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G - Cosa pensa di lui Giovanni: 1

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    AlfredoGennari
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    00 09/09/2015 17:59
    GIOVANNI

    L’apostolo Giovanni ha scritto un vangelo, tre lettere e Apocalisse, che è un libro unico non solo nel NT ma in tutta la Bibbia.
    Se escludiamo le due lettere minori, II e III Giovanni, indirizzate a persone particolari e troppo brevi per poter contenere considerazioni importanti sulla persona di Gesù, sia il vangelo che la I Giovanni che Apocalisse iniziano con parole che impostano fin dall’inizio il pensiero di Giovanni circa la persona di Gesù.

    GIOVANNI 1, 1
    Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, la Parola era Dio.

    Questa qui sopra è la traduzione più comune del v.1, ma ne esistono altre.
    Quella della Torre di Guardia (1967) è:
    ”Nel principio era la Parola, e la Parola era con il Dio , e la Parola era dio .
    Un’altra, sempre della Torre di Guardia (da un’interlineare greco-inglese, 1985), è invece:
    “Nel principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era un dio
    Una terza traduzione viene proposta da due studiosi americani, Buzzard e Hunting, su “La dottrina della trinità-La ferita che la cristianità si è inflitta” ed è la seguente (faccio copia-incolla!): “Sul princio c’ era il proposito creativo di Dio”;19 “questa era con Dio e pienamente espressiva di Dio [theos]”.

    Quest’ultima traduzione, in realtà, è una parafrasi e non una traduzione, essa cambia “Parola” con “proposito creativo” ma lascia tutto inalterato, restano due entità, Dio e “proposito creativo”. Sinceramente non capisco perché si debba cambiare quel che è scritto. In genere, lo avevo già scritto più sopra a proposito di Marcione, chi vuole sostenere le proprie vedute personali è “costretto” a cambiare o, comunque, alterare ciò che è scritto; lo ha fatto da sempre la Chiesa Cattolica e tutti gli altri hanno imparato da essa.

    Mi stupiscono molto le due traduzioni Torre di Guardia.
    Quella del 1967, si assimila all’uso musulmano (basta leggere qualche riga del Corano per rendersene conto) dicendo il Dio invece che semplicemente Dio, mentre la Parola è dio con la “d” minuscola.
    L’interlineare scrive invece che la Parola era un dio .
    La cosa stupisce perché, pur accusando la Chiesa Cattolica di politeismo a causa della dottrina della trinità, i TdG fanno della Parola un dio inferiore (con la “d” minuscola) o uno dei tanti dei: e pretendono di farlo dire alla Parola di Dio.

    Ma la Parola di Dio dice chiaramente Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, la Parola era Dio .

    Dunque, Giovanni dice che Nel principio era la Parola .
    E’ chiaro, mi sembra, che per Principio si debba intendere il momento in cui niente era ancora esistente, quindi prima che le cose venissero all’esistenza.
    In quel momento c’era la Parola, dice Giovanni.
    Ma dov’era la Parola? E Genesi ci parla del Principio? Se Genesi ci parla del Principio allora noi dovremmo trovarla, visto che Giovanni dice che c’era.
    E in effetti c’era, Genesi è chiara in questo. Eccola:
    Dio disse: “Sia luce!”. E luce fu.
    Dicendo “Sia luce!”, Dio ha creato la luce. E nello stesso modo ha creato tutte le altre cose.
    Dio ha creato tutte le cose “parlando” cioè usando la Sua Parola. Dio è spirito, Lui non fa le cose con le mani, Lui le fa con la Sua Parola.

    Possiamo forse dire che si tratta di due persone distinte? Certamente no! Assolutamente no! E’ Dio stesso – che rimane UNO – a usare la Sua Parola per creare.
    Noi esseri umani, materiali, usiamo le nostre mani per creare le cose, tutto quello che noi facciamo lo facciamo con le mani: ma forse che le mie mani sono una persona distinta da me? Dire “le mani di Alfredo hanno fatto” o dire “Alfredo ha fatto” significa dire esattamente la stessa cosa con due espressioni diverse, significa indicare una stessa persona e non due persone diverse.
    Se poi pensiamo che Giovanni era un buon ebreo e che, come tutti gli Ebrei, credeva fermamente in un unico Dio, non c’è neanche da immaginare che per lui potessero esistere più dei.

    GIOVANNI 1, 14
    E la Parola è diventata carne e ha abitato un tempo fra noi ...

