00 19/10/2014 11:57
Antair, Almir

RIASSUNTO



Li avevamo lasciati al laghetto del Boschetto delle Driadi.
Non si erano nemmeno guardati, guardati andare Via.
Ma la Forza dell'Amore... Va oltre... l'Amore è ciò che li Salverà.
Si ritrovano in discorsi un pò più scuri, poi si scelgono, giocano
con un'Orchidea ed infine... si uniscono in una Promessa
che attenderà il tempo per diventare Legame d'Amore.




COMMENTO

E' una giocata d'Amore, dolcissima, piena di tutte quelle cosine che fanno gli
Innamorati. [SM=g27821]
Grazie al mio amicone!!! Forse c'è da andare al Tempio, allora [SM=g27828]










Io ti prendo come mia sposa davanti a quest'erba, a questa terra,
davanti a questi alberi, davanti alla Dea Madre..




{ Foresta di Luce }





ALMIR  [Folto] Quanto tempo è passato? Ore, giorni appesi a quell'incoscienza che ha generato quei graffi che si sono nutriti dell'anima ed hanno azzannato il cuore con morsi taglienti. Denti aguzzi delle fiere che si sono avvinghiate come amanti senza pudore per strappare brandelli banchettando e bevendone il sangue. Ciò nonostante nella testa del Franco risuonano ancora quelle  parole sulle proprie priorità che l'orgoglio mormora con la lingua biforcuta della serpe. Non c'è che dire, c'è un intero conflitto dentro ei. Scoccare e dimenticare o correre a perdifiato sino a perdere il senno, nemmeno queste cose che solitamente appannano la mente sono riuscite a scalfire quel sussurro. Antair, Antair, Antair, il cuore ad ogni battito  pompa quel nome mescolandolo al sangue per rammentare quella promessa silenziosa che l'anima ha fatto all'altra al primo incontro sotto il velo del primo sguardo delle ambrate in quell'azzurro ghiaccio di lei. Non indossa abiti da Ranger ma una casacca bianca dai lacci aperti a metà nel petto. Un paio di braghe scure e la sua pelle oltre all'ametista, visibile  per metà appesa al collo dondola in tutta la sua lucentezza. Ha raccolto un fiore nel folto, un orchidea bianca. Certo non ha molto valore in se stesso quel fiore, se non che, il gesto stesso, nel cercarlo, nel raccoglierlo. Quel fiore però non è ben in vista ma nascosto dietro ad un albero li a qualche passo. Avanti ed indietro lungo una retta fatta ci pochi passi, di pensieri che si stringono fra loro in affanno. Il cuore scorre via veloce e le mani sono umide. Occhi di luce che si agitano nelle ombre alla ricerca dell'astro, del diadema, di lei, ma al momento l'unica compagnia è quell'orchidea bianca nascosta, la corta, sul fianco manco.



ANTAIR 
{ . Sentiero . } Alle spalle ti sei lasciata il tonfo sordo del Ponte Levatoio che si abbassava, i rumori metallici dei cardini che, come argani, tiravano su lo stesso. Poi il nulla. Zampe di cavallo che cercavano, o cercano la strada. Un sentiero per la Foresta, un suono, un momento diverso per farti dimenticare il silenzio delle mura, con o senza coraggio, Stone è alla Foresta, tu  con lui, in sella, abbigliata di un abito blu, scollato, argentato assorbe diversi astri di stelle, giri universali tra fili e fili di distanze che hai sentito ispessirsi e morire, sollevarsi ed andare lontano per poi tornare indietro. Hai pensato. Hai preso una decisione. La foresta però ti copre, ti indica la Via che vuoi, la stessa dove caddero le costellazioni, dove -molto tempo prima- della notte alla dimora, del suo divino Temporale, parlasti di Stelle. Di Tempo. Di Bellezza. Negli occhi hai l'azzurro del cielo che muta in ghiaccio cattivo e crudele, a guardarlo così, quello sguardo è minaccioso, folle. In una parola perduto. Cavalchi, cavalchi, le zampe del destriero sono rapide, incrociano le strade e ricordi dove eri e dove devi tornare. Selvaggia, senza mantello, la pelle scoperta  non avverte freddo, sobbalzi sulla sella, tieni le gambe strette ai fianchi dell'andaluso, vai, vai lontano, avresti già tagliato la radura, sei lontana dalla fonte, sei sotto la Luna a metà. Sei una scheggia. Sei il Fulmine. Devi trovarlo. Adesso. Stanotte. Non sei tuttavia lontana da Almir, pochi metri, si sente lo scalpiccio di una corsa che rimbalza tra il folto ed il sentiero, frusta l'erba alta, i rami. Non  c'è Vento. C'è Nebbia, ma si dipana, scivoli, scivola un manto bianco di neve, cade la notte. Sei veloce, vai… {//Cavalcare +1; Resistenza +1}. Chiedi tutto alla Foresta adesso. Chiedi.



ALMIR  [Folto] Quel posto, quel posto è stato il testimone silenzioso del loro primo incontro, la di lei missiva è stata chiara e non può essere che quello il luogo. Tuttavia, una certa apprensione ne scuote l'animo. La dritta che si alza per afferrare le tempie ed il volto per poi scivolare verso il basso fra labbra e mento, ne è un chiaro sintomo. Le ambrate continuano attorno, le orecchie ascoltano attente selezionando i bisbigli della foresta e catalogandoli, cosa nella norma per chi vive in grembo alla Madre. Sono attimi che sembrano eterni come se il tempo si fosse fermato negli anfratti della memoria attardandosi, poi… dapprima in lontananza, dopo sempre più vicini, alla normalità precedente si mescola altro. Passi di un  cavallo che si avvicina tramite il sentiero che affianca quella macchia in cui le stelle si sono soffermate ad osservare curiose i giochi d'amore degli umani. Si sposta, e lo fa come il vento, rapido e preciso, in silenzio (//Agilità migliorata Liv. 2)( Passo felpato Liv. 2) perché gli abiti da Ranger sono solo lo scudo del guerriero, le squame di un drago. L'essere resta tale anche con altri  abiti o nudo. Supera quindi il folto scavalcando l'ultima barriera per palesarsi sul sentiero, seppur, sul margine dello stesso. Le palpebre si stringono per cercare di mettere a fuoco. La nebbia e l'oscurità avvolgono quella figura scura che si avvicina sempre più. Il galoppo di un guerriero proveniente direttamente dall'inferno con il fuoco che arde da dentro avvolgendosi di quel fumo   bianco e stretto. Questo all'apparenza pare disegnarsi sino a quando la figura non diventa un po' più visibile perdendo l'inferno, più vicina, fuoco ardente e salto nel buio del cuore per chi manca come al deserto manca la pioggia. Di chi, non si può far a meno. Attende li, anche se le gambe accennano ad un movimento incontro.



