un grande maestro: Eduardo De Filippo

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Harpo86
00sabato 14 gennaio 2006 21:04
non si poteva non ricordare in questo forum un uomo anzi un Dio del teatro italiano
come Eduardo De Filippo attore,regista e commediografo.
iniziò la sua carriera bambino assieme al padre naturale il
grande Eduardo Scarpetta autore di molte commedie come "miseria
e nobiltà" o "il medico dei pazzi". Eduardo quando partì
militare recita per i militari delle scenette. Grande amico di Totò, insieme anche al fratello Peppino fanno le "periodiche"
(che quando c'erano dei matrimoni chiamavano dei comici per far
ridere gli invitati,molti comici fecero queste imprese negli
anni della gavetta come Totò, i De Filippo e anche Franco e Ciccio) per guardagnarsi diciamo così il pane quotidiano.
Nel 1930 nasce il teatro umoristico de i De filippo,
dove Eduardo assieme alla sorella Titina e Peppino recitano e
scrivono tante commedie che portano sui grandi palcoscenici italiani. Dopo quindici anni di successi, si separano Eduardo e
Peppino poi quest'ultimo scriverà commedie in "lingua italiana",
invece Eduardo continuerà a scrivere commedie dialettali
come "questi fantasmi" "la paura numero uno" che poi riproporrà
in televisione fino alla sua scomparsa avvenuta nel 1984, dopo
una vita interamente dedicata al teatro.



ciao Damiano
Stell@dim@re
00domenica 15 gennaio 2006 19:35
di lui adoro Napoli milionaria [SM=x875413]
Jetro mano di ferro
00lunedì 16 gennaio 2006 14:44
Per i De Filippo la gavetta fu particolamente dura...lavorare fin da bambini con la compagnia di Scarpetta fu sì, una scuola di vita, ma fu anche causa di tanti dolori e privazioni.
anche se va detto che il risultato sono stati tre geni dello spettacolo quali: Edoardo, Peppino e Titina.
[SM=x875398] [SM=x875398] [SM=x875398]
Giorgio68
00lunedì 16 gennaio 2006 19:08
secondo me la + bella rimane Natale in casa Cupiello [SM=x875413]
ugo.p
00mercoledì 18 gennaio 2006 03:59
Biografia
Biografia: Eduardo De Filippo
(1900-1984)

Nato a Napoli il 24 maggio del 1900, figlio naturale dell'attore Eduardo Scarpetta e di Luisa De Filippo, egli debutta nel 1904 come giapponesino ne "La geisha", firmata da suo padre.
Nel 1914, entra in pianta stabile nella compagnia del fratellastro e vi rimane fino al 1920, anno in cui viene richiamato alle armi: nel 1922, terminato il servizio militare, riprende a calcare con regolarità i palcoscenici.
Nel 1931, insieme ai fratelli Peppino e Titina, forma la compagnia del "Teatro Umoristico I De Filippo", che durerà fino al 1944: in questo periodo, egli licenzia come autore opere del valore di "Natale in casa Cupiello" (1931) e "Chi è cchiù felice ‘e me?" (1932), mentre inizia una intensa attività cinematografica con "Tre uomini in frack" (1932) di Mario Bonnard, seguito da "Il cappello a tre punte" (1934) di Mario Camerini e "Quei due" (1935) di Gennaro Righelli.
Nel 1945, scrive "Napoli milionaria" e consuma una definitiva rottura, per dissapori artistici, con Peppino; dipoi, egli dà vita alla Compagnia di Eduardo, che rappresenta nel 1946 "Questi fantasmi" e di lì a poco, con esiti trionfali, "Filumena Marturano", destinato a divenir cavallo di battaglia della grande Titina.
Seguono altri capi d'opera: "Le bugie con le gambe lunghe" (1947), "La grande magia" (1948 ), "Le voci di dentro" (1948 ), "La paura numero uno" (1951) vanno ad arricchire un repertorio sempre più fuori dell'ordinario, mentre al cinema si succedono "Assunta Spina" (1948, di M. Mattoli), "Napoli milionaria" (1950), "Filumena Marturano" (1951), "L'oro di Napoli" (1954, di V. De Sica), "Fantasmi a Roma" (1960, di A. Pietrangeli).
Nel 1958, viene rappresentata a Mosca, con la regia di R. Simonov, "Filumena Marturano"; nel 1962, è la volta de "Il sindaco del rione Sanità". Nel 1964, egli scrive "L'arte della commedia", che viene paragonata a "L'impromptu" di Molière; nel 1973 mette in scena "Gli esami non finiscono mai" e, nel medesimo anno, all'Old Vic di Londra viene rappresentata "Sabato, domenica e lunedì", con la regia di Franco Zeffirelli e l'interpretazione di Laurence Olivier.
Nel novembre del 1980, gli viene conferita la laurea in lettere honoris causa dall'Università di Roma e, nel 1981, è nominato senatore a vita: nel 1984, Eduardo si spegne a Roma.


