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Crossover mania

  • Messaggi
  • _Fedra_
    00 03/12/2013 20:07
    quando i Pevensie arrivano a Hogwarts
    Salve a tutti!
    Come potete leggere dalla presentazione, sono una fan incallita di Harry Potter e Le Cronache di Narnia, a tal punto da fondere le due saghe in un unico crossover, a cui sto dedicando una serie.
    Sono parecchi anni che ci sto lavorando, ma non avrei mai pensato di riuscire a pubblicarla.

    L'ispirazione mi è venuta dopo aver visto al cinema Harry Potter e la Pietra Filosofale (stiamo parlando del dicembre del 2001!), quando, trasportata dall'immaginazione, ho pensato di regalare a Harry una sorella gemella con cui avrebbe dato la caccia agli ultimi seguaci di Voldemort.
    Qualche anno dopo mi sono imbattuta ne Le Cronache di Narnia e lì è stato amore a prima vista con il personaggio di Edmund, così carico di luci e ombre, che si è rivelato il mio vero e proprio alter ego letterario.
    Contemporaneamente mi è capitato tra le mani Il Principe Mezzosangue e a quel punto non ho saputo resistere nel dare vita al crossover vero e proprio.
    L'accrescersi di atmosfere dark degli ultimi libri di Harry Potter hanno fatto il resto.
    Quello che leggete oggi è il risultato di tanti anni di sogni a occhi aperti, appunti e continue riletture di queste due meravigliose saghe fantasy che finalmente sono diventate realtà sulla carta.
    Spero che amiate anche voi i miei personaggi come io ho amato loro durante la mia adolescenza!

    LA PROFEZIA PERDUTA

    Continuano le avventure dei fratelli Pevensie tra le mura di Hogwarts.
    Per Edmund non è facile essere un Serpeverde. Bisogna sopravvivere alle spietate angherie di Draco Malfoy e allo stesso tempo difendere l'amicizia con i Grifondoro, che lo hanno strappato dalle grinfie della strega più sanguinaria di tutti i tempi. E, quando Harry Potter inaugura un gruppo di segreto di Difesa Contro le Arti Oscure, per il ragazzo non sarà facile accedervi senza affrontare il pregiudizio degli altri. Solo Jane, la sorella gemella di Harry, riesce a vedere in lui una luce che nessun altro nota.
    Voldemort è tornato ed Edmund sa bene che gli sta dando la caccia. Ora il suo legame con i Potter è diventato di vitale importanza. Qualcosa di inevitabile, molto più profondo dei suoi sentimenti per Jane, qualcosa di annidato nel suo oscuro passato, finirà per unire indissolubilmente il suo destino a quello dei gemelli.