ANTAIR  { . Sentiero . } Ali che Stone ha questa notte, aiutano solo te ad aver fretta, senti l'aria vorticarti intorno, i capelli sbattere sulla schiena, sobbalzare ritmicamente sul dorso dell'animale, le redini tenute morbide, ma questo è un Volo che si libra, anche se è in bilico, perché dopotutto, sarebbe come sorvolare un -pericolo-. Ma sei qui, Antair, ci stai arrivando da sola, con tutta la Forza e la Potenza che non trattieni nemmeno, non ci provi. Lo cerchi. Che sensazioni strane, coprire una notte con un'altra. Scommettere il tutto per tutto. Essere Inverno per Lui, o Essere Estate. Sono attese, tra un galoppo e l'altro, il viso che hai adesso è di Luna, fulgida, calda, sensuale. Sei il peccato e la voglia. Ogni ancestrale moto, scopre un'altra sensazione. Quando il  Cavallo si avvicina, nella corsa, al punto preciso, tireresti appena le redini, con un controllato quanto preciso movimento di queste ed esso si arresterebbe, si porterebbe ad un galoppo calmo, raggiungendo il passo proprio davanti al Ranger. E tu lo vedi. E tu sei lì. Giri, girano a cerchio sul sentiero le zampe del cavallo, volti a tua volta la testa per guardarlo. Prima volgi la testa a  destra, poi a sinistra, fino a tornare al fianco di Almir con la tua presenza a schiacciare ogni cosa, perfino il nascere di quel fiore nascosto nel prato. Indiscusso è il tuo sguardo. Fermo, Azzurro di ghiaccio che brucia. La coda del cavallo si muove, oscilla ritmicamente, alza a tempi alterni le zampe anteriore, con un leggero movimento ed un suono che esce dalla tua bocca, lo  calmeresti, questo si arresterebbe ora del tutto, davanti all'uomo che più di tutti ti ha ferito il Cuore. Gli occhi. Le mani. Senti ancora il bagnato del laghetto tra i capelli, sotto ai piedi senti i sassi, ricordi il nodo delle redini al ramo. Mormont, volare giù. Artigliare, per farti più male ancora. Lo fissi, in alto, lo guardi.{//Cavalcare +1; Resistenza +1}.



ALMIR  [Sentiero] No, non è un guerriero ma una guerriera quella che si presenta alla vista. E' la luce della stella più grande, è l'alba tiepida che colora e scalda la pelle, è il tramonto di fuoco in cui ogni desiderio viene intinto, è la Donna, l'ultimo desiderio di un condannato a morte, è il punto di non ritorno a cui affidare tutto se stessi, è L'amore ed anche, la guerriera.   Quest'ultima è stata l'imago che si è distinta forte quella sera al bosco driadi. Forza, rabbia e lacrime, sulla pelle divenuta ferro impenetrabile e dalle parole trasformatesi in lance aguzze a colpire con precisione millimetrica sulle pareti di un cuore in subbuglio. Indossa un abito blu scollato ma quelle scollature restano solo un parametro distante, lontano poiché è un dettaglio,   seppur importante al tempo dovuto. Si atteggia, lo fissa per poi perderlo e ritrovarlo in un atteggiamento simile a quell'ultima volta ma questa volta senza parole, senza lance e dardi a mordere la carne. Inspira, e lo fa lentamente, quasi a calmare se stesso chissà da cosa. Questo, potrebbe essere intravisto da Antair dato che ormai la distanza è decisamente ridotta. Ora, la nebbia, li avvolge entrambi in una sorta di abbraccio freddo come un respiro dell'oltretomba, umido, come rugiada che lava il cuore, e lei, nonostante tutto ne lava il dolore… "non farò lo stupido, non c'è spazio per l'orgoglio.."..favella in un filo di voce rotto dall'emozione. Mai sino ad ora, l'ex conoscitrice ha visto il Franco così fuori da quell'ombra che sempre lo avvolge.   Le gambe ora si muovono e colmano i pochi passi necessari che lo porteranno al fianco del cavallo. La osserva dal basso e il suo contorno s'illumina sotto quella macchia stanca a metà appesa nella volta ed avvolta dalle nebbia. Fili di capelli dorati galleggiano in quella vista che mostrano quell'angelo o demone ma che ha poca importanza, l'ama e non c'è distinzione in tal senso. Allunga le braccia quindi, e lo fa, rapidamente (//Agilità migliorata Liv. 2)come a rapirla all'improvviso senza preavviso alcuno e con la volontà di un brigante che ha fame e non sente ragioni. Cercherebbe così di afferrarla cingendone la vita con il braccio e la mano sinistra che si chiuderebbe come una morsa sull'addome presso l'ombelico. La destra andrebbe verso l'alto  ad afferrare il braccio vicino per tirarla giù. (//potenza +1)La presa sarebbe accompagnata man mano e atta a non far male. Se vi riuscisse la disarcionerebbe per poi farla scivolare piano sino a terra frontale ad ei.



