Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.

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Meticci Cani di Mannara

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    Salvo Amico
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    00 19/09/2014 16:45
    Meticcio Cane di Mannara nero con pelo lungo
    Questo bello meticcio maschio di Cane di Mannara colore nero,ha diverse ed ottime caratteristiche: come taglia, pelo lungo, bella presenza ecc., però in realtà e un meticcio in quando uno dei due genitori era un Cane di Mannara, mentre l'altro era di un'altra razza straniera.
    In questi ultimi 20 anni purtroppo,la maggioranza del nostro antico ceppo Originale di Cani di Mannara è scomparso, e tantissimi Cani di Mannara sono stati meticciati con Cani di diverse altre razze, e diversi amici appassionati del Cane di Mannara che credono di avere esemplari originali, in realtà non lo sono, in quando hanno sangue di meticciamenti con diverse altre razze.
    Il proprietario del Cane siccome è una persona seria, mi ha detto che è un meticcio con un'altra razza. Se invece era qualche altra persona poco seria, poteva dichiarare che era originale.
    Con quale razza è meticciato ve lo dico dopo.
    Pertanto, solo tramite un serio accertamento e verifiche nel d.n.a. sui pochi esemplari con più caratteristiche si può accertare in realtà quali sono i veri e propri esemplari di Cani di Mannara Originali rimasti.
    Cosa ne pensate?
    [SM=g7422]
    [SM=g7398]
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    cirasa72
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    00 19/09/2014 19:47
    Il cane sopra ha due caratteri interessanti che in altre razze è difficile trovare il pelo bello folto alla gola e le lunghe bandiere alle zampe ,anche io di recente ho visto un cane simile pastore belgo a pelo lungo con pastore maremmano se guardi bene però il cane ha pelo lanoso ma non è arricciato poi anche la testa non è un gran chè .

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    Salvo Amico
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    00 19/09/2014 21:51
    Sicuramente è meglio di alcuni meticci che certi inesperti vantano per Cani di Mannara.
    Questo Cane anche se è un meticcio, a diverse buone caratteristiche come il pelo abbastanza folto lungo ondulato e lanoso, collo con lungo pelo leonico nel petto, lunghe bandiere nelle zampe, ed in alcuni posti del suo manto si sta liberando del pelo invernale, e se lo osservi meglio, in alcuni posti è pure riccio.
    Come ho detto sopra,uno dei due genitori era un Cane di Mannara originale. Secondo te l'altro suo genitore di che razza potrebbe essere?
    [SM=g7422]
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    cirasa72
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    00 19/09/2014 22:45
    può essere pastore scozzese ,in alcuni tratti somiglia al setter irlandese

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    Salvo Amico
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    00 19/09/2014 23:15
    No
    è sempre un grosso Cane da Pastore straniero.
    Non cane di caccia.
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    Alabay Sicilia
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    00 21/09/2014 09:21
    secondo me c'è il caucaso
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    Salvo Amico
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    00 22/09/2014 00:02
    Risposta esatta
    Alcuni meticci di Cani di Mannara per Maremmani.
    [SM=g7422]
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    Salvo Amico
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    00 22/09/2014 00:13
    [SM=g7398]
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    Salvo Amico
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    00 22/09/2014 23:56
    Meticci
    Alcuni meticci con percentuale e caratteristiche basse di Cani di Mannara.
    Alcuni di questi Cani hanno circa dal 30 al 40% di sangue di Cani di Mannara e qualche caratteristica, ma sono da scartare.
    Eppure qualche proprietario incompetente dei suoi Cani,li ha vantati per Cani di Mannara.--- Mentre la maggioranza dei vecchi pastori esperienti, ha ammesso che sono dei meticci con alta percentuale di sangue di altre razze, e che se ne avessero la possibilità, gli piacerebbe tantissimo allevare il vecchio ed antico ceppo nostrano dei nostri Cani di Mannara originali.
    [SM=g7422]
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    Salvo Amico
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    00 23/09/2014 00:35
    Altri meticci
    Altri meticci di Cani di Mannara di cui alcuni con buone percentuali di caratteristiche e di carattere, come quelli delle prime foto, altri si ibridato o meticciano con Maremmani e Spini, altri ancora con Maremmani e altre razze, e come si può osservare nelle ultime foto, si sono pure meticciati con maremmani e lupi ed hanno evidenti musi lupoidi.
    Cmq ("sono sempre dei meticci").
    [SM=g7422]
    [SM=g7398]
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    cirasa72
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    00 23/09/2014 08:15
    ma le foto 15 e 16 li hai fatte dall'ospedale di Troina?

