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Marok Forum ufficiale di Gianni Maroccolo

Incontro Con Marco Travaglio - Cagliari, 08/09/06

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    maxperria
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    00 14/10/2006 11:32
    Presentazione del libro "Onorevoli Wanted"


    8 novembre 2006
    ore 18.30
    Aula magna corpo aggiunto Scienze della Formazione
    Cagliari
    Org.: Associazione Studentesca Jan Palach, Associazione Studentesca Shardana, Editori Riuniti, Edizioni Condaghes

    Ogni variazione sarà tempestivamente comunicata.

    [Modificato da maxperria 14/10/2006 17.05]



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    Piccoli di statura, scuri di pelle, abituati a pensare, ragionare, contare, mai concordi fra noi. Cosi siamo tuttora, fatti salvi gli imbecilli che non mancano e nessuna legge potra mai limitare...
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    io non sto bene
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    00 14/10/2006 13:36
    Max forse sei in ritardo per invitare qualcuno alla presentazione del libro di Marco Travaglio a Cagliari!!! [SM=g27813]
    la presentazione era per l'8 ottobre e tu l'hai postata il 14 ottobre!!! [SM=g27818]
    ma itte se cottu?? [SM=g27828]
    a la finisi de buffare?? [SM=g27828]


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    mantenetevi folli e comportatevi come persone normali (gandhi)
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    maxperria
    Post: 913
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    00 14/10/2006 17:06
    ho sbagliato... è l'8 novembre...
    il rincoglionimento mattuttino ha colpito....


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    ittidu
    Post: 3.055
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    00 14/10/2006 17:09
    8 settembre nel titolo, 8 ottobre nel messaggio, 8 novembre nella correzione! [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]
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    zaren1
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    00 14/10/2006 19:00
    io AMO il cervello di Marco Travaglio.
    E non ho ancora incontrato qualcuno che possa solo avvicinarcisi.
    Ho tutti i suoi libri (son malata..)



    scusate lo sfogo [SM=g27827]:


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    lasciando perdere attese e ritorni, ho aperto gli occhi dall'orlo increspato, ho visto un'alba blu, ho visto un'alba blu

    l'intelligenza sta nel chiedersi sempre serenamente se c'è la propria vita in allarme rosso e non fare finta di ridere, con autoironia non mentire mai.

    Ma soprattutto: sono in intimo allineamento con il palpitante ronzio del Divino Wow
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    emi.
    Post: 1.168
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    00 14/10/2006 19:03
    Re:

    Scritto da: ittidu 14/10/2006 17.09
    8 settembre nel titolo, 8 ottobre nel messaggio, 8 novembre nella correzione! [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]



    La verità è che maxperria è in realtà Berlusconi che sta tentando di sabotare la presentazione del libro di Travaglio...


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    ittidu
    Post: 3.055
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    00 14/10/2006 19:31
    Re:

    Scritto da: zaren1 14/10/2006 19.00
    io AMO il cervello di Marco Travaglio.
    E non ho ancora incontrato qualcuno che possa solo avvicinarcisi.
    Ho tutti i suoi libri (son malata..)



    scusate lo sfogo [SM=g27827]:


    Io ho letto solo Le Mille Balle Blu, ma quando finisco il libro che sto leggendo (+Reduce, se lo trovo nel frattempo), inizio con un altro suo.
    Comunque moooolto bravo, anche nelle interviste!

    Anche se i pochi minuti che l'ho visto a Quelli che il Calcio...mmh [SM=g27829]

    [Modificato da ittidu 14/10/2006 19.37]

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    maxperria
    Post: 913
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    00 25/10/2006 16:21
    La presentazione del libro è stata spostata presso la Sala Cosseddu della Casa dello Studente di Via Trentino dalle ore 18.00


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    bettigheddda
    Post: 34
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    00 30/10/2006 13:10
    Re:

    Scritto da: zaren1 14/10/2006 19.00
    io AMO il cervello di Marco Travaglio.
    E non ho ancora incontrato qualcuno che possa solo avvicinarcisi.
    Ho tutti i suoi libri (son malata..)



    scusate lo sfogo [SM=g27827]:

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    bettigheddda
    Post: 34
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    Utente Junior
    00 30/10/2006 13:12
    scusate ho fatto casino.

    Volevo solo dire che anche io adoro MArco Travaglio.

    per ittidu: ti consiglio di leggere "Montanelli ed il Cavaliere"...il suo libro migliore secondo me. E poi per ridere "Bananas" e "Berluscomiche"...se già non leggi la sua rubrica sull'Unità.

