Re: io al 100%
INGEGNERIA: lo studente che decide di iscriversi ad ingegneria è consapevole del fatto che verso il terzo anno, se maschio, diventerà calvo. Molti non si lasciano spaventare dall’eventualità e arrivano alla laurea, sicuri che prima o poi 4-5 aziende di nonsochè si sveglieranno e si renderanno conto che il Politecnico ha sfornato un altro ingegnere pronto per svolgere le proprie mansioni strapagato, e gli basta un pc! Le ragazze che intraprendono il corso di studi di ingegneria vengono chiamate disadattate. Quando la calvizie è ormai incipiente, i più deboli scappano ad economia, pensando che la cosa si faccia più soft. Quando scoprono di aver fatto l’ennesimo sbaglio, si iscrivono a letteratura, musica e spettacolo.
Si, verissimo la calvizie era un mio timore, come pure la rassegnazione a munirmi di occhialazzi spessi.
Invece è andata diversamente e faccio parte della categoria dei non calvi e nemmeno 4occhi.
Nella moria studentesca dei primi anni ricordo un frequente passaggio dalla nostra facoltà a quella di architettura, con il brillantissimo successo scolastico nel nuovo ambiente.
Da lì ho scoperto che il tombino che ci stavano facendo era per motivi di pura selezione, ho acquisito un pò di critica ed autocritica distinguendo fra le cose inutili e spaccacervello e le nozioni utili per la futura attività lavorativa, ma anche gli insegnamenti per la vita futura...
Forse la cosa prioritaria che questa università dovrebbe insegnare è la fiducia in se stessi, la curiosità di imparare, il desiderio di apprendere e di crescere, i peli dritti contro i pericoli ed i rischi.
Conta meno quali e quanti corsi segui, perchè la maggiorparte delle cose si imparano per i fatti propri, con il sudore, la forza di volontà, con la consapevolezza che gli stacoli si superano o si aggirano.
Il consiglio vivisssimo è di non lasciarsi gli esami più tosti alla fine, se no son dolori... Ma anche quella è un'esperienza dopotutto.
Fab