ANTAIR  { . Sentiero . } Guardare. Vederlo. Scrutare. Osservarlo. Così siete di nuovo qui, sul sentiero del vostro cuore. A contare i giorni che sono passati ci sarete rimasti entrambi, in modi diversi, le mura della Magione sono ampie, permettono lunghe passeggiate tra corridoi che stai imparando a conoscere. La Foresta è differente. Almir non ha abiti da Ranger, anche se lui è un Protettore della Foresta e tu sei Selvaggia quanto basti per essergli affine nel cuore, tra i sussurri dell'Amore. Non vuoi scendere da cavallo. Non sarebbe quello il tuo intento, desideri parlargli da lì, dalla groppa di un animale innocente, lasciare andare le parole, vedere poi quante ne tornino indietro. Alcune con odio, altre con sentimento. Ma i piani cambiano. Nulla è  certo. Nulla tra voi, il Tutto invece. Tutto l'amore, l'Amore che è maledetto, ma anche Preghiera. Hai dovuto abbassare le mille barriere, essere qui -adesso-. Inoltre hai sfoderato e ritirato le mille spade puntate sul senso di un orgoglio, mille mari si sono mossi questa notte, per arrivare proprio nel centro inn un rapido quanto sofferto trillio del cuore, delle corde che muovono questo organo che non vuole Padroni, nemmeno ne segue. I cambi esistono, avevi in mente altro. Almir riesce a tirarti giù da cavallo. Sentiresti tra le cosce nude, sotto l'abito, lievemente alzato, il pelo dell'andaluso accarezzarti, il fruscio della stoffa dell'abito scendere con te, toccare terra, essere frontale al Ramingo. Finalmente guardarlo negli occhi, l'altra notte non v'eravate cercati con gli occhi, nessuno di voi due s'è Voltato Indietro. Ed è stato triste. Amaro. Ora scocchi uno sguardo sulle labbra, sulla bocca di lui. Così fuoco nel ghiaccio diventi adesso. Il tuo profumo si stempera nell'aeree. Hai ascoltato le sue poche parole. Adesso Lui udirà le tue, quelle di colei che le -parole- le ha dosate da sempre, dai tempi dei tempi della Conoscenza, colei che oggi sceglie  parole per creare un filo del destino. Lo guardi senza batter ciglio, tra la sua bocca ed i suoi occhi scuri. { Te ne sei andato. Io non ho visto altro… } parli freddamente, ma sgorgano come fiumi quelle poche verba, che rimandano al bivio da cui v'eravate persi.



ALMIR  [Sentiero--- >folto] Scivola giù, lentamente Antair stretta in quella morsa che diventa complice, anche se non ha il tempo di realizzare prima di trovarsi frontale all'uomo. Sguardo nello sguardo, respiri che si mescolano e si rincorrono ognuno a cercare e godere della scia calda dell'altro. Il suo profumo, la sua pelle si marchia di dolcezza e forza in quel suo caratteristico profumo  su cui le labbra e la lingua si sono smarriti. Un battito di ciglia e le ambrate si affacciano alla finestra dell'azzurro incontaminato dei ghiacciai, dove l'acqua di sorgente è pura e fresca, limpida "..si, me ne sono andato perché non mi basta più solo vederti, amarti.."..favella cogliendo quel cenno dello sguardo altrui sfiorare le di lui labbra prima di tornare a confrontarsi con lo sguardo ancora "non mi basta, io voglio sapere tutto di te, voglio sapere che colore ti piace, come passi il tempo lontano da me, dove io posso ritrovarti appena il mio cuore ha bisogno di te..".. la mano ed il braccio a cingere la vita risale, la mano sfiora la schiena di lei scivolando lentamente verso l'alto sino a palesarsi sulla spalla di Antair "voglio sapere  cosa ti piace, cosa odi, .."..anche l'altra mano, quella presso il braccio di lei si alza sino a fermarsi anch'essa sull'altra spalla. La racchiude in una morsa delicata ma che si sente come a portare certezze"..voglio sapere delle tue emozioni sui progetti sognati realizzati o no, voglio sapere come ti svegli la mattina. Conoscere le tue paure per spazzarle via.."..si chiudono le palpebre  per un rapido istante per poi tornare su ella e porre un passo all'indietro. Le mani questa volta scivoleranno verso il basso lungo le braccia e gli avambracci sino a trovare le mani. Mani da sentire dentro le proprie, mani da stringere e non lasciare sole.."..ne ho abbastanza di giorni scuri e di questo stato che sa fare così male. Questi giorni mi hanno fatto capire  che le incomprensioni possono essere risolte quando si ama ed io ti amo Antair.."..quasi tutto d'un fiato quelle ultime parole. Tutte in un lasso di tempo stretto abbastanza che non possano scappare o perdersi. Ancora un passo all'indietro e le mani attirano le altre passo dopo passo. Le braccia si alzano, si tendono in quel collegamento. Pochi passi invero, quelli giusti a portare Antair nel  folto se ella seguisse.



