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Capitolo Due.

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    Franciska_
    Post: 72
    Registrato il: 07/08/2011
    Città: ALAGNA VALSESIA
    Abitante di AURENDOR
    VALLETTO
    00 15/12/2011 16:25
    Le panche erano occupate da ragazze con capelli corti e indosso abiti verdi. Le risate e il vociare coprivano il tintinnio dei cucchiai contro i piatti.
    Eileen camminò tra i tavoli, in mano una ciotola fumante di zuppa. Il suo sguardo andava da destra a sinistra. Sbuffò. Ma dov’è?
    «Leen!». Dena le fece un gesto con la mano. Eileen sospirò e si diresse verso di lei; si sedette accanto.
    «Ciao, Dena» Sgranchì le dita e immerse il cucchiaio nel brodo. Ne prese un sorso e arricciò le labbra. Osservò la zuppa e col cucchiaio ispezionò il fondo della ciotola; cibo marrone e molliccio venne a galla. Rabbrividì. Brodaglia schifosa.
    «Come è andata nelle cucine?».
    Eileen fece una smorfia. «Ho strofinato pentole tutta la mattina, come pensi che mi sia andata?».
    Dena scrollò le spalle. «Era solo una domanda. Comunque, sorella Caitlin si è arrabbiata per la tua assenza».
    Eileen sbatté il cucchiaio nella ciotola. La zuppa schizzò. «Che parli allora con Rosheen. Preferirei andare a lezione che essere in punizione per tutta la settimana!».
    Dena le diede una pacca sulla spalla. «Calma, Leen».
    Eileen la fissò negli occhi azzurri. Dena sorrise e volse lo sguardo.
    «Ciao, Eileen… Il posto vicino a te è libero?».
    Eileen e Dena si girarono. Dietro di loro, in piedi con una ciotola tra le mani, c’era Terama. Eileen la squadrò e inarcò un sopracciglio.
    «È occupato». Si voltò.
    «Eileen, perché hai sempre questo atteggiamento con me? Che cosa ti ho fatto?».
    Eileen strinse il cucchiaio. Che cosa vuole questa? Si girò verso Terama. «Non mi hai fatto niente. È il tuo modo di essere che mi sta antipatico».
    Terama arrossì, gli occhi castani le divennero lucidi. Abbassò lo sguardo e si allontanò. Eileen fece spallucce e ritornò alla zuppa.
    «Ma, Leen…».
    «Santa Madre, Dena, stai zitta!».
    Le porte della mensa si spalancarono ed entrò una donna vestita di bianco. Si fermò al centro della sala, sopra il mosaico di pietre azzurre e viola raffiguranti un fiore. Le sacerdotesse si alzarono. Eileen si mise in punta di piedi.
    «Avoca el Miren?». La donna portava al collo un ciondolo a forma di spirale. Una sacerdotessa del credo. Si guardò intorno. «Avoca el Miren?».
    Una ragazza dai capelli biondi, pallida in volto, la raggiunse. Si inchinò.
    «Sorella, è giunto il momento di affrontare la seconda prova».
    Avoca sbarrò gli occhi.
    «Oggi sarà l’ultimo giorno che indosserai quest’abito. Spogliati sorella, il Consiglio ti attende».
    Avoca slacciò i bottoni dell’abito e lo lasciò sul pavimento. Le sue guance presero colore.
    «Che la Dea ti protegga» disse Eileen, in coro con le altre sorelle.
    Le labbra di Avoca si contrassero. Seguì la sacerdotessa lungo la navata e le porte si chiusero alle loro spalle.
    «Non attendo altro che salire di grado». Con un sospiro, Eileen si sedette e prese una cucchiaiata di zuppa. Un brivido le percorse la schiena quando ingoiò.
    «Io non ho fretta. Non sappiamo cosa dovremo affrontare nella prova…». Dena scosse la testa. «E se fosse qualcosa di pericoloso? Blaine non è più ritornata!».
    Sul viso di Eileen comparve un ghigno. «Probabile che non abbia superato la prova e che l’abbiano buttata fuori dal Palazzo».
    Le porte della mensa si aprirono nuovamente ed entrò una ragazza vestita di giallo. Camminò tra i tavoli, gli occhi neri scorrevano sulle presenti; si fermarono su Eileen e andò da lei.
    «Eileen el Taren? Ho un messaggio da parte di sorella Rosheen». Le consegnò una busta.
    Eileen fece una smorfia. «Grazie».
    La ragazza si allontanò.
    Aprì la busta e lesse il foglio. Sgranò gli occhi.
    «Che cosa ha scritto?» chiese Dena.
    «La vecchia delle cucine le ha riferito che non lavoro abbastanza! Quella pazza di Rosheen vuole che entro la fine della settimana pulisca almeno cinquanta pentole!». Accartocciò il foglio e si alzò. «Ne ho abbastanza».
    «Leen, dove vai?».
    «Vado dall’Altissima, ecco dove vado!». Voglio vedere, se Rosheen vorrà ancora cinquanta pentole pulite! Alcune sacerdotesse, intorno a lei, si girarono a guardarla; Eileen lanciò loro un’occhiataccia. Percorse la sala ed uscì.
    I suoi passi risuonavano contro il marmo grigio, le fiamme delle torce danzavano. Alla fine del corridoio, girò l’angolo e salì una rampa di scale.
    Un tappetto rosso, bordato di oro, copriva il marmo rosa e candelabri di cristallo scendevano dal soffitto. Eileen percorse il corridoio del secondo piano e si fermò di fronte a una porta. Su di essa, erano incastonati a creare un cerchio un rubino, uno zaffiro, uno smeraldo, un opale e un diamante.
    Fuoco, acqua, terra, aria, spirito. Bussò alla porta.
    «Avanti!».
    Entrò.