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    Salvo Amico
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    00 23/09/2014 14:37
    Vedo che anche tu hai girato come turista e che diversi posti ti sono rimasti impressi.
    Io diversi anni fà come turista e durante le mie ricerche sui Cani di Mannara, avevo scattate alcune foto panoramiche amatoriali dal punto più alto di Troina mt 1121 s.l.m.
    Per quando riguarda l'ospedale non so dove si trova, ma sicuramente deve essere quella grande costruzione lato sx della foto nr. 15.
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    Salvo Amico
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    00 23/09/2014 15:06
    Se sono pure tra le tue conoscenze questi altri posti
    e che sicuramente tu come scultore dovresti conoscere benissimo.
    [SM=g7422]
    [SM=g7398]
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    cirasa72
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    00 23/09/2014 15:57
    l'ospedale vecchio è accanto dove hai fatto la foto nello spiazzale quello che si vede sotto è un'altra struttura chiamata Oasi ,almeno credo .

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    Salvo Amico
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    00 23/09/2014 16:03
    Bene
    se sono tra le tue conoscenze anche i luoghi di queste tre foto.
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    cirasa72
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    00 23/09/2014 19:39
    Il paese dovrebbe essere Cerami la statua me la ricordo a Cesarò e del 96 se non sbaglio ... [SM=g7515]

