00 08/01/2015 17:57
RIASSUNTO

Come non portarsi verso la Magione, verso la casa dei Cavalieri, come non abbandonarsi ad una ricerca che la fa, a tempi alterni, sentire in colpa di pensare anche solo per un momento di rimanere lontana e vicina a due uomini così tanto diversi. Due uomini che le donano un Amore differente e lo vivono in modo diverso. Arriva silenziosa, muove dalla Foresta, giunge nella Sala Comune... poi anche con Thatar oserà ancora.


COMMENTO


Uomini Avalonesi, così diversi, così tutti d'un pezzo! [SM=g27828]
Thatar si prende qualcosa che lo farà impazzire lo so già... XD
Chissà perché mi piace tanto giocare con questo player [SM=g27836]






{ MAGIONE }






THATAR [Magione-cinta muraria] Il respiro del mezzo si condensa in nuvole di candido vapore trafitto dai raggi del sole che lentamente si alza oltre le alture dell'Isola. E' una mattina fredda ma non per questo meno spettacolare. Alcuni bracieri sono stati posti lungo la cinta così da poter essere luogo di ristoro per gli armigeri. Il mezzo non soffre in particolar modo della temperatura rigida di questa mattina; lui che è abituato fin da piccolo alle gelide valli dl Nord dell'Irlanda, e il sangue per metà elfico gli brucia nelle vene senza sosta sostenendolo nel freddo inverno. La neve biancheggia ancora nel cortile interno e fuori, ricoprendo il fossato semighiacciato. Il ponte è basso e il picchetto si agita alla porta cercando di scaldarsi. Il novizio, coperto del suo semplice abito bianco e nero e il mantello di velluto; scende le scale del posto di guardia ad un richiamo di Kjartan che pare aver visto avvicinarsi una esile figura. Il mezzo dovrebbe trovarsi al ponte proprio quando la donna mette il primo piede su di esso. E non tarderebbe un sorriso a fare capolino sul viso del Cavaliere che si appresta ad avvicinarsi a lei. Fermandosi solo che meno di un metro da quegli occhi azzurri come il cielo all'alba.



ANTAIR
{ . Ponte Levatoio - Esterno Magione . } Vi è in te una carica mistica, forte quanto basti a far sì che alcuni refoli di Vento siano capaci di accompagnarti, così ammantata oscuramente, vestita, coperta nell'abito bordato di foresta, di verdi e completamente sporco di terra sui lembi sciupati, bagnati nella rugiada del mattino che lascia dell'Alba il sapore della trasparenza. Il bastone di legno scuro si trattiene nella tua mandritta, avanza come te e si ferma ad un metro dagli armigeri al Ponte. Non hai timore di questo luogo, questo luogo è accogliente, ed è Casa al pari della tua Foresta. Hai legato alla vita il sacchetto di Rune, dondola e si immobilizza sul fianco destro, mentre scendono ribelli capelli sciolti che sono in parte colorati, tinti, di sfumature naturali derivanti dalle piante, in particolare dalla goccia del Fiordaliso [//Conoscenze Naturali +1, Conoscenza Agresti]. Passa sempre molto tempo da un incontro e l'altro. Sei cambiata, cambi sempre, perennemente nel fluire dell'energia della Madre, invisibile come il Suo respiro, presente come la Guardia dell'arco di ingresso. Il simbolo del Triskell è dipinto sempre sotto l'occhio sinistro, batti la fine del bastone sul legno del Ponte, un rumore armonico di legno contro legno, di ciclo e di inizio e di fine. Attendi, non favelli nulla, hai il cappuccio del manto sollevato sul capo, incorniciano lunghe ciocche la rotondità del tuo viso. Ma sono sempre quei occhi che fanno la differenza tra te e l'anima. Un cane lupo nero, Ximi, si siede sulle zampe posteriori, si ferma anche lui ma alla tua sinistra. Esso è l'altro animale. Mormont, il Corvo, aleggia nero come l'abisso sul cielo proprio sopra di te.