[Modificato da ugo.p 18/01/2006 3.59]

michael polnareff
00giovedì 27 luglio 2006 17:13
Re:

Scritto da: Giorgio68 16/01/2006 19.08
secondo me la + bella rimane Natale in casa Cupiello [SM=x875413]


anche secondo me
zzuccarata
00domenica 12 novembre 2006 08:59
Non ti pago
(di Eduardo de Filippo)



Scritta e presentata al pubblico nel 40 la commedia “Non ti pago” esordisce sul palcoscenico del Teatro Quirino di Roma. Tre anni dopo, nel 1943, ne viene realizzata la versione cinematografica, per la regia di Carlo Ludovico Bragaglia.
Le vicende dell'opera ruotano attorno ad uno dei fenomeni piu’ caratteristici della tradizione partenopea: il gioco del lotto.
Al centro della storia e’ Ferdinando Quagliolo, gestore di un banco del lotto, giocatore incallito e inesorabilmente sfortunato.
Non e’ cosi’ per Mario Bertolini, suo dipendente, che ama, riamato la di lui figlia, Stella. Infatti, non trascorre giorno che l'uomo non riceva nel sonno numeri fortunati e vincenti, che naturalmente non trascura di giocare.
Il colmo si verifica quando l'impiegato vince una forte somma con una quaterna datagli in sogno proprio dal padre del suo futuro suocero. Don Ferdinando e’ esasperato da questa situazione e, geloso e invidioso non accetta che il padre abbia dato i numeri a quel Mario che ancora non fa parte della famiglia e che lui non vuole come genero.
“Non ti pago!” gli urla inferocito, “O bilietto E’ mio! Manco nu squadrone 'e cavalleria m'o leva dint' a sacca. T''o viene a piglia’ 'ncopp' 'o Tribunale”.
Si rifiuta assolutamente di pagare la vincita, tiene in consegna la cartella, affermando che quello del defunto padre e’ stato solo un errore di persona....Contrasti a non finire, tra malintesi e colpi di scena con moglie, figlia, collaboratori domestici, prete e avvocato, fino alla felice conclusione.

zzuccarata
00domenica 12 novembre 2006 09:00
“Non ti pago” interpretazione cabalistica