ANTAIR  { . Folto . } Non era preparata la voce, o il battito del cuore. Ti sei voluta precipitare alla Foresta solo così per sentire se ti faceva più male o più bene. Per capire quanto è vero che sei lontana dall'Amore, quanto è vero che del Tuo Cuore non se ne parla, non se ne deve parlare. Del Cuore che hai bisogna tacere. Ma la notte, questa notte, cambia tutto. Cambia il tiro  che dai alla corda del cuore, ancora, questa volta, senza sopportarne il peso, o sentirti fragile. Sbagliata. Chiudi gli occhi, socchiudi quello sguardo del cielo, dentro alla tua oscurità. Il tuo Mondo, così Grande, v'è un Mondo Enorme dentro te, se lo toccano, sfiorandolo anche tu tremi. Perché sei la Neve, oggi sei così, attaccata al muro del ghiaccio, dell'Inverno, in  quel Profilo morbido, sicuro, dentro a te stessa, credi. Lui ti tocca, porge le sue mani sulle tue spalle, avverti il tocco, apri gli occhi, -aprili Antair-, perché di questa notte, vuoi il colore dei suoi occhi. Poco dopo farebbe che scivolare sulle tue mani, parla e ti porta via, ti porta con sé, oltre il bordo, il margine, il confine. La prima volta lo hai tagliato da sola. Anche la seconda volta.  Questa volta siete insieme. Dopo l'errore di aver creduto che tutto fosse finito. Fosse stato banale. Invece, invece siete alla bocca del fiume, il fiume entra nel mare, tu… in questo mare di verde, di foglie, di alberi, di muschio appeso ai tronchi, cammini in avanti, lasci Stone dietro te, smorzi un sorriso, lo celi in fondo quel dolcissimo incurvarsi delle labbra, poi glielo regali.   Hai sentito fortissimo la sua mancanza, hai chiesto a te stessa tutto sull'Amore. Tutto di Lui. E di Te. Lui ti chiede molte cose, le cose della vita, che ci caratterizzano. Oltre il margine del sentiero, dentro al folto, parlerai, lo farai vicino all'albero, tenendo le tue dita intrecciate alle sue. E' notte su Avalon, ma la luce inizia appena adesso ad affacciarsi nel cuore. { Ho paura di essere  quella che sono, ho paura di non essere quella che sono. Ho voglia di guardare le stelle, vivere libera, amare… moltissimo. Sentire l'aria sulla pelle. } dici così come una canzone che promette un dono. { Odio l'arroganza, la falsità, detesto le gabbie… } continueresti mentre corri via tu con le tue parole. { Mi piace il Bianco, ma anche il Nero. Il Blu della notte ed anche io ti amo, Almir… Vuoi sapere un'ultima cosa, lo so, tu vuoi sapere dove io stia, viva, te lo dirò, perché voglio che tu abbia un posto per cercarmi quando non sai dove potermi trovare. Ricorda che non dovrai dirlo mai a nessuno, pochi lo sanno e pochi sono coloro di cui io mi fida. Le persone che mi hanno accolto sono coloro che più di tutti conservano la mia fiducia. } sciogli  l'intreccio delle dita, le mani salirebbero fino al suo viso, sulle sue guance, ad accarezzare con il dito indice la sua bocca. Tentare finalmente di dare respiro alla tua adesso, appoggiandoci le labbra, dolcemente, piano baciarlo, assaporare il gusto, morire con lui, sentire davvero tutte le barriere frantumarsi.



ALMIR  [folto]Sono passi leggeri, dettati dal cuore, portati dall'emozione che ha avuto la forza di uscire fuori dai denti nella sua nudità. Il folto li abbraccia, la madre ritrova uno dei suoi figli e benedice chi lo accompagna regalando protezione da occhi indiscreti. Solo Stone resterà li sul sentiero come una sentinella all'erta a vigilare sulle emozioni altrui con discrezione. Si susseguono poi parole, parole di lei che nascono da quelle labbra in cui il desio nasce e muore per poi rinascere senza sosta, senza fiato. Le ambrate si soffermano su quelle rosee dai disegni perfetti ed appena pronunciate come ad attendere di essere colte. Elenca solo alcune delle cose richieste per poi fermarsi su quella che più preme in effetti. Le di eli labbra trovano in uno scocco quelle d'ei.  Esse sono accolte con un leggero movimento delle proprie ad ingabbiarle dolcemente ma senza imprigionarle lasciandole così libere di giungere, toccare e ritrarsi. Il loro sapore lo conosce ma questa volta pare ancora più dolce, più forte. Sintesi di quell'armonia ritrovata, di quel Ti Amo ricambiato, di quella paura di perderla dileguatasi…"tu non devi avere paura di essere quella che sei  perché è bello vedere ciò che sei"..le dita stringono le dita altrui ma delicatamente "sai essere forte, arrogante, ribelle, dolce, amorevole ma ognuno di questi non può coesistere senza l'altro"..sorride appena quando pronuncia arrogante.."..perchè sono legate da un'armonia che ti completa, non voglio un'Antair che non sia com'è, non saprei che farmene.."..alza la dritta portando seco la medesima altrui per poi voltarla e porre un bacio nel palmo "è vero, voglio sapere dove trovarti ma anche tutto il resto.."..E l'attira ancora a se con le mani che si stringono nel loro intreccio, con le braccia ad accompagnare le altre. Ancora all'indietro sino a trovare quell'albero in cui dietro v'è quell'orchidea che al momento non recupera. Si abbasserà quindi tirando  dolcemente e senza forzare così ch'ella possa decidere ad ogni passo perché le decisioni vanno condivise, anche le più banali, sempre. Porterà quindi le terga a terra e le spalle all'albero, le gambe distese e le braccia tese incontro alle altre in attesa del fare di lei.



ANTAIR  { . Folto . } Lo segui, ogni movimento di Almir è speculare al tuo. Ti siedi con lui, magari tra le sue gambe, aprendo l'abito blu, poggiando la testa sul suo petto, i capelli ornano i lati del viso, si portano lontano, toccano l'erba, si sparpagliano indifesi ma ribelli. Ti fanno sorridere le parole di Vento. Tant'è che volgeresti lo sguardo, accompagnato da un piccolo movimento del collo, nel suo. { Arrogante! } esclami curiosa, rubando finalmente il minimo della spensieratezza che da qualche giorno vive con te. { Tu non sai quanto io possa essere superba, così… Altera, allora! } ridi sofficemente, davvero elegantemente, di gusto però, portando le tue labbra a poco da quelle di Almir, guardandolo dal basso della tua posizione sotto al suo viso, verso  l'alto, dritto nei suoi occhi. { Non sarò un'altra Antair, in fondo sono sempre stata me stessa. Sono andata contro tutto da sola, sempre me stessa, non riesco davvero ad essere diversa da quella che sono, non ho imbrogli, non so mentire, penso tanto, ma a volte, dovrei smetterla anche di rovinarmi le giornate appesa ad un dubbio, o ad un'incertezza. } Sono confidenze, mai celate totalmente, ma tutte tue, Almir non avvertirà alcun velo, alcun mascheramento, anzi, come sempre, e in maniera più forte, saresti acqua di fonte, libera, si butta via, per tornare, tornare sempre. Lasci che possano passare attimi di silenzio, un momento per raccogliere l'ultima informazione preziosa che al Ranger mancava. Lo fissi, ti scosti un po' adesso, portandoti seduta  sempre tra le sue gambe, il petto frontale al suo. Porti il dito indice sulla sua bocca, come a volerla preparare alla notizia, a sigillare le labbra del Ramingo, non è di sicuro alla locanda che alloggi. { Io vivo alla Magione dei Cavalieri } escono come pietre ferme e lanciate con precisione le parole. Ora sa, ora potrebbe anche creare suoi personali voli pindarici. Mettere insieme quasi tutti i pezzi di un mosaico che era partito proprio qui alla foresta, ma non è terminato che in quel sottotetto alcune, ormai, molte lune fa. Negli occhi sostieni la trasparenza di chi non ha nulla da nascondere ma tutto da proteggere.



