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H - Conclusione

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    AlfredoGennari
    Post: 630
    Città: PIAN DI SCO
    Età: 76
    Sesso: Maschile
    00 14/09/2015 08:53
    Un uomo, Gesù di Nazareth, appare nella storia dell’umanità in Palestina e tre scrittori, Marco Matteo e Luca, ne parlano in tre scritti simili fra loro.

    Essi ne descrivono le caratteristiche, parlano della sua nascita assolutamente diversa da ogni altra: ogni altro uomo era nato da un rapporto sessuale fra un uomo e una donna mentre Gesù nasceva da un intervento speciale di Dio su una donna.
    Come ogni atto creativo di Dio, anche questo è operato dalla Parola, che in realtà è Dio stesso.
    E’ l’inizio della nuova creazione.

    Anche la “vecchia” creazione era stata operata dalla Parola.
    La Parola ha dovuto “svuotare” sé stessa della sua gloria (Filippesi 2, 7), altrimenti non avrebbe potuto prendere la forma di uomo, e l’uomo che ne è risultato era perfettamente cosciente di quello che era.
    Già a 12 anni sapeva benissimo che cosa ci stava a fare in mezzo agli uomini.
    Sapeva di poter perdonare i peccati degli uomini, cosa che nessun uomo poteva fare, e lo faceva.
    Sapeva di poter creare, aveva già creato l’universo, poteva benissimo creare pani e pesci per sfamare la gente che lo seguiva. E lo fece.
    Sapeva di poter dominare le forze della natura, era opera sua, era roba sua. E operò in tal senso.

    Marco Matteo e Luca si rendevano conto che Gesù era troppo speciale per essere un semplice uomo come loro erano.
    Assommarono in lui tutti i titoli che designavano il salvatore del popolo di Dio: profeta, figlio di David, Messia, figlio di Dio, figlio dell’uomo: in lui quei titoli avevano il significato e il valore più pieno.

    Paolo fa un tutt’uno del nome “Gesù” e del titolo “Messia”. Per Paolo è Gesù Cristo o Cristo Gesù, e in questo modo ce lo presenta come contemporaneamente uomo e Dio, addirittura lo chiama il nostro grande Dio (Tito 2, 13).

    Giovanni ce lo mostra come Dio stesso che vive in un uomo in mezzo agli altri uomini.
    Designa come “anticristi” tutti coloro che negano questa realtà.

    Gesù non è un semplice uomo. Un semplice uomo non potrebbe salvare nessuno.
    E non è un uomo “promosso” ad un’alta dignità, Abramo e Mosè possono essere tali.
    Ogni grande uomo della storia biblica si sente e si mostra come servo di Dio, nessuno di loro mostra la consapevolezza di essere molto più che un uomo, consapevolezza mostrata da Gesù fin da quando aveva 12 anni e sempre in seguito fino a quando salva il ladrone in croce con lui: solo la consapevolezza di poter salvare chiunque gli poteva permettere quella sicurezza.

    Anche la grande ed estrema sottomissione al Padre fa di lui un uomo assolutamente speciale: tutti i grandi uomini della storia biblica hanno avuto almeno un episodio dubbio nella loro vita.
    Gesù no.
    Gesù sapeva di essere materiale, e quindi debole e bisognoso di aiuto; ma sapeva anche di essere lui stesso il creatore delle cose e di essere momentaneamente limitato dalla sua materialità. Era consapevole di avere in sé i mezzi per fare qualunque cosa e sapeva di rischiare, a causa della sua materialità, l’errore e il fallimento.
    Dio che separa Sé stesso in Padre e Figlio: il Figlio che rischia l’errore, il Padre che è pronto a sostenerlo.
    Padre e Figlio sono separati, per ora, ma erano tutt’uno prima di decidere la separazione, e torneranno ad essere un tutt’uno quando la nuove creazione sarà completata.







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    Orchidea
    Post: 520
    Sesso: Femminile
    00 14/09/2015 14:38
    I Vangeli (talvolta indicati nel complesso con Vangelo) sono libri che raccontano la vita e la predicazione di Gesù di Nazareth, la base su cui si fonda il cristianesimo. "Vangelo" deriva dalla parola greca ευ-αγγέλιον (eu anghélion), che arriva all'italiano attraverso il latino evangelium e significa letteralmente "lieto annunzio", "buona notizia".
    [Modificato da Orchidea 14/09/2015 14:39]