    Seduta dietro la scrivania, c’era una donna con corti capelli bianchi e occhi di ghiaccio. Indossava una veste dello stesso colore dei capelli e sulla fronte aveva dipinto un punto viola. La luce entrava dalla finestra sulla parete dietro di lei.
    Eileen si inginocchiò e aspettò che l’Altissima parlasse. Sentiva il suo sguardo soppesarla.
    «Quando hai tagliato l’ultima volta i capelli?» sbottò. «Bah! Alzati».
    «Grazie Altissima». I suoi occhi passarono in rassegna della stanza. Scaffali di libri occupavano le pareti sulla destra e sulla sinistra e un cofanetto di legno era appoggiato sulla scrivania, accanto a un quaderno e a un calamaio.
    «Siediti, non stare lì impalata» disse la donna. Indicò la poltrona di fronte. «A cosa devo questa visita?».
    Eileen si sedette. Sprofondò nel morbido cuscino. «Altissima, sorella Rosheen el Par mi ha messo in punizione: per tutta la settimana, dovrò lavorare nelle cucine. E vuole che pulisca come minimo cinquanta pentole!».
    L’Altissima inarcò un sopracciglio. «E con ciò? Il noviziato non ti ha reso avvezza al lavoro manuale?».
    Eileen spalancò la bocca. «Ma, Altissima... Così perdo tutte le lezioni! Sorella Caitlin è arrabbiata con me per questo motivo». Assunse un’espressione contrita.
    La donna fece una smorfia. «La prossima volta dovrai tenere un comportamento corretto. A proposito, cosa hai fatto per meritarti la punizione?».
    Eileen incrociò le braccia e abbassò lo sguardo. «Ho messo in dubbio il divieto deciso dal Lord Protettore».
    «Che cosa?!».
    Eileen sobbalzò. Alzò lo sguardo. L’Altissima era impallidita.
    «Hai fatto questo?».
    «Sì».
    «Sciocca ragazza! Cosa ti è venuto in mente?».
    Eileen sentì la pelle formicolare. L’Anziana si alzò dalla sedia e si avvicinò; si chinò su di lei. «Purtroppo, Eileen, è il Lord che comanda di fatto su di noi. Non essere polemica, se non vuoi attirare l’attenzione delle sacerdotesse a lui fedelissime».
    «Ma, zia! Nessuno può comandare sulle sacerdotesse, nessuno! Perché non ci ribelliamo?».
    L’Altissima strinse le labbra. «Ho innalzato una barriera per non essere udite. Ma non chiamarmi mai più zia». Sospirò. «Ti ricordi di re Reagan?».
    Il cuore di Eileen si strinse. L’immagine di un uomo sorridente e dalla barba nera le comparve nella mente. «Sì, lo ricordo bene… Le altre sorelle, lo disprezzano».
    L’Altissima annuì. «L’odio per gli Umani è radicato, e ancor di più lo è verso la figura di Reagan. L’anno prima che tu diventassi sacerdotessa, la città venne devastata da una malattia sconosciuta: il re diede l’ordine di uccidere i contagiati».
    Eileen si portò le mani davanti la bocca. «No…».
    «Sì. La malattia continuava a diffondersi, nonostante che i primi ammalati fossero stati condotti fuori da Gailinet, nel tempio della Dea». L’Altissima scosse la testa. «Il re fu obbligato a prendere quella decisione».
    Il cuore di Eileen accelerò il battito. «È questo il motivo per cui Reagan è stato deposto?».
    «È il motivo ufficiale».
    Lo stomaco le fece un balzo. Eileen fissò negli occhi l’Altissima. «In che senso motivo ufficiale?».
    «Reagan diede fastidio ai nobili e all’ordine sacerdotale. Aveva alzato i tributi e cercato di limitare l’influenza di noi sacerdotesse». L’Altissima si alzò e andò alla finestra. Lo sguardo era perso nelle verdi colline. «La malattia fu diffusa da alcune sacerdotesse per obbligare il re a prendere quella decisione e attirargli contro il dissenso popolare. I suoi figli vennero imprigionati e le persone a lui fedeli ammazzate».
    Ad Eileen scappò un ansito. «No! Che cosa è successo allo zio?».
    L’Altissima si girò verso di lei. Aveva le lacrime agli occhi. «Non lo so».
    Eileen afferrò i braccioli della poltrona. Zio Enda. Chiuse gli occhi e scosse la testa. No, è ancora vivo… Deve esserlo! Li riaprì.
    «Buona parte delle sacerdotesse è collusa con i nobili. E chi non lo è, è stato conquistato dalla propaganda del Lord Protettore». L’Altissima fece una smorfia. «A discapito dei poveri Umani».
    «Perché non diffondete la verità? Perché non vi ribellate?».
    L’Altissima scoppiò a ridere. Ritornò a sedersi. «Io, da sola contro l’ordine e il governo… La mia testa finirebbe nel Gailin». Si protese verso di lei. «È per questo che ti ho detto di non essere polemica».
    Il cuore le premeva contro il petto. Chiuse le mani a pugno. «Devono essere puniti».
    L’Altissima sospirò. «Un giorno verrà il momento».
    Non voglio aspettare. «Chi sono le sacerdotesse che hanno infranto la legge della Dea?».
    L’Altissima inarcò un sopracciglio. «Sai già troppo, non ti dirò anche i nomi». Si alzò e le venne accanto. La trapassò con lo sguardo. «Ricordati, tu non sai niente di tutto ciò. Niente. Ora vai, siamo in colloquio da troppo tempo».
    Eileen si alzò dalla poltrona.
    «Cosa ne è dei figli di Reagan?».
    L’Altissima scosse il capo. «Non lo so».
    Eileen sospirò e si inchinò. Andò verso la porta e si fermò con la mano destra sopra la maniglia. Si girò. L’Altissima la stava guardando, in piedi, con le dita delle mani intrecciate.
    Farò qualcosa, qualsiasi cosa.


