profonde atlantiche per la bassa profondità di Gibilterra che crea un alto gradino rispetto la profondità oceanica, né da quelle del Mar Rosso che non hanno una grande importanza idrologica per le ridotte dimensioni dell'Istmo.

    A causa di questa scarsa affluenza d'acqua, le escursioni delle maree sono limitate mediamente a 50 cm e di conseguenza sono di bassa entità anche le correnti generate dalle maree, che raggiungono la velocità di 15 cm/sec solamente nell'alto Adriatico, che è caratterizzato da maree di poco più di un metro solo in alcuni periodi dell'anno ed in particolari condizioni meteorologiche.

    Posizionato geograficamente tra la zona temperata dell'Europa Meridionale e la zona tropicale dell'Africa Settentrionale, il Mediterraneo gode generalmente di una situazione meteorologica felice. Nel periodo estivo il bacino orientale è interessato da venti continui e molto intensi che spirano dal 4°e dal 1°quadrante, mentre nel periodo autunno-inverno i venti seguono le depressioni che generalmente si muovono da Ovest ad Est.

    Il periodo caratterizzato da maggiori piovaschi è quello tra la fine dell'Inverno e la Primavera e le precipitazioni annuali medie raggiungono i 1.000 mm. sulle coste settentrionali, ma diminuiscono fino a meno di 100 mm. nelle regioni meridionali ed orientali.

    Ne deriva una scarsità di acqua dolce che non compensa l'evaporazione estiva e fa si che già a Gibilterra il livello medio del Mediterraneo si trovi più basso di quello atlantico di ben 10-15 cm e, man mano che si procede verso Est, questo dislivello aumenta. Pertanto l'acqua atlantica è forzata ad entrare nel Mediterraneo, mentre al di sotto di questa si instaura una controcorrente in uscita, ad andamento opposto, di acqua mediterranea profonda, prodotta dal flusso superficiale e dalle differenze di temperatura e di salinità tra le acque entranti dell'Oceano e quelle del Mediterraneo.

    La circolazione mediterranea è quindi prevalentemente di tipo termoalinodovuta cioè a differenze della temperatura e della salinità negli strati d'acqua, che variano a seconda delle stagioni, e alle lievi modificazioni della circolazione superficiale che possono essere indotte dai venti.
    In Estate l'aspetto più evidente è la formazione di un termoclino (un sottile strato in una grande massa d'acqua nel quale la temperatura subisce un rapido cambiamento, ovvero presenta una marcata variazione del gradiente termico rispetto ad altri strati) che isola, tra i -15 e i -40 m, l'acqua superficiale di maggior influenza atlantica da quella più profonda.
    In Inverno il raffreddamento delle acque superficiali crea lo sprofondamento di queste e la risalita delle acque profonde cariche di nutrimento (composti dell'azoto, del fosforo, del silicio, etc.) che sono di primaria importanza biologica, in quanto vengono utilizzate dal fitoplancton, che è alla base della catena alimentare marina.





    Le caratteristiche geomorfologicheclimatologiche ed idrologiche, fin qui sommariamente descritte, e la controcorrente profonda in uscita da Gibilterra verso l'Atlantico, che portando fuori le acque più ricche di nutrimento crea una continua perdita della materia organica, rendono il Mar Mediterraneo relativamente povero di sostanze nutritive. Ma nonostante tutto questo il Mare Nostrum è uno di mari temperati più ricco di varietà di fauna ittica, con oltre 540 specie di pesci (464 ossei, 72 cartilaginei, 3 petromizontiformi) di cui 75 endemiche, 500 specie di nudibranchi e 300 tra anellidi, policheti e vermi.
    Le varie specie biologiche non sono distribuite uniformemente e nel bacino occidentale prevalgono le specie atlantiche, con esclusione di quelle abissali, mentre in quello orientale predominano pesci tipicamente sub-tropicali, di cui 30 specie del Mar Rosso,entrate dal Canale di Suez negli ultimi anni.

    Il mondo sottomarino è un insieme di ecosistemi delicati e diversi, che variano a seconda della posizione geografica, dei movimenti delle acque e delle loro caratteristiche, alcune delle quali possono essere influenzate negativamente dall'opera dell'uomo.

    Il Mare Nostrum fa parte di questo insieme, un ecosistema ancor più delicato e particolare che ogni subacqueo dovrebbe conoscere almeno un po', per capirlo ed averne più rispetto, per amarlo e conservarlo.