    Per max: sai se sarà anche a Sassari o Alghero?
    Grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee.
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    ittidu
    Post: 3.055
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    00 30/10/2006 13:43
    In questi giorni sto leggendo Intoccabili, molto interessante pure questo.
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    3081964
    Post: 82
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    00 30/10/2006 13:44
    scusate ma Travaglio non era di quel quotidiano fascista che risponde al nome de "il Giornale" con il direttore fascista che rispondeva al nome di Indro Montanelli?
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    emi.
    Post: 1.168
    Registrato il: 23/06/2005
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    00 30/10/2006 14:07
    Re:

    Scritto da: 3081964 30/10/2006 13.44
    scusate ma Travaglio non era di quel quotidiano fascista che risponde al nome de "il Giornale" con il direttore fascista che rispondeva al nome di Indro Montanelli?



    Non solo, seguì il DUX Indro anche nella fascistissima impresa de La Voce...

    Che Travangio sia una quinta colonna?



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    maxperria
    Post: 913
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    00 30/10/2006 14:11
    Re:

    Scritto da: bettigheddda 30/10/2006 13.12
    scusate ho fatto casino.

    Volevo solo dire che anche io adoro MArco Travaglio.

    per ittidu: ti consiglio di leggere "Montanelli ed il Cavaliere"...il suo libro migliore secondo me. E poi per ridere "Bananas" e "Berluscomiche"...se già non leggi la sua rubrica sull'Unità.

    Per max: sai se sarà anche a Sassari o Alghero?
    Grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee.



    So che dovrebbe essere a sassari in mattinata ma non ne sono sicuro al 100%


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    ittidu
    Post: 3.055
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    00 30/10/2006 14:29
    Re:

    Scritto da: 3081964 30/10/2006 13.44
    scusate ma Travaglio non era di quel quotidiano fascista che risponde al nome de "il Giornale" con il direttore fascista che rispondeva al nome di Indro Montanelli?


    Ennò
    Andarono via un istante prima che il giornale diventasse irrimediabilmente fascista
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    3081964
    Post: 82
    Registrato il: 08/02/2005
    Utente Junior
    00 30/10/2006 18:12
    Re: Re:

    Scritto da: ittidu 30/10/2006 14.29

    Ennò
    Andarono via un istante prima che il giornale diventasse irrimediabilmente fascista



    Prova a chiedere ai comunisti cosa ne pensano del montanelli prima che lasciasse il giornale.
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    ittidu
    Post: 3.055
    Registrato il: 01/06/2004
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    00 30/10/2006 19:19
    Re: Re: Re:

    Scritto da: 3081964 30/10/2006 18.12


    Prova a chiedere ai comunisti cosa ne pensano del montanelli prima che lasciasse il giornale.


    Non vedo cosa possa importare ora, qui, a noi, di cosa pensi la gente, del suo datore di lavoro di anni fa
    Parliamo di Travaglio, ci garba, punto.
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    emi.
    Post: 1.168
    Registrato il: 23/06/2005
    Utente Veteran
    00 30/10/2006 19:46
    Re: Re: Re: Re:

    Scritto da: ittidu 30/10/2006 19.19

    Non vedo cosa possa importare ora, qui, a noi, di cosa pensi la gente, del suo datore di lavoro di anni fa
    Parliamo di Travaglio, ci garba, punto.



    No, no dai!
    Una bella discussione su chi è più fascio fra Travaglio e Gianfranco Fini!

    [SM=g27820]:


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  • astrodanzante
    00 30/10/2006 20:24
    Qualche giorno fa, un forumista (chi indovina il forumista in questione non vince assolutamente nulla) mi inviò un articolo, invitandomi ad indovinarne l'autore.

    L'autore è Luca Sofri e l'articolo in questione è questo:


