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zinz@n
00mercoledì 7 giugno 2006 20:06
un passo avanti nella poetica e nello stile del regista spagnolo, indubbiamente...
con una scelta discutibile (quella di eliminare tutto ciò che avrebbe facilmente potuto commuoverci) Almodovar arriva ad una nuova idea di Cinema (come ha rivendicato Bellocchio col suo "regista di matrimoni"), in cui la memoria dello stesso è sia assimilata (il cast completamente femminile rimanda alle grandi attrici italiane degli anni '50 - Loren e, soprattutto, Magnani...-) che viva (in televisione), e arriva ad uno stile spoglio, essenziale, tutto giocato su una recitazione generale che è eccelsa e sulla rinuncia di voli "da regista".
Ecco perchè il film viene accusato di nn coinvolgere, perchè se vi aspettate di essere travolti dalle emozioni che sprigionavano "Tutto su mia madre", "Parla con lei", "La mala educacion", rimarrete comunque delusi; se invece vi lasciate sedurre dalle fragili eppure nettissime caratterizzazioni dei personaggi vi troverete a commuovervi solo a sentire Penelope Cruz cantare... capace con quella voce (anche se nn è la sua...) e con quelle parole profonde, di far commuovere anche i fantasmi...

Non tutto fila liscio ovviamente: le frecciate sulla tv spazzatura, qualche parola di troppo e il grosso problema della scelta di stile che sta alla base del film : la spiegazione: è qui che il film rischia di diventare fragile; quando, per tirare le somme degli intrecci delle sue donne, pur di non lasciarsi andare a vezzi tipicamente cinematografici, preferisce spiegare tutto, a parole.

Ma in generale chi oggi è in grado di sostenere un film con un tocco così leggero nonostante si parli di omicidio, violenza domestica, incesto, drammi familiari ?

da vedere.

voto: 7/8

che ne dite?
hiara
00martedì 25 luglio 2006 15:34
molto ben riuscito, senza dubbio. già dalle prime sequenze si capiscono molte cose, se si è mediamente pratici di Almodovar e poetica, eppure forse l'elemento più magico continua a sembrare tale fino al disvelamento. ancora una volta tante donne, di tutte le generazioni, con una penelope cruz sovraccarica di storie e bellezza omnicomprensiva (lei che non mi è mai parsa un'attrice di straordinario magnetismo, in tutta sincerità), e gli uomini come sempre morbosi, corpi pesanti, luridi, evanescenti
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