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Filippesi 2:6

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    Daniel.A.
    Post: 803
    Città: PARMA
    Età: 36
    00 05/07/2012 19:55
    come analizzate il versetto di Filippesi 2:6


    6 ὃς ἐν μορφῇ θεοῦ ὑπάρχων οὐχ ἁρπαγμὸν ἡγήσατο τὸ εἶναι ἴσα θεῷ
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    admintdg2
    Post: 4.756
    00 05/07/2012 20:02
    "il quale, benché esistesse nella forma di Dio, non prese in considerazione una rapina, cioè che dovesse essere uguale a Dio."

    Che tipo d'analisi vuoi che venga fatta?


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    Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.
    Bertolt Brecht
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    Amalia 52
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    TdG
    00 05/07/2012 20:06
    Filippesi 2:6 "il quale, benché esistesse nella forma di Dio, non prese in considerazione una rapina, cioè che dovesse essere uguale a Dio.

    Egli aveva lasciato una gloriosa esistenza come creatura spirituale nei cieli, dove era vissuto come intimo compagno e collaboratore del Sovrano universale e Re d’eternità. Eppure, mosso da un amore altruistico, Gesù fece ciò che l’apostolo Paolo descrive con queste parole: “Benché esistesse nella forma di Dio, non prese in considerazione una rapina, cioè che dovesse essere uguale a Dio. No, ma vuotò se stesso e prese la forma di uno schiavo, divenendo simile agli uomini. Per di più, quando si trovò in figura d’uomo, umiliò se stesso e divenne ubbidiente fino alla morte, sì, la morte su un palo di tortura”. — Filippesi 2:6-8.

    La versione cattolica a cura del Pontificio Istituto Biblico traduce: “Ora egli, sussistendo nella natura di Dio, non stimò un bene da non dover mai rinunziare lo stare alla pari con Dio”. Traduzioni come queste sono usate per sostenere l’idea che Gesù era uguale a Dio. Ma notate come altre traduzioni rendono questo versetto:

    1869: “il quale, essendo nella forma di Dio, non considerò l’uguaglianza con Dio come una cosa da afferrare”. The New Testament, di G. R. Noyes.

    1965: “Egli — vera natura divina! — non si fece mai uguale a Dio confidando in se stesso”. Das Neue Testament, ed. riveduta, di Friedrich Pfäfflin.

    1968: “il quale, pur essendo in forma di Dio, non ritenne come cosa da far propria avidamente l’essere uguale a Dio”. La Bibbia Concordata.

    1976: “Egli ebbe sempre la natura di Dio, ma non pensò di dover cercare con la forza di divenire uguale a Dio”. Today’s English Version.

    1985: “Il quale, essendo in forma di Dio, non considerò l’uguaglianza con Dio qualcosa da afferrare”. The New Jerusalem Bible.

    1987: “il quale, benché esistesse nella forma di Dio, non prese in considerazione una rapina, cioè che dovesse essere uguale a Dio”. Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture.

    Secondo alcuni, però, anche queste traduzioni più accurate implicano che (1) Gesù aveva già tale uguaglianza ma non intendeva aggrapparsi ad essa, o che (2) non aveva bisogno di afferrare tale uguaglianza perché già l’aveva.

    A proposito dell’originale greco di questo passo, Ralph Martin, in un commento alla lettera ai Filippesi, scrive: “È discutibile, però, se il senso del verbo possa slittare dal suo vero significato, ‘afferrare’, ‘ghermire’, a quello di ‘tenere stretto’”. (The Epistle of Paul to the Philippians, Londra 1959, p. 97) Un’altra opera afferma: “Non troviamo nessun passo in cui ἁρπάζω [harpàzo] o alcuno dei suoi derivati abbia il senso di ‘tenere in possesso’, ‘ritenere’. Sembra invariabilmente significare ‘afferrare’, ‘prendere con violenza’. Non è quindi consentito slittare dal vero significato di ‘afferrare’ a uno totalmente diverso come ‘tenere stretto’”. — The Expositor’s Greek Testament, Grand Rapids 1967, pp. 436, 437.

