ultimo viaggio di giorgio bettinelli

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vale.66
00domenica 21 settembre 2008 10:18
chi di voi lo conosceva ? naturalmente come scrittore
articolo tratto dal sito di "la repubblica"

E morto colpito da un'infezione nel Sud della Cina, sulle rive Mekong, dove viveva
con la moglie Yapei. E' stato l'ultimo grande interprete dei viaggi dell'avventura
Addio Giorgio Bettinelli
scoprì il mondo in Vespa
di VINCENZO BORGOMEO


Il suo speciale su KwMotori

LE FOTO

"Ciao 5, come stai? Era tempo che non ti vedevo, ora faremo un po' di strada insieme". La prima volta che conobbi Giorgio rimasi scioccato: Bettinelli parlava con i numeri del contachilometri. Non solo: da uno che è andato dall'Alaska dalla Terra del Fuoco su una Vespa ti aspetti che sia una specie di Rambo e che sia un esperto meccanico. E invece no: Bettinelli era esile come un fuscello e di motori non capiva nulla.

E sembrava inattaccabile da tutto e da tutti. E invece no: la mattina del 16 settembre Bettinelli è morto, colpito da un'infezione nel Sud della Cina, sulle rive Mekong, dove viveva con la moglie Yapei.

Insomma con la morte di Giorgio Bettinelli, che per noi aveva anche un sito speciale su Kataweb Motori, non perdiamo solo un giornalista, scrittore e viaggiatore, ma anche un personaggio da film, diventato noto al grande pubblico con il libro "In Vespa" (Edizioni Feltrinelli), dove narra il suo primo viaggio su due ruote da Roma a Saigon.


Solo lui poteva immaginare viaggi che poi lo hanno portato a pubblicare libri come "Brum brum. 254.000 chilometri in Vespa" e "Rhapsody in black. In Vespa dall'Angola allo Yemen". Il suo ultimo libro è stato "La Cina in Vespa", cronaca di un viaggio che ha toccato per la prima volta tutte le 33 regioni dell'immensa regione cinese.

Tutto cominciò per gioco, quando nel luglio del 1992 partì da Roma a bordo di una Vespa e nel marzo del 1993 raggiunse Saigon. Caricò ragazze, viaggiò con le ruote bucate, in tre, rischiò più volte la vita e non si fermò più: andò dall'Alaska alla Terra del Fuoco, da Melbourne a Città del Capo e poi dal Cile alla Tasmania, attraverso Americhe, Siberia, Europa, Africa, Asia e Oceania. Durante uno dei suoi viaggi Bettinelli è stato anche rapito da un gruppo di guerriglieri in Congo.

A noi piace ricordarlo così, con un pezzo di un suo racconto. Eccolo.

"Sto comprando una nuova bustina di tabacco da masticare in un negozietto che sembra vendere di tutto, dalle caramelle alle ventose sturalavandino, dagli articoli da ferramenta a quelli da farmacia, quando mi si avvicinano tre ragazzi vestiti con dei camicioni di altrettante gradazioni di grigio. Sono allegrissimi, non smettono un attimo di ridere e hanno gli occhi vellutati da un'inconfondibile luce un po' torbida, quella che si ha da “stoned”. Uno di loro, con una faccia che ricorda Errol Flynn da giovane e i capelli lucidi di olio dai quali si sparge all'intorno una zaffata di mandarino, mi porge la mano e dice “Hey, you are the italian with the Fespha, isn't it?”.

Rispondo di sì, senza essere troppo sorpreso del fatto che uno straniero diventi ben presto una celebrità a Nushki, tanto da essere riconosciuto per strada: in un villaggio piccolo e un po' fuori dal mondo, in Pakistan come in Indonesia o in Nicaragua, le notizie corrono alla velocità della luce, e qualsiasi presenza insolita è subito di dominio pubblico".
(17 settembre 2008)
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