un compleanno molto particolare

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
marco100
00giovedì 1 aprile 2004 18:11
oggi a parma è una magnifica giornata. di sole, ma non solo. sono uscito in bicicletta per un giretto sulle mie amate colline, un centinaio di chilometri in cui, a sprazzi, ho avuto modo di pensare anche a voi del forum. negli ultimi tempi tra i miei interessi siete entrati anche voi, così ogni tanto non posso non pensarvi, senza alcun motivo. amo lo sport. profondamente. e lo pratico ogni volta che posso. mi fa sentire libero, invincibile. mi piace praticare sport di resistenza, in cui posso pensare; mi piace la fatica che asciuga il cervello, che rende umili, quindi migliori. mi piace la fatica che annienta solo apparentemente, perché poi ci si sveglia più forti. più o meno un anno fa, di questi tempi, mi sono trovato a festeggiare un compleanno molto particolare. ci pensavo oggi, mentre pedalavo libero. e ho pensato: “appena arrivo a casa lo recupero e lo metto nella cartella dei racconti, nel forum, così mi risparmio la fatica di scriverne uno nuovo”. in realtà lo metto perché è una delle poche cose che ho scritto che mi è piaciuta, e voglio rendervene partecipi. prima però devo darvi la chiave di lettura. ad agosto del 2002, a distanza di dieci anni dalla mia ultima corsa a piedi, per una scommessa un po’ azzardata, mi sono rimesso le scarpette ai piedi per correre una maratona due mesi più tardi. curiosamente, la data di quella maratona coincideva con il mio compleanno. quando inizai a correrla al cartello del 6° km realizzai che, nel giorno del mio 42° compleanno, stavo correndo per 42 km (la distanza di una maratona è, appunto, 42 km e 195 mt). così ingannai il tempo ripercorrendo la mia vita anno dopo anno a ogni cartello chilometrico, cercando di ricordare cosa facessi a quel tempo. beh, ricordavo quasi tutta la mia vita! finii la maratona in meno di quattro ore, vinsi la scommessa poi, un po’ anche per lavoro, continuai a frequentare il mondo podistico. poco tempo dopo, parlando con un appassionato, gli raccontai di quella coincidenza eccezionale, almeno per me. mi disse che un maratoneta che si rispetti festeggia il suo vero compleanno, che cade all’età di 42 anni e 195 giorni, correndone una, di maratone. feci subito due conti e vidi che in quel giorno, feriale, non ci sarebbero state maratone ufficiali, così, nel parco dietro casa, che ha un percorso per il footing lungo 1.640 mt, andai, quel fatidico giorno, a correre uno dietro l’altro 26 giri, per un computo chilometrico leggermente superiore alla distanza ufficiale. subito dopo scrissi quanto di seguito. il testo è scritto un anno fa, la coniugazione dei verbi l’ho lasciata com’era. buona lettura

un compleanno molto particolare
correva l'anno 1960, non era proprio l'immediato dopoguerra ma, nella maggior parte delle famiglie italiane, il problema delle calorie era inverso rispetto a oggi. cioè, più che smaltirle il problema era reperirle e ingurgitarle, ragion per cui i miei, di estrazione modesta, presero la notizia del mio arrivo con un sentimento a metà tra la gioia dell'arrivo del secondo erede e la preoccupazione di farlo crescere senza malattie indotte da carenze alimentari. la storia ha poi scritto che quelle preoccupazioni furono presto spente dal boom economico, anzi seguite da un meccanismo alimentare contrario, ipercalorico, bulimico, per la gioia dei dietologi, dei produttori di articoli sportivi e dei prodotti dietetici, e un po' anche delle riviste ciclistiche e podistiche e di chi ci lavora :-). comunque sia, il 6 ottobre del 1960 ho visto per la prima volta la luce, e da quel poco che riuscii a comprendere nei primi mesi della mia vita, non avrei mai creduto possibile che circa 500 mesi più avanti avrei festeggiato un compleanno molto particolare godendo nel massacrarmi gli arti inferiori. a quei tempi correvo giocando con gli amichetti del cortile, pensavo a correre più forte dei più prepotenti, più forte degli altri per calciare prima il pallone, agilmente per schivare le scopate di mia madre. da ragazzo invece non ho proprio corso, se non dietro a qualche ragazza o ai sogni di adolescenti sulle belle macchine, i jeans all'ultima moda eccetera. sport poco o nulla, a parte un po' di judo, baseball, tennis, sci: quelle attività, insomma, che assomigliano più a un gioco che non a uno sport vero come il podismo o il ciclismo. da adulto, soddisfatti i bisogni primari e risolto i problemi economici più contingenti, intrappolato nel meccanismo del benessere di cui parlavo prima, ho iniziato a inserire con regolarità la corsa tra le mie attività giornaliere e dopo poco, come tanti, ho iniziato a pensare da maratoneta. tante aspettative, pochi risultati, così passai al ciclismo dove, in tanti anni, ho attinto benessere e soddisfazioni. Il resto è roba di pochi mesi fa, di una scommessa che mi ha fatto ritirare fuori le scarpette, della maratona di carpi, di nuove sfide tra cui quella decisa poche settimane fa, ossia di correre una maratona il giorno del mio compleanno di maratoneta, arrivato proprio ieri. ecco allora la cronaca di una giornata iniziata...