    Da quanto precede è evidente che alcuni traduttori forzano il senso delle parole per sostenere le loro tesi trinitarie. Lungi dal dire che Gesù riteneva appropriato essere uguale a Dio, il testo greco di Filippesi 2:6, se letto obiettivamente, indica proprio il contrario, cioè che Gesù non lo riteneva appropriato.

    Il contesto (vv. 3-5, 7, 8, PIB) inoltre aiuta a capire il versetto 6. Ai filippesi fu data questa esortazione: “Ciascuno con umiltà stimi gli altri come superiori a sè”. Paolo menziona quindi Cristo come il massimo esempio di questo atteggiamento mentale: “Abbiate in voi gli stessi sentimenti, che furono in Cristo Gesù”. Quali “sentimenti”? Il ‘non reputare rapina l’essere uguale a Dio’? No, questo sarebbe stato l’esatto contrario di ciò che Paolo voleva illustrare! Gesù, invece, ‘considerando il Padre superiore a se stesso’, non cercò mai di ‘afferrare l’uguaglianza con Dio’, bensì “si abbassò, facendosi ubbidiente fino alla morte”.

    Certo la persona dell’Iddio Onnipotente non poteva fare una cosa simile. Il passo parla di Gesù Cristo, esempio perfetto di quello che Paolo intendeva illustrare, cioè l’importanza dell’umiltà e dell’ubbidienza al proprio Superiore e Creatore, Geova Dio.

    Fonte.ti ( Che dire dei passi trinitari?)
  • L' Apostolo
    00 05/07/2012 20:09
    Questo verso dice chiaramente che Gesù in Cielo pur essendo divino non era Dio, tanto che avrebbe potuto pensare a rapinare la divinità a Dio, così come fecero Adamo ed Eva e Satana che volevano essere simili a Dio.

    Ancora una volta l'essere un divino o avere la divinità, non ci rende quell'unico Dio Onnipotente. D'altronde la divinità è manifesta anche nella creazione, dice Paolo.
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    jwfelix
    Post: 37.006
    TdG
    00 05/07/2012 20:10
    non ritenne come cosa da far propria avidamente l’essere uguale a Dio

    La Bibbia Concordata
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    Daniel.A.
    Post: 803
    Città: PARMA
    Età: 36
    00 05/07/2012 20:46
    allora...

    1. la parola greca tradotta come essendo (huparcho) è al presente e quindi rende l'idea di una continua esistenza come Dio.
    2. la parola greca tradotta come forma (morphe) è unica ed è presente solo 2 volte nel NT rivolta sempre a Gesù. il libro Vine’s Complete Expository Dictionary of Old And New Testament Words ci da questa osservazione in merito a questa parola:


    “morphe…è usato con un particolare significato nel NT, solo per Crito, in Fil. 2:6,7, nelle frasi ‘essendo in forma di Dio,’ e ‘prendendo la forma di Servo.’ Un'eccellente definizione della parola è quella di Gifford: ‘morphe è quindi propriamente la natura o l'essenza, non in astratto, ma come qualcosa propria dell'intimo della persona, e rappresenta come realmente esisteva tale persona….Così nel passaggio davanti a noi morphe Theou è la natura divina effettivamente sussistente e inscindibilmente nella Persona di Cristo….riguardo l' interpretazione di “la forma di Dio” è sufficiente dire che include l'intima natura ed essenza della Deità, e è inseparabile da questi, dal momento che non poteva avere alcuna effettiva esistenza senza di essa; e che non comprende in sé qualcosa di "accidentale" o separabile, come ad esempio particolari modalità di manifestazione, o le condizioni di gloria e di maestà,che possono essere per un tempo collegate alla "forma", in un altro separate da essa….Il vero significato del morphe nell'espressione "forma di Dio" è confermata dalla sua ricorrenza nella frase corrispondente, "forma di servo". E universalmente riconosciuto che le due frasi sono direttamente antitetiche, e che "forma" deve quindi avere lo stesso senso in entrambe. (da Gifford, ‘The Incarnation,’ pp. 16,19,39.) —Vine’s Complete Expository Dictionary of Old and New Testament Words, 1985, p. 251



    Allo stesso modo che Cristo possiede la "natura" di un uomo e, di conseguenza, è considerato un essere umano completo (non una creatura che è per metà uomo e metà divino), Gesù possiede la "natura" di Dio e si ritiene pertanto di essere pienamente divina come il Dio infinito.

