Qualcuno dice che lei non è giusto per un grande club, anche perchè la domenica va al campo con la tuta e non in giacca". La provocazione, se così vogliamo definirla, arrivò dagli studi di Sky Sport. Parliamo di un episodio che risale a un mesetto fa, quando Maurizio Sarri, nuovo allenatore del Napoli, veniva accostato al Milan. "A dirvela tutta, io trovo più ridicolo che si vada al campo in giacca, con abiti firmati e da serata di gala, magari tra pozzanghere e fango - rispose quasi infastidito l'allora tecnico dell'Empoli - Io faccio l'allenatore di calcio, il campo è il mio posto e la tuta è la mia divisa da lavoro. Se questa cosa di me non piacesse, me ne farò una ragione".
Difficile dargli torto, dopo tutto. A uno come lui, che si è fatto le ossa nei campi di periferia e nelle categorie inferiori, per poi meritarsi la vetrina del massimo palcoscenico calcistico dello stivale. Uno che ai giocatori dell'Empoli, quest'anno, aveva fatto studiare a memoria 56 schemi diversi per le palle inattive. Un dettaglio? No, una marea di dettagli. Ossessivo, quasi compulsivo, alla continua ricerca delle perfezione. Sarri, in questo, assomiglia un po' a Walter Mazzarri, un po' "burbero" e toscano come il nuovo trainer azzurro.
Ecco perchè nella testa di chi ha osservato attentamente il suo Empoli non c'è ombra di dubbio: Sarri è un ottimo allenatore, capace come pochi di dare un'impronta alle sue squadre e di creare un congegno perfetto. Si, perchè è questo che è sembrato il suo Empoli in questi ultimi due anni. Passaggi di prima, mai più di due tocchi, manovre corali, movimenti effettuati da tutti a memoria e a ripetizione, la continua ricerca della profondità, dell'area avversaria, del gol. Un orologio svizzero, in pratica. Non è un caso che quasi tutte le squadre che quest'anno hanno giocato al "Castellani" siano andate incontro a grandissime difficoltà. Il Napoli, tanto per fare un esempio, fu letteralmente travolto. Ma memorabile fu anche la prova offerta dai toscani a San Siro, contro il Milan. Una prova che coronò un momento eccezionale della squadra di Sarri, uscita tra gli applausi di tutti e capace di far dire a Filippo Inzaghi, tecnico dei rossoneri: "Non potevamo certo pensare di dominare l'Empoli quest'oggi qui a Milano".
La scelta operata dal Napoli, insomma, potrebbe essere quella giusta. Resta da vedere con quale atteggiamento si porranno i calciatori azzurri di maggior richiamo ed esperienza quando, in allenamento, capiranno d'avere davanti un "maestro". Un insegnante, uno che ha una sola religione: il lavoro. Lavoro che, se gli verrà dato tempo, potrebbe produrre frutti stupefacenti. Da svolgere sempre e solo in tuta, s'intende.
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