Ognuno instaura con De Gregori-artista il rapporto che crede.
Il mio rapporto nasce negli anni '80 quando dopo gli anni 70 il disimpegno si prende la sua rivincita all'insegna del rampantisno. Mentre i giovani riemipono le discoteche, lui canta la tragedia del Titanic, dell'immigrazione, di "ragazze slave venute allo sprofondo". Mentre avanza la politica come investimento, carriera, malaffare, lui fa una canzone contro Craxi e si schiera dalla parte di "chi ruba nei supermercati" contrapposto a "chi li ha costruiti rubando".
Questo è il mio De Gregori, coerente con quello degli anni '70, capace di affrontare controcorrente gli anni '80 con una lucidità coerente con la sua storia.
La critica all'esistente è sempre stata presente nelle sue canzoni nìgiliori, ma ovviamente non è un obbligo e il suo ultimo album piace anche a me (molto meno il precedente). Diverso pero' è il tono delle interviste, l'apposggio a Monti, la critica da destra ad una sinistra italiana. Ma la sinistra italiana, che non gli piace più, ha già seguito tutte le sue indicazioni, come si vede anche dalle ultime dichiarazioni di Renzi, la libertà di licenziareecc. è già una destra cmmuffata da sinistra. Francesco cosa vuoi di piu'? Invece di andare ad incontrare Monti mi piacerebbe una canzone sull'ex impiegato di 50 anni della mia città che prima di Natale si è impiccato con un avviso di sfratto in tasca, dopo avere perso il lavoro e averne cercato invano un altro. Ma probabilmente sono solo un inguaribile romantico.