    Mentre è vero che nella incarnazione, Cristo non ha cercato di afferrare (arpazw-harpazo) la sua uguaglianza con Dio, ciò non contraddice in alcun modo il fatto che Cristo, nella sua natura divina, è uguale a Dio Padre. Un esame del contesto di Filippesi 2:6 rivela che Paolo esorta i cristiani a dare umilmente la loro vita in sacrificio per i fratelli. E 'in questo contesto di umiltà che Paolo usa l'esempio di Cristo che, anche se eternamente esistente in natura di Dio, mise da parte l'uguaglianza che egli possiede con il Padre, al fine di dare la sua vita per noi. Se Cristo non possedeva questa uguaglianza con il Padre prima della incarnazione, l'esempio tutto sarebbe privo di significato. non è certo un vivido esempio di umiltà il non cercare di esaltare se stesso o di diventare uguale a Dio.
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    agape76
    Post: 432
    TdG
    00 05/07/2012 21:10
    Caro Daniel quando Paolo scrive ai Corinti in 1Corinti 11:3 Gesu e' gia nei cieli,eppure dice di avere un Capo,Dio!!
    --------------------------------------------------
    Accostatevi a Dio, ed egli si accosterà a voi. Mondate le vostre mani, o peccatori, e purificate i vostri cuori, o indecisi.
    Giacomo 4:8
    TDG
  • L' Apostolo
    00 06/07/2012 10:19
    Re:
    Daniel.A., 05/07/2012 20.46:

    allora...

    1. la parola greca tradotta come essendo (huparcho) è al presente e quindi rende l'idea di una continua esistenza come Dio.
    2. la parola greca tradotta come forma (morphe) è unica ed è presente solo 2 volte nel NT rivolta sempre a Gesù. il libro Vine’s Complete Expository Dictionary of Old And New Testament Words ci da questa osservazione in merito a questa parola:


    “morphe…è usato con un particolare significato nel NT, solo per Crito, in Fil. 2:6,7, nelle frasi ‘essendo in forma di Dio,’ e ‘prendendo la forma di Servo.’ Un'eccellente definizione della parola è quella di Gifford: ‘morphe è quindi propriamente la natura o l'essenza, non in astratto, ma come qualcosa propria dell'intimo della persona, e rappresenta come realmente esisteva tale persona….Così nel passaggio davanti a noi morphe Theou è la natura divina effettivamente sussistente e inscindibilmente nella Persona di Cristo….riguardo l' interpretazione di “la forma di Dio” è sufficiente dire che include l'intima natura ed essenza della Deità, e è inseparabile da questi, dal momento che non poteva avere alcuna effettiva esistenza senza di essa; e che non comprende in sé qualcosa di "accidentale" o separabile, come ad esempio particolari modalità di manifestazione, o le condizioni di gloria e di maestà,che possono essere per un tempo collegate alla "forma", in un altro separate da essa….Il vero significato del morphe nell'espressione "forma di Dio" è confermata dalla sua ricorrenza nella frase corrispondente, "forma di servo". E universalmente riconosciuto che le due frasi sono direttamente antitetiche, e che "forma" deve quindi avere lo stesso senso in entrambe. (da Gifford, ‘The Incarnation,’ pp. 16,19,39.) —Vine’s Complete Expository Dictionary of Old and New Testament Words, 1985, p. 251



    Allo stesso modo che Cristo possiede la "natura" di un uomo e, di conseguenza, è considerato un essere umano completo (non una creatura che è per metà uomo e metà divino), Gesù possiede la "natura" di Dio e si ritiene pertanto di essere pienamente divina come il Dio infinito.

