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Dall'Oscurità nella Luce

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    jbaiden
    Post: 8
    26/02/2015 17:37
    Dall'Oscurità nella Luce

    Come Discepoli di Cristo dobbiamo comprendere che quando siamo battezzati abbiamo una responsabilità enorme In questa terra. L'altra responsabilità è che dobbiamo far sì che la nostra responsabilità non infligga con la nostra coscienza e benessere. Guardando in 2 corinzi "6:14 Non vi mettete con gl’infedeli sotto un giogo che non è per voi; perché qual comunanza v’è egli fra la giustizia e l’iniquità? O qual comunione fra la luce e le tenebre?" C'è la tendenza tra i discepoli di cadere nella trappola sbagliata. Il verso da 2 corinzio ha due concetti diversi che voglio condividere.
    Un concetto è fare attenzione che in quanto discepoli non si venga influenzati da un non credente. Il mondo è strano ed è una strada difficile da percorrere.

    Secondo concetto, io penso che possa essere controverso a molti credenti ed io lo apprezzo perché è così che possiamo imparare e guadagnare saggezza l'uno dall'altro. Quando 2 corinzio dicono "Perché cosa hanno in comune la rettitudine e cattiveria? O che amicizia può avere la luce con l'oscurità?" Ma poi ho letto Matteo 5:14-16 "voi siete luce del mondo. Una città su una collina non può essere nascosta. Né le persone accendono una lampada e la mettono sotto un cesto, ma su un piedistallo, e dà luce a tutto nella casa. Nello stesso modo, lascia la tua luce splendere di fronte ad altri, così che loro possano vedere i tuoi buoni lavori e dare gloria al Tuo Padre che è nei cieli." Io mi domando, come discepoli non siamo tenuti a portare luce nell'oscurità? Dobbiamo lasciare gli increduli a difendersi da se stessi? Difendersi per sé non significa che siano dominati dai vizi, ma che non hanno conosciuto la Bibbia o la parola di Dio. Perché dovremmo lasciarli? Ho fatto fatica per capire questo passaggio. Sì noi stiamo lottando per la nostra salvezza, ma dobbiamo lasciare quelli che non hanno mai sentito parlare di Cristo prima andare all'Inferno, o dobbiamo tentare di portarli alla luce come Matteo dice 5: 15-16.


    Condurre una pecora smarrita sarà un dovere per noi discepoli, ma noi fuggiamo timidamente da questo. Un passaggio che ho trovato ispirante è tratto da Efesini 5:13 "ma tutto esposto alla luce divenne visibile - e tutto ciò che è illuminato diventa luce." Perché non trasformare Saúlo' in Paolo "?

    (Spero che Google translate funziona bene)
    [Modificato da worry 26/02/2015 21:57]
    Love is Beautiful.
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    jbaiden
    Post: 8
    26/02/2015 17:40
    From Darkness into the Light
    From Darkness into the Light

    As Disciples of Christ we must realize that when we are baptized we have a huge responsibility In this earth. The other responsibility is that we have to ensure that our responsibility does not inflict with our own conscious and wellbeing. Looking Into 2 Corinthians 6:14 “Do not be yoked together with unbelievers. For what do righteousness and wickedness have in common? Or what fellowship can light have with darkness?” There is the tendency of disciples falling into the wrong trap. The verse from 2 Corinthians has two different concept that I want to share. One concept is being careful that as a disciple you are not influenced by an unbeliever. The world is strange and it is a difficult road to go by.

    Second concept, I think this can be controversial to many believers, and I welcome that because that is how we can learn and gain wisdom from each other. When 2 Corinthians says “For what do righteousness and wickedness have in common? Or what fellowship can light have with darkness?” But then I read Matthew 5:14-16 “You are the light of the world. A city set on a hill cannot be hidden. Nor do people light a lamp and put it under a basket, but on a stand, and it gives light to all in the house. In the same way, let your light shine before others, so that they may see your good works and give glory to your Father who is in heaven.” I ask myself, as disciples are we not supposed to bring darkness into lightness? Do we leave unbelievers to fend for their selves? Fending for oneself does not mean that they had backslide, but never knew about the Bible or the words of God. Why should we leave them? I struggled to understand this passage. Yes we are fighting for our own salvation, but do we leave those who have never heard of Christ before to go to Hell, or do we attempt to bring them to light just like Matthew 5: 15-16 states.

    Leading a lost sheep will be a duty for us disciples and we tend to shy away from it. One passage that I found inspiring from Ephesians 5:13 states “But everything exposed by the light becomes visible- and everything that is illuminated becomes light”. Why not turn other Saul’ into Pauls’’?
    Love is Beautiful.
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    ulisseitaca
    Post: 67
    26/02/2015 17:47
    perchè la ripetizione?
  • worry
    26/02/2015 22:00
    Re:
    ulisseitaca, 26/02/2015 17:47:

    perchè la ripetizione?




    cosa significa "perchè la ripetizione?" Ti pregherei di essere più specifico nelle tue domande, altrimenti non si capisce cosa intendi.