    Per Giovanni non era un problema dire che la Parola ha creato ogni cosa, sapeva benissimo che dire “la Parola” e dire “Dio” era esattamente la stessa cosa. Nessuno dei suoi lettori lo avrebbe mai tacciato di politeismo.
    I problemi nascono nelle chiese solo a partire dalla fine del I secolo, quando, cioè, già c’era stato il distacco dall’insegnamento apostolico.
    E’, infatti, alla fine del primo secolo che inizia il distacco dall'insegnamento apostolico. E precisamente con Ignazio di Antiochia, che è storicamente il primo cosiddetto vescovo-monarca, cioè capo unico di una chiesa, contrariamente all’insegnamento apostolico che prevedeva, invece, una pluralità di vescovi per ogni comunità.

    La parola “logos” nel vangelo di Giovanni suscitava nei capi delle comunità, tutti teologi quindi filosofi, i quali erano vescovi unici e non capi insieme ad altri vescovi, una sorta di complesso di inferiorità nei confronti della filosofia greca che usava in molteplici maniere la parola “logos” per indicare l’artefice principale della formazione dell’universo.

    Il complesso di inferiorità si esprimeva nel tentativo di dare all’insegnamento di Cristo la stessa “dignità” della filosofia greca. Al punto che si è addirittura inventato una carteggio, uno scambio di lettere, fra l’apostolo Paolo e il filosofo stoico Seneca, pedagogo di Nerone imperatore, e ciò allo scopo di mostrare che insegnamento cristiano e filosofia greca erano sullo stesso livello di dignità. Inutile dire che è una balla immensa, quella del carteggio fra Paolo e Seneca, che non esiste nessuna documentazione in tal senso.

    Ma la parola “logos” usata da Giovanni 1, 1 ha stimolato nei cosiddetti “padri della chiesa” la sensazione di essere alla pari dei vari Platone, Aristotele e compagnia. Andava sviluppata filosoficamente questa idea di logos, non ci si poteva limitare a dire che Parola e Dio era la stessa cosa, come pensava Giovanni, ed è qui che nasce la dottrina della trinità.

    Per Giovanni, invece, la cosa era molto semplice, ma veramente molto semplice.
    Dio, parlando, cioè usando la Sua Parola, aveva creato l’universo.
    Adamo con la sua disubbidienza aveva stravolto l’armonia del creato.
    Bisognava ripristinare quell’armonia per il benessere stesso di tutto il creato.
    Ed ecco che la Parola che Dio aveva pronunciata per creare tutte le cose, quindi Dio stesso, a un certo punto interviene nuovamente per creare una nuova creazione e lo fa vivendo in mezzo agli uomini, affinchè questi possano “nascere di nuovo”.
    L’uomo, che è stato causa diretta della disarmonia, diventa causa diretta della nuova creazione (vedi Romani 8, 10-20).
    E la Parola è diventata carne e ha abitato un tempo fra noi ...

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    Orchidea
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    00 12/09/2015 13:11
    http://www.cristianitestimonidigeova.net/articolo.aspx?Articolo=484
    La traduzione di Giovanni 1:1: la Testimonianza Copta

    (Solomon Landers, settembre 2006)

    La Traduzione del Nuovo Mondo rende così la parte finale di Giovanni 1:1 "la Parola era un dio". Questa resa del versetto, pur avendo delle ragioni filologiche a sostegno, viene accusata d'essere influenzata dalla dottrina anti-trinitaria dei Testimoni di Geova come se le dottrine dei Testimoni di Geova avessero come fonte la loro stessa traduzione biblica. E' noto, invece, che i Testimoni di Geova stessi, fin dall'inizio della loro storia moderna, rigettarono la Trinità come insegnamento non scritturale usando la Bibbia del Re Giacomo (King James Version). L'articolo che segue, di Solomon Landers (settembre 2006) mostra come i Vangeli copti di Giovanni tradussero il versetto e spiega l'apparente contraddizione rilevabile in Giovanni 1:18.


    LA TRADUZIONE COPTA DI GIOVANNI 1:1




    Sta divenendo cosa nota che la traduzione copta originaria di Giovanni 1:1c – il Saidico, il Protobohairico ed il Bohairico – non rendono il versetto “la Parola era Dio”, come accade comunemente in molte versioni inglesi, bensì “la Parola era un dio”, come si nota nella Traduzione del Nuovo Mondo.