    Caratteristiche

    La densità delle acque marine dipende dalla salinità, dalla temperatura e dalla pressione corrispondente alla profondità cui si trova l'acqua, e il suo valore segue le variazioni di questi tre parametri. Considerando unicamente la salinità e la temperatura, la densità varia tra 1,008 e 1,030 g/cmc ; oscillazioni più ampie possono però aversi nei mari interni.

    La densità aumenta generalmente con l'aumentare della salinità e decresce all'aumentare della temperatura. A parità di salinità e di temperatura, aumenta con la profondità essendo l'acqua di mare comprimibile.

    Per quanto concerne la temperatura, la radiazione solare è la fonte primaria del riscaldamento dell'acqua di mare . Per la maggior capacità termica dell'acqua rispetto a quella del suolo, la medesima quantità di energia termica, nello stesso intervallo di tempo, produce un aumento della temperatura dell'acqua di superficie pari a circa la metà di quello delle regioni costiere limitrofe ; tale quantità di calore si propaga nella massa d'acqua prevalentemente per convenzione e viene ceduta in parte e lentamente all'atmosfera: mentre, infatti, l'aria al disopra delle aree continentali subisce forti escursioni termiche, al di sopra degli oceani ha oscillazioni di temperatura notevolmente inferiori. Le variazioni termiche diurne
    dell'acqua oceanica superficiale sono molto lievi, dell'ordine di qualche decimo di grado, in condizione di mare calmo, con minimi nelle prime ore del mattino e massimi nelle tarde ore pomeridiane; con mare agitato l'oscillazione diurna praticamente si annulla.

    ll livello del mare è la distanza verticale (quota) tra la superficie acque e un punto fisso di riferimento sulla terraferma. Poiché la superficie marina è instabile e subisce variazioni nel tempo e nello spazio, la determinazione del suo livello richiede lunghe serie di osservazioni che vengono generalmente effettuate per mezzo di strumenti registratori, detti mareografi. 
    Le variazioni di livello sono prodotte da molteplici fenomeni che tendono a far assumere alla superficie marina una configurazione diversa da quella che le sarebbe propria per l'azione della forza di gravità. 
    Esistono oscillazioni legate a cause geologiche e geomorfologiche responsabili del fenomeno dell'eustatismo. Oltre alle oscillazioni di livello sopraddetti, il mare è soggetto per l'azione dell'attrazione lunisolare, delle variazioni di salinità e temperatura, del vento, della rotazione terrestre, ecc., a movimenti di vario tipo.

    I movimenti principali del mare si possono distinguere in tre categorie:
    moti periodici (maree e sesse), 
    moti costanti (correnti) 
    moti saltuari (moto ondoso)

    Con il termine maree si indicano le sollecitazioni provocate dall'attrazione gravitazionale di un corpo sopra un altro. Ogni corpo dell'universo (pianeta, stella o minuscolo asteroide che sia) esercita un'azione gravitazionale (e quindi causa maree) sugli altri. In pratica poichè l'attrazione gravitazionale diminuisce moltissimo con la distanza ed è tanto più piccola
    quanto più piccolo e meno denso è il corpo che la esercita, gli unici corpi che determinano maree sensibili sulla Terra sono la Luna ( piccola, ma vicina) e il Sole (lontano, ma grande). 
    Nel mare, negli oceani e persino nei grandi laghi e fiumi il fenomeno della marea è ben visibile: due volte al giorno, quando un punto della Terra e quello ai suoi antipodi passano sotto la verticale della Luna, si ha l'alta marea. Il fenomeno si complica per il fatto che anche il Sole esercita un'attrazione sensibile. Se il Sole e la Luna sono allineati tra loro (e questo accade quando c'è Luna piena o Luna nuova) le attrazioni dei due corpi si sommano: in questo caso avremo la massima ampiezza di marea (è questa la cosiddetta marea sizigiale). Quando le linee, che uniscono il centro della Luna e il centro del Sole con quello della Terra, non sono allineate e sono disposte invece in modo da formare un certo angolo tra loro, l'ampiezza delle maree è minore e raggiunge il minimo quando l'angolo è retto; sono queste le maree di quadratura. L'altezza raggiunta dalla marea cambia notevolmente a seconda della località, della profondità dell'acqua, dell'andamento
    delle coste. Nel Mediterraneo in genere l'altezza della marea è di circa 50 cm. Lungo le coste dell'alto Adriatico, però, il livello del mare può alzarsi o abbassarsi rispetto al normale di olte 1 metro.