...alle 6.30, dopo una notte passata tranquillamente a dormire senza patire nessuna ansia particolare. Mi aspetta la mia maratona, d'accordo, ma il terreno amico della cittadella mi tranquillizza. Da quel che so correrò da solo; il periodo delle festività pasquali e il traffico hanno praticamente impedito ai miei amici non parmigiani di esserci, mentre agli amici locali non ho detto nulla, dunque quella bottiglia di reintegratori francesi sapientemente fermentati fino ai 12 gradi e mezzo che ho in frigo, per il brindisi finale, non dovrà essere divisa tra molti. la prima notizia è una sorpresa; valeria mi avverte del suo arrivo e mi farà compagnia per qualche km. a lei, che è architetto bio, spetterà il gadget per chi è arrivato da più lontano, una bottiglia di prosecco fatto con uva biologica. fino all'ora di partenza non arriva più nessuno, così partiamo proprio io e lei e, al termine del primo giro dei bastioni di 1.640 mt, si unisce a noi la mia amica runner paola "dolorosa". la sua intenzione fino al giorno prima era di correre tutti i 26 giri previsti assieme a me, ma un raffreddore dell'ultima ora le ha tolto un po' di sicurezza, dunque deciderà bastion facendo. presto si unisce anche silvano, il mio consulente enologico, che non ha voluto perdere l'occasione.
silvano è un simpatico, un uomo di mezz'età che ha iniziato a correre dieci anni fa per rimediare a un fisico devastato dalle gioie della tavola. Il classico "pentito" che ha il pregio di non ripudiare quei tempi e di dirsi ancora rattristato dalle privazioni che sono seguite a quella decisione. grande appassionato di vini, tempo fa anche proprietario di un'enoteca, ancora oggi il buon silvano si concede due bottiglie di vino al giorno, una a pasto. è anche buffo perché, lontano dal definirlo un atleta, dopo qualche km inizia a sudare a fontanella, cosicché dopo soli dieci minuti sarebbe perfetto per una pubblicità ai sali minerali. se sapessero...
appena dopo arriva anche osvaldo, amico storico e persona di enorme spessore, colui che m'iniziò alla corsa e che io, per contraccambiare, feci poi diventare ciclista a tutti gli effetti. per me è la miglior persona del mondo, se ce ne fossero altre mille così avremmo tutti, e dico tutti i sei miliardi di abitanti che affollano il pianeta, più spessore e umanità.
osvaldo è di una magrezza quasi spettrale: alto un metro e novanta, pesa 63 kg. lui è la conferma vivente delle mie tesi sull'alimentazione, il consumo energetico e tutto quello che vi gira attorno. per me non esiste un rapporto fisso, matematico, tra il cibo e la produzione di energia. ognuno ha un proprio metabolismo che in alcuni necessita di x calorie per vivere ed espletare le funzioni giornaliere mentre in altri può variare anche del doppio, della metà o anche della metà della metà. altrimenti non si spiegherebbe come in alcune parti del mondo ci siano persone che vivano con
400 calorie al giorno o come l'ultimo vincitore della stramilano abbia compiuto uno sforzo energetico limite mangiando, la sera prima, solo una fetta di pizza. osvaldo, in un giorno, non arriva a consumare 400 calorie e, avendo passato con lui centinaia di allenamenti di ogni tipo, posso dirvi che pedala tranquillamente, anche a buon ritmo, 200 km bevendo solo un po' di the zuccherato. ricordo i primi tempi, quando lo misi in bicicletta, che dovetti penare non poco per fargli portare la borraccia e un minimo di scorta alimentare, che poi rimaneva inesorabilmente nella tasca. tra l'altro osvaldo è un buon atleta, e nel suo passato ha conquistato tra gli amatori diversi titoli italiani di marcia. l'ultimo ad arrivare è stato andrea fanfoni, podista e collaboratore saltuario di una rivista di podismo. andrea, da buon parmense, è genuino e simpatico. l'allegra brigata così composta inizia a inanellare giri uno dietro l'altro e la conversazione, com'era logico che fosse, rimane sempre sul simpatico. paola, al 10 giro o giù di lì: sapete che differenza passa tra un single e un uomo sposato? il single, quando rientra a casa, guarda nel frigo e, sconsolato, prende la via del letto. lo sposato, invece, quando rientra a casa, guarda nel letto e, sconsolato, prende la via del frigo. Il tempo è stato perfetto: nuvoloso senza pioggia e temperatura attorno ai 14°, così come piacevole era l'andatura che si è sempre mantenuta sotto i 6' al km. al 5° giro ci saluta valeria, al 10° osvaldo, al 12° silvano, al 14° andrea. Il passaggio alla mezza è appena sotto le 2 ore. al 20° giro paola si arrende al raffreddore, a un dolore al piede e alla stanchezza. rimasto solo, decido di accelerare un po' e mi metto a correre a 5' al km. all'ultimo giro, stanco, mi rilasso e mi gusto la soddisfazione di aver simbolicamente onorato il mio compleanno. chiudo il 26° giro con un tempo totale di 3h 56' 5s, correndo 400 mt in più della classica distanza. bene, anche questa è andata, sono contento, anche se le gambe sono un po' a pezzi. ora mi aspetta un bel brindisi.


