01) Qual'è il meffer che vedi di più?
Dom e Stevantin una volta a settimana (circa).
02) Te lo lavi ancora il culo?
No, per solidarietà con Bad.
03) Vivi da solo, convivi, sei morto, stai sposandoti?
Vivo sempre nella mia mansarda aspettando di trasferirmi altrove.
04) Cosa farai quest'estate?
Girerò un video a favore di Joseph Kony.
05) Pensi di aver vissuto un'esperienza che ti ha cambiato profondamente da quando il MEF non è più la tua prima pagina di rete?
L'Erasmus a Barcelona. Scontato ma vero.
06) Credi che il Milan abbia qualche possibilità di vincere la Champions League?
Servirà una massiccia dose di culo.
07) Credi d'essere in pari con tutti i meffer?
Cazzo vuol dire?
08) Un episodio specifico che rimpiangi della storia meffer.
Una finale del fanta NBA persa contro Checco con 2 infortunati su 6 in corso di partita.
09) Sei contento ora? In una scala da 1 a 10?
2, ma tanto
a nessuno importa.
10) Credi che il sondaggio intitolato "Cosa nascondono le donne dentro la figa?" sia il miglior sondaggio di sempre?
Direi che se la giochi con "Di cosa hanno parlato l altra sera Berta,l elena,la sara,la nana,biroch e Zeman".
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"Dobbiamo prepararci a presentare le nostre scuse a Emilio Fede. L'abbiamo sempre dipinto come un leccapiedi, anzi come l'archetipo di questa giullaresca fauna, con l'aggravante del gaudio. Spesso i leccapiedi, dopo aver leccato, e quando il padrone non li vede, fanno la faccia schifata e diventano malmostosi. Fede no. Assolta la bisogna, ne sorride e se ne estasia, da oco giulivo. Ma temo che di qui a un pò dovremo ricrederci sul suo conto, rimpiangere i suoi interventi e additarli a modello di obiettività... Oggi, per instaurare un regime, non c'è più bisogno di una marcia su Roma nè di un incendio del Reichstag, nè di un golpe sul palazzo d'Inverno. Bastano i cosiddetti mezzi di comunicazione di massa: e fra di essi, sovrana e irresistibile, la televisione. (...) Il risultato è scontato: il sudario di conformismo e di menzogne che, senza bisogno di ricorso a leggi speciali, calerà su questo Paese riducendolo sempre più a una telenovela di borgatari e avviandolo a un risveglio in cui siamo ben contenti di sapere che non faremo in tempo a trovarci coinvolti". (Indro Montanelli, 1994)