    La vita nel mare.

    Il mare racchiude, sia presso le coste sia al largo, un grande numero di specie animali e vegetali in parte ancora sconosciute, come molti animali degli abissi. Il mare vive il più grande mammifero esistente, la balenottera azzurra; in mare vegetano alcune delle piante più alte (alghe brune) che, nel fondo ove ha le radici, raggiunge la superficie a 80 m di
    altezza. Nella parte emersa, dove arrivano gli spruzzi delle onde, vivono poche specie molto resistenti. Nella fascia che unisce il livello di bassa e di alta marea, la vita è abbondante e bellissima: qui vivono i pomodori di mare di color rosso fuoco dai corti tentacoli urticanti, qui è presente la patella, un mollusco dal guscio conico aderente agli scogli, qui si trovano le alghe verdi e gli ammassi dei mitili e cozze.
    Scendendo ancora un poco ancora la luce diminuisce di molto: nei primi dieci metri di profondità vivono ancora piante verdi come la posidonia dalle foglie a forma di nastro; e poi i ricci di mare, gli anemoni di mare dai tentacoli bianchicci con le punte viola o rosate e molti pesci.
    L'ambiente d'altura, pur nella sua apparente povertà, ospita molte creature: quelle più visibili sono animali come le meduse di vario genere, le sardine, che in grandi banchi battono il mare aperto, i grandi pesci pelagici, come i tonni, i pesci spada, gli sgombri, la cui colorazione azzurra sopra e argentata sotto, è molto adatta alla mimetizzazione contro i predatori marini, (squali, delfini, capodogli).




    L'ecosistema

    Con il variare del fondale e/o della profondità, incontriamo forme di vita diverse. Per esempio, le Aragoste le abbiamo sempre incontrate in grotte o anfratti dei fondali rocciosi e mai su pianori di sabbia. Scendendo lungo una parete abbiamo incontrato le Castagnole nere fino ad una certa profondità, mentre quelle rosa (Anthias anthias) non le abbiamo mai viste nuotare sopra dei 20 m.

    In un mondo costituito da acqua e sali minerali vi sono organismi che, utilizzando l'energia solare, trasformano le sostanze inorganiche dell'ambiente circostante (acqua, anidride carbonica, sali) in sostanze organiche (glucosio) necessarie per la propria sopravvivenza, cedendo all'ambiente gli scarti di questo processo (ossigeno).
    Sono questi organismi vegetali, provvisti di clorofilla e quindi in grado di compiere il processo di fotosintesi, i produttori primari del mondo sottomarino e sono rappresentati in maggioranza dalle alghe, organismi cellulari che assorbono l'acqua ed i sali nutritivi necessari alla fotosintesi tramite tutta la superficie del corpo, e che costituiscono il primo anello della piramide o catena alimentare.
    Nel Mare Mediterraneo, tra i vegetali, si trovano anche due piante superiori munite di radici, fusto e foglie, le Fanerogame, che assorbono le sostanze necessarie con le radici.
    Le alghe planctoniche, che costituiscono il fitoplancton, sono i principali produttori primari e vagano per il mare aperto trasportate dal movimento delle acque e la loro distribuzione è particolarmente legata alle variazioni della luce. Sono principalmente organismi monocellulari singoli od aggregati e la loro concentrazione è indice di zone di mare più o meno "ricche" di vita, in quanto costituiscono l'alimento delle specie erbivore, che a loro volta sono prede di quelle carnivore.
    Le alghe bentoniche, fisse al fondale marino, sono organismi pluricellulari e sono distribuite dalla superficie fino alla profondità raggiunta dalla luce.
    Partendo dalla superficie, dove la luce è più intensa, troveremo le alghe azzurre e quelle verdi, seguite dalle alghe marroni o brune a profondità intermedia, mentre quelle rosse si spingono più in basso. In questo tipo di alghe la clorofilla è mascherata da pigmenti di altri colori che permettono di assorbire i raggi luminosi di minor lunghezza d'onda che raggiungono il fondo, come il verde ed il blu.
    Delle Fanerogame marine, che sono fissate ai substrati fangosi o sabbiosi con la radici e non superano di norma la profondità oltre i 30-40 mt., fanno parte la Posidonia oceanica, pianta endemica del Mar Mediterraneo che crea vaste praterie che assumono grande importanza biologica, e le Zostere.
    Come abbiamo visto le specie vegetali marine sono poche, ma costituiscono, per quantità, il più importante polmone di ossigeno non solo del mare ma dell'intero pianeta.
    E' doveroso tener presente che alcuni organismi sessili e con forme particolari, come le gorgonie ed il corallo rosso (Esacoralli ed Ottocoralli) che in tutto e per tutto fanno parte del Regno Animale, sono spesso confusi, per scarsa conoscenza degli organismi marini, con le piante .
    Questo perché, sulla terra ferma, siamo abituati a classificare "pianta" o "vegetale" tutto ciò che è vivo ed è stabile sul terreno, mentre per "animali" classifichiamo tutti quegli organismi che si muovono.
    Ma nel mondo acquatico non è sempre così e dobbiamo ricordarlo tutte le volte che vorremo osservare la vita sottomarina.