THATAR [Magione-ponte levatoio] Nessuna parola, per ora. Nessun movimento, solo gli occhi che si spostano a rimirare la leggiadra figura della ragazza. Le movenze, gli abiti, il viso e poi quel bastone nodoso, braccio di un'anima verde ricco del potere della terra che batte leggero sulle assi del ponte quasi zampillando energia. Le verdi iridi si soffermano sul viso di lei; le mani andrebbero slegare i due lacci che trattengono il mantello di velluto. Solleverebbe dalle spalle quel pesante fardello e, agilmente, lo farebbe roteare avanti a se e poi facendo un cenno alla donna con il capo, lo poserebbe sulle spalle di lei, sopra i suoi vestiti umidi. La guarda e sorride, sorride e pensa e lei nonostante l'abbia li davanti. Il solo toccarla lo fa avvampare e brividi corron lungo la schiena. ''La vorresti una tazza di vino caldo speziato?'' sarebbero le sole parole che riuscirebbe a dire. Quindi senza troppi ripensamenti, andrebbe a stringere la mano di lei e si appresterebbe a rientrare entro le mura, verso la Magione e la Sala Comune, accompagnando per mano la donna che non si sentirebbe trascinare ma potrebbe ben percepire l'intento del Novizio di rincasare verso il calore di fuochi accesi, di morbidi tappeti e spettacolari arazzi. Non è la neve il luogo adatto per il lungo abbraccio che vorrebbe donare a lei.



ANTAIR { . Ponte Levatoio - Interno Magione . } Giunge appena sul filo del pensiero l'immagine di Thatar, una figura che ha preso posto nel cuore in modo lento, diverso da altra gente, perché lui non è uno qualsiasi, ma non te n'eri accorta mai, se non prima di cercarlo quando ne avevi bisogno, e non te n'eri accorta nemmeno quando, sfiorando l'albero, avvertivi una presenza lontana, tanto vicina quanto viva. ''No, grazie.'' rispondi con così poche parole, nemmeno più abituata a parlare, tanto è il tempo in cui sei sola, che la voce esce rauca, priva di un suono effettivo. La neve. Sì… un altro eventi straordinario per Avalon, per aspettare dal cielo quale altra meraviglia, evento o fatto, sia capitato. A te, purtroppo o per fortuna, importa poco del mondo ''mondano'', a te non importa nulla della Ragione, della Verità. Allunghi una mano per sfiorare la sua e incedi e passi oltre il ponte, verso il cortile che è ampio, pieno e vuoto nello stesso medesimo istante. ''Ximi, vieni.'' scatta il lupo, si muove lento, scivola con te al tuo fianco sinistro e muove uno sguardo acuto, annusando l'aria in cui starebbe entrando. ''Ti ho aspettato per molto tempo, ci sono stati problemi che hanno trattenuto il mio Cavaliere distante dalla mia Casa''' la voce si solleva un po' di più per diventare chiara e farsi udire piana nonostante tutto dal mezzelfo.



THATAR [Cortile-interno Magione] La precede senza mai tirarle il braccio ma gioendo del tocco della sua mano che il Novizio stringe forte e delicato al contempo. Attraverso le pietre del viottolo che conduce all'interno della Casa dei Cavalieri non vi è neve, spalata ai lati per lasciare libero il passaggio alle persone e alle cavalcature. Non si stupisce più di tanto del nuovo 'amico' della donna che ora si troverebbe libero di scorrazzare per il cortile, nella speranza che il cane di Gianpher non sia nei paraggi. Ascolta quelle parole che sembrano crescere di intensità ad ogni minuto che passa ''Le nebbie sono ormai scomparse...la mia veglia si fa ogni giorno più ardua'' volgerebbe ora il viso verso la ragazza ''il mio pensiero è sempre stato rivolto verso la mia stella, mattino e sera sempre ella brilla nel mio cuore e nella mia mente. Ma per permetterle di brillare io sono dovuto rimanere lontano da lei a tenere a bada l'oscurità che la circonda...'' parole candide come la neve, dolci come il miele, calde come il fuoco che tempra l'acciaio. Un nuovo sorriso volge a lei mentre si appresta ad aprire la porta d'ingresso della Magione lasciando lo spazio alla ragazza di precederlo verso l'interno. ''Preferisci qualcos'altro? qualcosa che possa scaldarti, oppure un dolce per rinfrancarti?'' chiede amorevole. Lontano dalla pace di quei luoghi, si può udire un fischio lungo...Kain ritorna dalla caccia notturna meditando un lungo riposo diurno.



