dopo la fine della guerra (inizialmente si trattò di un armistizio: quindi una sospensione potenzialmente anche solo temporanea delle ostilità: non di pace vera e propria), l'Italia ebbe la necessità di occupare sia le cosiddette terre irredente, sia anche più vaste porzioni di territorio.
Truppe italiane furono per molto tempo in tutta l'Austria fino a Vienna e in molti territorio slavi intorno all'Istria e alla Dalmazia.
Nel frattempo si delineavano i piani di pace non solo con i vinti, ma anche con i nuovi stati. L'Italia, ad esempio, si trovò in diretta concorrenza con il nuovo Regno dei Serbi, Croati e Sloveni (la futura Jugoslavia), che aveva ovvie mire sui territori istriani e dalmati, per buona parte popolati, appunto, da slavi.
Nel vecchio Tirolo passato all'Italia (Trento e Bolzano), si aveva a che fare con i reduci del dissolto esercito asburgico che, lungi dall'essere trattati da fratelli liberati, spesso furono imprigionati in campi appositi dove, molti, trovarono la morte per malattia (per esempio:
www.lagrandeguerradicarta.altervista.org/FOTO%20KUK/pouliantoniofre... Si dovevano controllare tali territori in cui non tutti (per non dire i più) erano propriamente contenti di essere stati "liberati". Soprattutto nella parte di territorio di lingua tedesca.
Quindi le truppe servivano: compresi i famigerati Uffici ITO (i servizi segreti militari dell'epoca), particolarmente attivi nella deslavizzazione del Friuli e dei vicini territori istriani e dalmati.
Infine, c'erano da sgomberare i campi di battaglia dai morti, dagli esplosivi e da moltissimi materiali, e bisognava aiutare le popolazioni nell'opera di ricostruzione delle zone più colpite.
Non stupisce, quindi, che molti vennero trattenuti alle armi ancora per molti mesi dopo la fine della guerra. Mio prozio, tanto per citarne uno, sommergibilista, sotto le armi per leva dal 1913, fu congedato solo nel 1919...
Suggerisco a tal proposito i seguenti libri:
- La vittoria senza pace. Le occupazioni militari italiane alla fine della Grande Guerra. R. Pupo. Ed. Laterza
- L'anno della vittoria. Mario Rigoni Stern