tragedia sulle tre cime di lavaredo

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pasca77
00venerdì 28 agosto 2009 12:02
Riporto la notizia TRAGICA della morte di un' alpinista sulle Tre cime di Lavaredo, come riportata dal sito MONTAGNA.TV

Avevo sentito la notizia al Tg ma non avevo approfondito.

Mi ha colpito particolarmente e immagino in che stato mentale si trovi adesso il povero marito.

Fedipos per cortesia puoi tentare di spiegare quello che potrebbe essere successo,se tiva, nella speranza che possa essere di aiuto a chi si avventura per monti.

Grazie

Stefano
Appesa nel vuoto per un'ora, poi precipita
Cronaca Inserito da montagnatv il Mer, 2009-08-26 17:30
immagine
AURONZO DI CADORE, Belluno -- Tragica fine per un'alpinista austriaca ieri sera sulla Cima Grande di Lavaredo. Stava scendendo in corda doppia con il marito, quando la donna, che secondo le prime ricostruzioni non aveva l'autobloccante, è scivolata fino in fondo alla corda dove è rimasta appesa disperatamente per oltre un'ora. Alla fine ha lasciato la presa ed è precipitata nel vuoto per oltre 200 metri sotto gli occhi impotenti del marito.

"I due alpinisti, provenienti da Salisburgo, avevano scalato ieri la Cima Grande di Lavaredo salendo lungo la via dello Spigolo Dibona. All'imbrunire erano in fase di discesa ma a un certo punto hanno perso il percorso e si sono spostati sulla via Zambelli Franz, una ferrata sul lato ovest della Cima.

Stavano scendendo in corda doppia, ma pare che la donna, 54 anni, non avesse l'autobloccante. A un certo punto è caduta, scivolando in fondo alla corda dove è rimasta appesa, a penzoloni nel vuoto, sotto lo sguardo impotente del marito, che con sè non aveva neppure il cellulare per chiamare aiuto.

Quando altri escursionisti si sono accorti di loro era ormai troppo tardi. Dopo un'ora infatti l'alpinista non è più riuscita a resistere ed ha mollato la presa, precipitando per 200 metri nel vuoto. E' stato allora che il coniuge ha lanciato un urlo così forte da essere udito da alcune persone che si trovavano a passare nelle vicinanze.

I passanti hanno chiesto aiuto al rifugio Auronzo, che a sua volta ha messo in moto le squadre del Soccorso alpino di Auronzo e Dobbiaco. Quattro soccorritori hanno raggiunto il luogo dell'incidente e hanno tratto in salvo l'uomo. Sotto di lui c'era il corpo senza vita della moglie. L'intervento si e' concluso dopo le tre di notte."
supermario bros.
00venerdì 28 agosto 2009 12:50
Re:
pasca77, 28/08/2009 12.02:

Riporto la notizia TRAGICA della morte di un' alpinista sulle Tre cime di Lavaredo, come riportata dal sito MONTAGNA.TV

Avevo sentito la notizia al Tg ma non avevo approfondito.

Mi ha colpito particolarmente e immagino in che stato mentale si trovi adesso il povero marito.

Fedipos per cortesia puoi tentare di spiegare quello che potrebbe essere successo,se tiva, nella speranza che possa essere di aiuto a chi si avventura per monti.

Grazie

Stefano
Appesa nel vuoto per un'ora, poi precipita
Cronaca Inserito da montagnatv il Mer, 2009-08-26 17:30
immagine
AURONZO DI CADORE, Belluno -- Tragica fine per un'alpinista austriaca ieri sera sulla Cima Grande di Lavaredo. Stava scendendo in corda doppia con il marito, quando la donna, che secondo le prime ricostruzioni non aveva l'autobloccante, è scivolata fino in fondo alla corda dove è rimasta appesa disperatamente per oltre un'ora. Alla fine ha lasciato la presa ed è precipitata nel vuoto per oltre 200 metri sotto gli occhi impotenti del marito.

"I due alpinisti, provenienti da Salisburgo, avevano scalato ieri la Cima Grande di Lavaredo salendo lungo la via dello Spigolo Dibona. All'imbrunire erano in fase di discesa ma a un certo punto hanno perso il percorso e si sono spostati sulla via Zambelli Franz, una ferrata sul lato ovest della Cima.

Stavano scendendo in corda doppia, ma pare che la donna, 54 anni, non avesse l'autobloccante. A un certo punto è caduta, scivolando in fondo alla corda dove è rimasta appesa, a penzoloni nel vuoto, sotto lo sguardo impotente del marito, che con sè non aveva neppure il cellulare per chiamare aiuto.

Quando altri escursionisti si sono accorti di loro era ormai troppo tardi. Dopo un'ora infatti l'alpinista non è più riuscita a resistere ed ha mollato la presa, precipitando per 200 metri nel vuoto. E' stato allora che il coniuge ha lanciato un urlo così forte da essere udito da alcune persone che si trovavano a passare nelle vicinanze.