    QUANDO LA SINISTRA E' UGUALE ALLA DESTRA

    Sono andato a vedere “Fahrehneit 9/11” con molti pregiudizi. Penso che Moore rappresenti tutte le cose peggiori della sinistra americana e italiana e che ne sia divenuto il disastroso modello. Dopo aver visto “Bowling for Columbine” e aver trovato sgradevoli molte cose che conteneva (la strumentalizzazione dei ragazzini feriti, la vigliaccata della foto della bambina morta, le associazioni ridicole) malgrado la bontà dell’intento, mi documentai molto e scoprii che molte delle cose che Moore diceva nel film erano del tutto false. Penso che sia un demagogo, bugiardo, violento, scorretto e trombone. Penso che in lui abbia trovato sintesi la sinistra per cui non solo il fine giustifica i mezzi, ma che ha addirittura perso del tutto di vista il valore e il significato dei mezzi. Penso che esistano due sinistre, oggi. Hanno intenti simili, spesso. Ma una ha a cuore le sue ragioni, i suoi principi, i suoi valori, i suoi criteri di diversità dalla destra, e pensa che il loro mantenimento sia il suo primo obiettivo e senso. Comportarsi bene, fare cose di sinistra. È la sinistra “diversa”.
    Poi c’è un’altra sinistra per cui invece conta innanzitutto la vittoria, anzi più ancora conta la sconfitta dell’avversario. A qualsiasi costo. À la guerre comme à la guerre, senza andare troppo per il sottile e facendosene un vanto. A costo persino di non distinguersi più dalla destra. A costo di diventare – svuotate le sue presunzioni di “diveristà antropologica” - una sinistra “uguale”.
    “Fahrehneit 9/11” è un film bruttino e noioso. Lo ha già scritto su Vanity Fair Gabriele Romagnoli, ed è indiscutibile che gli eventuali pregi o successi del film non abbiano nulla a che fare con una presunta qualità artistica o creativa, malgrado i riconoscimenti ingannevoli come quello di Cannes. Lo stesso Moore, in questo, non ha mai onestamente vantato altro che i contenuti, del suo film. La confezione del quale è sbrigativa, povera, banale, le invenzioni vecchie ed elementari. Qualcuno ha provato a sopravvalutarle sostenendo che era intenzione del regista portare il linguaggio televisivo nel cinema. Ma se è vero che il film ha molto di televisivo – i meccanismi ricordano continuamente i servizi esterni di Striscia la notizia, legittimando la tesi per cui Moore sarebbe una specie di Gabibbo degli americani – è perché è stato costruito appunto con quella mano sinistra tipica di molte produzioni tv.
    Se non la forma, ciò che è forte in “Fahrenheit 9/11” sono alcuni contenuti. Per l’esattezza, quei contenuti in cui la mano del regista e le sue forzature a tesi sono assenti: tutte le riprese del presidente Bush, in diversi contesti e situazioni, proposte tali e quali allo spettatore, sono più rivelatrici dell’inadeguatezza dell’uomo di qualsiasi costruzione complottarda operata dalla voce fuori campo di Moore e dai suoi accorgimenti di montaggio. In queste parti, il film è molto più efficace di quanto i miei pregiudizi immaginassero. Anche se i giornali americani in cerca di spettatori repubblicani a cui il film faccia cambiare idea stanno faticando molto. Per il resto, ci sono paranoie antisaudite (banalmente razziste) smentite perfino dalla Commissione sull’Undici settembre, e pretese ridicole che i deputati americani firmino dei fogli per “mandare al fronte i propri figli”, come se fossero i genitori a decidere del destino di cittadini maggiorenni. Cose così.
    Il successo del film ha quindi due ragioni. Una, meritevole, è quella di mostrare parti di realtà illuminanti per capire chi governa gli Stati Uniti. L’altra, più discutibile, è quella per cui al pubblico piace sentirsi dire le cose che già pensa, e piace sentirsi trattato come il giusto protagonista di una battaglia per la verità. In questo senso in America il successo del film è stato da subito associato a quello della Passione di Mel Gibson, con solidi argomenti. Entrambi i film si rivolgono a un loro pubblico militante che vive la propria appartenenza in modo catacombale, aspettando il ritorno della propria verità, che le pellicole annunciano. Entrambi si sono fatti marketing vantando presunte censure o campagne – in realtà insignificanti – di un qualche “potere” ai loro danni. Entrambi i film hanno avuto un clamoroso successo (l’uno imparagonabile all’altro) grazie alla partecipazione devota e battagliera al proprio messaggio (per entrambi quello di una verità troppo a lungo taciuta), e su null’altro. Né la qualità del film, né il dettaglio dei suoi contenuti ha avuto importanza in ciascun caso.