    Questo ha un significato notevole. Per prima cosa le versioni copte precedono la Traduzione del Nuovo Mondo di circa 1700 anni, e sono parte della raccolta delle testimonianze testuali antiche del vangelo di Giovanni. Secondo, le versioni copte sono state realizzate in un tempo in cui la koinè greca delle Scritture Greche Cristiane era ancora una lingua vivente, le cui sfumature più sottili potevano essere comprese dai traduttori copti, al punto che molte parole greche sono state lasciate senza traduzione nei testi copti. Terzo, le versioni copte non mostrano le influenze di interpretazioni seguenti della cristologia, promosse dai concili della Chiesa del quarto e quinto secolo D.C.

    Il testo greco di Giovanni 1:1c dice una costruzione verbale inusuale che può letteralmente essere resa come “e un dio era la Parola”.

    In modo simile, il testo copto Saidico di Giovanni 1:1c legge una costruzione indefinita che letteralmente si rende “e un dio era la Parola”.

    I filologi copti sono concordi nel dire che questo è ciò che il testo copto dice letteralmente. Ma le presupposizioni teologiche di certi filologi non permettono loro di essere soddisfatti di questa lettura. Appena hanno a che fare con il testo greco di Giovanni 1:1c, certi studiosi evangelici cercano di modificare l’evidente effetto dell’espressione “un dio era la Parola”.

    Ma anche laddove il testo greco ammette alcune ambiguità nelle costruzioni prive di articolo, il testo copto non ammette le stesse ambiguità in una costruzione indefinita. Diversamente dalla koinè greca, il testo copto non ha solo l’articolo definito, ma anche quello indefinito. Un sostantivo copto può essere senza l’articolo, nella costruzione “nessun articolo”. Quindi, nel testo copto si può trovare “il dio”, “un dio”, oppure “dio”.

    L’articolo copto saidico indefinito è usato per indicare “un individuo non specifico o un esemplare di una classe: definisce quindi un elemento come non specifico o individuale, o come elemento di una classe (“un uomo”, “altri dei”, ecc.)” – Coptic Grammatical Chrestomathy (Orientalia Lovaniensia Analecta, 1988), A. Shisha-Halevy, p. 268.

    In base a queste precise scelte, non può che essere altamente rilevante che, nella loro comprensione del significato di Giovanni 1:1c, i traduttori copti del testo greco scelsero di impiegare l’articolo copto indefinito nelle loro traduzioni.

    I traduttori copti guardavano a Giovanni 1:1c qualitativamente, come è stato ipotizzato da alcuni studiosi nelle loro analisi del testo greco? Non è molto probabile, dato che il testo copto non usa i prefissi astratti prima del sostantivo per “dio”,
    Essi chiamavano specificamente la Parola “un dio”, e solo nel senso in cui un dio è anche “divino” allora può essere accettata dal testo copto una traduzione del tipo “la Parola era divina”. Laddove l’espressione “la Parola era divina” può essere una legittima parafrasi inglese del testo copto, essa non è la lettura letterale.

    La testimonianza copta è significativa in base al fatto che gli studiosi biblici hanno chiaramente castigato la Traduzione del Nuovo Mondo per la sua resa apparentemente “innovativa”, “la Parola era un dio” in Giovanni 1:1c. Ma questa preciso modo di comprendere il testo greco di Giovanni 1:1c ora prova di essere non nuovo, bensì antico, essendo tradotto come se fosse stato pronunciato da persone che parlavano il greco che Giovanni usò nello scrivere il suo Vangelo.

    Ma che dire di Giovanni 1:18, dove il testo copto ha l’articolo definito prima di con riferimento al Figlio unigenito [generato]?
    Alcuni studiosi evangelici hanno chiesto: “E’ ragionevole che i traduttori copti interpretarono che la Parola era “un dio” in Giovanni 1:1 e poi, in Giovanni 1:18, si riferirono alla Parola come “il dio” o “Dio”?”

    E’ una domanda logica, ma la logica è al contrario. Dato che Giovanni 1:1 è l’introduzione al vangelo, la domanda più logica è: “E’ ragionevole che i traduttori copti interpretarono che la Parola era Dio in Giovanni 1:18 dopo essersi riferiti alla Parola come “un dio” in Giovanni 1:1c?”

    No. Anche se i traduttori copti usano l’articolo definito in Giovanni 1:18 nell’identificare la Parola, questo uso è dimostrativo ed anaforico, riferendosi all’individuo, “colui il quale” è identificato precedentemente come “un dio” nell’introduzione. Quindi Giovanni 1:18 identifica la Parola specificamente non come “Dio”, ma come “un dio” che, come menzionato precedentemente, era “con”, “alla presenza di”, copto: Dio. Questo dio, che ha un’intima associazione col Padre, è in contrasto con il Padre, il Dio che nessuno ha mai visto.