marco

[SM=x89537] smile21

[Modificato da marco100 01/04/2004 18.15]

[Modificato da marco100 01/04/2004 18.19]

[Modificato da marco100 01/04/2004 18.22]

[Modificato da marco100 01/04/2004 18.28]

ele2
00giovedì 1 aprile 2004 18:43
beh Marco mentre leggevo quello che hai scritto,ho immaginato di esserci anche io,pur non conoscendo nessuno di voi!quindi se mi permetti partecipo al brindisi,non solo per l'impresa riuscita ma sopratutto per la motivazione per cui l'hai compiuta! Ancora una volta dimostri di avere una sensibilità notevole.Ciao Ele
miemy
00giovedì 1 aprile 2004 23:43
beh, marco
potrebbe essere l'inizio di un romanzo.Belli i riferimenti storici e interessanti i vari personaggi dell'allegra brigata.
Aspetto di leggere il seguito.smile24
Albe.
00venerdì 2 aprile 2004 11:34
bravissimo!!!
Complimenti!
[SM=x89538] [SM=x89538] [SM=x89538]
Alberto

.

[Modificato da Albe. 02/04/2004 16.29]

Sissi78
00venerdì 2 aprile 2004 16:57
SEI GRANDE

(Dedicata anche a tutti gli altri uomini del forum)

[Modificato da Sissi78 02/04/2004 17.05]

marco100
00venerdì 2 aprile 2004 22:22
sissi
grazie ma il paragone e' immeritato, anche se ci mettiamo assieme tutti. il prossimo racconto che pubblicherò nella cartella sarà umoristico: è quella la mia vera vena...


ciao,


marcosmile10


lina45
00domenica 4 aprile 2004 02:39
come mi piacerebbe
saper scrivere come te.
Ho partecipato alla tua gara, nonostante la mia mole, e contemporanamente anche io sono tornata indietro negli anni ma qui' ti ho battuto il mio percorso e' stato più lungo, mi ha riportato indietro nel tempo quando con i miei cugini ci avventuravamo, piccoli esploratori senza permesso, percorrendo viale dei mille fino all'ospedale maggiore.
O quando nelle freddissime giornate invernali semi assiderati vagavamo nella nebbia alla ricerca di non so cosa, finche' arrivava l'uomo dei ceci. Bastavano pochi centesimi per acquistare in cartoccetto di ceci fumanti, erano pochi, finivano presto, ma che ristoro in quel deserto di neve..... che nostalgia della mia città

enza1
00domenica 4 aprile 2004 09:24
beh marco


io sto aspettando.................