ALMIR  [folto] La Dea segue, ed il Franco non fa altro che accompagnare i di lei movimenti, sostenendola mentre si abbassa con l'ausilio delle mani nelle mani e la tensione sulle braccia così da farla discendere lentamente e in tutta sicurezza. Il di lei volto si poggia sul petto e la mano dell'uomo andrà ora a cercare e trovare il suo capo accarezzandolo in lenti e dolci movimenti. Le dita s'infilano fra le fila di capelli dorati giocandoci dolcemente per poi tuffarsi sul profilo del viso li sino alla gota, al profilo di questa da sfiorare fra tremori di palpiti rapiti e mai più restituiti. Torna successivamente su verso il capo, dentro i capelli e viceversa in un continuo movimento. Accompagna quel piccolo movimento del collo e della testa delle donna quando si alza appena ad inquadrare lo sguardo altrui e pronunciare quella parola (arrogante) in quel delizioso interrogativo. Lo stringe a se quel capo che poggia nel petto, ridendo con lei alla battuta che segue subito dopo. Non sorride invece quando ella narra di quella lotta contro tutti. Il tono della di lei voce è limpido e puro, sincero, lo percepisce fra i fili che legano quei toni provenienti direttamente dalla di lei anima. Quando poi il dito si porrà sulle labbra inarca un sopracciglio sospettoso. Ascolta e quella rivelazione si lega agli eventi. L'abbandono della dimora, i cavalieri, e cosa si può cercare alla magione se non protezione? Il comunicato alla torre da parte dei cavalieri in cui il comandante dei guardiani e l'arcano  Meifer hanno perso la vita, questi indizi fanno trasalire il Franco perché mai come ora ha legato i fili, mai come ora, il pericolo per lei è così forte. La stringe a se e resta in silenzio per alcuni lunghi istanti nella nuova comprensione dei fatti…"..perchè.."..domanda, e l'espressione si fa tremendamente preoccupata "..perchè, cosa vogliono da te".. il vulcano  che si era acceso la precedente volta comincia a dare segni di risveglio, ma questa volta, non ai danni di Antair.



ANTAIR  { . Folto . } Ricadi nell'abbraccio di Almir che ti stringe a sé, sei riuscita a svelare il luogo in cui vivi, non il motivo. Quello appare e passa fulmineo tra la sensazione della stretta del Ranger e probabilmente gli occhi di lui che, ora così accovacciata, non riusciresti ad intravedere. Passano diversi istanti da quell'interrogativo che pone con una certa marcatura del tono. Senti il battere  del cuore di Vento sotto pelle. Sospiri, ti scosti appena, un leggero moto del busto per metterti frontale, comoda, molto vicina tuttavia, ad un niente dal suo viso e dalle sue labbra. { Almir… } comunque sia è un suono pesante ciò che che nasce sulle tue labbra { Ti prego… non tu } scuoti il capo lentamente, ma in modo deciso, vuol dire - non tu in mezzo a questa storia,   vuol dire inoltre -almeno tu non portarne memoria. Lo cerchi con gli occhi, passano in rassegna diversi momenti con lui, sei qui per chiedergli delle altre cose, curiosità, non hai potuto vivere diversamente che aspettando questo giorno, non vuoi assolutamente contaminarlo. { Non è più importante, nulla lo è, Guardami! } esclami, ma sempre in tono sommesso, costrette le parole,  segreti diversi tra voi. { Io non sono più nulla, qualsiasi cosa cercassero da me, io non posso più dargliela, nemmeno è più il mio compito, io sono una Straniera, ti prego, ti prego Almir, guardarmi come una viandante, fammi sentire una sconosciuta , insegnami Avalon, come non l'avessi mai vista, ma… ti prego… delle ingiustizie, delle minacce, di tutto quello che è lontano da questa terra sacra, nella quale ho deposto il cuore e la mia vita, non voglio più sapere. } E' un momento che lascia l'amaro delle ruggini e dei massacri, ripeti a te stessa che il Donough è in Pace. Anche tu.



ALMIR  [folto] Tutte quelle sensazioni che si sono infilate sotto le pieghe della pelle, che hanno avvelenato il sangue, ora, in quegl'attimi, seppur scossi da questa nuova conoscenza , si spengono disperdendosi nel nulla. E' un pozzo senza fondo in cui tutto viene inghiottito e sigillato con il profumo della sua pelle, con il tono della sua voce. E' una quiete perfetta in armonia con ogni  battito del cuore. Lo sguardo si posa sul suo capo appoggiato al petto ed un battito di ciglia s'intrometterà clandestino in quel movimento leggero del capo che viene piegato appena in avanti portando le labbra a contatto con i capelli di lei sopra la testa. Un bacio leggero mentre la mano resta sui suoi capelli con le dita a scivolarvi all'interno sfiorando la pelle, il tutto sino a  che lei si discosta ponendosi frontale. La guarda con quel modo furbo un po' bambino un po' furfante in quegli istanti che lei apre bocca. Le di lei labbra saranno il primo bersaglio delle ambrate, poi, il suo volto, il suo sguardo. Ascolta quelle parole che hanno tutta l'aria di volerlo in qualche modo proteggere da qualcosa o da qualcuno poiché non specifica, anche se, l'intuizione  sembra andare a cozzare contro un qualcosa più che un qualcuno. Piega quindi in avanti la schiena andando a diminuire la distanza dei loro volti e quando saranno talmente vicini da poter scorgere il baratro dell'anima l'uno dell'altro, solo allora le di lui parole in un tono dolce e caldo si fa spazio fra le labbra.."sono forte abbastanza, sono forte abbastanza credimi.."..è quasi una supplica e le mani vanno a cercare le altre stringendole in una morsa sicura e delicata nel contempo "cosa ti spaventa, pensi ch'io non sia in grado di sopportare questi segreti? Oppure temi altro..".. poggerebbe la fronte sulla fronte altrui, negando appena con il capo. Occhi negl'occhi fra colori ed umide gocce di rugiada, il profilo perfetto del suo naso, le sue labbra di seta e fuoco,  il suo caldo respiro. Follia, perché questa è la parola giusta, follia senza ritorno, senza quartiere. Solo per lei.