    Il secondo anello della catena alimentare sono gli organismi consumatori, ossia i predatori, cioè animali che si nutrono di altri organismi e che in base alla loro dieta alimentare possono essere erbivori e/o carnivori.
    Gli animali erbivori si nutrono delle sostanze vegetali e sono i consumatori primari, che a loro volta costituiscono l'alimento di quelli carnivori, i consumatori secondari. E così via fino ad arrivare all'uomo.
    Dell'ecosistema fanno parte anche gli organismi decompositori, i batteri, che utilizzando per il loro metabolismo le sostanze organiche morte, trasformano nuovamente la materia in uno stato minerale utilizzabile dal fitoplancton e che quindi rientra nuovamente nella catena alimentare.
    Ma i batteri sono in grado di compiere questa operazione solo in presenza di ossigeno, in mancanza del quale le sostanze organiche si decompongono dando origine a gas che impediscono i processi vitali.




    Nella piramide alimentare, dove ogni settore è un tassello o ecosistema che, interagendo con quello superiore, crea le condizioni di un nuovo ecosistema più grande, fino ad arrivare all'apice, che rappresenta il consumatore finale.
    Ma un ecosistema non è costituito solamente da questi organismi che hanno una funzione reciproca tra loro, ma anche dall'ambiente marino che con le sue caratteristiche fisicochimiche permette la vita di alcuni organismi, anziché di altri.

    Il movimento delle acque, generato dal moto ondoso, dalle correnti e dalle maree, anche se di limitata escursione come per il Mar Mediterraneo, assume una grande importanza, in quanto trasporta il nutrimento agl i animali sessili e favorisce il diffondersi delle specie (larve planctoniche).
    Ma può avere anche effetti deleteri sulla vita marina quando vengono spostate, nei vari habitat, acque con parametri fisico chimici diversi da quelli abituali o sopportabili dagli organismi.
    La luce è l'elemento indispensabile per il processo di fotosintesi clorofilliana, quel processo chimico con il quale gli organismi vegetali (autotrofi) costruiscono sostanza organica, usando il carbonio della CO2 e liberando ossigeno.
    Come ben sappiamo, quando i raggi del sole colpiscono la superficie del mare una parte vengono riflessi da questa, mentre solo una certa quantità riesce a penetrarvi.
    E' intuibile che la quantità di luce che riesce a penetrare sotto la superficie del mare dipende dall'altezza del sole rispetto a questa ed è influenzata da nubi, nebbie, foschie, moto ondoso e che anche la limpidezza dell'acqua può limitare od accrescere la penetrazione della luce verso batimetrie più elevate.
    Nel Mediterraneo, che ha acque abbastanza limpide, le radiazioni blu riescono a raggiungere la profondità di circa 400 mt, mentre quelle ancora utilizzabili per il processo di fotosintesi si arrestano a circa 150 mt., limite massimo di proliferazione della vita algale.

    In relazione alla luminosità dell'ambiente, il mare è suddiviso in tre zone: 
    eufotica (fortemente illuminata), 
    olifotica o disfotica (fino a dove giunge la luce)
    afotica (priva di luce).