ANTAIR { . Interno Magione . } Incedi, chiedi sull'ingresso un permesso particolare. ''Può entrare anche Ximi?'' il bastone si ferma ed oltrepassa il gradino che conduce nell'interno della dimora fortificata e lascia andare un altro rumore, più sordo, ovattato. Abbassi il cappuccio del manto con la mano libera, questo cade sulle spalle e per un attimo volgi gli occhi in quelli di lui. ''Non mi sento di mangiare, Thatar… sono venuta a sapere come stavi, sono qui perché ho pensato di metterti al corrente su di un fatto, purtroppo sono sola, non vedo mia sorella da un tempo lunghissimo, anche uno Spirito della Foresta ha necessità di parlare con qualcuno, anche io -purtroppo- cedo alla solitudine, non quella che pensi tu, forse, ma i fatti della vita mi devastano come fanno con tutti quelli che si lasciano prendere dagli affanni del cuore '' Ti conduci certa verso la sala comune, entri e si spera sia stato rilasciato anche al lupo nero il permesso, se così fosse ti avvicineresti alla finestra, la stessa di sempre, dalla quale si affacciano i Cavalieri, ma anche tu, anche tu hai rispecchiato il viso su quel vetro. ''Se fosse tutto facile non si crescerebbe mai.'' Il bastone si punta sul pavimento, è tenuto in modo saldo, alto sovrasta di poco la tua testa, sai di polvere e di terra, di muschio. ''Thatar...'' sussurri lieve, mentre segui il movimento dell'aria e ti giri per guardarlo, ponendoti ora frontale, rimanendo inerme. Ferma.



THATAR [Sala comune] Uno sguardo veloce verrebbe calato sul lupo a cui verrebbe accennato con un movimento del capo l'invito ad entrare. L'affinità del sangue elfico con Madre natura e le sue creature dovrebbe consentirgli, anche solo marginalmente, di essere compreso da Ximi che ora vedrebbe entrare appresso alla ragazza dai lunghi caelli di grano. Richiude le porte d'ingresso e anche lui segue Antair nel suo cammino sicuro attraverso quei luoghi che sono sempre la sua Casa e la sua dimora sicura contro ogni avversità. La ascolta e il cuore pare velarsi di una spessa cortina di tristezza. Lui ha una colpa che gli pesa sul cuore, ma gli impegni da quando si sono alzate le nebbie sono triplicati e l?isola ha bisogno più che mai di protezione. Quanto egli ha desiderato sentire il calore della pelle di Antair e quanto ha bramato il profumo dei suoi capelli. Si avvicina a lei portandosi alle sue spalle dove, con un movimento delicato, gli sfilerebbe i due mantelli per posarli sul più vicino tavolino. I passi muoverebbe verso il focolare e un paio di ceppi verrebbero messi a bruciare e le braci smosse per attizzare la fiamma. Quindi tornerebbe a lei come la falena attirata dalla fiamma arrestandosi a meno di un palmo dal suo corpo elegante ammantato di foresta ''Comprendo anche troppo bene la solitudine che hai provato e avrei dovuto essere più presente per te'' scuote la testa con rammarico ''non ho giustificazioni alla mia mancanza. Ma...'' entrambe le mani andrebbero a cercare quelle di lei per stringerle forte ''...la mia solitudine si è mischiata alla tua. La mia anima era sempre tesa verso di te, vicina a te, con te così come il mio cuore e il mio pensiero.'' la stretta si farebbe più vigorosa e, se ella non replicasse al suo dire, lui la tirerebbe a se e lasciando la presa sulle mani, andrebbe a cingerla e a stringerla forte a se in un caloroso abbraccio. La guancia si poserebbe sul capo di lei e scostandosi di tanto in tanto fino a far sfiorare le labbra sui suoi capelli che odorano di erba a schioccarle un tenero bacio amorevole.