ANTAIR  { . Folto . } La cosa giusta da fare. Fare la cosa sbagliata. Dire delle parole per poi opprimerne delle altre. Ti mordi un labbro appena, leggero quel movimento, quel piccolo gesto involontario delle labbra, mentre il dito indice si porta sulle labbra, le strofina via, esasperata perfino dal respiro grosso che fuoriesce dalle stesse, avendone gonfiato il petto. Il bacio, la fronte sulla tua,  le parole che egli proferisce, sono esatte, bilanciate. { Tu pensi che io non voglia raccontarti le cose, pensi che voglia tenerle per me. } abbassi la mano prima sulle labbra, ora a stringere le sue. Lo guardi negli occhi così bene e così vicino, così senza ricordare un momento in cui siete stati distanti. La notte del lago… eravate vicini nella rabbia e nella delusione. { Almir, io non so  neanche cosa dirti, ci sono stati dei problemi mai risolti, è morto un mio fidato Arcano, è morto Sandmar, dovrò morire anche io… temo. } ed in tutte quelle baraonde di episodi, dopo che sei l'ultima in fila in queste terre, vengono fuori così quelle parole, perché altre non ne hai sapute pensare, ponderare. Ti stacchi dalla fronte di lui, però terresti i suoi occhi nei tuoi. Fai un grande  respiro. Almir è un Ranger, non ha nulla a che vedere con questa situazione, è la scena che ripeti a te stessa, come di copione. { Detto questo, Almir, c'è una Guerra… alle porte, ma ti dirò che il mio odio è più grande, molto più grande per quello che mi ha fatto! } vibra la rabbia, stringi i pugni sulla stoffa blu, i capelli, anch'essi, avrebbero un moto d'ira. Odi, odi… odi il frutto di quella cittadella, non ci sarà mai pace per te, fino a quando… Lo lasci andare quel pensiero, è crudele e non ha nulla a che vedere con il tuo cuore. Muti espressione, tenti di rilassarti, di lasciarti andare, ti porti lì più vicina a Vento, gli sorridi, incurvi le labbra dolcemente, gli occhi seguono quella linea del viso. { Almir, Amore... } favelli nei suoi occhi, guizzando sulla bocca, un tono che non confonde i puri intenti. Un modo per andare via da quella gabbia, non la vuoi più.



ALMIR  [folto] Sono momenti immoti e ben scanditi quelli, sono frammenti del tempo che si ferma per permettere alle ambrate di cogliere ogni piccolo dettaglio della donna che ha di fronte, come una scena a rallentatore su un lento battito di ciglia, una leggere increspatura degli spigoli delle labbra che si aprono nella loro perfezione. Ascolta e le mani non mollano le altre,  anzi, ora, il caldo delle di lei lo sente aumentare sempre più sotto i palmi delle proprie mani con le dita in presa sulle altre. Le gira, le sue di mani, portandole sotto le altre in un lento ruotare dei polsi e delle stesse. Una volta sotto, palmo contro palmo, le dita avvolgeranno ancora le altre. Sgrana lo sguardo quando pronuncia che probabilmente anche lei deve seguire la sorte di Sandmar e di Meifer. La interrompe bruscamente e le mani lasciano le mani per portarsi sulle braccia all'altezza dei bicipiti di lei che stringono "..cosa stai dicendo? Non te lo permetterò mai.."..Improvvisamente si scopre sconvolto dalla comprensione di quelle parole che lo schiacciano come un macigno"..non lo permetterò.."..aggiunge mentre recupera una  certa stabilità nel volto anche se le emozioni sono in forte contrasto.."..dovranno uccidere me prima e solo allora non potrò fare più nulla per impedirlo ma sino ad allora nessuno ti toccherà.."..è dolce il tono per ella, è una minaccia per gl'altri. Che poi questa si porti a compimento o no sarà il fato a deciderlo. Legge quella rabbia dentro lei poco dopo quando continua il  discorso "..No, no, Amore Mio, nulla è nessuno ha il diritto nemmeno di sfiorarti.."..si avvicina contraccambiando quello sguardo sulle labbra per poi piegare il capo verso destra ed allungarsi verso di lei sino a che le labbra non sentano le altre. Le mani, scivoleranno alle sue spalle in un abbraccio forte e deciso ".. Ci sono io, ci sono io, nessuno ti toccherà..''..continua quando le labbra  lasciano le altre. Resta li vicino, attaccato al suo respiro.."non ti forzo a fare nomi, li troverò da me.."..finisce.