    E se tanta devozione è tutto sommato normale per un film religioso, è una cosa impressionante per un film di propaganda elettorale. E qui sta il grande merito di Michael Moore.
    Il grande merito di Michael Moore sta nell’aver portato al successo e all’attenzione mondiale, sulle copertine e nei telegiornali e nei dibattiti, la radicale divisione all’interno della sinistra. Che vale in America come in Italia come in molte altre parti del mondo. La divisione tra la sinistra “diversa” e la sinistra “uguale”. Mentre sono poco rilevanti gli oppositori da destra – prevedibilmente indignati dai contenuti del film - è la quantità e la qualità dei critici di sinistra di “Fahrehneit 9/11” a fare impressione. Abbiamo già citato Romagnoli, per fare un esempio, ma in America Moore è ormai odiato a sinistra almeno quanto è amato. Il giornalista e scrnittore liberal Paul Berman lo contesta sistematicamente da quando Moore censurò un suo articolo sul Nicaragua che secondo lui rischiava di dare una mano a Reagan. Lo stesso Moore ha raccontato (anche a Vanity Fair, due settimane fa) di non voler appoggiare esplicitamente Kerry. I siti internet che dimostrano le falsità dei suoi film sono sia di destra che di sinistra. E le accuse che gli vengono – lo stesso Kerry è stato alla larga dal film e dal regista finora, comprendendone il doppio taglio – sono sempre le stesse: falsità, demagogia, violenza, slealtà.
    E tutto questo riguarda molto l’Italia. In Italia, il conflitto interno alla sinistra si riassume semplicemente: è la vecchia questione del fine e dei mezzi. È la vecchia questione se qualsiasi principio, criterio, valore, debba essere sacrificato per il raggiungimento di un elevato obiettivo (nella fattispecie, la caduta del governo Berlusconi). C’è chi pensa di sì, e c’è chi pensa di no, e le due parti sono molto ai ferri corti, con accuse di fascismo a una parte e connivenza col nemico all’altra. Benché la presunzione di “diversità antropologica” delle persone di sinistra sia diffusa in ambo i campi, è qui che se ne dimostra il fondamento. Esiste una sinistra “diversa”, che si definisce per voler avere valori e modi diversi dalla destra, nella tolleranza, nel rispetto, nella stima delle regole e del prossimo, e a cui Moore non piace; ed esiste una sinistra “uguale” per cui sarebbe stupido lasciare alla destra delle armi solo per il fatto di ritenerle sbagliate, e che è entusiasta di avere finalmente un campione come Moore, forte della stessa faziosità e prepotenza dei più comuni aizzatori di destra (gli italiani di sinistra uguale hanno finalmente uno con i modi di Antonio Socci e il fisico di Baget Bozzo, e il fanatismo di entrambi). Perché a sinistra non si dovrebbe mentire, se lo fa la destra? Perché a sinistra non si dovrebbe abusare del proprio potere, se lo fa la destra? Perché a sinistra non si deve desiderare e compiere il male dell’avversario, se lo fa la destra? Perché a sinistra ci si dovrebbe sottrarre a demagogie e strumentalizzazioni, se non vi si sottrae la destra? Perché essere “diversi” e migliori, se i migliori perdono? Niente è sbagliato, se guida alla vittoria, se serve a fargliela pagare, e soprattutto se lo fanno anche gli altri. Tutto questo vi ricorderà qualcosa, e adesso ci arriviamo.
    La frase che sostiene meglio di ogni altra le ragioni della sinistra “diversa” l’ha scritta Thomas Friedman, commentatore liberal del New York Times, a proposito del rapporto tra le democrazie e il resto del mondo dopo l’11 settembre. È una frase molto bella e che dovrebbe essere ricordata spesso (anche a destra). Friedman concluse un suo articolo così: “Noi siamo i buoni, vediamo di dimostrarlo”. Esiste una differenza tra il bene e il male e questa differenza va praticata, sono le due cose essenziali che dice Fredman. L’encomiabile pretesa di essere nel giusto deve passare attraverso la sua dimostrazione continua e inderogabile. Pensare invece di essere nel giusto per definizione, e quindi di essere in diritto di ogni cosa per affermarlo, genera e ha generato mostri. Questa è una delle cose più tristi della contrapposizione tra sinistra diversa e sinistra uguale: che essa sembra discendere esattamente dalla contrapposizione tra comunisti e anticomunisti, a sinistra. Pensateci.