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    Salvo Amico
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    00 23/09/2014 22:09
    Le ultime due foto e la roccia con la statua sono di Cesarò, mentre quella della prima foto è il Castello di Gagliano Castelferrato.
    Gagliano Castelferrato è attraversato dalla Strada Provinciale che da Agira conduce a Troina, l’abitato di Gagliano sorge in provincia di Enna, nella media valle del fiume Salso, un tempo parte meridionale del Val Demone. Il Salso Cimarosa o Sugara è un fiume della Sicilia orientale che scorre interamente nel territorio della Provincia di Enna, nasce dai monti Nebrodi, ha origine da monte Pizzo Gallo in territorio di Nicosia e dopo aver attraversato i territori dei comuni di Agira, Regalbuto, Gagliano Castelferrato e Centuripe diventa tributario di destra del Fiume Simeto e lungo il suo corso superiore sbarrato da una diga all'altezza di Regalbuto, forma il grande Lago di Pozzillo. Come il suo omonimo, il fiume Salso (o Imera Meridionale) tra il territorio di Caltanissetta ed Enna, (però il primo è un affluente del Fiume Simeto), mentre il Bacino del Fiume Salso o Imera meridionale ricade nel versante meridionale della Sicilia ed è il secondo per grandezza con i suoi 2.000 Kmq; il suo sviluppo preferenziale è in senso nord-sud, dalle Madonie (a 1912 metri s.l.m.) al Mar Mediterraneo, dove sfocia alla periferia orientale dell’abitato di Licata.
    Come mai questi due Fiumi allora li hanno battezzati entrambi con lo stesso primo nome, visto che nascono e sfociano in due territori completamente diversi?
    Il paese di Gagliano è adagiato ai piedi di una grande roccia, a quota 651 metri, mentre le creste della stessa sfiorano quasi gli 800 metri d’altezza. Lo sperone roccioso, circondato da colline, permetteva il controllo della vallata che degrada fino a 380 metri di quota.
    Abitato fin dai tempi più remoti, come testimoniano le diverse necropoli scavate nella roccia ed i numerosi affioramenti di materiale ceramico, il territorio di Gagliano divenne sede di un insediamento stabile nell’area costituita dal grande massiccio roccioso, utilizzato successivamente come castello residenziale fortificato, sicuramente fin dal periodo bizantino, con finalità strategico-difensive. I Musulmani legarono il nome di tale sito a “ruqqah”, la “fortezza”, ed a “qal’at”, la “rocca”; successivamente, i Normanni ampliarono e potenziarono il fortilizio realizzando delle strutture murarie all’interno dell’imponente complesso.
    Il significato del nome “Gagliano” può essere ricondotto a “Galarìa”, dal greco “gála” = “latte” e “riòs” = “rivo” o “torrente”, pertanto fiume di latte o fiume bianco, poiché nelle vicinanze il fiume Salso si presenta ricco di sali potassici. Altra ipotesi farebbe derivare tale nome dal latino “Gallianum”, costituito da “Gallius”, nome personale latino, e dal suffisso prediale “-anu” che lascerebbe pensare ad uno dei tanti latifondi di proprietà di famiglie romane. Per ricordare l’imponente castello posto sulla rupe “di ferro”, al nome Gagliano fu aggiunto “Castelferrato”, ufficializzato in tempi recenti, precisamente nel 1862, anche perché l’abitato è stato da sempre in simbiosi alla sua rocca.
    Le prime attestazioni sul nome “Gagliano”, ad oggi conosciute, risalgono al 1081, quando territorio ed abitato sono compresi nella diocesi di Troina ed il toponimo è “Galianum”; più tardi, nel 1142, si riscontrano le forme “Gallianum”, Gallianon” e “Galianon”. Edrisi fa menzione di “gallîânah”, mentre nelle decime del 1308 è indicato “Gaglanum” (“castrum” e “terra”), anche se nel 1366 è attestato come “casale”. Nel 1408 è riscontrato con “Castrum Gagliani” e le menzioni di terra e castello rimangono le stesse fino al XVII secolo, periodo in cui la fortezza sarà definitivamente abbandonata.
    Accanto all’insediamento rupestre si conserva l’agglomerato rurale costituito da semplici abitazioni in muratura. Tale impianto sorge, infatti, nella parte sottostante il castello; esso è tipicamente medievale. Risalirebbe ai secoli XI-XII l’edificazione della chiesa madre, dedicata al patrono S. Cataldo, rimaneggiata più volte, in particolare sul finire del XVI secolo, nella quale spiccano un pregevole campanile con cuspide maiolicata ed un elegante portale-prospetto datato 1589 con le insegne delle famiglie Galletti e Centelles.
    L’enorme complesso roccioso, costituito da tre rupi poste molto vicine tra esse, ha occupato una posizione strategica, tanto da svilupparsi attraverso una serie di ambienti ipogei, un vero e proprio habitat grottale, situato a quote differenti. Certamente, parte di tali ambienti erano destinati a magazzini e depositi di derrate alimentari, soprattutto cereali, mentre un razionale sistema di raccolta delle acque piovane, diffuso per tutta l’area del castello, riusciva ad alimentare parecchi pozzi e cisterne, al fine di permettere agli abitanti di resistere per lunghi periodi all’assedio di eventuali nemici.
    Dalla cosiddetta “Porta Falsa” (il cui secondo termine sarebbe da ricondurre a “fàusa” e da questo a “balza” = “rocca scoscesa”), si supera la prima cinta muraria, quella più esterna e, forse, la più recente, posta proprio ai piedi della rupe, per proseguire in salita lungo un ripido sentiero a gradini intagliati nella pietra, il quale permette di raggiungere un secondo ingresso che dà l’accesso al nucleo centrale del “kástron” bizantino o del “castrum” normanno, il “luogo forte”, il cuore del castello di Gagliano.
    Ricavati nella roccia vi sono diversi posti abitativi e di difesa del passato.
    Uno dei tanti ambienti doveva accogliere il cosiddetto “centìmulo”, macina girevole azionata manualmente o mossa dalla forza animale (es. da muli), impiegata nella molitura dei cereali.
    Il paese è menzionato dal Fazello come un <> e Vito Amico riporta che la rocca possedeva <>, tutte incavate per massima parte nella roccia. Nello spazio tra due di queste rupi a strapiombo venne realizzato un edificio in muratura, a pianta rettangolare ed a diverse elevazioni, e dove ancora, nella parte basale si possono scorgere alcune incavature che servivano per collocare le giare dell’olio.
    Nei pressi del castello sorgeva pure un’antichissima chiesa rupestre dedicata a S. Pietro, la quale risulta testimonianza di una persistente devozione popolare, poiché il sito s’inserisce nel contesto di un’area precristiana e di una necropoli.
    All’inizio dell’età moderna, nel 1515, Almerico Centelles si investe della terra e castello ed un suo successore, nel 1561, riceve da Filippo II il titolo di conte. Seguono nel Seicento le famiglie dei Galletti e dei Castelli.
    La roccia arenaria, facilmente lavorabile, permise la realizzazione di un cospicuo numero di palmenti o pigiatoi, vasche impiegate nella pigiatura e nella lavorazione dell’uva sullo stesso luogo di coltivazione della vite.
    Questo castello qualche domenica è da visitare, come tanti altri bellissimi posti di quelle colline e di quei vicini luoghi.
    Ogni sabato vi è il mercato come pure a Troina.
    [SM=g7422]
    [SM=g7398]
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    cirasa72
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    00 23/09/2014 22:56
    alla diga ancipa ci andavo spesso per raccogliere funghi ,lumache ,castagne all'interno della riserva .
    vicino Nicosia nasce il primo Salso nel monte Gallo ,l'altro nasce da Petralia quello che costeggia l'autostrada e finisce a Licata Ag si chiamano salso perchè sono salati .
    Per il paese Gagliano pensavo che derivasse dalla fam. Galletti di Palermo e principi di San Cataldo .Nella chiesa madre si vedono i galletti siciliani .