    La luce influenza il mimetismo cromatico ed i periodi di caccia di molti organismi, i cicli giornalieri di migrazione verticale del plancton, i cicli riproduttivi e le migrazioni stagionali.
    Le sostanze disciolte nel mare, che completano l'insieme dei parametri fisico-chimici dell'ecosistema, sono:

    - l'ossigeno, la cui percentuale varia con la temperatura e la salinità, è maggiormente presente in acque fredde e meno salate, in superficie per il contatto con l'aria e dove gli organismi vegetali sviluppano il processo di fotosintesi;
    - l'anidride carbonica, che influenza il pH dell'acqua, dipende dalla temperatura, dalla salinità e dal metabolismo degli organismi;
    - il cloro ed il sodio, che compongono il sale vero e proprio;
    - l'azoto, presente come nitriti, nitrati ed ammoniaca, ed il fosforo sono prodotti ultimi della decomposizione e sono importanti per il metabolismo delle specie vegetali. 
    - il calcio che viene utilizzato dagli organismi per la costruzione di scheletri e gusci;
    - inoltre si trovano, anche se in minima parte, silicio, ferro, rame, zolfo, potassio e tracce di fosfati, che hanno la loro importanza, come singoli elementi, solo per alcuni organismi.

    Un ecosistema è quindi un perfetto equilibrio tra mondo animale, vegetale e l'ambiente, ma a tutti questi fattori naturali si devono aggiungere quelli portati dall'uomo, come l'inquinamento e la pesca, che vedremo a seguito, e che possono alterarlo anche in maniera irreversibile.

    La fauna è costituita dal Necton e dal Plancton.
    Del primo fanno parte organismi che sono in grado di muoversi attivamente nel mare, contrastando il movimento delle acque, che sono in continuo movimento ed in grado di compiere lunghe migrazioni o ampi spostamenti verticali, come i pesci (tonni, squali, sgombri, pesci spada), i cetacei (balene, delfini) ed i calamari.
    Il secondo è costituito da organismi animali (Zooplancton) e vegetali (Fitoplancton), di dimensioni variabili da millesimi di millimetro fino ad alcuni metri, che sono trasportati dal movimento delle acque.
    Il fitoplancton ha una capacità riproduttiva elevatissima, in presenza di acque illuminate e ricche di sali, e rappresenta, oltre a svolgere la funzione di polmone del mare, la base della piramide alimentare, in quanto costituisce il cibo allo zooplancton, che a sua volta fa parte della alimentazione del necton e degli animali bentonici.
    Caratteristica del plancton è quella di compiere migrazioni verticali (nictemerali), anche di diverse centinaia di metri, effettuate di giorno verso il basso e di notte in risalita. Questo fenomeno, non ancora completamente studiato, può essere legato sia alla luce che alla diffusione delle specie in quanto il plancton, durante le migrazioni, incontra le correnti ed ha così maggior possibilità di essere distribuito su aree più vaste.
    Gli organismi più conosciuti del Plancton sono le meduse, in quanto le più visibili.

    Il fondale marino crea diversi ambienti biologici influenzati da fattori fisico-chimici, come il grado di luminosità, la forza del moto ondoso e la temperatura dell'acqua, che dipendono dalla profondità e quindi dalla pressione. Inoltre la composizione del substrato, che può essere mobile (ciotoli, ghiaia, detriti, fango) o duro (rocce, relitti, moli), rende ancora più diversi i vari ambienti sottomarini.
    Ognuno di questi ambienti, avendo caratteristiche diverse fra loro, è popolato da una diversa biocenosi, che costituisce un raggruppamento di esseri viventi legati da una dipendenza reciproca, che si riproducono in un dato luogo permanentemente e che corrisponde, per la sua composizione, per il numero di specie e di individui, ad alcune condizioni ambientali, regolate da tre fattori ecologici quali l'illuminazione, l'idrodinamismo ed il grado di inquinamento, la cui diversa combinazione porta ad una notevole diversità nella crescita e nella distribuzione dei popolamenti.

    La zonazione biologica del Mar Mediterraneo segue il modello di Pérès e Picard, studiato nel 1964, il quale prevede la zonazione verticale dei fondali con la suddivisione in Piani, considerati come intervalli di profondità all'interno dei quali le condizioni ambientali risultano abbastanza omogenee.




    Uno dei fattori che influenza maggiormente la distribuzione degli organismi sul fondo è la luce, che divide l'ambiente bentonico in due sistemi:
    il "sistema fitale" o "litorale" è l'insieme di zone dove la luce che vi arriva consente la crescita delle piante. Comprende i Piani SopralitoraleMesolitoraleInfralitorale Circalitorale;
    il "sistema afitale" o "profondo" è dove la luce non arriva in quantità sufficiente per la crescita degli organismi vegetali ed è popolato esclusivamente da animali. Per il modello internazionalmente in uso, la suddivisione del sistema profondo si estende da circa -120/140 mt. fino alla massima profondità e comprende il Piano Batiale, il Piano Abissale ed il Piano Adale.
     