ANTAIR { . Sala Comune . } Sfila via i mantelli, poggi al muro il tuo bastone, Ximi si siede accanto a te, quasi davanti ai tuoi piedi, senti il frusciare del suo manto caldo sulla stoffa della veste che è ornata, ed è verde, rimane appeso il sacchetto con le rune, per il resto lasci che, come acqua, il gesto e le attenzioni di Thatar scorrano per accarezzarti e tenerti lì dove egli desidera. Sospiri. Sorridi in un attimo dopo, ma è un incurvasi tenue delle labbra come se non vuoi credere che sia così, non vuoi ricadere nel gioco del cuore, perché lo hai visto solo poco tempo fa, come l'Amore diventi cenere, diventi conflitto, guerra, si trasformi in odio, in dimenticanza. Non è questo che vai cercando, non è così che cadrai ancora. ''Le parole sono dolci, Thatar, ma la certezza dell'oblio di ogni cosa è più forte. Quando andrai via tu da me? Come ha fatto Almir, ed è di lui che devo parlarti, perché ho perso osando nel limite che, sapevo, non avrei dovuto travalicare.'' Il bacio sulla chioma, lascia il sapore della dolcezza che hai già assaggiato nel Cavaliere, ma temi di soffrire, così alla deriva sui problemi ''affettivi'' come non lo saresti mai stata. ''E' tornato. Ieri l'ho visto, sai.'' Indugi sulle ultime parole, indugi è vero, ma non sai come aprire e chiuderli certi discorsi, certe sensazioni. Una donna divisa ed indecisa? Ha ragione il Ramingo? Oppure devi camminare per un'altra strada, volando via dal cuore della tempesta che ti aveva unito al Ranger. ''Voi due… siete così diversi, o almeno è quello che credo, in fondo conosco bene lui, non posso dire lo stesso di te.'' fiumi di parole che rimangano accanto a te, non sembrano volare via.



THATAR [Sala Comune] Le dita si insinuano tra i suoi capelli in una morbida carezza che perdura fino a che ella non inizia a parlare. Il mezzo si scosterebbe quel tanto che basta per poterla guardare in viso, vedere il suo sorriso svanire sotto il peso delle parole che volano via dalle sue labbra. Presente a se stesso il Cavaliere lascerebbe ch'ella esaurisca fino all'ultima parola i suoi pensieri. Lo sguardo fisso su di lei mentre ancora la tiene stretta a se, una stretta che si fa più forte nell'udire quelle parole ''Io non posso proprio stare lontano da te...'' queste parole come un sussurro vengono proferite mentre la fronte del mezzo si andrebbe a posare su quella della ragazza ''e se non fosse per l'amore che io provo per te, no potrei per la mia parola di Cavaliere... la stessa che proprio in questa stanza ti ha giurato fedeltà eterna e vicinanza assoluta in caso di bisogno, che ha forgiato le maglie del legame che mi tiene ancorato a te come una barca al porto, o come la radice di un albero al terreno.'' Ritorna un sorriso sul viso del Novizio mentre le parole scorrono dal cuore fino alle labbra e poi verso la ragazza. Parole che vorrebbero essere la calda coperta che ha tenuto al sicuro Antair fino a questo momento e negli anni a venire. ''Vi siete riconciliati? ha deciso che il suo amore per te è tornato vivido? Vuole proteggerti come faccio io?'' queste domande sembrano più rivolte a se stesso che a lei, eppure non è stato in grado di tenerle per se e gli scivolano fuori dalle labbra in cerca di una risposta che forse non verrà, e non verrà perchè magari danno troppo dolore ad Antair. Subito si pente, a questi pensieri, di averle pronunciate e scuote leggermente il capo abbassando lo sguardo al terreno.