    Michael Moore è oggi l’emblema della sinistra uguale. Quella per cui la differenza con la destra si mostra quasi unicamente nella bandiera. Non sarà un caso se uno dei più seguiti oracoli della sinistra uguale è un uomo dai modi e dai pensieri biecamente di destra come Marco Travaglio. Non sarà un caso se il giustizialismo forcaiolo tradizione della destra benpensante ha trovato spazi accoglienti tra la sinistra uguale. Non sarà un caso se il pacifismo di una parte della sinistra uguale è così aggressivamente bellicoso. Un lettore del Foglio di buona memoria ha di recente trovato questa vecchia cosa scritta da Furio Colombo, oggi direttore dell’Unità, giornale maggiore della sinistra uguale: “Ecco il punto a cui voglio arrivare, quello che a me sembra il problema storico del pacifismo italiano. Esso è parte di una cultura che, per ragioni della nostra formazione storica, retorica, logica, chiede di avere un nemico. Ora, come può avere un nemico il pacifismo? Si tratta di una contraddizione, ma a me sembra che la cultura italiana, fondata su una tradizione filosofica di antagonismo, forzi inconsciamente molti militanti giovani a portarsi addosso questa contraddizione. Ovvero l’impossibilità di vivere senza un nemico. Ecco il disagio che mi sembra di cogliere nella definizione del pacifismo italiano: resta forte (più dannoso se inconscio) il problema del nemico”. Parole chiarissime, e confortate in modo impressionante dalla successiva testimonianza personale di Colombo.
    In italia, pensare di unire la sinistra, tutta la sinistra che si dice tale, è un esercizio professionale e sentimentale che legittima la vita di molte persone. Ma alla luce di quel che abbiamo detto, è un esercizio che non ha altro senso. Eppure, mentre nessuno pensa oggi di unire il centro - da Rutelli a Berlusconi, che sono entrambi di centro - lo spauracchio del nemico crea l’illusione che si possa unire la sinistra (si dimostra di questi tempi che è altrettanto arduo unire la destra, che pure va meno per il sottile). Illusione sostenuta dal paragone con gli Stati Uniti dove esisterebbe un partito unico di sinistra. Che però non solo non è “di sinistra”, non solo ha come leader e candidato un uomo favorevole alla guerra in Iraq, ma non è neppure unico, come il partito di Ralph Nader e il suo peso hanno dimostrato.
    In Italia, gli unici capaci di unire la sinistra – ed è un risultato davvero straordinario e mai abbastanza riconosciuto – sono quelli di Repubblica. Su Repubblica scrivono senza storcere il naso, tutti: terzisti e manganellatori. Sinistra diversa e sinistra uguale. Ma avendo come principio l’ospitalità nei confronti di mille idee diverse, e la discutibilità di ogni linea salvo l’antiberlusconismo, non si fa un partito. Si fa un giornale unico, libero di contraddirsi e di non dover governare un paese. Su Repubblica scrive ogni giorno Michele Serra, altro caso rilevante, che sta in bilico – uno dei pochissimi – tra sinistra diversa e uguale. Serra è sempre stato di modi “diversi”, pur con qualche cedimento giustificato dall’amore per la satira. L’anno scorso lo incontrai un giorno che aveva scritto una cosa contro la maggioranza che mi sembrava non stesse in piedi, malgrado ne condividessi l’obiettivo. Fu lui che mi rispose “à la guerre comme à la guerre”.
    Per il suo film, Michael Moore aveva chiesto a Pete Townshend di poter usare una sua canzone, “Won’t get fooled again”, il cui ritornello tornava buono per prendere le distanze dalla presidenza Bush. Il chitarrista dei Who, già sostenitore dell’intervento in Iraq, gliel’aveva negata, ricevendone insulti e accuse di essere un guerrafondaio. E aveva risposto che evidentemente Moore non si comportava in modo tanto diverso da Bush. È la sinistra uguale.




    Non sarà un caso se uno dei più seguiti oracoli della sinistra uguale è un uomo dai modi e dai pensieri biecamente di destra come Marco Travaglio.


    Francamente, l'articolo in sè non mi convince troppo, ma solleva tematiche interessanti.
    Non so quale fosse l'idea di sinistra diversa che aveva in mente Sofri, nè in questo momento mi interessa.

    Salto pie' pari tutte le mie pippe mentali, e arrivo direttamente ad una domanda secca e semplificativa:

    Oggi in Italia, chi è giustizialista? La destra o la sinistra?

    Chi può affermare, restando serio, che il governo Berlusconi sia stato un governo giustizialista?

    Ma altrettanto, chi può affermare che l'attuale e giovane governo Prodi si stia muovendo in direzione della difesa della legalità?

    Perchè Travaglio, che è stato ed è un liberista, trova asilo a sinistra?

    Mi fermo qui...
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    mant(r)a
    Post: 5.752
    Registrato il: 29/04/2004
    Utente Master
    00 30/10/2006 20:54

    perché ti sei fermato lì?
    continua, seguo con piacere
    mi faciliti il rilascio di endorfine
    continua.....




    [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27829]
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