    *

    Wynne si sedette e appoggiò i gomiti sulla scrivania. Si prese la testa tra le mani.
    «Dea Madre, ho fatto bene?» sussurrò. La luce negli occhi di Eileen non le era piaciuta, la ragazza aveva in mente qualcosa.
    Pestò un piede contro il pavimento. «Sciocca donna, e tu saresti l’Altissima?!». Non avrebbe dovuto dirle niente.
    Si voltò verso la finestra e sospirò. Il cuore si strinse in una morsa di dolore. Enda, fratellino, dove sei?


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    Prosdszt
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    Abitante di AURENDOR
    VALLETTO
    00 16/12/2011 13:30
    uhm???
    sembra che anche questa volta non abbia niente da criticare.
    hai intenzione di farla diventare una consuetudine?

    alcune considerazioni però posso esprimerle, non che ci sia qualcosa che non vada, prendile come un parere su "cosa mi piacerebbe leggere"

    sebbene preferisca nettamente questa versione alla precedente, mi sembra che la menzione del complotto sia troppo accelerata: nella stesura precedente leen faceva almeno lo sforzo di interessarsi, andava a cercare quello che doveva essere una macchinazione nascosta, questa volta ci inciampa letteralmente addosso e sembra una forzatura a favore di storia, tanto più che con il carattere che si ritrova, adesso ancora più di prima dovrebbe buttare all'aria il monastero per cercare la dimostrazione che LEI ha ragione e rosheen no!