    Mentre è vero che nella incarnazione, Cristo non ha cercato di afferrare (arpazw-harpazo) la sua uguaglianza con Dio, ciò non contraddice in alcun modo il fatto che Cristo, nella sua natura divina, è uguale a Dio Padre. Un esame del contesto di Filippesi 2:6 rivela che Paolo esorta i cristiani a dare umilmente la loro vita in sacrificio per i fratelli. E 'in questo contesto di umiltà che Paolo usa l'esempio di Cristo che, anche se eternamente esistente in natura di Dio, mise da parte l'uguaglianza che egli possiede con il Padre, al fine di dare la sua vita per noi. Se Cristo non possedeva questa uguaglianza con il Padre prima della incarnazione, l'esempio tutto sarebbe privo di significato. non è certo un vivido esempio di umiltà il non cercare di esaltare se stesso o di diventare uguale a Dio.




    Essendo Figlio di Dio era pienamente un dio o essere divino, così come lo sono gli angeli. Quando si è figlio dell'uomo si è pienamente esseri umani, ma non è che tutti gli esseri umani siano un solo Uomo, tanto che si parla di umanità.

    Tutti i figli spirituali di Dio sono appartenenti alla specie divina per così dire.

    Ti ripetiamo, la natura divina ha molti significati nella Bibbia.

    Pietro ad esempio scrive:

    2Pietro 1:4

    Attraverso queste ci sono state elargite le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura divina dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza.

    I cristiani unti, pur essendo ancora nella carne imperfetta erano considerati aventi "natura divina", cosa significa per te?
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    barnabino
    Post: 67.472
    00 06/07/2012 11:03
    Caro Daniel,


    1. la parola greca tradotta come essendo (huparcho) è al presente e quindi rende l'idea di una continua esistenza come Dio



    Il presente greco non è molto differente da quello italiano, non è che contiene l'idea di eternità, semplicemente Paolo dice che Gesù è in forma di Dio tutt'oggi, per dirne una.


    2. la parola greca tradotta come forma (morphe) è unica ed è presente solo 2 volte nel NT rivolta sempre a Gesù. il libro Vine’s Complete Expository Dictionary of Old And New Testament Words ci da questa osservazione in merito a questa parola



    Francamente la definizione di Gifford citata dal Vine mi pare contraria a tutta l'esegesi moderna. Morphè di per sé, nel suo significato più semplice, non significa altro che forma e mi pare che qui si adatti bene al senso della frase. Se poi andiamo a cercare le eccezioni, ad esempio l'uso che veniva fatto in certe scuole filosofiche, è un altro discorso, ma non abbiamo qui alcuna ragione di pensare che dovremmo renderlo con "natura". Le spiegazioni date da Gifford mi sembrano molto deboli, tanto è vero che la maggior parte di traduttori non rende più "morphé" con "natura".

    Insomma, mi pare che qui il Vine non sia molto corretto, da un punto di vista sintattico solo difficilmente morphé indica natura.


    Allo stesso modo che Cristo possiede la "natura" di un uomo e, di conseguenza, è considerato un essere umano completo (non una creatura che è per metà uomo e metà divino), Gesù possiede la "natura" di Dio e si ritiene pertanto di essere pienamente divina come il Dio infinito



    Si, ma a parte che è tutto da dimostrare che adesso magicamente morphè significhi natura piuttosto chye forma, ma forse detta così, per questo contesto, questa che dai è una versione eretica della trinità… come dire: i traduttori cattolici non per nulla qui non traducono morphè con "natura".