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    Salvo Amico
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    00 24/09/2014 01:54
    Re:
    cirasa72, 23/09/2014 22:56:

    alla diga ancipa ci andavo spesso per raccogliere funghi ,lumache ,castagne all'interno della riserva .
    vicino Nicosia nasce il primo Salso nel monte Gallo ,l'altro nasce da Petralia quello che costeggia l'autostrada e finisce a Licata Ag si chiamano salso perchè sono salati .
    Per il paese Gagliano pensavo che derivasse dalla fam. Galletti di Palermo e principi di San Cataldo .Nella chiesa madre si vedono i galletti siciliani .


    Per quando riguarda i due Fiumi Salsi, (anche se sono entrambi salati), però visto che si trovano nella stessa Regione ed in due zone diverse, e percorrono due itinerari diversi e due sbocchi nei mari diversi, era meglio se allora li battezzavano con due nomi diversi per non fare confusioni.
    Sono da fotografare i Galletti siciliani scolpiti nella chiesa madre di Gagliano Castelferrato, tu li hai visti?
    [SM=g7422]



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    cirasa72
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    00 24/09/2014 19:55
    per fotografarlo ci vorrebbe una macchina con un buon obbiettivo sono proprio nel prospetto principale ci sono due stemmi in uno c'è un galletto con la cresta a coppa .

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    cirasa72
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    00 24/09/2014 20:08
    non ricordo se è quello di destra o sinistra ,comunque è lo stemma sopra una colonna di questa chiesa.

