Il passaggio

"Nel cuore della foresta boliviana il professor Jonas Lear fa una scoperta destinata a cambiare per sempre il destino dell'umanità: un virus, trasmesso dai pipistrelli che, modificato, è in grado di rendere più forti gli esseri umani, preservandoli da malattie e invecchiamento. In una remota base militare in Colorado, il governo degli Stati Uniti inizia quindi degli esperimenti genetici top secret per studiare i prodigiosi effetti di questa scoperta. È il Progetto Noah, che utilizza come cavie umane dodici condannati a morte e una bambina. L'esperimento però non procede secondo le previsioni e accade ciò che non era neanche lontanamente immaginabile: i detenuti sottoposti alla sperimentazione - i virali - trasformatisi in creature mostruose e assetate di sangue, fuggono dalla base, seminando morte e distruzione. Da quel momento gli eventi precipitano e nessuno è più in grado di controllarli, nessun luogo è più sicuro e tutto ciò che rimane agli increduli sopravvissuti è la prospettiva di una lotta interminabile e di un futuro governato dalla paura del contagio, della morte e di un destino ancora peggiore. L'unica speranza è rappresentata da Amy, piccola superstite dell'esperimento che ha scatenato l'apocalisse: su di lei il virus ha avuto effetti particolari, trasformandola in una pedina fondamentale nella lotta contro i virali. Sarà l'agente dell'FBI Brad Wolgast a salvarla da una fine terribile e a iniziare con lei un'incredibile odissea per liberare il mondo dall'incubo in cui è precipitato."



"Il passaggio", libro prima della trilogia omonima di Justin Cronin, è uno di quei libroni ad ampissimo respiro, caratterizzati dalla presenza di numerosi personaggi e da quella particolare atmosfera in stile "abbiamo fatto un lungo, lunghissimo viaggio per arrivare fino a qui, ma il meglio deve ancora arrivare", tipico dei romanzi che si propongono di sviluppare e far germogliare nei capitoli successivi vari semetti narrativi sparsi qua e là per il volume.
Si tratta di un libro che, secondo me, deve un sacco non soltanto a "L'ombra dello scorpione" ("Il passaggio" è del resto un libro che lo stesso King ha dichiarato più volte di aver molto apprezzato) e "Io sono leggenda", ma anche, seppure in percentuale minore, a "Il Signore degli Anelli", e direi proprio anche a "Resident evil"!
Non è proprio un horror, e non è proprio un fantasy: diciamo che si colloca forse a metà strada fra i due generi, ed è un esperimento "ibrido" secondo me piuttosto riuscito ed interessante, che mantiene viva la curiosità e l'attenzione del lettore per le oltre 800 pagine del libro.
Un punto debole non indifferente, secondo me, l'eccessiva lunghezza: in alcuni punti Cronin si dilunga troppo, scende nel dettaglio e si perde dietro a particolari decisamente troppo irrilevanti (oltretutto, Cronin è uno dei pochi autori di genere al mondo, per quanto ne so, ad arrischiare spesso e volentieri un "flashback nel flashback nel flashback"... gli effetti, per quanto mi riguarda, sono stati alquanto soporiferi, non credo proprio che mi azzarderò mai a replicare queste tecnica! )

A parte questo, però, per me resta una lettura da consigliare, soprattutto ai fan delle ambientazioni post-apocalittiche, dei film horror sugli zombie, e delle lunghe odissee perigliose!

Bella quella del flashback nel flashback nel flashback eheheheh
Non so se sto invano aspettando un'edizione economica, ma resto intenzionata a prenderlo e leggerlo!
Grazie Sophie della recensione!