    Tieni conto che il concetto di "doppia natura" è stato definito ancora più tardi di quello di sostanza, e proprio per evitare quel "metà uomo e metà divino" di cui parli ha bisogno di mettere in campo concetti metafisici e filosofici molto sofisticati, che francamente non possiamo attribuire all'autore molto precoce di questo inno, che se noti non è un inno propriamente a gloria di Cristo ma a Geova attraverso Cristo…

    Shalom

    [Modificato da barnabino 06/07/2012 15:46]
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    barnabino
    Post: 67.472
    00 06/07/2012 11:07
    Sull'argomento esiste la tesi di laurea del biblista francese Didier Fontaine che ha analizzato a fondo l'argomento

    www.areopage.net/Philippiens_2_6.html

    Molto interessante, qualcuno l'ha letto? In fondo dice:

    - Joseph H. Hellerman, "Μορφη Θεου As A Signifier Of Social Status In Philippians 2:6" (JETS 52.4, 12/2009, pp. 777-797)

    - D. Fabricatore, Form of God, Form of a Servant: An Examination of the Greek Noun Morphe in Philippians 2:6-7 (University Press of America, 2010), basé sur sa thèse : A Lexical, Exegetical, and Theological Examination of the Greek Noun μορφή in Philippians 2:6-7 (Baptist Bible Seminary).

    - Sur les synonymes de μορφή [morphè] (voir p.74), cf. Pillon, Synonymes Grecs, Paris, 1847, pp. 475-476, §378, 379. Il y discute notamment σχῆμα, εἶδος, ἰδέα, μορφή, τύπος (comme nous !), et définit comme une "forme corporelle et sujette au changement, par opposition à εἶδος" et de citer : "καὶ τὸν Δία αὐτὸν μεταβαλεῖν τὴν μορφὴν εἰς περιστεράν" (Ætian. Var. H. I, 13). Puis il discute de μορφή en relation avec σῶμα, δέμας, ρέθεα, σκῆνος, σκήνωμα.



    Shalom
    [Modificato da barnabino 06/07/2012 11:11]
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    Theokratik
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    00 06/07/2012 17:24
    Re:
    barnabino, 06/07/2012 11.07:

    Sull'argomento esiste la tesi di laurea del biblista francese Didier Fontaine che ha analizzato a fondo l'argomento

    www.areopage.net/Philippiens_2_6.html

    Molto interessante, qualcuno l'ha letto? In fondo dice:

    - Joseph H. Hellerman, "Μορφη Θεου As A Signifier Of Social Status In Philippians 2:6" (JETS 52.4, 12/2009, pp. 777-797)

    - D. Fabricatore, Form of God, Form of a Servant: An Examination of the Greek Noun Morphe in Philippians 2:6-7 (University Press of America, 2010), basé sur sa thèse : A Lexical, Exegetical, and Theological Examination of the Greek Noun μορφή in Philippians 2:6-7 (Baptist Bible Seminary).

    - Sur les synonymes de μορφή [morphè] (voir p.74), cf. Pillon, Synonymes Grecs, Paris, 1847, pp. 475-476, §378, 379. Il y discute notamment σχῆμα, εἶδος, ἰδέα, μορφή, τύπος (comme nous !), et définit comme une "forme corporelle et sujette au changement, par opposition à εἶδος" et de citer : "καὶ τὸν Δία αὐτὸν μεταβαλεῖν τὴν μορφὴν εἰς περιστεράν" (Ætian. Var. H. I, 13). Puis il discute de μορφή en relation avec σῶμα, δέμας, ρέθεα, σκῆνος, σκήνωμα.



    Shalom



    Chiedere ad Azzurra 7 di tradurlo e renderlo in lingua italiana, no? [SM=g27987]

    Comunque dove si trova nella pagina le citazioni che hai fatto?

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    00 06/07/2012 18:14
    Re:
    Daniel.A., 7/5/2012 7:55 PM:

    come analizzate il versetto di Filippesi 2:6


    6 ὃς ἐν μορφῇ θεοῦ ὑπάρχων οὐχ ἁρπαγμὸν ἡγήσατο τὸ εἶναι ἴσα θεῷ



    Se Gesu' e' Dio. come Gesu' non sa il giono e' lora che viene la fine [SM=g1871115]

    Matteo 24:36

    "Esortazione alla vigilanza
    «Ma quanto a quel giorno e a quell'ora nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo

    Lo sa non vuole dircelo [SM=g7350]


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    Theokratik
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    00 06/07/2012 18:42
    Re: Re:
    Theokratik, 06/07/2012 17.24:



    Comunque dove si trova nella pagina le citazioni che hai fatto?