ANTAIR  { . Folto . } Alla fine di ogni cosa arriva Almir, arriva con il suo modo, la sua libertà, la stessa che è poi la tua, l'amore che ti stringe il cuore, le mani adesso, ti sfiora le labbra. Lasci che possa baciarti, stringerti tenerti vicina, ed ogni giorno tu -da oggi- sarai alla foresta, sarai sempre qui, perché ami questo luogo, ami le fronde, il verde, il sole che si punta tra i rami e li oltrepassa. Porti le tue braccia piegate dietro le sue spalle, per scendere fino alla schiena. Il mento poggiato sulla sua spalla sinistra. I tuoi occhi chiusi. Sussurri appena. { Io non conosco i loro nomi, so che il Governatore ha ordinato quelle morti, ma so anche che Sandmar è stato tradito dai suoi confratelli, Leia e Vegon, di più non so, io non so niente, non ho mai avuto Pace, io voglio essere aria per Avalon, niente di più, niente di niente. } stringi in modo fortissimo le palpebre, le mani si chiuderebbero a pugno arricciando tra le dita la sua casacca. Almir ti avverte così tremante di mille agitate emozioni, molti pesi, nascosti, potrebbe tornare indietro, nel tempo della dimora, quando anche lì, gli avresti suggerito il finale in -ho paura-, e non c'è nulla di male ad averne, non c'è davvero nulla di sconvolgente. La paura si lega all'odio, l'odio si lega all'amore. E' una catena, una stupida catena che nessuno mai spezzerà. { Mi devi promettere che non ne farai parola con nessuno di tutte queste cose, solo con i Cavalieri, con ser Gianpher, con Fabrox o ser Thatar, ti prego, solo loro sanno e conoscono i fatti di questa scia di sangue che ha sfiorato dapprima, poi penetrato Avalon con tutta la forza del male e della ferocia di quella cittadella. Una volta… com'era una volta, Almir… io arrivai qui, ero una Bambina, nemmeno sedici anni, eppure non ho mai ucciso nessuno, mi sono sempre difesa, non potevo non farlo, le mie idee, i miei valori, i miei credi, il mio cuore. } apri gli occhi di scatto, allenti la morsa sulla sua veste, ti scosti rapida con un movimento agile per porti di nuovo frontale al suo viso, lì così seduti sull'erba sotto l'albero. Occhi di diamanti. { Solo l'Amore può salvarci } conquisti le ultime verba, sospiri, apri il cuore.



ALMIR  [folto] Le parole, i sussurri, il fiato contro il fiato, si danno un po' di tregua permettendo al cuore un respiro più profondo e lievemente meno agitato. Lei scivola lungo la guancia con la guancia dopo quel bacio, raggiunge la spalla dove dolcemente si poggia. Il suo capo di piuma e d'oro cerca conforto. Piega a sua volta la testa avvicinandola alla di lei e poggiandosi piano. Le sue braccia lo cingono ed il suo corpo le accoglie in festa. La guancia andrebbe quindi a contatto con i suoi capelli ed i capelli d'oro si mescolerebbero a quelli castani semilunghi di lui che poggiano anche sul collo di lei. La mano si alzerà e cercherà la sua testa da tenere li in una gabbia invisibile ricolma d'amore. L'altro braccio avvolgerà la schiena di lei presso la vita. Le sue parole continuano, la sua voce così preziosa per l'orecchio altrui sembra tremare e quasi cedere sotto i colpi di quei ricordi così duri "..conosco la storia che è stata affissa alla rocca da parte dei cavalieri, mi serviva solo un dettaglio, che il mandante fosse anche colui che ti ha costretta ad abbandonare la tua vita precedente, solo ora capisco quell'angoscia che ti ha strappata da quel mondo con la forza prima che con la volontà.."..la stringe a se, forte questa volta, sino a che il respiro quasi manchi e i loro corpi diventino catene con un solo respiro, un solo cuore, una sola anima che si ritrova in due parti divise in corpi diversi "..non mi serve altro.."..freddo questa volta il tono e lo sguardo resta fisso nel vuoto prima di rinchiudersi dentro le palpebre.   La sente vibrare come foglie scosse dal vento ed il capo si muoverà sull'altro carezzandolo come ad incoraggiarla.."..non lo saprà nessuno all'infuori di chi già ne è a conoscenza, non temere e non dovresti nemmeno chiedermelo.."..Ascolta il resto delle parole, si apre come mai sino ad ora aveva fatto, e questo, riempie il cuore di gioia. La lascia quando lei si discosta e si pone frontale. Ancora occhi negl'occhi. Resta in silenzio sorridendo appena e mostrando in volto quell'amore tutto per ella. Si alza quindi e compie un paio di passi per finire alle sue spalle dove si riabbassa ponendosi in ginocchio alla medesima altezza di lei. Le mani sfioreranno le sue braccia risalendo sino alle spalle dopo di che una scenderà davanti in un abbraccio. L'altra, scivolerà con le dita sulla spalla sino a raggiungere il collo e scendere lungo la linea della schiena fermandosi dove il vestito imbriglia la pelle. Sentirà tirare, tirare di lacci che scioglierebbero il corpetto nella parte superiore. Le labbra sulla pelle scoperta, non del tutto, in un bacio lungo e lento prima di raccogliere l'orchidea li dietro l'albero. La passerà  quindi sulla pelle, delicatamente in due, tre giri a rigare la pelle prima che il fiore spunti da dietro accarezzando la guancia di lei, il profumo di questo probabilmente, mostrerà l'orchidea alla mente ancora prima che lei la veda. Chiude gli occhi in quei movimenti fatti con amore.



