Guardate un pò:
www.letterecaffe.org/francesco_de_gregori.htm
Qui un racconto:
Caro Napoleòn, scopro con quasi un anno di ritardo che la fortunata coincidenza del 14 febbraio 2002, quando Francesco De Gregori venne a nobilitare con la sua persona e la sua voce una mia seratiella al Lettere/Caffè di Trastevere (Roma) ha finito per costituire oggetto di dibattito e di riflessione sulla preziosa pagina del tuo sito dylaniano. Mi presento: sono Franco Fosca lo strimpellatore di strada (cantautore è termine quantomeno iperbolico se riferito alla mia ridicola persona), che subì nel 2001 un intervento chirurgico al delicato organo detto "cuore" in seguito ad un infarto con contestuale arresto cardiaco di 2 minuti e 40 secondi (dopo i 4 minuti c'è la lesione perenne al cervello) e finale resurrezione e ritorno dal regno delle ombre - come Orfeo, tanto che il mio prossimo gruppo di canzone d'autore anni 70 credo che lo chiamerò "Orfeo Cantore". La storia è questa. Con il mio gruppo di allora (folk e west coast, con tanto Dylan in mezzo), i "The Bench", sciolti l'estate scorsa, avevo appena finito di registrare un CD autoprodotto ("La Canzone Americana di Protesta") da vendere al dettaglio nelle mie seratielle, cui aveva partecipato cantando "Joe Hill" il buon Luigi Grechi, fratello maggiore/minore o, se si preferisce, minore/maggiore di Francesco De Gregori. A quest'ultimo, ricevutane copia dal fratello, il disco era piaciuto e mi aveva fatto pervenire i suoi complimenti (danzai di gioia come Snoopy per una settimana).
Dopo la disavventura cardiologica, incontrai per caso, a piazza Navona, il grande Degre con sua moglie
Chicca, mi feci riconoscere e gli buttai lì la mia "Festa del Ritorno", del 14 febbraio appunto, che cadeva
di lì a pochi giorni. Tutto avrei creduto, meno che potesse ricordarsi di me: invece arrivò davvero, in
carne ossa voce e manina arpeggiante.
Alcune rettifiche: l'articolista, la brava (mia benefattrice) Geraldine Schwarz, non era presente alla
serata ed ha vergato il suo pezzo sulla scorta delle informazioni ottenute dalla padrona del Lettere/Caffè - Enza, persona meravigliosa ma non molto attendibile filologicamente. I pezzi di Dylan suonati
da De Gregori e da me furono in realtà solo due (e non già mezza discografia del Duluthiano, come sembra suggerire la pagina stampata): Mr Tambourine Man e Blowin' in the wind. Il resto fu un simpatico, finanche spassoso e a tratti epico excursus intorno alla produzione vecchia e nuova del nostro Principe.
Concludo ringraziandoti per le liriche, che cercavo da millenni, della "You ain't going nowhere" del
Greatest Hits azzurro. Infine, se vivi a Roma e ti va di sentire un concerto di cantautori anni '70 (ma
farò anche qualcosa del Dylan) sappi che suono giovedì 16 gennaio proprio in quell'inestimabile
straproletario locale di Via Madonna Dei Monti 28 (Folkosteria Vicolo dei Musici) pubblicizzato sulla
tua - ripeto - preziosissima pagina (che mi riprometto, ora che la conosco, di visitare regolarmente).
Grazie anche per il tuo nick name, che sento profondamente anche mio. Ciao Napoleòn in Rags, un
abbraccio. FF
(da maggiesfarm.it)