Dopo la gradevolezza di questo racconto.......
....DOV'E'L'ALTRO?smile64




ciaooooooo
ele2
00domenica 4 aprile 2004 09:27
ma che figura!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!IO ho creduto veramente che l'avesse fatto!!!!!!!!!!!!!!!!Preparatemi una buca che mi ci ficco!!!!!!!!
però marco la colpa è tua hai scritto troppo bene!!!!!!
marco100
00lunedì 5 aprile 2004 09:42
ele,
la maratona del mio compleanno da maratoneta l'ho corsa, eccome. lina, sai che il carretto dei ceci all'uscita delle medie, con il cartoccio di ceci caldi e salati nella carta oleosa, è uno dei miei ricordi più vivi? ci metto anche il venditore di focacce tonde e quadrate all'ingresso delle elementari, le aule con 40 ragazzini e un maestro ma anche, e forse soprattutto, i lunghi pomeriggi a giocare nei cortili, nei campetti di quartiere, liberi, dopo che era scoccata la fine dell'ora di silenzio. il bagno una volta la settimana, perché per il resto ci si lavava a pezzi, il vestito buono la domenica...

continua tu, che riesci ad andare un po' più indietro

marcosmile14
lina45
00giovedì 8 aprile 2004 22:26
I miei ricordi vanno molto indietro
nel tempo, ricordi dell’immediato dopoguerra, quando mancava tutto e bastava un nonnulla per renderci felici. Il mio mondo gravitava tutto intorno alla grande casa. Di fronte in estate si metteva la “vecchia” della granatina. Era solo ghiaccio grattugiato e irrorato di sciroppo, forse neanche tanto buono perché non ne ricordo il sapore, ma i colori mettevano allegria solo al guardarli: rosso, verde, arancio...
Alle spalle della casa c’era la nostra riserva di caccia: il torrente. Andavamo per rane, a me non piaceva pescarle e ancor meno mangiarle, ero addetta a preparare le esche, uno spillo ricurvo sul quale avvolgevo del cotone rosso. Le rane tratte in inganno da questi vermetti rossi abboccavano facilmente passando dallo stato di ...cantanti un po’ stonate ma libere a quello di appetitoso pasto serale per i miei cugini cinque maschi decisamente terribili, io unica femmina, ma non per questo piu’ calma. Ricordo una sera che i nostri genitori dovevano andare a teatro, in casa c’era fermento era la prima volta dalla fine della guerra, non vedevano l’ora di metterci a letto. Erano i tempi in cui i genitori uscivano lasciandoci a letto tranquilli che...“tanto dormono, con tutto quello che combinano di giorno son stracc, non succede nulla”
Quella sera ci coricammo senza discutere addormentandoci in cinque minuti, almeno cosi pensavano loro, ma noi avevamo accuratamente fatto il nostro piano di battaglia, ne avevamo parlato tutto il giorno e appena usciti in tre minuti eravamo gia vestiti e pronti alla missione. Per tutta la notte andammo in giro suonando i campanelli di tutti i portoni, e si insisteva fino a quando sentivamo imprecare. Quella sera feci il mio primo incontro d’amore, era li, davanti alla alla fabbrica di X, bellissima dalle forme perfette, mai visto niente di più’ affascinante: una Ferrari tutta rossa e lucida, sembrava risplendendere di luce propria in quella notte di luna piena, fu amore a prima vista.
La ricordo ancora oggi, arrotondata, piccola quasi della mia misura, la mia spedizione punitiva finiva li. Era decappottabile, entrai e per tutto il resto della notte rimasi seduta nell’unico sedile di morbida pelle. Nei giorni successivi ritornai piu’ volte, ma non la rividi più’. Un giorno incontrai i figli dell’industriale mentre uscivano per la passeggiata quotidiana. Se il padre usciva in Ferrari, i figli non erano da meno, loro avevano un piccolo calesse, ma veramente piccolo e trainato da un cane dal’aria fiera, sicuramente di alto lignaggio, passavano fra la gente senza degnare di uno sguardo nessuno, come fossero gli unici abitanti di quel mondo tutto d’oro che li circondava, ma forse erano gli unici abitanti.
Le macchine, grande passione della mia vita di bambina, al giardino c’era una signorina con alcune automobiline elettriche a due pedali uno il freno, l’altro l’acceleratore. Con un soldo si facevano tre giri intorno al laghetto. Non so quanto fosse un soldo noi eravamo abbastanza poveri da non potercelo permettere, almeno questa era la mia idea. Un giorno mi accorsi che una mia zia la conosceva, abitava vicino, intrepida la andai a trovare, lei cuciva e parlava, parlava. Il padre morendo le aveva lasciato le tre piccole auto e queste erano il suo sostentamento, mi disse che se la aiutavo mi avrebbe fatto fare qualche giro gratis. Per tutto il pomeriggio le infilai aghi, questo divenne per molti giorni il mio lavoro finch' mi chiese di accompagnarla alla villa per riscuotere il mio ...salario, passo’ tutto il pomeriggio, ma niente, tutti i bambini di Parma quel giorno avevano deciso di venire in villa e utilizzare le macchinine. Aspettavo impaziente. Il pomeriggio più’ lungo della mia vita. Finalmente, quando era quasi ora di andare a casa arrivo’ il mio turno, mi fece fare un giro intorno al lago. La considerai un’ingiustizia solo un giro eppure avevo infilato tanti aghi, tutti quelli che lei voleva e la avevo ascoltata per tutti quei giorni per un solo giro. Il mio contratto di lavoro si interruppe li.
Marco i miei ricordi sono del secolo scorso, dolci pensieri per me, ma che non interessano nessuno