ANTAIR  { . Folto . } Non le porti con te quelle parole, le parole che Almir favella. Avverti il nesso, compiuto. Sai adesso che il Ranger è a conoscenza di delitti, di un'ombra che pende sulla serenità della tua vita, sai ancora che Almir avrà più battiti del cuore di te, poichè dovrà sostenerti, per tutto il Viaggio. Ti fanno il solletico i suoi capelli, lui è così bello, lo ami, lo senti palpitare  nel cuore e fin dentro le ossa, tra le mani, il suo corpo è come l'alcova che desideri, quella che è sacra, chiede solo devozione. La stretta di quell'abbraccio è interminabile, per molto tempo si innalzerà verso le Stelle, quella fragranza di corpi giovani si unirà prima e -sempre- nell'Anima. Due lupi che corrono per la foresta, liberi, slittando senza mai perdervi, agili, feroci, ma fedeli. Tutto d'un tratto però decide di sollevarsi, inginocchiarsi dietro di te, slacciare molto lentamente i laccetti del corsetto dell'abito blu, del Blu della notte che si pavoneggia sulle vostre teste. Senti quasi subito il vestito allentarsi, ma poi… poi petali forti e dolci scivolano per accarezzare la tua schiena, mentre il profumo di un'orchidea si spande fino alle labbra, un odore dolce, gentile. Comprendi. Sorridi, sposti i capelli, in modo che tu possa offrirgli la schiena nuda, sono davvero piccoli movimenti, delicati di fiore in fiore. Il cielo si sveglia nei tuoi occhi, ma adesso, molto lentamente, abbasseresti le palpebre, socchiudendo gli occhi. Vibri come la corolla, vibri di intensità mai provate. Sei il petalo e sei il giardino che lo custodisce. Le labbra si schiudono, amano, baciano poche parole. Vuoi tornare alla notte del lago, perché devi solo ricucire uno strappo. Lo potrete chiamare così da ora in poi. { Almir } favelli sulle labbra, il nome di lui vola, da qualche altra parte andrà a posarsi. { Io ti sposerei, non c'è nessun motivo per il quale io non debba farlo. Io sì… ti amerei } e mentre l'orchidea ruota tra tutti i sensi della vita e del proprio senso, la foresta accoglie, per la prima volta, la vera libertà su cui ti sei da sempre nascosta. La più grande, la più dolorosa. La libertà di Amare. Di essere terribilmente felice, di essere Felice… sì… La tua libertà. Così ti volgeresti appena dopo aver favellato, un piccolo movimento del busto per permettere al viso di vederlo adesso, rimanendo dentro un profilo cristallino, speciale. Unico. Unica come sei Tu, sotto questa Via di Stelle. Gli sorridi. Non v'è altro che quel sorriso che conquista, dopo così tante parole di Amore. Libertà.



ALMIR  [folto] Sono momenti che scivolano via sul filo di emozioni che si cercano e si legano le une alle altre. Momenti le quali parole sarebbero solo un torto e ne deturperebbero la vera grandezza, ne sciuperebbero il candido manto bianco e puro delle intenzioni sincere e di quel darsi centimetro dopo centimetro scoprendo man mano un frammento di vita come mai sino ad ora si era mostrato. Conosce quel corpo dalle forme impeccabili e procaci, conosce il suo profumo di femmina che fa cadere in quell'oblio carico di piacere. Eppure, quando lei scopre la schiena in quel gesto lento e delicato ei trema, freme come lo stesso vento intrappolato fra mille cunicoli. Ama quella donna come sino ad ora non ha mai amato, ella è entrata nel suo sangue   dal primo istante ed è cresciuta in lui, con lui, man mano sempre di più sino a sentirla esplodere dentro oltre le umane comprensioni "..Antair."..vibra fra le labbra quando lei parla, si gira e il di lei sguardo lo mette con le spalle al muro sino a sentirsi indifeso. Gl'occhi potrebbero apparire lucidi sotto il di lei sguardo. Si avvicina ancora e quel fiore viene portato a sfiorare le nari di le "questo è solo un millesimo della bellezza che nasce in te, si è offerto in sacrificio grato di questo.."..lo sguardo rimbalza fra il fiore, splendido e bianco, puro e profumato, ed il suo volto, i suoi occhi che come pezzi di stelle si accendono illuminando questa notte cupa sotto le grinfie della nebbia. Alzerà quindi la mano per porre il fiore sopra l'orecchio di Antair e in mezzo ai capelli "..Sei una Dea, ora devo pregarti…" favella all'apparenza serio per quindi sedersi sui calcagni e sui polpacci con le cosce. Le mani vengono giunte ed il capo chinato in avanti. Le palpebre si chiuderebbero in un solenne silenzio.."..Io ti prendo come mia sposa davanti a quest'erba, a questa terra, davanti a questi alberi, davanti alla Dea Madre.."..apre le ambrate e le porta sulle altre.."..sei sicura di quello che dici? Poi dovrò rapirti e condurti nella capanna più sperduta e nascosta di questo mondo, dove potrò amarti per sempre.."continua osservandone ogni reazione. Sorride, unisce lo scherzo a parole vere come vero è che egli è un Ranger o come è vero che chi ha davanti è uno degli scopi della sua vita, quello più importante. Allungherà poi la dritta tirandosi su dalla posizione assunta. Intreccerà le dita con le dita per avvicinarsi e gettarsi, letteralmente, su di lei trascinandola sull'erba fredda e fresca come il loro Amore.



ANTAIR  { . Folto . } C'è una cosa sola da fare, non pensare a nessuna delle conseguenze dell'Amore, a nessun rimpianto, quanto rimorso, soprattutto alle catene, credere che l'amore sia una Gabbia, credere che questo porti via invece di donare. E sei pelle chiara, strati di Luna che sono scivolati via per renderti a questo momento, donarti -completamente-. Antair che eri la stella, sei rimasta brillante e cieca di luce, questo è il Vero. L'importanza che hai donato ad ogni cosa oggi qui, su questo prato, su questa erba, ti ha reso indietro tutto. Tutte le lacrime, le rabbie ed i sorrisi. Gli ultimi battiti del cuore, ma anche i primi. I primi teneri ritmi del cuore. L'Orchidea si poggia tra i capelli, si insinua con dolcezza, porteresti a piegare leggermente il collo sulla spalla  più vicina, senza appesantire alcuno sguardo. Lo senti. Egli Prega la Donna del suo cuore. { Questo è un Giuramento, è più di una Promessa. } ti avvicini, lasciando cadere il vestito, si adagia sui fianchi snelli. Sorridi in modo malizioso, complice, una nuvola che oltrepassa il cielo, lo fai con tenerezza infinita. Sei l'Alba che ancora deve arrivare. Sei la Notte che copre  il corpo di stelle. Allunghi il busto verso le labbra di Almir rubandogli un bacio proprio alla fine di quel -sacramento- { Ti amo, Ranger della Foresta, Vento del mio cuore. Almir della mia Vita } Nulla è più forte, più lucente questa notte. Scivoli via con lui, oltre l'albero, il verde del prato. E sarà lento, sarà veloce. Sarà tra voi immenso, quanto profondo. Sotto le stelle, la Madre vi accoglie e vi fa Suoi, ancora questa notte, intessendo poi le vostre labbra, i vostri sospiri. Energia della Foresta. La Guerra è lontana.


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Sarò per Voi l'ultima delle Fiaccole Ardenti




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