what is the word

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sweet jane
00giovedì 20 maggio 2004 13:30
poi venne sera e, non so come, quella sera stetti a guardare il cielo nero. Ripensavo alla notte e al mattino, al passato, a tante cose.. Ai miei sciocchi rancori. Di tanto in tanto nella notte mi giungevano canti, clamori lontani. fiutavo l'odore dei boschi. Pensavo a Dino, all'aviatore, alla guerra. Pensavo che tanto ero vechhio e che avrei sempre continuato quella vita.


.. con ciascuno dicevo cose opposte, cercavo sempre di sembrare un altro. E sentivo che il tempo stringeva; che tutto era inutile, vano, già scontato. (...) ci fu un attacco repentino, a mezzogiorno. La collina, la valle, Torino in distanza , tutto zittì sotto il cielo. Ero fermo in frutteto. Mi chiesi quanti cuori in quell'attimo cessavano di battere, quante foglie sussultavano, quanti cani si appiattivano al suolo. Anche la terra, la collina e la sua scorza, dovette rabbrividire. Capii d'un tratto quanto fosse futile e sciocco quel mio compiacermi dei boschi, quell'orgoglio dei boschi che nemmeno con dino smettevo. Sotto il cielo d'estate impietrito dall'ululo, capii che avevo semrep giocato come un ragazzo irresponsabile. Che cos'ero(...)?


CESARE PAVESE, La casa in collina
sweet jane
00giovedì 20 maggio 2004 13:47
io vivo di parole ... eppure mi chiedo a cosa serva. è qualcosa di così gratificante in superficie, ma non sa soddisfare.
mi chiedo perchè questa smania di dire, quando ciò che emerge è solo equivoco/incomprensione. perchè questo desiderio di comunicare e di coinvolgere gli altri nel mio entusiasmo, se non sarà mai possibile dimostrare se stessi.
vorrei il silenzio, ma non mi basta.

perchè??????????

...
vedere-
intravedere-
credere d'intravedere-
voler credere d'intravedere-
smania di voler credere d' intravedere quale-
quale-
qual è la parola-
...

samuel beckett, what is the word

aiutatemi a rispondere!!!
crocino
00giovedì 20 maggio 2004 20:20
mi ricordo di aver studiato un filosofo, che scriveva molto difficile, oserei dire che si trattava di un professorone chiamato kant. lui smontò tutto se stesso nel tentativo di dichiarare la sua metafisica scienza perfetta. ebbene ebbe il coraggio di ammettere che non era così, che la metafisica è buona solo per quelli come lui, per la morale... si ritirò dunque in una delle più belle affermazioni della storia dell'uomo, affermò che quello che davvero riusciva a destare in lui l'ammirazione sempre nuova e crescente erano le stelle sopra di sè e la morale in sè. non so, io in queste parole ci ho ritrovato l'anima di tutta quella filosofia così complicata (e insultata!).
un povero aviatore triste afferma invece che l'essenziale è invisibile agli occhi, che non si vede che col cuore.
le affermazioni sono analoghe.
prova a urlare contro vento... le onde si propagano lo stesso, ma l'aria ti sembra che te le schiacci addosso: il risultato è questo, che tutti ti sentono ma in pochi ti capiscono, o se sei sfortunata nessuno.
è bello che tu voglia vivere di parole, ma intimamente già sai che il silenzio in realtà ti basta[SM=g27987] (per sdrammatizzare un po'...).

saluti
sweet jane
00venerdì 21 maggio 2004 19:44
grazie. [SM=g27985]
kurt2409
00domenica 23 maggio 2004 20:57
[...]
D'improvviso capii che tutto va e viene
compresa la tristezza: anche questa se ne andrà;
triste oggi felice domani: sobrio oggi sbronzo domani: perchè
angosciarsi tanto?
Come me ciascuno ha le sue pecche
Perchè dovrei disprezzarmi? Anche questo viene soltanto
per andarsene.
Ogni cosa va e viene. Che bellezza!
Le guerre malvage non dureranno per sempre!
[...]

Jack Kerouac, Poesia, 16 Set. 1961
da -Poesia degli Ultimi Americani- di Fernanda Pivano
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