Tutta la vicenda ruota intorno al giuoco del lotto. Che cosa puo’ significare questo “fenomeno” in chiave simbolica per un ricercatore spirituale? Una volta che avremo risposto a questo interrogativo anche tutti i personaggi e le loro azioni e passioni acquisteranno un significato simbolico.
Tutti i giuochi d’azzardo, le scommesse, le lotterie hanno sempre avuto un grande successo e i vari governi dopo aver cercato di proibirli in tutti i modi alla fine li hanno legalizzati tassandoli e rendendoli insieme appetibili e facilmente accessibili. Che cosa spinge la gente a sperare in una possibile (anche se assai poco probabile) vincita che potrebbe portare ad una ricchezza favolosa con una piccola “giocata”? L’esigenza di ricerca del “paradiso perduto”, della felicita’ che molti credono possa realizzarsi con la ricchezza materiale e che invece di essere ricercata la’ dove e’ il suo Regno, lo Spirito, viene volgarizzata e svilita nel “denaro”. E se qualcuno altro, che non siamo noi, riesce a “vincere” e a guadagnare per “caso” o per sua “fortuna” una bella somma, ecco che si sviluppa uno dei vizi capitali piu’ pesanti: l’invidia.
Con la commedia “Non ti pago” Eduardo ha fotografato in un Albero cabalistico la nascita, la crescita la maturazione e anche, grazie alla sua presa di Coscienza, l’ estinzione di questo vizio. Saverio (= splendente), Ferdinando (= coraggioso nella pace) e Mario (= forte, virile), Concetta (= pura) e Stella (= dea), Lorenzo (= d’alloro) e don Raffaele (= guaritore divino) con gli altri personaggi minori rappresentano tutte componenti interiori dello stesso Eduardo che in quest’opera si e’ conosciuto nella contraddizione interna di “parti” in lotta tra loro per “invidia”: Ferdinando, il padre, (Chesed, la mente) e’ benestante, con una bella moglie (Geburah) e una bella figlia (Yesod), ha aiutanti e dipendenti e un avvocato (Hod) e un prete (Netzach) dalla sua: gioca al lotto (tenta la fortuna) tutti i “sabati” e tutti i sabati perde, si arrabbia e invidia il giovane Mario (Tiphereth), il suo futuro genero, che vince tutti i “sabati”. Si sa, il “Cuore” vince sempre sulla “mente”. Ferdinando in particolare invidia Mario perche’ il defunto nonno Saverio (Daath) gli ha fornito la quaterna vincente: una serie di numeri da giocare: 1-2-3-4 che Mario ha giocato e con la quale ha vinto tanto da potersi ora considerare “ricco” = pieno d’oro. Noi sappiamo che tutti i numeri sono “sacri”: tutti i numeri vivono di lettere sacre perche’ la vita e’ sacra e tutto e’ Vita e si dovrebbe poter “vincere” con tutti i numeri, purche’ li si conoscesse veramente, ma assai di rado abbiamo un “nonno” che ci comunica la quaterna “giusta” al momento giusto: certamente 1-2-3-4 , essendo i primi 4 numeri fondamentali (1+2+3+4=10), sono la base della “ricchezza”, con essi si forma tutta la Kabbalah e si realizza la conoscenza del Mondo, ma solo“Mario”( Il Sole,Tiphereth), sposo di Stella (la Luna, Yesod) puo’ “giocare tale quaterna” tutte le altre componenti invece debbono collaborare alla riuscita della vincita senza interessi particolari o invidie o ripicche: l’Albero e’ Uno e solo quando la vincita diventa “dote” di Stella tutte le “maledizioni” si sciolgono e la pace e la prosperita’ tornano in famiglia. Eduardo si e’ accresciuto nell’armonia reciproca delle sue Sephiroth raggiunta nella comprensione, sopportazione e collaborazione.
L’invidia si e’ riconvertita in Amore e l’Albero e’ sbocciato.




zzuccarata
00domenica 12 novembre 2006 09:02
Non ti pago - Interpretazione esoterica