    continua -------> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2315807&i=1
  • _Fedra_
    00 03/12/2013 20:13
    dal capitolo 1_Insonnia
    Quando Alhena Black riaprì finalmente gli occhi, si ritrovò distesa sul pavimento in posizione fetale, con le mani e i piedi legati da due robusti pezzi di corda.
    Era ormai notte fonda e la luce perlacea della luna illuminava a tratti i mobili rovesciati del piccolo studio semicircolare, comparendo e scomparendo tra le basse nubi che promettevano pioggia.
    La Strega Suprema ghignò nell’oscurità polverosa.
    Di certo, le impressioni che le aveva dato Jane Potter quattro anni prima si erano rivelate esatte.
    Dietro quell’aria da folletto impaurito, con quei grandi occhi verdi spalancati e la folta criniera di riccioli corvini, si nascondeva davvero un leone pronto a tirare fuori zanne e artigli nel momento in cui la sua sopravvivenza fosse stata in grave pericolo.
    Una vera Grifondoro.
    Di certo era cresciuta, negli ultimi tempi.
    Pensava che avrebbe dovuto metterci molto di più a spaventare il piccolo angioletto e indurlo a fare qualcosa di completamente estraneo alla sua anima bianca come il latte, come per esempio afferrare una lampada e scaraventarla in testa a una donna voltata di spalle.
    Avvertiva ancora il sangue rappreso colarle lungo la schiena dalla ferita che le aveva aperto tra i capelli scuri, che ora bruciava più che mai.
    Ma non importava: sicuramente la Potter non era rimasta con le mani in mano e, per quell’ora, i prigionieri dovevano essere ormai lontani. In casa non era rimasto nessuno.
    Era sola.
    La lama d’argento di un corto pugnale abbandonato sul pavimento ricoperto di detriti rifletté i suoi occhi neri, sgranati in un’espressione folle.
    Quanto erano belli, le diceva sempre sua madre.
    Occhi d’ebano, che alla luce del sole si scioglievano in una densa sfumatura color cioccolato.
    Erano grandi, allungati all’estremità, con delle ciglia folte e sensuali.
    Gli occhi dei Black.
    Ciascuno di loro li possedeva.
    Erano il tratto distintivo della famiglia sin dalla prima generazione.
    Chiunque ne era affascinato e impaurito allo stesso tempo.
    In lontananza, un gufo lanciò il suo sinistro richiamo e il corpo di Alhena venne percorso da un brivido.
    Conosceva bene quella sensazione, anche se negli anni aveva imparato a nasconderla, ma mai prima di allora era stata così forte, tale da farle battere i denti nell’oscurità.
    Paura.
    Il piano era funzionato alla perfezione, fino a quel momento.
    Ora restava solo l’ultima parte, quella che temeva di più.
    Erano quasi quindici anni che la Strega Suprema sapeva di essere condannata.
    Era stata una decisione presa molto tempo prima e lei, come voleva la tradizione dei Black, non si sarebbe mai rimangiata un giuramento.
    Solo che allora, presa com’era da tutt’altre emozioni, così giovane, potente e fragile allo stesso tempo, ignorava del tutto la portata che avrebbe avuto il suo gesto.
    Tante volte aveva ucciso a sangue freddo e provato un misto di gioia ed eccitazione nel vedere scorrere il sangue.
    Ma, ora che toccava a lei morire, il terrore la paralizzava.
    Sentiva che la morte era lì, sempre più vicina.
    Avvertiva i suoi passi frusciare sul tappeto verde e argento, a pochi metri da lei.
    −Alhena Black.
    La Strega Suprema levò il capo a fatica e per poco non si lasciò sfuggire un urlo.
    Tante volte aveva immaginato il suo ritorno, con un misto di paura e speranza.
    Avrebbe dato qualsiasi cosa per poter rivedere anche solo per un attimo quei tratti affilati e aristocratici, i fluenti capelli scuri e i suoi bellissimi occhi blu carichi di ardore.
    Ma la creatura che in quel momento era china su di lei non era più il Tom Riddle che ricordava.
    Al suo posto c’era un essere dagli occhi iniettati di sangue, la pelle cerea come quella di un cadavere che gli ricopriva il volto scarno simile a un teschio, in cui il naso e la bocca si aprivano come due fessure scavate nel gesso.
    −Ti aspettavo – fu tutto quello che riuscì a sussurrare in risposta.
    −Lui dov’è? – chiese Lord Voldemort.
    −È morto.
    Ci fu un attimo di silenzio.
    −Bene, − sussurrò lui rigirandosi tra le lunghe dita il pugnale d’argento – vorrà dire che presto vi rivedrete all’inferno.
    Alhena si sentì svenire per la paura, ma resistette con tutte le sue forze all’impulso di serrare gli occhi.
    Voleva avere lui come ultimo ricordo della sua vita, quel volto simile a un teschio che era stato allo stesso tempo la sua felicità e la sua dannazione.
    −Eccomi, sono pronta – gemette.
    E, quasi senza rendersene conto, sorrise al suo destino.

    continua -------> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2315807&i=1
  • _Fedra_
    00 12/12/2013 23:44
    Re: dal capitolo 2_Parenti ficcanaso e altri guai
    DAL CAPITOLO:

