00 16/04/2016 20:00
Corpo e anima come entità separate?
Matteo 10:28
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto colui che può distruggere sia l’anima che il corpo nella Geènna.

Questo versetto non insegna l'immortalità potenziale dell'anima, bensì il carattere irreversibile del giudizio di Dio sull'impenitente. La tesi dualistica non può stare in piedi, poiché gli scrittori del Nuovo Testamento non consideravano l'anima come qualcosa d'intrinsecamente immortale, dal momento che essa può essere distrutta da Dio. L'uccisione ad opera degli uomini non fa che togliere temporaneamente la vita, poiché Dio può restituirla. Solo quando Dio toglie la vita in modo definitivo, cessa qualsiasi speranza di restituzione. Matteo 10:28 quindi non è affatto un'affermazione a favore dell'immortalità intrinseca dell'anima disincarnata.
Il noto biblista cattolico Gianfranco Ravasi al riguardo dice: Il linguaggio greco usato dall'evangelista non deve fuorviarci lungo la traiettoria del pensiero platonico, ma deve spingerci a scavare nel retroterra che ancora una volta è quello biblico. Come annotava l'autore di un breve ma sostanzioso saggio filosofico-teologico sull'anima, Andrea Vaccaro, "l'originario significato dell'avvertimento di Gesù non sottende una separazione-contrapposizione tra corpo e anima, ma piuttosto una distinzione tra un'esistenza intramondana e l'esito eterno dell'essere umano dopo il giudizio del Padre". Breve storia dell'anima, Mondadori, 2003 p.98
[Modificato da F.Delemme 08/10/2021 07:47]
[SM=x1061966] No all'ipocrisia e alla diffamazione. Tolleranza zero.