    Nell'ambito del Sistema Litorale si individua la Zona di Spruzzo o Piano Sopralitorale, che comprende la parte della costa al di sopra del livello di escursione dell'alta marea e che è raggiunto dall'acqua solamente dal moto ondoso ed in particolare
    durante le mareggiate. Questa zona, che sulle coste rocciose ha una estensione verticale anche di qualche metro sul livello del mare, rimane spesso asciutta e tracce di umidità si trovano solo nelle pozze, formatesi tra le spaccature delle rocce, dove la temperatura dell'acqua aumenta notevolmente e la concentrazione salina diventa spesso elevata per l'evaporazione, formando ai bordi i cristalli di sale.

    Queste fenditure sono popolate da una fauna marina specializzata, in grado di sopportare prolungate emersioni rallentando il proprio metabolismo, che si sposta da un nascondiglio all'altro o che, per resistere al disseccamento, si rinserra ermeticamente nei gusci dei quali è provvista, mantenendo all'interno una minima quantità di acqua.
    Alcuni animali che si incontrano in questa zona delle coste rocciose, popolata dalle alghe azzurre e verdi, sono: il granchio corridore, la littorina o chiocciolina di mare (Mollusco Gasteropode), i denti di cane (Cirripide), il gambero sega e la Ligia italica (Crostaceo Isopode) o porcellino delle scogliere. Mentre sul bagnasciuga delle spiagge e fra le foglie di Posidonia oceanica spiaggiate si trova la pulce di mare, piccolo crostaceo.

    Sotto la Zona Sopralitorale si trova la Zona Mesolitorale, regno delle alghe incrostanti, che è soggetta ad essere sommersa dalle maree anche se, come accennato in precedenza, queste non superano i 50/60 cm.
    Sulle coste rocciose questa zona è caratterizzata dalle incrostazioni delle alghe azzurre che, disgregando le rocce calcaree sulle quali si fissano, conferiscono a queste un intenso colore nero simile a sporcizia portata dal mare.
    Sulle rocce non battute dal mare, un'altra alga incrostante crea dei gradini chiamati Trottoir, che segnano il livello di escursione della marea.

    Gli organismi che popolano questa zona hanno adattato i loro ritmi biologici alle immersioni ed alle emersioni legate alla fasi delle maree.
    I fondi sabbiosi sono abitati da Anellidi, Molluschi e piccoli Crostacei, mentre sui fondali rocciosi troviamo, oltre ad alcuni del Piano Sopralitorale, delle Spugne, alcuni Molluschi, come patelle e cozze, alcune Attinie, come il pomodoro di mare, che vivono fissate alle rocce e che possono rimanere all'asciutto per il periodo della bassa marea, mentre nell'acqua si trovano molti avannotti di varie specie, oltre a piccole bavose e ghiozzi.

    Il Piano Infralitorale, che corrisponde alla zona eufotica, si estende dal limite minimo della marea fino al limite di sopravvivenza delle piante fanerogame marine, la Posidonia e le Zostere, e raggiunge una profondità variabile fra i -20 e i -80 mt.
    E' la zona dove la vita marina è più abbondante, sia nelle forme animali che vegetali, ed è quindi quella di maggior interesse per i subacquei, anche se risente maggiormente delle variazioni delle componenti fisico-chimiche.
    In questa zona si possono distinguere principalmente i seguenti tipi di fondale: roccioso, sabbioso e le praterie di Posidonia.

    Il fondo roccioso è il proseguimento delle coste nel mare o si può presentare come emergente da fondali molli. In questo caso è la sommità di montagne che si ergono dal fondo e che costituiscono le secche.
    Nel fondo roccioso la luce caratterizza tre zone: una superiore a forte illuminazione e popolata da alghe verdi, una intermedia con una buona illuminazione dove predominano le alghe brune ed una zona di ombra con alghe rosse, spongiari e gorgonarie che inizia dai - 15 mt. circa.
    In questi ambienti, ricchi di alghe, sono presenti Labridi (tordi, donzelle) e Sparidi (saraghi, salpe, occhiate, dentici) che abitano ambienti molto illuminati, mentre i Serranidi (cernie, sciarrani, spigole) e gli Scorpedini (scorfani) si trattengono in luoghi più scuri. In caso di pericolo i primi fuggono verso il mare aperto, mentre i pesci della zona d'ombra cercano
    rifugio fra le fenditure delle rocce. 
    Ma non sono solamente i pesci i principali abitatori di questo fondale. Si trovano gli Echinodermi come i ricci, le stelle marine e le oloturie, i Molluschi quali le cozze e le ostriche, i Crostacei Decadopodi come i paguri, le aragoste e la galatea trigosa e tanta altra fauna (Poriferi, Tunicati, Idroidi, Briozoi, Anellidi). Una esplosione di vita e di colori che spesso, a causa dell'assorbimento della luce che nasconde i colori di questi animali, passa inosservata al subacqueo neofita, che scende in immersione senza una torcia o perché dedica poca attenzione nei confronti degli anfratti, che sono le tane di molti organismi marini.