ANTAIR { . Sala Comune . } Tenersi stretti così, fino a sfiorare il proprio io, la propria smussata identità, il dolore di poche ore prima, il conforto di Thatar che fa pendere, dal primo giorno, questo destino senza mai rivoltarlo completamente. E' una lenta e crudele agonia. In cui morire in Tre. Ora lo sapete. ''Perché io non sono più la stessa, mi sento diversa, non so decidere del mio Amore per Almir perché non voglio far soffrire il mio Cavaliere, ma non posso concedermi così perché Almir è sempre nei miei pensieri, come una colpa, un coltello, no…! che dico, perché non mi sento sicura, ha detto che sono indecisa, gli ho chiesto di incontrarti, sapevo che si sarebbe inorgoglito, ha scoperto che un altro uomo si rivela alla mia casa e mi protegge ma io sono qui adesso, questo mi maledice, non meritate di avere a che fare con me, per quanto io non abbia sporcato nulla di noi, non ho il coraggio di prendere una decisione, perché mi vergogno, perché mi fa sentire in difetto con entrambi. Potete liberarmi da questo? Avrei voluto dimenticare, ma non riesco a farlo. Non riesco a dimenticare te, ma nemmeno Almir, ho sbagliato, merito quindi di allontanarmi da entrambi voi.'' la voce è risultata certa e fagocitata per tutto il tempo, sai pagare le tue colpe e sai obliarti. Punirti. Quale di queste punizioni farebbero più male che rinunciare ad ognuno di loro? Perché non sei più la stessa, nemmeno ci provi ad osare con Thatar perché saresti viscida nel ricadere -magari- in un altro letto, per sentirti poi figlia del nulla. ''Io non sono mai stata brava nelle faccende d'amore, Thatar… ma è innegabile che io provi qualcosa per te, ma chi amo di più? Chi Amo più forte dell'altro? Come si fa a scoprirlo, a liberarci?'' lasci poi che le tue braccia lo stringano, senti in Thatar quella calma che cerchi, Almir è il mare agitato, il Cavaliere è snodabile terra ferma. Cosa è meglio per te, Antair… dovresti pur saperlo.



THATAR [Sala Comune] Ascolta quelle parole mentre la fiamma dentro di lui brucia senza sosta. Il fuoco in lui divampa ma in volto vorrebbe rimanere inespressivo. Accoglie quelle parole scostando la testa da quella di lei, guardarla negli occhi mentre parla per cercare di capire le emozioni che ora la travolgono. Ascolta senza muovere un muscolo, tenendola sempre stretta a se, lasciando nuovamente che ella termini di parlare per poi pronunciarsi. ''perdona le mie parole di poco fa...sono stato ingiusto!'' esordirebbe senza staccare lo sguardo dagli occhi di lei. ''Questo è un discorso che abbiamo già fatto! Tu non sei costretta a scegliere; me o lui non deve esistere...'' le parole sono lente, calme e misurate ''il tuo Cavaliere ti esorta a tornare da chi era la tua felicità prima e ti promette che mai, nonostante ciò, si allontanerà da te.'' nonostante il sorriso che gli inarca le labbra, il mezzo prova profonda tristezza che potrebbe riflettersi su quelle parole facendogli vibrare la voce in modo innaturale ''Se mai verrà a cercarmi sarò pronto a dirlo anche a lui, che prima di me, ti ha donato il suo amore e che, nonostante si sia allontanato da te è chiaro che ancora ti ama.'' quindi portandola ancora una volta a se e stringendola sempre più forte così che ella possa sentire sulla pelle il palpito del cuore di Thatar che rimbalza frenetico nel petto ''Quello che c'è fra noi rimarrà così com'è, invariato, e il mio amore per te non verrà mai imbrigliato in alcun legame terreno rimanendo libero di crescere e vagare e riempire queste terre per farti sentire a casa in ogni luogo tu andrai.'' le parole si spengono, la risposta seppur velata è chiara: Thatar è pronto a fare un passo indietro e due avanti, mai vicino a lei per poterla amare ma mai distante perchè non possa proteggerla.



