00 28/09/2012 21:59
Soldi buttati in pattumiera? E' quanto accaduto a circa 17 milioni di cittadini che con la Tia (la Tariffa d'igiene ambientale, che ha sostituito la Tarsu in 1182 Comuni) hanno pagato l'Iva sui rifiuti, impropriamente riscossa dai Comuni.
L'Iva pagata sulla Tia, il nuovo sistema di finanziamento comunale della gestione dei rifiuti, deve essere infatti restituita ai cittadini. E' quanto ha stabilito tre anni orsono una sentenza della Corte Costituzionale (n.238 del 24/7/2009), che ha deliberato che l'Iva non possa essere applicata alla TIA proprio per la natura tributaria della tariffa.
Nei Comuni dove è avvenuto il passaggio da "tassa" (Tarsu) a "tariffa" (Tia), le amministrazioni locali hanno infatti applicato su quest'ultima l'Iva al 10%. E i cittadini dei Comuni che l'hanno adottata, hanno continuato a pagare negli anni l'imposta non dovuta.

Cifre di tutto rispetto, se si considera che sarebbero oltre 6 milioni le famiglie (pari a circa 17 milioni di cittadini) residenti in ben 1182 Comuni italiani, che dal 1999 al 2008 hanno dovuto pagare l'Iva di troppo sui rifiuti. La stima di tale spesa, secondo quanto indicato dall'Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ammonta a 993 milioni di euro. Che oggi vanno restituiti ai contribuenti.

Come fare ricorso
Occorre innanzitutto verificare se nel proprio comune sia stata adottata la Tia al posto della Tarsu. Nel caso, è necessario controllare che nelle fatture relative al pagamento della Tia, sia stata effettivamente addebitata l'IVA. Successivamente, ci si può rivolgere ad un'associazione dei consumatori. In particolare, Altroconsumo e Federconsumatori si occupano della vicenda già da tempo. In alternativa è possibile scaricare dal sito del Movimento Difesa del Cittadino il modulo di richiesta rimborso della TIA, da spedire all'azienda o al Comune che ha emesso le bollette. Il rimborso dovrà essere erogato entro 60 giorni.

Dal 2013 arriva la TARES
Nel 2013 è prevista, inoltre, la nuova tassa comunale sulla raccolta dei rifiuti (Tares) che sostituirà le due precedenti imposte (Tarsu e Tia) con un conseguente aumento del prelievo che potrebbe arrivare fino a 30 euro a famiglia.
La Tares nasce con l'obiettivo di accorpare in un'unica tassa i contributi sia per le gestione, sia per la raccolta, che per lo smaltimento dei rifiuti e interesserà sia i privati cittadini che le imprese commerciali. Tuttavia molte sono ancora le incognite sul nuovo balzello: sarà il possessore dell'immobile (quindi, nel caso, l'inquilino) o il proprietario a dover pagare la nuova tassa? La cifra dovuta sarà calcolata sulla base della superficie catastale dell'immobile? Nel caso, come sarà valutata la superficie catastale? Quale sarà l'aliquota da applicare? Verrà calcolato il numero dei componenti del nucleo familiare? I Comuni saranno liberi di ritoccare le aliquote governative come accade per l'Imu? In sostanza, riguardo la Tares, che vi sia ciascun lo dice, quanto sia nessun lo sa. Non ci resta che attendere il regolamento attuativo.

Fonte

Mauro