…"E se l'automobile esistesse solo come metafora della creazione? Ma non bisogna limitarsi all'esterno, o all'illusione del cruscotto, bisogna saper vedere ciò che vede l'Artefice, quello che sta sotto. Ciò che è sotto è come ciò che è sopra. E' l'albero delle sefirot.
"Non me lo dica."
"Non sono io che dico. Esso si dice. Anzitutto l'albero motore è un Albero, come dice la parola stessa. Ebbene, si calcoli il motore di testa, due ruote anteriori, la frizione, il cambio, due giunti, il differenziale e le due ruote posteriori. Dieci articolazioni, come le sefirot…"
( Umberto Eco - Il pendolo di Foucault - Bompiani, pag. 399).
Aldilà dell'indagine storica, della satira, della chiara presa in giro del mondo dei cosiddetti occultisti, quest'opera trasuda divertimento. Eco, a scriverla, deve essersi divertito. A volte sembra che essa sia nata attorno ad un tavolo di trattoria, mentre l'autore e due tre suoi amici burloni come lui consumavano un piatto di trippa accompagnato da buon vino. Cosa c'entra tutto questo con "Non ti pago"? Ebbene, le stesse risate che Umberto Eco si è fatte prendendo in giro i Rosa-Croce, i massoni, o i cabalisti, a nostro parere se l'è fatte Eduardo de Filippo prendendo in giro quell'immenso e inesauribile teatro che è la napoletanità.
Detto questo, possiamo, o chiederci come Eco: e se "Non ti pago" fosse metafora della ricerca? E da qui partire per divertenti "smorfie" di ogni scena della divertente commedia, per ricavarne "numeri" da "giocare", sciogliere in uno strano cabalistico commento. Oppure cercare di capire quel puro gioco che ha nome "Don Ferdinando Quagliolo". Noi ci buttiamo a capofitto sul Quagliolo, concedendoci di tanto in tanto qualche puntatina sul glifo cabalistico. Ora, poiché parlare di don Ferdinando vuol dire parlare di Napoli, diciamo subito che tale città è un teatro a cielo aperto. Essa è il palcoscenico più grande del mondo, dove in diretta e per 24 ore al giorno si recita la vita. Se l'albero sefirotico rappresenta l'individuo coi suoi quattro livelli di coscienza (fisico, astrale, mentale, spirituale), quello di un napoletano dovrebbe subire delle leggere modifiche. Se a Milano o a Bologna le gerarchie prevedono che lo spirito comandi alla mente che a sua volta domina sui sentimenti che precedono il fisico, a Napoli le cose stanno diversamente: Spirito e sentimento stanno insieme in alto, ed alle loro dipendenze stanno mente e fisico accorpati. D'altronde, se non fosse così, Napoli non sarebbe quel grandioso palcoscenico a cielo aperto che é. Ma volendo andare oltre, possiamo azzardare l'idea che questi due insiemi di stadi di coscienza (spirito-sentimento e mente corpo), nel napoletano possono essere ridotti alla perfetta unità: Quagliolo Ferdinando è una geniale massa amorfa che racchiude in sé una shakerata dei quattro stati di coscienza. E' davvero incredibile come l'invidia di don Ferdinando comandi alla mente e al corpo così bene. Il ragionamento illogico con cui egli cerca di giustificare l'indebita appropriazione della giocata vincente (una quaterna) e l'assurdo "non ti pago" (Ferdinando è titolare della ricevitoria del lotto in cui sono stati giocati i quattro numeri), diventa comprensibile solo se ci si ricorda della differenza dell'albero cabalistico vigente a Napoli: se prima viene l'invidia, tutto trova giustificazione, ed ogni ragionamento illogico, diventa tremendamente logico e serio. Perché Mario Bertolini, un suo impiegato e fidanzato della figlia, ogni settimana azzecca una vincita, e lui, Ferdinando Quagliolo, che sale persino sui tetti in compagnia del suo inseparabile amico Aglietiello per trarre auspici dalle nuvole in movimento, non vince mai? L'invidia qui assume i contorni di vera "ricerca"(!): perché quello sì, e lui no? Lui che gioca tantissime giocate e che quasi è uno studioso del lotto? A Napoli tutto questo non è giusto, è inconcepibile, e l'unico rimedio cui Ferdinando Quagliolo può mettere mano una volta che ha scoperto la grave ingiustizia è: non ti pago! e sequestro della giocata.
Tanto più che stavolta il Bertolini ha ricevuto i numeri in sogno dal padre di Ferdinado. E' stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E proprio qui possiamo osservare la particolarità dell'albero cabalistico napoletano: mondo di veglia e mondo di sogno stanno insieme, si confondono. Quagliolo tiene duro per un po', ma alla fine deve cedere alle insistenze di tutti: dà la giocata a Bertolini ma scaglia una maledizione alla persona del vincitore: la sua invidia può trovare pace solo con l'eliminazione fisica del "rivale", fortunato al gioco, o con la sua sofferenza…Alla fine però trionferà Napoli…: Ferdinando Quagliolo ha ragione…

Le informazioni, di cui sopra, da

http://www.taote.it/newcine/nontipago.htm

[SM=x875439]
ugo.p
00giovedì 15 novembre 2007 08:48
tre "perle" da Non ti pago
1

ugo.p
00giovedì 15 novembre 2007 08:49
Non ti pago 2
ugo.p
00giovedì 15 novembre 2007 08:52
e 3
cari@tide
00venerdì 16 novembre 2007 17:50
Edoardo:"Si fa fare le camice di raso. su misura"
Aiutante "coi polsini"
E."eh che si faceva le camice senza polsini"
E"La cameriera del nord Maria Rosaria"
A"Due nomi che esagerazione"
[SM=x875370] [SM=x875370] [SM=x875370]
jules maigret
00mercoledì 21 novembre 2007 17:04
su you tube ho trovato questo speciale sui suoi funerali.
un interessante documento storico
jules maigret
00mercoledì 21 novembre 2007 17:06
parte 2
jules maigret
00mercoledì 21 novembre 2007 17:06
parte 3
cari@tide
00venerdì 28 novembre 2008 16:53
ho preso il DVD di Gli esami non finiscono mai.....grande De Filippo
ugo.p
00lunedì 14 dicembre 2009 08:03
non dimenticate di visitare il nostro sito dove troverete un articolo su Natale in casa Cupiello.
ecco il link
ceraunavolta.webs.com/nataleateatro.htm
ugo.p
00mercoledì 18 settembre 2013 04:04
perle di saggezza

[SM=x875370]
jules maigret
00giovedì 23 luglio 2020 17:59
su u2b si trovano solo spezzoni di Non ti pago
oppure il film del 1942 con Peppino.

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