    per quale motivo dopo un

    "Le Somme Sacerdotesse hanno eletto Grego el Kabar come Lord
    Protettore: il Lord agisce in nome loro e dunque anche della Dea"

    in cui lasci presagire uno scenario in cui il clero ha usato grego come facciata per conquistare il potere temporale, convinto di trovarsi per le mani un burattino manovrabile, che dà la possibilità di sviluppare la cosa rendendo grego un subdolo macchinatore senza la minima intenzione di farsi comandare, con le capacità di sfruttare i piani della chiesa per prendersi il potere partendo dalla sua posizione di succubanza e divenendo di fatto il terzo punto focale della tua trama politica frapponendo tra loro cioè stato, chiesa, e ribellione, ad un

    "Purtroppo, Eileen, è il Lord che comanda di fatto su di noi"

    che esclude sostanzialmente il culto dai giochi di potere, riducendo tutto ad una guerra personale tra grego e sloan?

    vero è che questo risolve il punto della non belligeranza dell'ordine del capitolo precedente, ma per quello ci sono altre strade.
    in sostanza, sebbene così come hai posto la storia funzioni e sia credibile, non mi sembri tipa da preferire le cose semplici, ma soprattutto IO non amo le cose semplici, quindi mi risulta incomprensibile la tua scelta.


    anche la menzione delle cause della malattia mi sembra prematura:
    se lo dici subito, mi togli tutto il gusto di scoprirlo da solo!
    lascia indizi, accenni, svela le cose pian piano; se mi dai qualcosa a cui pensare, un enigma da risolvere, oltre a tenermi incollato alla lettura mi dai la soddisfazione di sentirmi parte di essa, mi ci fai affezzionare di più!
    oltretutto è uno snodo cruciale della tua storia, quindi perchè bruciarsi un colpo di scena così? puoi farlo semza problemi se il tuo tratto stilistico è questo, ma è uno spreco!!!

    .... noto solo ora, rileggendo il post che non ho scritto nulla di ironico o divertente, rimedierò quindi nell'ultima parte con:

    UNA BIGLIA DICE AD UN'ALTRA BIGLIA:
    "ATTENTA AL GRADIN...
    DIN...
    DIN...
    (lo sò, è una minchiata, ma dite la verità; un sorrisetto ve lo siete fatto, vero?)


    cerco la pace tra le bombe
    la vita tra le tombe
    la luce tra le ombre
    ma è la realtà che mi confonde
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    Franciska_
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    VALLETTO
    00 16/12/2011 15:34

    sembra che anche questa volta non abbia niente da criticare.
    hai intenzione di farla diventare una consuetudine?


    beh, significa che il mio lavoro di revisione è servito [SM=g27987]



    "Le Somme Sacerdotesse hanno eletto Grego el Kabar come Lord
    Protettore: il Lord agisce in nome loro e dunque anche della Dea"

    in cui lasci presagire uno scenario in cui il clero ha usato grego come facciata per conquistare il potere temporale, convinto di trovarsi per le mani un burattino manovrabile, che dà la possibilità di sviluppare la cosa rendendo grego un subdolo macchinatore senza la minima intenzione di farsi comandare, con le capacità di sfruttare i piani della chiesa per prendersi il potere partendo dalla sua posizione di succubanza e divenendo di fatto il terzo punto focale della tua trama politica frapponendo tra loro cioè stato, chiesa, e ribellione, ad un

    "Purtroppo, Eileen, è il Lord che comanda di fatto su di noi"

    che esclude sostanzialmente il culto dai giochi di potere, riducendo tutto ad una guerra personale tra grego e sloan?


    Questo è quello che pensa l'Altissima, le altre Sacerdotesse potrebbero pensare diversamente. Comunque, ci lavorerò sopra.



    anche la menzione delle cause della malattia mi sembra prematura:
    se lo dici subito, mi togli tutto il gusto di scoprirlo da solo!
    lascia indizi, accenni, svela le cose pian piano; se mi dai qualcosa a cui pensare, un enigma da risolvere, oltre a tenermi incollato alla lettura mi dai la soddisfazione di sentirmi parte di essa, mi ci fai affezzionare di più!
    oltretutto è uno snodo cruciale della tua storia, quindi perchè bruciarsi un colpo di scena così? puoi farlo semza problemi se il tuo tratto stilistico è questo, ma è uno spreco!!!


    L'effetto sarebbe diverso se prima ci fossero venti pagine?



    UNA BIGLIA DICE AD UN'ALTRA BIGLIA:
    "ATTENTA AL GRADIN...
    DIN...
    DIN...
    (lo sò, è una minchiata, ma dite la verità; un sorrisetto ve lo siete fatto, vero?)


    ahahahahah [SM=x1263955]

    Una pera e una mela giocano a carte. La pera alla mela: pesca! [SM=x1263932]
    [Modificato da Franciska_ 16/12/2011 15:36]


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