ANTAIR { . Sala Comune . } Dicono quello che non pensano, fanno quello che non vogliono. Perché rinunciano a combattere per il loro cuore, perché sono deboli e testardi, convinti di fare il meglio per loro, ma non per te. ''Io non sono costretta a scegliere? Va bene, ma voglio scegliere, voglio appartenere ad un uomo.'' dici per prima cosa, in corsa verso le parole di Thatar che ti stringe, che non dice mai quello che vuole davvero, che lo percepisci come assente nella volontà di non mostrarti nulla. [//Empatia +3] Ti stringi e per quanto in un momento ci rimarresti in quell'alcova di abbraccio, di morsa, ti dimeneresti per le prossime parole che ti fanno infuriare e difatti lo farai ti inalberi come sai fare tu, mostri il rossore sul volto, le parole nascono sicure nella fiamma di doversi esprimere finalmente. ''Non va bene per niente, perché mi dici queste cose? Perché non mi tieni con te, perché quando vi chiedo una qualsiasi cosa, vi arrendete entrambi. Lui nel suo orgoglio cieco, tu nella bontà di donare l'amore ad un altro, siete matti, tutti e due, nessuno dei due ha capito nulla di me, c'è stato un tempo in cui avrei compreso tutto del labirinto in cui sono ricaduta non oggi, perché oggi ho bisogno di certezze, per me stessa e non c'entra nulla il passato, nemmeno il futuro. Siete così sicuri che stiate facendo la cosa giusta, giusta molto probabilmente per voi, non per me.'' Andresti a riprendere il mantello, il tuo, questo ruoterebbe nell'aria e morirebbe sulle tue spalle. Poi il bastone, Ximi si solleva di movimento in attesa dei tuoi passi. Ti volgi a lui completamente ''Mi vedi Felice? Credi davvero di aver detto le parole perfette? Tu non dici mai quello che vuoi, impara a combattere nella vita, a prenderti quello che vuoi. '' Se son mosse per ferirlo o per spronarlo non è dato sapere, fatto sta che lascerai queste parole al cavaliere che sono l'opposte di quelle lasciate ad Almir. ''Incontrarvi sarebbe un Errore ora che ci penso. Abbiamo perso tutti. Io per prima, ma almeno so che nessuno di voi due era degno di un amore che avrebbe dovuto essere speciale.'' Conduci pochi passi verso l'uscita della Magione. ''Non abito più all'albero, ma forse troverai una casa in rovina nella foresta, semmai la Madre voglia che tu ripercorra il sentiero di casa.''



