00 01/10/2005 14:01
Il mondo non vi piace... convertitevi?????
Questo articolo è stato pubblicato su Liberazione (giornale che leggo quasi mai) il 26 settembre.
In prima c'erano le foto affiancante di Ratzinger e Khomeini, cosa che non è stata ben accolta dal mondo cattolico.
Eppure l'articolo, portando alle estreme conseguenze alcuni eventi odierni, fa un'analisi tutt'altro che oziosa.

Ecco a voi, dall'archivio on line del giornale. (Tanto lo so che lo leggeranno a dir tanto 2 persone!)

Il papa come l'ayatollah Khomeini
Ritanna Armeni
Che differenza c'è fra Benedetto XVI e Khomeini l'ayatollah che nel 1979 fece dell'Iran una repubblica islamica? Che differenza c'è fra papa Ratzinger e il capo degli sciiti irakeni Al Sistani? E ancora, quale è la diversità - nel rapporto fra la religione e lo stato - fra tre costituzioni, irakena, afghana e iraniana, alla base di paesi dominati da un integralismo religioso che subordina a sé gli organismi dello stato e la vita civile, e quello che propongono oggi le gerarchie cattoliche?

La domanda, sia ben chiaro, non è né polemica né irrispettosa. Ma ci è venuta spontanea quando abbiamo letto ieri alcune dichiarazioni di papa Ratzinger nell'incontro con il nuovo ambasciatore del Messico presso la Santa sede.

"Davanti al crescente laicismo - ha detto Benedetto XVI - che pretende di ridurre la vita religiosa dei cittadini alla sfera privata, senza nessuna manifestazione sociale e pubblica, la Chiesa sa molto bene che il messaggio cristiano rafforza e illumina i principi di base di tutta la convivenza, come il dono sacro della vita, la dignità della persona, insieme all'eguaglianza e a l'inviolabilità dei suoi diritti, il valore irrinunciabile del matrimonio e della famiglia che non si può equiparare né confondere con altre forme di unioni umane".

In poche parole il nuovo pontefice ha affermato che la religione non è un fatto privato, ma, contrariamente a quello che i laici pretendono, sociale, pubblico e politico.

E ha così dato il suo appoggio pieno alla politica seguita dal Cardinale Ruini e dalla Cei. Quella politica che ha portato il presidente della conferenza episcopale a dare indicazione di voto sui referendum per la legge 40, e a pronunciarsi i Pacs.

I cattolici - come del resto aveva detto qualche settimana fa monsignor Betori - devono uscire dalle sacrestie intervenendo uniti nella vita pubblica e modificandola secondo le indicazioni della Chiesa. La Chiesa è contraria all'aborto? Si modifichi la legge. Le gerarchie cattoliche sono contro Pacs?

segue a pagina 6

Giriamo a pagina 6...

Non ci piace la società che si regola sul fondamentalismo religioso
Immaginiamo i punti sui quali la Chiesa potrà intervenire
Ritanna Armeni
I cattolici in parlamento si alleino e boccino una legge sulle convivenze civili. Un ospedale di Torino vuole sperimentare la pillola del giorno dopo? Si può intervenire, magari con un pretesto, e bloccare la sperimentazione. E così via. Immaginiamo che saranno molti in futuro i punti sui quali la Chiesa potrà intervenire per uniformare a sé, per plasmare secondo i propri principi società civile e politica. Per riappropriarsi sia pure in modo diverso dal passato di un potere temporale. Per dettare fuori, da ogni mediazione (quella mediazione, per intenderci che per decenni è stata fornita dalla Democrazia cristiana), le regole della convivenza civile. E allora la domanda iniziale ritorna. Che differenza c'è fra questa concezione dei rapporti fra stato e chiesa e quella che si esprime nel fondamentalismo islamico? Che Stato è quello che si uniforma alle regole religiose? In Iran la Guida suprema, la massima autorità è al di sopra del parlamento del presidente della repubblica e del potere giudiziario e vigila su di essi. E' così che si vuole la repubblica italiana? E' questo il ruolo a cui aspira Ruini? Al Sistani, capo spirituale degli sciiti irakeni, ha cercato di imporre nella costituzione irakena, la sharia affermando che i principi dell'Islam devono essere la sola fonte di ispirazione della carta costituzionale. C'è riuscito, anche se con un compromesso. L'Islam è una delle fonti della legislazione, ma non la sola. Le parole di Ratzinger non salvano neppure l'ipocrisia del richiamo ad altre fonti di diritto perché il papa cattolico dice che «il messaggio cristiano rafforza e illumina i principi di base di tutta l convivenza». Nella Costituzione afghana non c'è nessun riferimento alla sharia, ma l'affermazione che nessuna legge afghana può essere contraria al credo islamico. A questo si vuole arrivare anche in Italia? Che non vi sia nessuna legge contraria al credo cattolico?

