00 03/11/2014 20:28
LA RABBIA
Milano, novembre 1980
I tempi della riappropriazione dei bisogni dei proletari, della rivoluzione dietro l’angolo sono finiti ormai da un pezzo. La capacità di recupero del sistema, ha avuto ragione di ogni forma di ribellione. Si sono venuti così a creare vari tipi di ghetto nei quali svacco e noia ristagnano. Da qui l’impossibilità di muoversi in modo attivo; come se ciò non bastasse eroina, mercificazione, menate, contribuiscono a creare un vuoto. Il potere, il monopolio della spettacolarizzazione da 4 soldi ha avuto pure il coraggio di rispolverare mode, miti che, tra l’altro, fanno riferimento a periodi passati (un modo in pratica, per non avere una visione del presente), così le strade si infestano di ’Ska’ di ’Mods’, di ’Freaks’ e di pseudo ’Beat’; di spille e cravatte, di scazzi e risse.
La tua rabbia è messa al servizio dell’industria discografica e del negozio di abbigliamento dell’angolo della strada.
Inflazione di concerti, ghetti inumani da 5000 posti dove, oltre ai soci, devi sobbarcarti la frustrazione della tua impotenza, dove l’unico momento di sfogo sta nel calarti nell’atteggiamento/finzione. I vari Who, Stones, Lou Reed, ed anche lo stesso Vicious, divengono tramiti per non andare ad intaccare un cazzo. Sarebbe ora di fare chiarezza su questo, sarebbe ora di rendersi conto che la sberla al "Mod" od il cartone al punk non cambiano la logica dello sfruttamento. Ma quello delle mode è solo un aspetto della marcia Milano/Life. Ci sarebbe da sparare a zero anche sui locali alternativi, dove il divertimento viene pagato a caro prezzo; dove la birra od il panino e lo stesso "far passare le ore", diventa problematico, soprattutto quando si hanno le tasche vuote.
Ma i sinistresi continuano a dar vita a locali su locali. Ultimamente è possibile trovare in mezzo a questa fauna, posti dove l’ingresso è riservato a strani compagni di buone maniere e costumi (40000 lire una bottiglia di champagne!!!). Il fatto di credere in un certo discorso politico vuol dire, a chiare lettere, far parte del meccanismo di sfruttamento che ti viene imposto giorno dopo giorno. Poiché ci siamo demoralizzati nel raccontarvi tutte queste cose, vogliamo chiarire chi siamo e che cosa vogliamo. Siamo un gruppo di persone (che per ora fanno riferimento a V.le Monza 255) che si è stufate di vivere la propria frustrazione come moda, e che pur avendo dei riferimenti musicali (punk), non intende farne di questo un prodotto per succhiatori in agguato. Le semplici linee che il punk ha trasmesso, cioè, il totale rifiuto per tutti i mass media dettati dal potere o da sinistresi che lo rappresentano; L’essere anticristo, l’essere anarchico, non sono solo parole per idioti con giubbotti strappati e catene al collo, sono anche fessure politico/sociali, di un’importanza senz’altro non trascurabile. Su questi punti noi stiamo cercando di combattere; progetti ce ne sono. Distribuiremo tra breve il numero 2 di NERO (foglio Anarchico), nel quale verranno toccati alcuni argomenti che ci riguardano (punk, eroina)..............
Ma come superare i ghetti passivi? La risposta non è facile ed è inutile farci illusioni, però un tentativo di trovare spazi per discutere, suonare, comunicare e tentare di intaccare le strutture di questa fottuta città, è sempre a nostro parere valido. Dato che non vogliamo accollarci sulle spalle tutto il peso di queste scelte crediamo sia utile che voi vi facciate vivi?
Il nostro punto di riferimento è Viale Monza 255 TUTTI I MERCOLEDI SERA ALLE 21,30.
PUNKS ANARCHICI
Ciclostilato in proprio in viale monza 255