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La lattaia Johannes Vermeer

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    kamo58
    Post: 5.163
    Sesso: Femminile
    00 06/02/2012 15:00



    All'interno di un ambiente disadorno, una donna accanto a una finestra versa del latte in una scodella con fare concentrato e lento. Da quella stessa finestra un fascio di luce illumina la semplice stanza, dove nient'altro accade. Si tratta di un sublime ritratto di una giovane donna qualunque, una delle opere più apprezzate di Johannes Vermeer. Vederlo riprodotto sulle pagine di un libro è una condizione che riesce solo a preannunciare la grandiosità di questo dipinto. Quando gli occhi si posano realmente su questa piccola tela, allora una forte emozione colpisce il fruitore.

    Si cominciano a scorgere i dettagli poveri e, allo stesso tempo, preziosi di questo fotogramma della realtà, sempre magnificamente rappresentata dal pittore olandese. “La lattaia” è un dipinto del 1658, non è molto grande, misura appena 45,5 x 41cm ma, come accade per molti altri piccoli grandi capolavori, questa tela emana una potente forza espressiva.
    La semplicità del soggetto si manifesta in tutta la scena: la giovane donna ha un fisico robusto, le sue mani parlano di un duro lavoro e sono anche più brune rispetto agli avambracci, come a narrare di un lavoro svolto anche sotto il sole. L'abito che la riveste è modesto ma colorato, il corpetto è giallo e le maniche risvoltate sulle braccia sono verdi, mentre nella parte inferiore un grembiule blu copre in parte la gonna rossa. Attorno a lei, la stanza spoglia è raccontata con minuzia, così da scorgere i molti dettagli, come il chiodo attaccato al muro e i vari fori presenti sulla parete, oppure il vetro rotto della finestra, o ancora i decori delle ceramiche nella parte bassa della parete. Vermeer prestava attenzione ai dettagli più minuti e la sua capacità di raffigurare i diversi materiali è magistrale. Un esame più attento rivela piccole sottolineature ovunque, a volte opache, a volte brillanti. In alcuni punti il colore è appena un po' più spesso e coglie maggiormente la luce. Il pane dentro al cesto posto sul tavolo illustra magnificamente questa tecnica: dei piccoli punti suggeriscono addirittura una crosta croccante.
    In questo, come in altri dipinti di Vermeer, la realtà ci viene restituita nella sua integrità, ma al tempo stesso ci appare come sottratta al flusso del tempo, decantata, fissata in una dimensione contemplativa.
    Il pittore prediligeva riprodurre interni domestici, popolati da discrete presenze umane, spesso femminili, le quali sono permeate da un'evidente dignità, quasi mai colte in una posa, bensì osservate in un'occupazione che le assorbe. Peculiare di Vermeer è un certo distacco dal mondo, che crea una specie di “vicina lontananza” derivata dalla struttura concettuale del quadro, nascosta sotto un evidente realismo. Ci sembra di intuire pensieri profondi nella meditazione estetica di Vermeer, nel suo fare sommessamente scientifico, nella sua realtà ordinata e muta, nella sua luce interiore. Ed è questa luce, quest'atmosfera intensamente intima, che penetra e rimane dopo aver posato lo sguardo sullo splendido ritratto de “La lattaia”.

    Serena Di Mercione da whipart.it
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    kamo58
    Post: 5.163
    Sesso: Femminile
    00 06/02/2012 15:05
    Si sollevò una grande polemica in Parlamento quando, nel 1905, fu messa in vendita la collezione di 39 quadri del ricco collezionista Jan Pieter Six van Vromade; la società di Rembrandt si era offerta di pagare una parte dei 750.000 fiorini richiesti, al resto avrebbe pensato lo Stato. Fu il critico Victor de Stuers a ribadire l'importanza della collezione per la storia olandese, anche se da molti giudicata di scarso valore, includo questo quadro che Vi propongo stasera.
    L'affare ebbe buon esito e nel 1908 il Rijksmuseum ottenne i 39 quadri.

    Oggi sembra impossibile pensare che "La lattaia" fosse giudicata opera mediocre. E' in realtà una delle prime scene di genere in cui Vermeer realizza quella magica sospensione dell'atmosfera nella scena, quell'ineffabile rapporto tra figura e spazio circostante che va oltre il semplice realismo.

    Invece della pittura lucida,
    smaltata e nitidissima delle ‘scene di genere’ dei suoi contemporanei olandesi
    Vermeer adotta una tecnica a grani di colore,
    abolisce le linee di contorno e sfuma i profili degli oggetti che sembrano dissolversi nella luce;
    propone ombre colorate e pennellate visibili e ricche di impasto.


    I grani di colore
    – tocchi di pennello densi di colore che restano in rilievo sulla tela–
    danno vita agli oggetti,
    descrivono la diversa consistenza dei materiali:
    la ruvida cesta di vimini, la seta grezza del corpetto giallo,
    la cuffia inamidata, la porosità della brocca di terracotta,
    la crosta croccante del “pane nel cestino
    e dei panini sulla tavola che sono costellazioni di punti luminosi”
    (Schneider).


    E’ il sottile zampillo di latte bianco, che scorre immutabile e senza tempo dalla brocca di terracotta, o il contrasto giallo blu del semplice abito della ragazza ad attirare il nostro sguardo? Difficile dirlo.
    Resta il fatto che la “ Lattaia “ di Vermeer è una delle opere più affascinanti di tutta la storia della pittura.
    [Modificato da kamo58 16/03/2015 15:12]