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Il vangelo di Matteo

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    AlfredoGennari
    Post: 630
    Città: PIAN DI SCO
    Età: 76
    Sesso: Maschile
    00 11/12/2013 20:41
    Il vangelo di Matteo è sempre stato conosciuto con questo nome e Matteo è sempre stato identificato con il gabelliere la cui chiamata alla sequela di Gesù viene narrata in Mt 9, 9-13 (vedi anche Mc 2, 13 e Lc 5, 27 che lo chiamano Levi per cui si deve supporre un cambiamento di nome come è avvenuto per Simone-Pietro). Matteo è divenuto uno dei 12 e il suo nome è presente in tutte le liste dei 12 che si trovano nei vangeli.

    Matteo presenta Gesù come il nuovo Mosè, condottiero del suo popolo, e insieme suo re. Lo vuol mostrare come la persona (il Messia) che adempie tutte le profezie del VT.
    Infatti il vangelo di Matteo contiene il maggior numero di citazioni dal VT (41), 10 delle quali non si trovano in nessun libro del NT. E 37 citazioni sulle 41 totali vengono introdotte dall’espressione “affinché s’adempisse”.
    E’ chiara dunque l’intenzione di Matteo di affermare che Gesù è il profetizzato punto d’arrivo della storia del vecchio popolo di Dio, Israele.
    Quindi nessun contrasto fra Gesù e la Legge di Mosè (Mt 5, 17), ma estremo contrasto con i Farisei i quali l’avevano interpretata pensandola comprensiva delle “tradizioni degli anziani” (vedi “Il vangelo di Matteo: post-it 2” - è, questo, un meccanismo che si è ripetuto tranquillamente per la Chiesa Cattolica, la quale ha aggiunto alla Parola di Dio la “Tradizione”, consistente in tutti gli insegnamenti e dottrine pensati da uomini importanti della stessa chiesa nel corso dei secoli).

    Con questa impostazione data al suo vangelo, Matteo in un certo qual modo “tranquillizza” tutti gli appartenenti a Israele mostrando loro che Dio non ha dimenticato il Suo popolo ed ha mantenuto tutte le Sue promesse riguardanti “il profeta simile a Mosè”, il messia “figlio di Davide” che avrebbe occupato il trono del grande re Davide.
    Ma il regno del “figlio di Davide” è un regno diverso da quello del vecchio re Davide ed è la chiesa, la comunità dei credenti, che non è limitato alla vita su questa terra ma che si proietta nell’eternità.
    Inciso – Non è un caso che quello di Matteo sia il vangelo che più di tutti si dilunga nel descrivere, tramite parabole, il regno dei cieli.

    Quando scrive Matteo?
    Fra gli antichi scrittori soltanto Ireneo di Lione (fine II secolo) fornisce una data e dice che Matteo avrebbe scritto prima del 68.
    Certamente non scrive dopo il 70 (data della distruzione di Gerusalemme e del tempio) perché non c’è nessunissimo accenno a un tempio già distrutto ma unicamente una profezia fatta da Gesù (cap. 24 da v. 15 al v. 27) con il linguaggio tipico delle profezie, quindi abbastanza vago nel suo complesso.
    Potrebbe avere scritto anche prima e cioè negli anni intorno al 50, dato che dalle dispute fra Gesù e i Farisei descritte dall’evangelista si potrebbe arguire che era molto sentita (vedi il racconto di Atti 15) la questione del ruolo che doveva avere la Legge di Mosè nella conversione dei Gentili, cioè i non ebrei.
    La riunione descritta da Atti 15 avviene proprio nel 50 d.C. e anche Paolo ne fa menzione nella sua lettera ai Galati (cap 2).
    E non è da escludere che, proprio nel corso degli anni 50, Matteo abbia voluto scrivere il suo vangelo dandogli proprio questo taglio: Gesù adempie la Legge e non l’abolisce, ma la Legge finisce di avere importanza perché essa stessa si dava il compito di portare a Gesù (vedi Galati 3, 15-26).

    Un po’ di storia
    Se fino al tempo della nascita di Gesù (che avviene circa nell’anno 6 a.C.) e anche oltre (quindi praticamente dall’inizio dell’impero di Augusto a Roma e del regno di Erode il grande in Palestina), gli Ebrei avevano attraversato un periodo abbastanza tranquillo grazie alle vedute abbastanza accorte dei due regnanti, non così si può dire del periodo successivo alla morte di Gesù e quindi anche del periodo della crescita della chiesa.
    Infatti il comportamento tirannico e offensivo di Ponzio Pilato prima, e successivamente la notevole stupidità di Caligola, divenuto imperatore nel 37 d.C., che volle costringere i Giudei a subire il culto dell’imperatore (vennero imposte le immagini di Caligola divus = dio in tutti i luoghi pubblici comprese le sinagoghe), fecero rinascere e rinvigorire la già forte avversione dei Giudei verso la dominazione straniera fino ad arrivare alla rivolta e alla cosiddetta guerra giudaica che iniziò nel 66 e terminò nel 70 con la distruzione di Gerusalemme e del tempio.
    Questo avvenimento segnò la fine del culto ebraico voluto dalla Legge di Mosè. Esso realizzava la profezia di Gesù (Matteo 24).
    Il vecchio popolo di Dio aveva finito il suo compito, la Legge di Mosè trovava il suo pieno compimento nella fede in Gesù.
    Quindi il Regno di Dio, sembra voler dire Matteo, continua e accoglie gli uomini di tutte le parti del mondo, uniti non più da rituali più o meno esteriori ma dalla sola fede in Gesù.









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    Orchidea
    Post: 520
    Sesso: Femminile
    00 12/12/2013 13:44
    Scrittore: Matteo
    Dove fu scritto: Palestina
    Quando fu completato: ca. 41 E.V.
    Tempo a cui si riferisce: 2 a.E.V.–33 E.V.