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Certamente l’annuncio del vangelo avviene tramite la predicazione orale.
Il discorso di Pietro riferito da Atti 2 ne è il primo esempio.
E fino a che la chiesa resta entro i confini di Gerusalemme e della Palestina possiamo esser certi che non esistevano altri metodi.
Anche l’insegnamento all’interno della chiesa avveniva nello stesso modo: erano perseveranti nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli (Atti 2, 42).
Ovviamente gli apostoli non potevano essere dappertutto e allora intervenivano uomini fidati che portavano ovunque possibile le parole che avevano udite dagli apostoli. Esempio evidente è quello di Filippo che va in Samaria (Atti 8, 4-13) e, successivamente, evangelizza l’etiope (Atti 8, 26-40).

Il contenuto della predicazione
C’è da chiedersi che cosa venisse annunciato e insegnato, sia direttamente dagli apostoli sia da altri uomini fidati, scelti o comunque approvati dagli apostoli stessi.
Non è azzardato pensare che i dodici usassero tutti le stesse parole, o quasi, per annunciare il vangelo.
Infatti tutti e dodici avevano udito le parole di Gesù mentre parlava loro e non sarebbe per niente strano se tutti e dodici avessero memorizzato esattamente le stesse parole: gli antichi avevano una memoria molto capace e udire anche una sola volta una frase poteva essere sufficiente per ricordarla pressoché in modo perfetto.
Aggiungiamo poi il fatto che lo Spirito Santo promesso da Gesù ai dodici avrebbe avuto l’effetto, fra le altre cose, di ricordare loro tutto quello che Egli aveva detto (Giovanni 14, 26) nei circa tre anni di vita in comune.

Quindi la predicazione orale iniziata dagli apostoli era costituita da racconti molto simili fra loro e i detti di Gesù riportati dai dodici erano pressoché uguali.
La memoria molto forte degli uomini di quell’epoca faceva si che ben poco cambiasse nei contenuti della predicazione, la quale aveva così una base ben stabilita.

Dunque, la predicazione orale è stata il nucleo base da cui è provenuta la tradizione scritta.
Non esistevano documenti scritti cui far riferimento, né fonti cui tutti potessero attingere: c’era solo una grande memoria, negli apostoli soprattutto, perché sostenuti in modo del tutto speciale dallo Spirito, ma anche negli altri predicatori; questa grande ... il paraclito ... vi ricorderà tutto quello che vi ho detto ... capacità mnemonica faceva si che le cose raccontate all’inizio dai dodici si propagassero intatte di bocca in bocca e di cuore in cuore.

Qualcosa cambia
Il fatto che, a un certo punto, nei primi anni 60, Pietro si sia reso conto (II Pietro 1, 15) della necessità di scrivere gli insegnamenti che aveva dato oralmente, sta a dimostrare chiaramente che fino a quel momento la predicazione era orale e si basava sulla memoria degli individui a cominciare proprio dagli apostoli (Giovanni 14, 26 )

Cambiamento di ambiente
Le cose cambiano quando la chiesa si espande fuori della Palestina, e del mondo ebraico, e viene in contatto con il mondo greco-romano. E questa espansione avviene molto presto, entro i primi 6-7 anni di vita della primissima chiesa di Gerusalemme, nata dalla predicazione di Pietro (Atti 2) in quel giorno di Pentecoste dell’anno 30
Nel nuovo ambiente viene a mancare la base biblica del Vecchio Testamento, tanto radicata in tutti gli Ebrei.
C’è un nuovo modo di pensare le cose spirituali. Concetti comuni agli Ebrei (come quello di un Dio unico o quello di profeta simile a Mosè) non sono per niente famigliari per i Gentili (= non Ebrei).
Alla memoria viene a mancare perciò una base molto importante per poter facilmente incamerare le parole dell’annuncio evangelico.
Si rende allora necessario fissare un testo per l’annuncio, che possa renderlo facilmente comprensibile anche a chi non aveva la base biblica degli Ebrei.

E qui si inizia a scrivere.

[Modificato da AlfredoGennari 21/11/2013 12:18]