    Ah ok, visto, scusa....

    Riguardo Filippesi, ma se forma di Dio, vuol dire che era essenza di Dio, allora quando prese forma di uno schiavo, era essenza di uno schiavo?

    Direi che perlomeno è molto strana,come interpretazione...


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  • la_verita
    00 06/07/2012 21:11
    Re: Re: Re:
    Theokratik, 06/07/2012 18.42:



    Ah ok, visto, scusa....

    Riguardo Filippesi, ma se forma di Dio, vuol dire che era essenza di Dio, allora quando prese forma di uno schiavo, era essenza di uno schiavo?

    Direi che perlomeno è molto strana,come interpretazione...






    Per "schiavo" si sott'intende "uomo" ovviamente, il figlio che ha la natura di Dio si svuota di questa unica condizione per assumere anche la natura umana, da vero Dio diventa anche vero uomo, ed in questo stato sceglie di non avvalersi del suo essere anche Dio, é una rinuncia temporanea che si concluderà alla fine della sua missione, quando come uomo si sottometterà a suo padre e "Dio sarà tutto in tutti " ecco perché per rispondere a Doma, non conosceva determinate cose e agiva in tutto e per tutto da figlio, egli non era sulla terra come Dio onniscente, ma come vero uomo.
    Dio si fa uomo per permettere agli uomini di partecipare alla natura divina e solo lui lo può fare perché solo lui é vero Dio e vero uomo, egli é l'unico anello di congiunzione tra il Creatore e la creatura proprio perché è creatore in quanto Dio e creatura in quanto uomo.
    [Modificato da la_verita 06/07/2012 21:12]
  • Aquila-58
    00 06/07/2012 21:12
    Re: Re: Re: Re:
    la_verita, 06/07/2012 21.11:




    Per "schiavo" si sott'intende "uomo" ovviamente, il figlio che ha la natura di Dio si svuota




    Morfei theou non significa manco lontanamente "natura di Dio", ma, banalmente, nella forma di Dio, stai vaneggiando.......


  • la_verita
    00 06/07/2012 21:20
    Re: Re: Re: Re: Re:
    Aquila-58, 06/07/2012 21.12:




    Morfei theou non significa manco lontanamente "natura di Dio", ma, banalmente, nella forma di Dio, stai vaneggiando.......






    Interessante e che forma avrà mai Dio? Dicci aquila cosí lo misuriamo...
  • Aquila-58
    00 06/07/2012 21:26
    Re: Re: Re: Re: Re: Re:
    la_verita, 06/07/2012 21.20:




    Interessante e che forma avrà mai Dio? Dicci aquila cosí lo misuriamo...



    che cosa errata!
    le tre ricorrenze neotestamentarie di Morphè (Marco 16:12; Filipp. 2:6,7) indicano che il sostantivo ha a che fare con l' aspetto, la forma, non la sostanza divina metafisica, e indica null' altro la forma dell' esistenza preumana di Cristo, ergo, Egli era spirito purissimo, come il Padre.....


    [Modificato da Aquila-58 06/07/2012 21:27]
  • la_verita
    00 06/07/2012 23:01
    Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:

    Aquila-58, 06/07/2012 21.26:



    che cosa errata!
    le tre ricorrenze neotestamentarie di Morphè (Marco 16:12; Filipp. 2:6,7) indicano che il sostantivo ha a che fare con l' aspetto, la forma, non la sostanza divina metafisica, e indica null' altro la forma dell' esistenza preumana di Cristo, ergo, Egli era spirito purissimo, come il Padre.....






