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La veneranda “Confraternita dei Devoti di Gesù al Calvario e di Maria Santissima Addolorata in sollievo delle Anime sante del Purgatorio ", questa la denominazione completa, comunemente conosciuta come “Confraternita dei Sacconi Rossi”, fu costituita nel 1760 per iniziativa di alcuni giovani che fondarono un sodalizio per la pratica quotidiana della Via Crucis per "meditare sulla passione atrocissima del Redentore" e giovare così "alle anime che penano nel carcere del Purgatorio". Durante l’espletamento delle loro attività indossavano un mantello rosso con cappuccio da cui derivò il nome popolare di Sacconi Rossi e con il quale sono comunemente conosciuti.

Compito principale della Confraternita era quello di suffragare i defunti, seppellire i cadaveri abbandonati e in particolare di raccogliere e dare sepoltura ai morti annegati nel Tevere, se nessuno ne avesse reclamato la salma; tali operazioni venivano effettuate di notte in processioni a lume di torcia.

La Confraternita fu inizialmente accolta (1768) dai Frati Minori francescani della basilica di San Bartolomeo all'Isola Tiberina e successivamente (1780) ottenne di acquistare dai Frati Minori il locale a tre navate, già destinato a magazzino, posto al piano terra dell'ala sinistra del Convento per trasformarlo in oratorio. Nel 1784 ebbe il riconoscimento da parte del papa Pio VI (1775-1799) e la concessione di ricavare, al piano seminterrato sotto l’oratorio, una cripta-cimitero per dare sepoltura ai confratelli defunti. Similmente alla Cripta dei Cappuccini a via Veneto, anche qui i Sacconi Rossi usarono le ossa dei morti per “decorare” la pareti e le nicchie della cripta-cimitero (tuttora visibili). Tali pratiche sono state mostrate nel discusso film-documentario “Mondo Cane” del 1962 (vedere il seguente punto B).

Il cimitero, divenuto ormai un ossario, era un luogo particolarmente insalubre anche a causa delle piene del Tevere che lo allagavano periodicamente e fu usato fino al 1836 quando, a causa delle epidemie di colera diffuse in città e in gran parte d’Italia, il papa Gregorio XVI (1831-1846) decretò che le sepolture avvenissero esclusivamente al cimitero del Verano.

L’abolizione di tale privilegio segnò la decadenza della Confraternita che subì un ulteriore colpo durante la repressione della Repubblica Romana (1849) da parte delle truppe francesi che, rientrate in Roma, occuparono i locali della Confraternita saccheggiandoli e trasformandoli in dormitorio. Nel 1851 i pochi devoti superstiti ripresero possesso dell'oratorio dando nuova vitalità alla Confraternita grazie anche alla concessione di papa Pio IX (1846-1878) di riprendere le tumulazioni nel sottostante cimitero. Dopo la presa di Roma da parte del Regno d’Italia (20 Settembre 1870) fu esteso alla provincia di Roma con regio decreto n. 5991 del 6 novembre 1870 il regolamento di sanità del Regno, in forza del quale il 25 febbraio 1871 furono chiusi definitivamente i cimiteri degli ospedali, conventi e simili, incluso quello dei Sacconi Rossi. Fu un grave colpo per la Confraternita che vedeva vanificata la propria ragion d'essere; la Confraternita perse via via molti dei suoi aderenti e intorno al 1960 arrivò praticamente all’estinzione.

A partire dal 1983 la Venerabile Arciconfraternita di Santa Maria dell’Orto raccolse autonomamente l’eredità dei Sacconi Rossi riprendendo l’usanza di commemorare i morti nel Tevere con una cerimonia sulle rive dell’isola Tiberina. Recentemente la commemorazione è stata estesa a tutti i defunti senza nome periti in calamità naturali e guerre.

[Modificato da kamo58 11/04/2012 21:39]