Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.

L'Isola Incantata delle Figlie della Luna Un luogo protetto dalle Nebbie in cui le Fanciulle studiano insieme...

Il Mirto

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    lilith63
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    Viandante
    00 26/01/2014 15:33
    Oggi, strana ed inaspettatamente tiepida giornata primaverile in pieno inverno, mi sono svegliata e sono andata al vivaio a prendere una pianta di Mirto... Non so perchè, ma sono un paio di giorni che sentivo questo desiderio.... e ora che mi sono documentata, questa pianta profumata mi piace sempre di più.
    leggo dal sito Elicriso:
    La pianta di mirto è stata da sempre associata all'universo femminile e alla femminilità.

    Nell'antica grecia i nomi di molte eroine ed amazzoni avevano tutte la stessa radice: Myrtò, Myrsìne, Myrtìla. Myrtò era un'amazzone che aveva combattuto Teseo come Myrìne era la regina delle Amazzoni, in Libia. Si chiamava Myrsìne una profetessa del santuario di Dodona che per un responso nefasto morì tragicamente.

    Ma anche la mitologia greca e latina associano il mirto a divinità femminili infatti era la pianta sacra ad Afrodite. In particolare Ateneo narra un'antica leggenda che vede come protaginista Erostrato, fedele ad Afrodite che durante un viaggio in mare fu sorpreso da una tempesta. Allora la dea gli apparve sotto forma di piccole foglioline di mirto spuntate improvvisamente dalla sua statueta che Erostrato aveva con se. Questo fatto diede coraggio ai marinai che così riuscirono ad approdare in un porto sicuro e salvarsi. Una volta a terra Erostrato depose la statuetta con le foglie di mirto nel tempio di Afrodite ed intrecciò una corona di rami di mirto che da allora venne chiamata "Naucràtis" ovvero "signora delle navi".

    Il mirto è stato da sempre il simbolo della fecondità tanto che Plinio lo aveva soprannominato "Myrtus coniugalis" in quanto si usava nei bancheti di nozze come augurio di una vita serena e ricca di affetti.

    Nei canti cretesi rappresenta da sempre una pianta afrodisiaca tanto che si esorta chi vuole essere amato a raccoglierne un ramo.

    Il mirto è anche considerata una pianta di buon augurio e di buona fortuna tanto che quando si doveva partire per fondare una nuova colonia ci si cingeva il capo con una corona di mirto come augurio appunto di buona sorte.

    Il mirto però ha anche un significato funebre. Infatti nell'antica Grecia si raccontava che Dioniso, quando era sceso nell'Ade per liberare la madre Semele aveva dovuto lasciare in cambio una pianta di mirto. Da allora il mirto ha rappresentato l'oltretomba ed i defunti. Questa doppia valenza del mirto, da una parte pianta solare e ben augurale dall'altra pianta funebre, non deve stupire infatti la vita e la morte sono sempre stati un tutt'uno nell'universo e l'aspetto funebre non è da vedersi in senso negativo ma semplicemente come l'evolversi della vita.
    .... meraviglioso! [SM=x728042]
    http://www.myworld.mi.it/vallejo1/vallejo1/vallejo10.jpg
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    Elke
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    Guardiana
    Anziana dell'Isola
    00 27/01/2014 00:41
    Proprio in questi giorni anch'io mi sono imbattuta di nuovo nel meraviglioso Mirto, ed anch'io lo sto un po' "corteggiando" perché mi riveli il suo spirito. L'ho incontrato durante una passeggiata e ne ho raccolto le bacche scure e turgide, ed alcune foglioline dall'intenso aroma. Ora le tengo qui e aspetto...
    Ricordo anche che il Mirto è una pianta legata alla Bona Dea romana, la misteriora figura, a volte moglie a volte figlia di Fauno, fustigata con rami di Mirto. A causa di ciò, durante le sue celebrazioni che erano esclusivamente femminili (cosa rarissima a Roma), il Mirto era bandito e non poteva assolutamente far parte degli addobbi del luogo di culto (che era la casa di uno dei più alti funzionari romani, famoso è l'episodo in cui la cerimania che si svolgeva in casa di Cesare fu profanata dall'intervento del tribuno Clodio travestito da donna).




    Omnia vincit amor et nos cedamus amori.
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