    E che forma o aspetto potrà mai avere uno spirito?
    Che forma potrà mai avere Dio?
    È ovvio che nel caso della deità la morphe é la natura, del resto il logos si fa carne prende natura umana ed é usata la stessa parola, ma se per l'uomo acquisisce natura umana é ovvio che nel primo caso morphe indicava la natura di Dio.
    Dire che Dio abbia una "forma esteriore" o un "aspetto" é risible...
    Ti consiglio di leggere il grande Bultmann:






  • Aquila-58
    00 06/07/2012 23:06
    Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
    la_verita, 06/07/2012 23.01:





    E che forma o aspetto potrà mai avere uno spirito?
    Che forma potrà mai avere Dio?
    È ovvio che nel caso della deità la morphe é la natura, del resto il logos si fa carne prende natura umana ed é usata la stessa parola, ma se per l'uomo acquisisce natura umana é ovvio che nel primo caso morphe indicava la natura di Dio.
    Dire che Dio abbia una "forma esteriore" o un "aspetto" é risible...
    Ti consiglio di leggere il grande Bultmann:









    E io ti consiglio di leggere la Bibbia, non gli esegeti trinitari!
    Morphè ha a che fare con l' aspetto, non con la natura o sostanza divina in senso ontologico trinitario....altrimenti Paolo avrebbe usato i sostantivi physis e ousìa che aveva a completa disposizione, ma non lo usò.....per cui, lessicalmente e sulla base delle ricorrenze neotestamentarie, non si può dare a morphè null' altro che il significato che ha.
    Possiamo chiamarla anche natura, se vogliamo, ma in senso biblico, e la Bibbia non va oltre la distinzione tra un essere spirituale e un essere carnale, per cui, per la Bibbia (ma non per il trinitario Bultmann, evidentemente...) avere la forma di Dio significa null' altro che essere spirito purissimo, esistere nella condizione di spirito purissimo, proprio come il Padre.

    Adesso buona notte per davvero...

    [SM=g1944981]


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    Theokratik
    Post: 1.535
    Città: PARMA
    Età: 39
    00 07/07/2012 08:50
    Re: Re: Re: Re:
    la_verita, 06/07/2012 21.11:



    Per "schiavo" si sott'intende "uomo" ovviamente



    Chi lo sott'intende?

    Per me sono evidenti contraddizioni come la seguente:



    Anche qui: «morfh di servo»: non soltanto l'apparenza esterna d'un servo; ma «entrando nella condizione d'un servo vero e proprio». E questo douloV non vuol dire che Gesù diventasse «uno schiavo». Il «servo» accentua qui l'idea del servizio, della sottomissione, della subordinazione di Gesù a Dio, in contrasto con l'idea della sua uguaglianza con Lui. Il contrasto è dunque fra Gesù «vero Dio» ed «uguale a Dio» e Gesù «vero servo di Dio» «subordinato a Dio».


    (Commentario di Parola .net)

    Non leggo nella Bibbia dove Gesù è identificato con "vero Dio".

    la_verita, 06/07/2012 21.11:


    il figlio che ha la natura di Dio si svuota di questa unica condizione per assumere anche la natura umana, da vero Dio diventa anche vero uomo,



    Ma cha abbia la natura divina io posso anche accettarlo,(anche se non lo si evince da questa scrittura, ma al massimo da Giovanni 1:1) il punto è quello che si intende per natura.
    Il fatto che io sia della stessa natura umana di mio papà, non presuppone l'uguaglianza con lui. Sono uguale a lui solo nella forma (e umanamente nei diritti), ma mio padre per esempio è nato prima di me, quindi temporalmente c'è stato periodo in cui lui esisteva, io no.
    Uguale uguale è nel caso di Gesù col Padre.

    Che poi c'è da definir meglio i termini.
    Si parla dell'uguaglianza con Dio, non col Padre. Se Dio è l'essenza di tre persone, quindi non una sola persona, come credete, c'è qualcosa che non va con i termini del versetto.
    Il versetto parla di Dio come di una sola persona, distinta da colui che aveva la sua stessa forma.

    Inutile dire che Dio identifica SOLO il Padre.


    [Modificato da Theokratik 07/07/2012 08:52]
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