È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

Il forum-blog di kamomilla

I Nazareni

  • Messaggi
  • OFFLINE
    kamo58
    Post: 5.163
    Sesso: Femminile
    00 29/03/2012 19:24



    Franz Pforr - S. Giorgio e il drago


    Pur con notevoli disparità di origini, di formazione e di esiti i Nazareni, tedeschi attivi a Roma nel secondo e terzo decennio del XIX sec., hanno in comune con i Preraffaelliti la posizione anticlassicistica in nome del nascente culto per il medioevo, lo studio dei “primitivi” italiani e tedeschi (Durer e scuola danubiana), l'interesse per la tecnica grafica e l'affresco. Fu anche ideale di taluni di essi una fraternità mistico-culturale fra nord e sud, Germania e Italia. L'embrione del gruppo fu determinato dall'incontro all'Accademia di Vienna nel 1806 di Overbeck (Lubecca 1789 - Roma 1869) e di Pforr (Francoforte 1788 - Albano Laziale 1812). Le loro idee furono profondamente influenzate dal misticismo di suggestione medioevale propagandato dal libretto di Wackenroder “Le Peregrinazioni del cuore di un monaco amante dell'arte” e li condussero ad una decisa rottura con il classicismo integrale dell'accademia e alla fondazione nel 1809 della “Lega della Confraternita di S. Luca”, sul presunto modello delle corporazioni medioevali.



    L'incredulità di S. Tommaso - Overbeck


    Trasferitisi nel 1810 a Roma trovarono alloggio nell'ex monastero francescano di S. Isidoro, organizzato da una sorta di comunità di lavoro monastica. Qui condussero una vita in comune, dipingendo durante il giorno nel refettorio, mentre la sera discutevano dei propri lavori. Di solito posavano gli uni per gli altri, operando in linea di principio a memoria e non dipingendo mai dal vero modelli femminili. Non trattavano soggetti mitologici, né eventi storici contemporanei, ma temi dell’Antico e del Nuovo Testamento, oppure delle vite dei santi.



    Peter Von Cornelius - dieci vergini



    Nel 1815 giunse a Roma anche Peter Von Cornelius seguito da Joseph Anton Koch, Philipp Veit, W. Von Shadow, J. Schnorr Von Carolsfeld e altri. Dopo inizi difficili giunsero le prime importanti commissioni dove poté esplicarsi lo spirito collettivo della confraternita e l'interesse per la tecnica dell'affresco. Il gruppo iniziò a dissolversi dopo la partenza di Cornelius, chiamato a Monaco da Luigi di Baviera. Rimasero a Roma fino alla morte solo Koch e Overbeck. Le più importanti opere dei Nazareni eseguite collettivamente a Roma sono gli affreschi della casa del console prussiano Bartholdy e quelli della villa del Principe Massimo commissionati dai rispettivi proprietari nel 1816 e nel 1817.




    Friedrich Wilhelm Schadow, Tunica macchiata di sangue




    Essi si ribellarono al classicismo accademico, aspirando ad un'arte rinnovata su basi religiose e patriottiche che stilisticamente assunse un carattere arcaicizzanti, dato da un forte accento lineare e dall'uso del colore crudo, steso con pennellate uniformi. Lo stile, inoltre si caratterizzò come una ricomposizione formale, quasi filologica, dello stile degli artisti quattrocenteschi italiani da Beato Angelico, Filippo Lippi, Luca Signorelli, Perugino, ad soprattutto il primo Raffaello. Gli artisti, che si riunivano regolarmente e criticavano a vicenda le rispettive opere, il 10 luglio 1809, anniversario del loro primo incontro, fondarono la confraternita della Lega di San Luca (Lukasbund), giurando di restare sempre fedeli alla verità, di combattere la maniera accademica e di resuscitare con ogni mezzo l’arte. Overbeck disegnò l'emblema che doveva venir applicato sul retro di qualsiasi quadro. Tale emblema mostrava san Luca entro un arco con le lettere HWPOVS (Hottinger, Wintergerst, Pforr, Overbeck, Vogel, Sutter), negli angoli in alto una spada ed una fiaccola, e in alto al centro una W di Wahrheit, ovvero verità. Dopo la morte di Pforr, Overbeck attraversò una grave crisi spirituale, cercando rifugio nella religione e convertendosi nel 1813 al cattolicesimo, il che spaventò il padre di Vogel, che fu richiamo subito in Svizzera. Poco dopo, anche Hottinger lasciò Roma. Per l’attrazione verso il cattolicesimo, per il loro modo di vivere monastico e per la grande cappa ed i capelli lunghi, furono chiamati Nazareni dal pittore Koch. Wilhelm Schadow e il fratello Rudolf giunsero a Roma nel 1813 e nel 1815 giunse Philipp Veit.