Albe.
00venerdì 9 aprile 2004 08:36
Lina, continua così!!!
A quando il secondo capitolo?

Sei stata bravissima, altro che non interessare nessuno! [SM=x89538] [SM=x89538] [SM=x89538]
Dai, dai, continua, raccontaci ancora qualcosa della tua Parma di un tempo!

Un grande abbraccio
Alberto


marco100
00venerdì 9 aprile 2004 09:27
rilancio con piacere,
lina, dopotutto non è che i tuoi tempi siano molto diversi dai miei. l'evoluzione del tempo, nel tempo, è curiosa: il mondo è cambiato molto ma molto più velocemente negli ultimi trent'anni che non nei duemila precedenti, non trovi? anch'io ricordo la granatina, eccome; le mie preferite erano al tamarindo, o al limone. aspettavo che si sciogliesse il ghiaccio, ed erano buone e rinfrescanti. il parco ducale, lina, lo ricordi? c'erano i "grilli", i tricicli che filavano a spinta. era il mio premio giornaliero. io sono nato spalle al parco, in una casa vecchia, demolita già da venta'anni, con il bagno nel cortile, il riscaldamento a carbone, ma fianco ai burattini del ferrari, all'oratorio dell'annunziata. e, soprattutto, ai grilli del parco ducale. a una delle gestori dei gruppi davo una mano, e la ricompensa era naturalmente la granatina e il giro "a macca", cioè gratis. certo che essere bimbi una volta era meglio, rispetto a oggi. una mattinata a scuola e poi via, fino a sera, lontano dalle preoccupazioni esagerate dei genitori d'oggi, attraversando la strada maestra in cui passava una macchina ogni cinque minuti, a giocare con decine di amici. oggi ogni bimbo ha una guardia del corpo, padre madre nonno o baby sitter che sia, e con gli amichetti gioca sì e non tre minuti al dì. chi stava meglio?
mapos
00giovedì 15 aprile 2004 10:55
Grazie Lina grazie Marco
Cara Lina caro Marco, i vostri racconti sono molto interessanti, vivaci e pieni di trasparenza d'epoca..Avanti così. Certe cose, come la pesca alle rane le ricordo pure io, non sono emigliano ma sono stato un paio di volte a Roteglia ca. nel 65. in una fattoria. Carissimi saluti mapos
lina45
00mercoledì 21 aprile 2004 21:42
sono entrata in "scritti"
sperando di trovare altri scritti di Marco e ho visto i vostri immeritati incoraggiamenti, vi ringrazio, oggi ho un po' fretta, ma mi riservo di riportarvi ancora indietro nel tempo.
Grazie
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 01:19.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com