  • worry
    26/02/2015 22:13
    Jonathan, la questione che poni è molto interessante!

    Prima di tutto occorre fare distinzione tra "pecora smarrita" e "increduli".
    Come hai detto giustamente tu, ci sono persone che non hanno mai sentito parlare di Dio, o che per la loro educazione sono cresciute distanti dalla fede, non conoscendo veramente cosa essa implica. Il compito del cristiano è testimoniare la parola di Dio prima di tutto con le opere e con il buon esempio, che non significa soltanto fare attività tipo il volontariato, ma più concretamente vivere secondo i precetti che Dio ci ha trasmesso attraverso la Bibbia. In questo compito di testimonianza possiamo anche cercare di avvicinare delle persone distanti dalla fede, le pecorelle smarrite.

    L'incredulo invece è colui che ha avuto la possibilità di conoscere Dio ma lo ha volontariamente rinnegato, rifiutando i Suoi insegnamenti. Per questo i Corinzi parlano di tenebre, di ingiustizia. Si tratta di persone che hanno spontaneamente scelto la via del male. La luce non può conciliarsi con le tenebre, cercare di condividere la propria vita con persone malvagie porta inevitabilmente ad esserne influenzati.
    Difendere se stessi e la propria anima non significa rifiutare gli altri, perché il compito di testimoniare il Vangelo è sempre presente in ogni occasione. Nei Corinzi i credenti vengono messi in guardia dalle persone malvagie, la cui influenza è negativa e fa male all'anima.

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    ulisseitaca
    Post: 67
    27/02/2015 09:32
    perchè lo stesso tema è stato posto due volta nella stessa giornata
  • worry
    27/02/2015 10:07
    ulisseitaca, 27/02/2015 09:32:

    perchè lo stesso tema è stato posto due volta nella stessa giornata


    Probabilmente c'era stato un errore e la stessa discussione era presente in due sezioni diverse...il doppione è stato cancellato :)
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    ulisseitaca
    Post: 67
    27/02/2015 10:31
    ok grazie, ma mi spiace non cosco l'inglese e non sono in grado di seguire il discorso
  • worry
    27/02/2015 11:47
    ulisseitaca, 27/02/2015 10:31:

    ok grazie, ma mi spiace non cosco l'inglese e non sono in grado di seguire il discorso



    Il primo messaggio scritto da jonathan è in italiano, quello successivo è la stessa cosa ma in inglese, quindi ti basta leggere il primo messaggio per capire di cosa stiamo parlando
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    ulisseitaca
    Post: 67
    27/02/2015 13:23
    non vorrei essere scortese, ma certamente è un mio limite, ma non è che riesca a capire molto da quel discorso
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    Conny1810
    Post: 1.683
    Amministratore
    04/03/2015 11:57
    Io mi domando, come discepoli non siamo tenuti a portare luce nell'oscurità? Dobbiamo lasciare gli increduli a difendersi da se stessi?

    Si Jonathan, siamo tenuti a farlo ed è lo stesso amore per Gesù che ci porta a questo perché vorremmo che tutti potessero provare quanto è bello vivere in amicizia con Dio. Non si tratta perciò di un obbligo che porterebbe solo a risultati nulli perché vuoti della forza dell'amore, ma di una esigenza della nostra anima che desidera espandere sugli altri quell'amore di cui Dio stesso la ricolma. però dobbiamo sempre usare la carità e cioè considerare che non tutti vogliono sentir parlare di Dio e anche chi lo fosse, magari non è in grado di capire quello che stiamo loro dicendo. Tutte le esperienze vanno vissute per poterle capire fino in fondo ed è per questo che serve prudenza nel parlare. L'esempio di una vita semplice, buona, dedita agli altri, attenta alle esigenze di chi ci sta intorno, coraggiosa nei momenti difficili perché resi forti dalla potenza della preghiera, è già un dare luce agli altri infatti chi osserva, si fa delle domande e si chiede il perché di una serenità che non ha senso in certi momenti bui della vita. Ecco allora che si può parlare di Dio, della forza che dona ai suoi amici e di come si può vivere serenamente e con la felicità spirituale nel cuore nonostante tutto il male che può esserci nella nostra vita. L'amicizia di Dio si ha quando si decide di seguire i suoi comandamenti e si cerca di vincere i vizi e i difetti che si hanno, l'anima sente di essere sulla strada giusta e prova pace anche se in quel momento sta vivendo una prova. Dio poi, ci invita alla prudenza. Non si può pensare di circondarsi di persone malvage in quanto possono portare fuori strada, i figli della luce, non sono scaltri per le cose del mondo e il male è astuto e subdolo, sa il punto debole di ognuno ed è per questo che senza che ci rendiamo conto, possiamo essere condizionati e correre il rischio di rallentare o peggio ancora, deviare dalla strada intrapresa. Portare la luce si deve, ma a coloro che vogliono altrimenti si rischia di perdere tempo perché non c'è più sordo di chi non vuol sentire e più cieco di chi non vuol vedere. Se noi ci mettiamo a disposizione di Dio, Lui stesso ci metterà nella condizione di portare luce a chi la sta cercando.
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