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    Salvo Amico
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    00 24/09/2014 20:15
    Qualche giorno possiamo farci una passeggiata con l'auto, andiamo ha prenderci un bel caffè, facciamo alcune foto, è verifichiamo queste antiche Coppe, e nel frattempo, possiamo fare pure con una fava due piccioni e contattare i contadini e pastori di quelle zone se alcuni conservano ancora animali autoctoni.
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    Salvo Amico
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    00 27/09/2014 18:43
    Altro ceppo di esemplari di Cani da Pastori Australiani in una mannara del Nisseno.
    Cani da Pastori Australiani ne esistono di diversi ceppi e taglie.
    Questi Cani Australiani di piccola taglia,collaborano tantissimo nella conduzione delle Pecore al pascolo e durante la mungitura, specialmente per quelle Pecore più selvagge che non vogliono essere munte, (ed al comando del suo padrone), i Cani li fanno avvicinare al "vadile" (l'apposito mungitoio.
    Questi Cani Australiani,sono stati allevati per proteggere il bestiame e quindi mantengono nella loro indole una forte natura protettiva. Sono cani da guardia avidi e estremamente leali e sempre obbedienti verso i loro proprietari.
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    Salvo Amico
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    00 02/10/2014 17:23
    Discreto Cane di Mannara quattrocchi che ha preso parte nel film " Rosso Malpelo".
    Rosso Malpelo è un bambino che vive in una famiglia talmente povera che il padre, per necessità, lo porta a lavorare in miniera. Un giorno il padre muore, schiacciato da una frana e Rosso Malpelo rimane solo, perché la madre se ne va dal paese con il suo nuovo marito e poi la sorella parte con il fidanzato. In miniera Rosso Malpelo fa amicizia con Ranocchio, un altro bambino, che si ammala gravemente. Rosso Malpelo se lo carica sulle spalle e lo porta a casa, per farlo morire vicino alla madre. In seguito, quando il padrone della miniera lo manda a lavorare in una galleria pericolosa, Rosso Malpelo ci va, perché, pensa: "Io sono Malpelo e se muoio nessuno mi cerca".
    Il film è tratto da una novella dell'opera di Giovanni Verga Vita dei campi (1880). In essa descrive la realtà di povertà e sfruttamento delle classi disagiate in Sicilia alla fine del XIX secolo, realtà che egli conosceva ma che emergeva altresì dalle richieste del Regno d'Italia da poco formatosi 1861.
    [SM=g7422]
    [SM=g7398]
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    Salvo Amico
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    00 02/10/2014 17:49
    Un'altro discreto Cane di Mannara quattrocchi degli anni passati, (con sembianze di quello del film), però quest'ultimo ha il pelo più riccio.
    Lo chiamiamo "disctreto" perchè ha il muso sottile, ma con tutte le altre caratteristiche della razza.
    [SM=g7422]
    [SM=g7398]
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    Salvo Amico
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    00 17/10/2014 15:56
    Meticcia pezzata.
    Spesse volte strada facendo,ci capita spesso di incontrare qualche esemplare di meticcio Cane di Mannara con alcune ma poche caratteristiche della nostra antica razza, e cosi' l'altro giorno ho incontrato e fotografato sulla strada questa femmina meticcia pezzata con speroni nelle zampe posteriori, ma con circa il 20% di Cane di Mannara ed il resto di Maremmani e di qualche altra razza.
    Diversi anni fà invece,nelle nostre zone del Nisseno e nei limitrofi territori di Agrigento ed Enna, si incontravano solo esemplari dei nostri antichi ed autoctoni Cani di Mannara originali.
    [SM=g7422]
    [SM=g7398]
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    Salvo Amico
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    00 17/10/2014 16:24
    Marcato.
    Vecchio marcato di Pecore Pinzirite, alcuni Maiali, ed alcuni discreti Cani di Mannara con il pelo semilungo.
    Foto degli anni passati.
    [SM=g7398]
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    cirasa72
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    00 17/10/2014 19:46
    Il cane della foto 5/6 e'un bel cane somiglia al mio ,ha la testa ottima .

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    Salvo Amico
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    00 17/10/2014 22:13
    Il Cane della 4 - 5 - 6 - 7 foto è sempre lo stesso discreto Cane (estinto), mentre quello delle ultime due foto, è un meticcio di San Silvestro di Canicatti' discendente dagli allora originali Cani di Mannara del B.ne La Lomia, ("e diversi decenni fà"), il B.ne ne aveva ceduti alcuni esemplari di Cani di Mannara originali al G.le Sammartino di Pioppo.
    A San Silvestro, dopo che si estinse il vecchio B.ne, si estinsero pure quei bellissimi ed originali Cani di Mannara, ed oggi sono tutti meticciati.
    [SM=g7285]
    [SM=g7422]
    [Modificato da Salvo Amico 17/10/2014 22:16]
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    Alabay Sicilia
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    00 19/10/2014 18:12
    Cani del Barone
    Scusami Giovanni, ma non avevi detto che i cani del Barone erano degli incroci con i corso?
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