    "−Chissà che cosa intendeva Susan quando ha detto ‘nascondi la cicatrice’ – disse Jane mentre Albert parcheggiava davanti al numero 17 di Victoria Street.
    La risposta arrivò automaticamente quando il signor Collins spense l’autoradio.
    Le urla e il rumore di piatti in frantumi si sentivano benissimo anche con i finestrini tirati su.
    −Okay, nascondiamo la cicatrice – sentenziò Jane frettolosamente, sporgendosi verso Harry e appiattendogli la frangia sulla fronte.
    −E ti consiglio di liberare Edvige. Non credo sia ben accetta qui dentro – aggiunse Albert preoccupato.
    Harry annuì nervosamente, aprendo il finestrino e spalancando la gabbia di Edvige.
    La civetta lanciò un fischio acuto e si defilò nel cielo grigio.
    −Ho paura che lei sarà quella che si divertirà di più, stasera – bofonchiò il ragazzo.
    −Dai, smettila di fare il solito asociale! I Pevensie hanno bisogno di noi per affrontare i parenti serpenti – disse Jane.
    −Appunto.
    −Coraggio, non saranno mica peggio di Voldemort!
    −Io non ne sarei tanto sicuro.
    −Non ci resta che scoprirlo – disse laconico Albert, osando uscire per primo dalla macchina.
    I tre si avviarono lungo il vialetto che conduceva alla veranda, le urla che si facevano sempre più forti a ogni passo.
    Dovettero scampanellare un paio di volte, prima di farsi sentire.
    Il volto pallido e scarmigliato di Susan emerse da dietro la porta.
    Aveva un livido violaceo che spiccava al centro della fronte e parecchi graffi sulle guance lentigginose.
    −Benvenuti all’inferno – salutò in tono desolato.
    −Coraggio, bella, ci siamo noi qui con te! – la rassicurò Jane, stringendola tra le sue braccia. – Ma che sta succedendo, qui dentro?
    Susan sospirò.
    –Vieni e lo saprai. Attenta ai piatti – rispose.
    −Attenta a cosa?
    Jane non aveva neppure finito la frase, che il vetro del soggiorno andò in frantumi per via dell’impatto con una grossa padella.
    −Oh…santo…cielo! – esclamò Susan esasperata.
    Un attimo dopo, le urla di acquietarono di colpo."

    CONTINUA --------->http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2328527
  • _Fedra_
    00 18/12/2013 22:55
    capitolo 3: Dissennatori al "Palace Hotel"
    Finalmente è arrivato il momento della cerimonia, ma qualcosa di spaventoso arriva a rovinare tutto.

    dal capitolo:

    "−ORA BASTA! – rapido come un serpente, Edmund scattò in avanti, afferrando Eustace per il bavero, la bacchetta premuta contro la gola.
    Nello stesso istante, tutte le luci del parco si spensero contemporaneamente, lasciando i ragazzi nell’oscurità più totale.
    −Oddio, è pazzo! – strillò l’altro. – Aiuto! AIUTO!
    −Eustace, zitto! – si udì la voce di Jane sibilare nell’oscurità. – Mollalo, Ed. Ho detto mollalo!
    Con riluttanza, Edmund lasciò andare il cugino.
    −Sei stato tu a spegnere le luci? – chiese Susan nervosamente.
    −Che cosa? No, io volevo solo…
    −Lo sai che non possiamo usare…quella fuori da scuola, vero? – incalzò Harry.
    −Ma io non volevo usarla! Volevo solo spaventarlo un po’ – ribatté Edmund.
    −Sei sicuro, Ed? Guarda che è facile perdere il controllo, specie all’inizio. Mettila via, ti prego! – implorò Susan.
    −No, non metterla via – era la voce di Harry, molto diversa dal tono di prima.
    Improvvisamente, il ragazzo si era fatto guardingo.
    Anche Jane era in allarme, armeggiando febbrilmente con la sua borsetta mentre si gettava intorno occhiate impaurite.
    −Che diavolo volete farmi? Perché siamo tutti al buio? Oddio, aiuto! Mamma! MAMMA!
    −State tutti vicini! – esclamò Jane. – Tenete le bocche chiuse!
    La temperatura si era fatta improvvisamente fredda, troppo fredda per essere agli inizi di agosto.
    Dense nuvolette di vapore si sollevavano al ritmo con il loro respiro.
    La notte sembrava più buia che mai, come se anche la luna e le stelle fossero state inghiottite dall’oscurità."

    P.S. sono graditissime le recensioni! ;)
  • _Fedra_
    00 24/12/2013 12:30
    Capitolo 4: L'Ordine della Fenice
    http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2354475

    −Un’arma – disse Hermione, indovinando i suoi pensieri. – Di che cosa potrebbe trattarsi?
    –Forse qualcosa per provocare dolore? – azzardò Ginny.
    –Non credo: ha già la Maledizione Cruciatus, per fare male – la contraddisse l’altra.
    –Allora potrebbe essere un modo per uccidere in maniera molto dolorosa, no?
    –E se invece fosse una persona? – azzardò Jane con voce atona.
    –Cosa vorresti dire con questo? – chiese Hermione.
    Jane chiuse gli occhi, poi si decise a pronunciare a voce bassissima quel nome che ormai le bruciava sulla punta della lingua.
    –Edmund.