Non c'è da stare allegri. E non perché pensiamo che nel lungo periodo il processo di secolarizzazione della società italiana possa essere bloccato. Ma perché, nel medio periodo, gli opportunismi della vita politica possono aiutare le gerarchie cattoliche in un'opera di delegittimazione dello Stato laico. E rendere più difficile la vita di molti, soprattutto delle donne. Per questo è giusto dare una risposta molto più ampia e radicale di un laicismo di principio. Perché è la società, gli uomini e le donne che vorrebbe Ratzinger, i rapporti fra di loro e fra loro e legge che non ci piacciono, così come non ci piace nessuna società che si regoli sul fondamentalismo religioso. Fino a qualche mese fa pensavamo che nessun avrebbe provato a proporcela.


E sempre a pagina 6 un altro articolo in tema


Papa Ratzinger: «Il laicismo pretende di ridurre la vita religiosa dei cittadini alla sfera privata»
Il pontefice rivendica il diritto del Vaticano a scrivere l'agenda politica del governo italiano. In difesa dei valori cattolici
Laura Eduati
Papa Ratzinger contro «un crescente laicismo che pretende di ridurre la vita religiosa dei cittadini alla sfera privata». Papa Ratzinger, dunque, a favore di una vita religiosa dei cittadini che si fa pubblica e politica.

Benedetto XVI torna su uno dei temi che sta più a cuore alla Chiesa romana del terzo millennio, la famiglia, e lo fa a pochi giorni dalla dirompente dichiarazione del cardinal Ruini sulla presunta incostituzionalità dei Pacs, i patti civili di solidarietà che garantirebbero più diritti alle coppie di fatto, gay o etero che siano - proposti dal diessino e presidente onorario dell'Arcigay Franco Grillini e sostenuti non solo dal centrosinistra (tolti Rutelli e Mastella), ma anche da un cautissimo Fini e da un più entusiasta gruppetto del centrodestra.

Questa volta, però, il pontefice non si è fermato alla consueta difesa dell'istituzione famigliare, sottolineando che questa «non si può equiparare né confondere con altre forme di unioni umane», bensì è andato oltre: «Davanti al crescente laicismo che pretende di ridurre la vita religiosa dei cittadini a sfera privata, senza nessuna manifestazione sociale e pubblica». In altre parole, il papa contesta ai cosiddetti "relativisti", ovvero a chi pretende di difendere la laicità dello Stato italiano dai cosiddetti attacchi del Vaticano, indignato dalla proposta dei Pacs come dalle discussioni sull'aborto e la pillola abortiva, l'eutanasia e l'omosessualità, di voler relegare la fede cattolica ad un fatto intimo, privato, personale e di coscienza. Mentre, sottindende il pontefice, è chiaro che non è così: la fede è pubblica e investe anche la vita politica della comunità. «Un vero Stato laico è quello che difende la libertà religiosa dei suoi cittadini», ha poi detto.

Ratzinger ha esposto nuovamente il suo pensiero durante l'incontro con il nuovo ambasciatore del Messico presso la Santa Sede, Luis Felipe Bravo Mena. Al quale ha ricordato - e non solo a lui: «la Chiesa sa molto bene che il messaggio cristiano rafforza e illumina i principi di base di tutta la convivenza, la dignità della persona insieme all'uguaglianza e all'inviolabilità dei suoi diritti, il valore irrinunciabile del matrimonio e della famiglia».

Le parole di Benedetto XVI ricalcano non solo quelle del cardinal Ruini, ormai un habitué delle esternazioni tra il religioso e il politico fin dai tempi del muro cattolico contro il referendum sulla fecondazione assistita del 12 e del 13 giugno scorsi. Ma si inseriscono specialmente nel discorso - a difesa della vita - ormai caposaldo delle gerarchie ecclesiastiche e di gran parte delle comunità cattoliche, esplicitato dal segretario della Cei monsignor Giuseppe Betori, che al convegno delle Acli di inizio settembre ha invitato i credenti a «uscire dalle sagrestie» per spendersi su «frontiere di rilevanza pubblica» e darsi «una maturità culturale significativa per tutti». «Non c'è fede che non abbia rilevanza pubblica» ha anche aggiunto Betori tra gli applausi.

Questo discorso, a sua volta, si lega alla recente proposta sempre del cardinal Ruini in favore di reti-nazioni di cattolici: far sì, insomma, che le politiche del Vaticano abbiano una coordinazione transnazionale, e che i credenti sparsi per il mondo si muovano insieme - più fedeli alla fede che ai loro governi. D'altronde le «preoccupazioni» - la difesa della vita e l'educazione religiosa - del nuovo papa erano state chiarissime fin dalla prima visita al Quirinale. L'agenda del Vaticano corre a spron battuto.


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Io so solo che:

Sura CIX

In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.

1 Di': " O miscredenti!

2 Io non adoro quel che voi adorate

3 e voi non siete adoratori di quel che io adoro.

4 Io non sono adoratore di quel che voi avete adorato

5 e voi non siete adoratori di quel che io adoro:

6 a voi la vostra religione, a me la mia".

[Modificato da astrodanzante 01/10/2005 14.10]