    Una traduzione moderna dal copto di Giovanni 1:18 è “nessuno ha mai visto Dio. Il dio che è il solo Figlio nel seno di suo Padre è colui che lo ha spiegato”, come si legge su copticjohn.com.

    Essendo più vicino, in senso temporale, alle originali scritture dell’apostolo Giovanni, ed essendo esistita in un tempo in cui la koinè greca era ancora parlata e ben capita, la testimonianza copta spinge molto nella direzione di coloro che vedono nei vangeli un Gesù che non è Dio, ma il Figlio di Dio, un’entità divina che è “l’immagine dell’invisibile Dio” ma non il Dio invisibile sé stesso. E’ la Rappresentazione del proprio Padre che ha dichiarato la Buona Notizia per la salvezza dell’umanità, e santificato il nome di suo Padre.
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    AlfredoGennari
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    00 13/09/2015 07:56
    Re: http://www.cristianitestimonidigeova.net/articolo.aspx?Articolo=484
    io.donna, 12/09/2015 13:11:

    La traduzione di Giovanni 1:1: la Testimonianza Copta

    (Solomon Landers, settembre 2006)

    La Traduzione del Nuovo Mondo rende così la parte finale di Giovanni 1:1 "la Parola era un dio". .





    Mi riservo di valutare con più calma l'articolo di Landers.
    Scrivo qui, per ora, solo la mia prima impressione sulla traduzione proposta "la Parola era un dio":
    se la Parola era un dio, significa che ce n'erano altri, quindi c'erano molti dei e non uno solo, come insegna la Bibbia e come da sempre il popolo ebraico ha sempre pensato.
    Da qui risulterebbe che gli Ebrei erano politeisti e che i cristiani erano politeisti perché adoravano uno dei tanti dei, cioè la Parola. E quindi c'era Dio Padre, dio la Parola ... e poi? quali altri dei c'erano?
    Basta questo motivo per scartare la traduzione proposta da Landers (e dai TdG) come errata e non rispondente all'originale greco.


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    Orchidea
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    00 13/09/2015 15:39
    Re: Re: http://www.cristianitestimonidigeova.net/articolo.aspx?Articolo=484
    AlfredoGennari, 13/09/2015 07:56:



    Mi riservo di valutare con più calma l'articolo di Landers.
    Scrivo qui, per ora, solo la mia prima impressione sulla traduzione proposta "la Parola era un dio":
    se la Parola era un dio, significa che ce n'erano altri, quindi c'erano molti dei e non uno solo, come insegna la Bibbia e come da sempre il popolo ebraico ha sempre pensato.
    Da qui risulterebbe che gli Ebrei erano politeisti e che i cristiani erano politeisti perché adoravano uno dei tanti dei, cioè la Parola. E quindi c'era Dio Padre, dio la Parola ... e poi? quali altri dei c'erano?
    Basta questo motivo per scartare la traduzione proposta da Landers (e dai TdG) come errata e non rispondente all'originale greco.






    Satana e i demoni sono dei ?
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    AlfredoGennari
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    00 13/09/2015 17:19
    Re: Re: Re: http://www.cristianitestimonidigeova.net/articolo.aspx?Articolo=484
    io.donna, 13/09/2015 15:39:




    Satana e i demoni sono dei ?






    e gli angeli sono dei?
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    Orchidea
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    00 14/09/2015 14:49
    Re: Re: Re: Re: http://www.cristianitestimonidigeova.net/articolo.aspx?Articolo=484
    AlfredoGennari, 13/09/2015 17:19:




    e gli angeli sono dei?




    se non erro sono messageri di Dio
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    AlfredoGennari
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    00 15/09/2015 17:49
    Re: Re: Re: Re: Re: http://www.cristianitestimonidigeova.net/articolo.aspx?Articolo=484
    io.donna, 14/09/2015 14:49:



    se non erro sono messageri di Dio





    Vero, sono messaggeri di Dio.
    Anche Satana è un angelo, come puoi vedere dai primi due capitoli di Giobbe; e tali sono da ritenere i demoni.
    Solo uno è Dio, solo uno deve essere adorato; lo dice Gesù a Satana che lo tentava (Matteo 4, 9-10) e lo dice l'angelo a Giovanni (Apocalisse 19, 10).