THATAR [Sala Comune] Le sue parole, la sua ira risvegliano nel mezzo ricordi di un'Antair del recente passato. Lei dice di essere cambiata, ma è sempre la stessa. E come lei si accende, divampa il fuoco dentro il mezzelfo che diventa incendio. Lei scioglie quel suo abbraccio ma le ultime parole scivolano via sulla corazza che la donna ha fanno spuntare con le sue prime parole. Se riuscisse muoverebbe rapidi passi verso di lei, andando a prenderla per un braccio; sembra quasi un deja-vu di quando lei stava scappando dalla stanza del Cavaliere, proprio il giorno del suo compleanno. Se fosse riuscito a prenderla la tirerebbe a se con forza ma curandosi di non essere troppo brusco e il braccio libero la andrebbe a cingere in vita. Le iridi divenute braci ardenti la fisserebbero in viso correndo da un occhio all'altro. ''Vuoi la verità?!'' direbbe quasi con un tono infuriato e senza attendere la risposta della ragazza ''io sono innamorato di te ormai da tempo e VOGLIO che tu sia MIA...'' il viso si avvicina a quello di lei lasciando una luce di appena pochi centimetri ''Ti desidero costantemente da quando sei rimasta nella mia stanza il giorno del tuo compleanno morivo dalla voglia di averti la notte che abbiamo passato insieme al tuo albero!...io e te siamo fatti per stare insieme...'' quasi urla le ultime parole ''....a costo di patire le pene dell'inferno ti avrei lasciata ad un altro uomo, ti avrei guardata essere felice senza mai smettere di esserti accanto. Ora tu mi chiedi di essere più deciso...bene ora lo sono e scelgo te...IO SCELGO TE!'' quindi se in tutto questo fosse riuscito a tenerla stretta a se, il Cavaliere coprirebbe gli ultimi miseri centimetri che lo separano dal viso della ragazza e appoggerebbe con decisione le labbra sulle sue in un caloroso bacio. La mano che prima tratteneva il braccio si andrebbe a posare delicata sul viso, le dita che scivolano dietro la nuca per trattenerla con forza a se per continuare quel bacio. Se corrisposto le labbra del mezzo si schiuderebbero cercando il sapore delle labbra di lei, della bocca di lei con la propria. Passione, Fuoco.



ANTAIR { . Sala Comune . } C'è il movimento dell'aria in quella sala comune, dell'acqua che scivola, sciogliendosi, dai tuoi capelli, il fuoco del camino ed infine c'è anche la terra, a zolle che porti tu oramai da tempo, dal tempo della Prova con la Madre, ma più di tutto, con te stessa. Sei tutti gli Elementi, la punta del fulcro, bilanci e cerchi il tuo Equilibrio. Nelle tempeste d'Amore, però, non c'è mai armonia, ci sono guerre per la conquista del tutto che è nelle nostre vite. Se hai creduto di aver già combattuto per il tutto di te, forse in Passato, non sai quanto ti sbagliavi. Riesce nella morsa, nel gesto molto rapido di rapirti da un braccio, riesce ad ottenere il tuo viso, specialmente gli occhi che si aprono in quelli chiari dei suoi. Molto tempo, poco tempo, chi può dirlo quanto ne serva a due persone per appartenersi, per conoscersi e capirsi fino in fondo. Rimani nei gesti del Cavaliere, rimani in attesa di sapere a quale altro cieco addio sei destinata, ma questa volta la Sibilla gira per te carte differenti. Dice che c'è un Uomo nella tua vita, egli si palesa nella luce di un mondo che ancora, in quello, credi e credi sia giusto. Lasci che ti abbracci, che ti cinga fortemente, che ti baci e quel bacio vive sulle labbra in un momento, si accende senza nemmeno saperlo, senza sapere se esista ancora una strada che devi percorrere. C'è qualcosa della Guerra che è totalmente sbagliato. C'è qualcosa nelle rivalità amorose che prega per non essere piegato e vinto. Se hai fatto pace con il cuore non lo sai, sai che sei nella casa dei Cavalieri, dove vive lui. ''Sarò la tua Battaglia più difficile, Thatar, non avrai Pace se scegli me nella tua vita.'' l'arco del suono di quelle parole sono quasi echi lontani, fanno presagire il peggio. Stringi quel mezzelfo di cui riconosci gli occhi e l'odore. Ti scosti, lo cerchi in uno sguardo colmo di sensazioni che toccano perfino ed ancora la colpa. ''Seguiresti un'Ombra nel buio?'' domandi nella volta dell'astro che ti dona, invece, un posto preciso tra le stelle.