  • OFFLINE
    kamo58
    Post: 5.163
    Sesso: Femminile
    00 29/03/2012 19:31
    Villa Massimo e gli affreschi dei Nazareni



    La storia di Villa Massimo parte da lontano. In epoca romana sui campi del Laterano sorgeva la caserma degli "Equites Singulares", le cui rovine furono poi occupate da coltivazioni di vigneti. Nel 1605 vennero acquistate da Vincenzo Giustiniani: nacque così Villa Giustiniani, un edificio che doveva servire da punto di appoggio per la famiglia: un luogo di svago, di riposo, di caccia. Per questo motivo viene classificato tra le "ville suburbane", in cui le famiglie aristocratiche usavano trascorrere i giorni di riposo senza allontanarsi troppo dalla città. L'edificio riprende uno stile eclettico, ispirato dai grandi architetti attivi nella Roma del XVII sec. Nel 1802 il principe Vincenzo Giustiniani vendette la residenza al marchese Carlo Massimo. Infine, nel 1947 Villa Massimo divenne sede dei Frati Minori della Custodia di Terra Santa. Nei primi anni dell'Ottocento, durante l'occupazione di Roma da parte di Napoleone Bonaparte, un gruppo di pittori mitteleuropei si stabilì nel convento francescano di S. Isidoro. Per la loro vita comunitaria in convento, la vicinanza al cattolicesimo e la dedizione al lavoro, ma anche per i mantelli che usavano indossare e i lunghi capelli, questi artisti divennero presto noti tra il popolo romano come i "Nazareni". Erano artisti che volevano dipingere dal vero, guardando agli originali ed inoltre rivolgevano il loro interesse anche alle rovine classiche, alle chiese e ai pittori medievali: negli artisti pre-raffaelliti vedevano quella "sincerità" e "verità" che l'arte aveva smarrito. Gli affreschi di Villa Massimo iniziarono nel 1817 e si conclusero circa dieci anni dopo. I capolavori letterari di Dante, di Tasso e Ariosto divennero il motivo ispiratore degli affreschi delle tre stanze del pianterreno:



    - La stanza di Dante di Philipp Veit e Joseph Anton Koch (1818-1824)





    - La stanza di Ariosto di Julius Schnorr von Carolsfeld (1822-1827)



    - La stanza del Tasso di Friederich Overbeck e Joseph Fuhrich (1827-1829)



    Nel 1817 il marchese Carlo Massimo affidò la decorazione della propria casa di campagna al Laterano, il Casino Massimo, al gruppo. Le tre stanze vennero decorate con scene epiche tratte da Dante, Torquato Tasso, Ludovico Ariosto e Petrarca. Nella stanza dantesca Cornelius affrescò il soffitto col Paradiso e Horny eseguì le ghirlande di frutta e di fiori. Con la partenza di Cornelius per Monaco, il marchese su consiglio di Koch, affidò il completamento dell'opera a Philipp Veit, il quale non la condusse a termine; allora fu lo stesso Koch a prenderne il posto. Nella sala del Tasso, Overbeck dipinse la Gerusalemme liberata. Alla morte del marchese nel 1827 il pittore, sentitosi sollevato dal suo contratto, partì per Assisi. Joseph Führich, che si era unito al gruppo nello stesso anno e che risiederà a Roma fino al 1829, venne incaricato di terminare l’affresco. Nella camera centrale la decorazione, ispirata all’ariostesco Orlando furioso, venne affidata a Julius Schnorr von Carolsfeld, a Roma nel 1818, che la condusse a termine da solo.
  • OFFLINE
    kamo58
    Post: 5.163
    Sesso: Femminile
    00 25/08/2014 17:20
    [SM=x2784455]