    Basta pensare al rosso del Corallium Rubrun, al giallo acceso dei polipi dei Parazoanthus a. e degli Astroides c., ai colori sgargianti dei Nudibranchi, ma anche ai gamberi ed ai rossi re di triglie che vivono in tana.

    Il Fondo Sabbioso è costituito da sedimenti tipo sabbia, con granelli di diametro variabile da 0,5 mm a oltre 2 mm, mescolati con fango, ghiaia o piccoli ciottoli.
    E' un ambiente a basso contenuto energetico e privo di nascondigli, abitato prevalentemente da animali scavatori e meno spettacolari come Molluschi bivalvi, Anellidi, Echinodermi, e da pesci come sogliole, tracine, razze e frequentato da altri pesci che vi ricercano il cibo, tipo la triglia e la mormora.
    Ma non per questo le immersioni su questi fondali sono noiose e meno interessanti e, ad una attenta ricerca, sarà possibile individuare i flessuosi spirografi (Anellidi), le bellissime Pennatule, i variopinti Cerianthus m. (Ceriantidi) o le affascinanti Alicia mirabilis (Attinari), che donano tutto il loro splendore solamente di notte.
    E sui fondi sabbiosi più ricchi di nutrienti, ben ossigenati ed illuminati, dove finiscono gli scogli, troviamo le praterie di posidonia, che costituiscono un nascondiglio ed un pascolo per molte specie.

    La Posidonia oceanica, che vive esclusivamente nel Mar Mediterraneo, è una Fanerogama, una pianta superiore con radici, fusto (rizoma), foglie, semi e fiori, che abita il fondale marino fino ad una profondità di 30/40 mt. e che per anni è stata ritenuta erroneamente un'alga.
    Le lunghe foglie di un color verde bottiglia, folte e sottili, che partono dai rizomi e raggiungono anche il metro di lunghezza, costituiscono un folto bosco che può arrivare ad estensioni di chilometri quadrati. Dai rizomi si dipartono anche corte radici che fissano la pianta al fondale sabbioso, mentre l'intreccio dei rizomi crea uno strato stabile e duro (mattes), sul quale si insediano anche organismi tipici dei fondali duri.
    A prima vista può sembrare disabitato o frequentato in superficie da pesci, caratteristici di altri tipi di fondale che sembrano trovarsi lì di passaggio, come donzelle, orate, salpe, triglie, saraghi e cernie. Ma ad una attenta osservazione, tra le sue foglie o tra i rizomi, si scoprono, oltre alle ormai rare Pinna nobilis (nacchere), pesci ago, cavallucci marini, polpi,
    gamberetti e avannotti di tutte le specie che trovano riparo, nel fitto labirinto, dai predatori.

    Ma oltre a rappresentare una fonte di cibo ed un buon nascondiglio dai predatori, la prateria di Posidonia ha altre importanti funzioni e caratteristiche:
    - rappresenta un luogo riproduttivo per deporre le uova e per la crescita degli stadi giovanili dei pesci;
    - diminuisce l'erosione delle spiagge e delle coste, con l'azione frenante alle correnti marine ed al moto ondoso, operata dalle lunghe foglie;
    - stabilizza e preserva il fondo dall'erosione, con le mattes;
    - produce una gran quantità di sostanza organica;
    - è fonte principale di ossigenazione dell'ambiente costiero, arrivando a produrre giornalmente fino a 14 lt. di ossigeno per metro quadrato.

    Attualmente la Posidonia oceanica è in regresso in molte zone a causa dell'inquinamento, della pesca a strascico, degli ancoraggi e delle alterazioni alle correnti causate dalla costruzioni di barriere artificiali e dei porti, ma è anche oggetto di censimento, studi ed esperimenti di trapianto, alcuni dei quali stanno avendo un notevole successo.