THATAR [Sala comune] ''Fino alle porte degli inferi ed oltre...fino alla fine di tutte le cose!'' sarebbero le uniche parole che uscirebbero dalle labbra del Cavaliere che nessun timore ha di fronte alle parole che lei pronuncia e alle quali lui risponde. Se qualcuno potesse vederli ora, se qualcuno potesse sentire le loro parole penserebbe 'Questi due sono folli' ma la follia ha i suoi momenti di lucidità, e non sono pochi. Era troppo tempo che il mezzo si teneva dentro tutto questo, troppo tempo che si martoriava la carne e lo spirito cercando di resistere all'impulso selvaggio che lo attirava sempre più vicino a quella donna e forse avrebbe continuato a farsi del male per molto tempo ancora, anche guardandola tra le braccia di qualcun'altro. Lo avrebbe fatto se fosse stato convinto che solo un'altra persona poteva renderla felice. Così non è e cresce in lui la convinzione di essere lui stesso questa persona ''...troverai il tuo equilibrio con me mia stella...tu come la cometa indicherai la via e io traccerò la strada verso la nostra felicità....non avrei avuto Pace se avessi scelto di lasciarti correre via!'' sarebbe l'unica ulteriore replica prima di prenderla e tirarsela dietro a salire le scale verso la propria stanza che vorrebbe guadagnare con lei tra le braccia. Se riuscisse infatti a portarla in cima alle scale la prenderebbe in braccio stringendola forte a se, facendola fluttuare per aria. aprirebbe con impeto la porta della sua stanza fino a richiuderla alle sue spalle dopo aver varcato l'uscio. Solo ora continuerebbe a baciarla tenendo stretto il viso con entrambe le mani senza mai staccarsi da lei.



ANTAIR { . Sala Comune . } Puoi scegliere davvero qualcosa pensando di non ferire nessuno di loro due? Puoi davvero credere che sia giusta una cosa oggi e sbagliata domani? Non è così che vanno le cose, le cose scorrono imprevedibili e non sempre, quasi mai, possono essere governate dalle nostre volontà, dalla Tua. ''Amami, allora… se questo Amore scavalcherà la Notte saremo qui ancora per molto tempo, insieme.'' Se tante delle cose che si sono intrecciate tra voi vi hanno, dopotutto, portato qui, il segno del Destino è palese, vuole che seguiate questo sentiero, o forse, vuole mettere alla prova qualcos'altro di voi, di tutti voi. ''Prendo il Vino caldo speziato, adesso…'' ti calmi, ma vedi volare sotto di te le scale della magione. Vedi perfino Ximi seguire l'ombra oscura che sei, fronda della Foresta, Guardiana dell'Equilibrio, come Ella vuole che tu diventi. Non puoi dimenticare ogni cosa, non cerchi neanche un momento per lasciare contorcersi e comprimersi tutti i sensi di colpa, ma se è conseguenza di altri fatti, sei stata lasciata sola, la verità è che tu pensi questo, è questa la colpa che dai al Ranger, lo riempi di accuse e sei coraggiosa nell'aver deciso che la parte della Ragione tra voi ti appartiene. Non sai cosa accadrà in quella stanza, in quella camera che ricordi come un Tribunale dove hai riposato per un po', così come farai oggi, senza sentire erba e pietra sotto di te. ''Thatar… non voglio soffrire, tornerei per te il Dubbio che sono stata da subito.'' Non riconosci alcun tentennamento nella voce, nella Magione ti senti al sicuro, ti senti come se quelle mura fossero espressione di una grotta nella quale si possa conservare un po' di quel tempo della civiltà da cui rifuggi. Ci sarà ancora il tempo per capire, ma non inventerai altre scuse, lascerai a Thatar il gusto di viverti come vorrebbe. Per il resto… la Foresta è piccola per Te.


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Sarò per Voi l'ultima delle Fiaccole Ardenti




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