Messer Matteo a Lorenzo de' Medici.
Sonetto LXXXIV
"Io sono a Siena qui fra questi bessi,
Et un Piovan c'invitò jermattina
A desinare, e diecci una cucina,
Ch'e' non è corpo d'uom, che non recessi,
Toccammo un cavol con due pesci lessi,
Che sapeva di mota, e di pescina:
E 'l pesce mi sapea di piagentina,
Ch'i' fui per farvi un escato sopr'essi.
Andáne a cena allora per la sera.
Pur poi tornai all'albergo col messere,
Trovai, che in sulla cassa scalzo s'era.
E pillole facea a più potere:
Fuggì nel letto il gran puzzo che v'era
In su n'un coltricin pien di pontiere,
Che v'eran dentro schiere
Di certi cimicion come monete,
E tutta notte attesi a far comete.
Reminiscenze scolastiche