    Scendendo al di sotto dei 80 m si entra nel Piano Circalitorale, che si estende fino ad una batimetria di circa 140 m, e che è caratterizzato da materiali detritici che formano il fondale coralligeno e quello fangoso.
    Particolare tipo di biocenosi, influenzata dalle condizioni della luce e della temperatura, è il Coralligeno, tipico dei fondi duri del piano circalitorale e che trae il nome da alcune alghe rosse incrostanti, dette appunto "coralline".
    Si tratta di un deposito di materiale dietritico, che può raggiungere anche il metro di spessore, che è prevalentemente costituito, oltre che da alghe rosse incrostanti, da un insieme di altri organismi che fissano il carbonato di calcio, come i Coralli, i Briozoi ed i Policheti sedentari, e che sono fissati saldamente a questo strato.
    Nel Coralligeno si trovano colonie di gorgonia rossa, che osservata sott'acqua appare di un colore bruno-nera a causa della scarsa luminosità, e di corallo rosso, oggi divenuto molto raro a causa della pesca indiscriminata che se ne è fatta negli anni passati.
    Anche la fauna ittica è particolarmente abbondante e oltre alle specie tipiche del limite inferiore del Piano Infralitorale Roccioso vi si possono trovare gronchi, murene e cernie .
    Il Fondo Fangoso è costituito da granelli detritici con diametro inferiore ai 0,5 mm mescolato a piccole pietre e gusci ed è abitato da pesci come la rana pescatrice, il merluzzo, la sogliola e il palombo. E' su questo fondale che normalmente dovrebbe essere praticata la pesca a strascico.
    Un ambiente di particolare interesse, dal punto di vista biologico, è rappresentato dalle grotte, che presentano caratteristiche diverse rispetto all'ambiente circostante alla batimetria in cui si trovano. Sono infatti influenzate dalla luce e dalla circolazione dell'acqua, che varia gli apporti di ossigeno e di nutrienti, e vi si trovano organismi specializzati per questo ambiente o che ritrovano nelle grotte le condizioni delle acque più profonde. E' possibile osservare sulle pareti nella zona di entrata i gialli Parazoanthus a. ed inoltrandosi all'interno si possono incontrare diverse specie di Spugne, corallo rosso, Anellidi, Madreporari ed è facile incontrare scorfani, re di triglie, cicale di mare e gamberi.

    Un altro particolare ambiente marino sono le acque salmastre costituite dagli stagni costieri, in comunicazione con il mare ma con scarso ricambio di acqua, e dalle foci dei fiumi. E' un ambiente molto ricco di nutrienti per gli abbondanti detriti provenienti dai fiumi o dall'apporto di acqua piovana che scorre sul terreno.
    E' caratterizzato da brusche variabilità della temperatura e della salinità, che può passare in poche ore dal 3°/°° al 35°/°° o viceversa, a causa di fenomeni atmosferici e meteorologici.
    I pesci che frequentano questo habitat possono sopportare ed adattarsi alla variabilità della salinità e della temperatura. 
    Queste acque sono popolate da cefali o muggini, anguille, orate e spigole.

    Dove la luce non riesce a prenetrare inizia il Piano Batiale, che costituisce il 90 % del fondo marino e che si estende
    fino ai -3.000 m. di profondità.
    Costituito prevalentemente da fondali fangosi ed in minima parte da quelli rocciosi, ha una biocenosi poco conosciuta, a causa delle difficoltà di esplorazione di quelle profondità, che negli ultimi anni è stata eseguita con minisommergibili o robot filoguidati e muniti di strumenti da ripresa, come macchine fotografiche e videocamere.

    Scendendo oltre i 3.000 m. si entra nel Piano Abissale che raggiunge i -6.000 m., la cui presenza nel Mar Mediterraneo è messa in discussione da alcuni studiosi. E' abitato da pesci abissali, caratterizzati da bocca e denti molto grandi e da uno stomaco dilatato, che può contenere specie più grandi di loro. Alcuni di questi pesci sono stati ritrovati spiaggiati sulle coste meridionali.



    fonte online: estratto di Corso di biologia marina pubblicato su http://www.acquariomessina.it/index.php con libera integrazione di immagini
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    Fabio.Spinoso
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    utente gold
    00 20/10/2016 20:27
    Con questo articolo possiamo comprendere molte dinamiche importanti anche per la pesca sportiva
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    Sese70
    Post: 144
    Registrato il: 05/10/2016
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    ADMIN FONDATORE
    utente gold
    00 24/10/2016 08:00
    bellissimo ;)


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    Sebastiano.