I passanti hanno chiesto aiuto al rifugio Auronzo, che a sua volta ha messo in moto le squadre del Soccorso alpino di Auronzo e Dobbiaco. Quattro soccorritori hanno raggiunto il luogo dell'incidente e hanno tratto in salvo l'uomo. Sotto di lui c'era il corpo senza vita della moglie. L'intervento si e' concluso dopo le tre di notte."




Mi pare abbastanza chiara la dinamica dell'incidente.

Stavano scendendo in corda doppia, ma pare che la donna, 54 anni, non avesse l'autobloccante. A un certo punto è caduta, scivolando in fondo alla corda dove è rimasta appesa, a penzoloni nel vuoto



pasca, sei mai sceso in corda doppia?
L'autobloccante serve proprio a evitare disgrazie come queste.

Ora, se fedipos vuole aggiungere ulteriori dettagli tecnici...
pasca77
00venerdì 28 agosto 2009 14:28
ho fatto solo 1 doppia proprio con Fedipos, è per questo che chiedevo lumi, non avendo esperienza...attendo ulteriori chiarimenti...
fedipos
00venerdì 28 agosto 2009 17:12
corda doppia
Visto che mi è saltato il campo sono qua. Allora, le stronzate fatte sono tre e non una. La prima, quella che ha innescato la reazione a cetena come la chiamo io , è stata quella di sbagliare gli armi del rientro. Ossia hanno sbagliato via e hanno seguito doppie armate su un altro itinerario. Come si faccia a sbagliare le doppie sulla normale delle lavaredo lo sanno soltanto loro. La seconda e la terza, consequenziali l'una dell'altra dimostrano solo e soltanto l'imbecillità di coloro che sono convinti di essere degli alpinisti. Qua non si tratta di mancare di rispetto, qua si tratta di mancare delle più elementari basi di salita e discesa in montagna. Hanno fatto le doppie senza autoassicurazione e senza nodi di fine corsa, praticamente salta da un aereo senza paracadute che è la stessa cosa. Adesso aspetto il piagnisteo di quelli che l'incidente può succedere a chiunque ecc. Questi incidenti non possono succedere, punto e morta li. logicamentee, fin che calando arrivi su una cengia,o un terrazzino, prima che finiscano le corde ti va bene, ma se sei appeso non hai scampo a meno che il compagno non sia uno come me. Viva la modestia e viva il mio usurpato titolo. Allora, visto che la tipa ha avuto la forza di restare appesa per un pò (non certo 40 minuti come scritto, facciamo pure 10 al massimo)si poteva intervenire , parlo del compagno, facendo un freno a T con due moschettoni che mi permette di scendere anche su corda in trazione. A monte del freno sistemo un autobloccante, nodo o attrezzo, con un'asola di cordino di almeno 1 metro, raggiungo il soggetto, aggancio l'asola al suo imbrago, porto il bloccante in chiusura, io mi autoblocco sul freno a T e siamo entrambi appesi senza alcun rischio di cadere. Poi faccio i nodi alle corde e poi mi tiro fuori dalle peste risalendo sulla prima cengia o terrazzo. A questo punto faccio un paranco a due taglie e mi recupero l'altro. Si chiama autosoccorso, che nesssuno ormai fa più perchè vanno in falesia sull'9° e come detto molte volte si ammazzano in doppia in montagna. Specifico che tutta l'operazione fino al momento di moschettonare il compagno e quindi metterlo in sicurezza, per uno di noi, non richiede più di 5/6 minuti anche su una calata da 50 metri, conosco tecnici che impiegano meno di tre minuti ad agganciare il bloccato. Guardate che sono manovre che si fanno fino alla nausea,poi ovviamente il Tecnico che sono 6 mesi che è in squadra non possiamo pretendere che facciale cose come dopo 30 anni, mi sembra evidente e logico.
pasca77
00venerdì 28 agosto 2009 18:40
Re: corda doppia
fedipos, 28/08/2009 17.12:

Visto che mi è saltato il campo sono qua. Allora, le stronzate fatte sono tre e non una. La prima, quella che ha innescato la reazione a cetena come la chiamo io , è stata quella di sbagliare gli armi del rientro. Ossia hanno sbagliato via e hanno seguito doppie armate su un altro itinerario. Come si faccia a sbagliare le doppie sulla normale delle lavaredo lo sanno soltanto loro. La seconda e la terza, consequenziali l'una dell'altra dimostrano solo e soltanto l'imbecillità di coloro che sono convinti di essere degli alpinisti. Qua non si tratta di mancare di rispetto, qua si tratta di mancare delle più elementari basi di salita e discesa in montagna. Hanno fatto le doppie senza autoassicurazione e senza nodi di fine corsa, praticamente salta da un aereo senza paracadute che è la stessa cosa. Adesso aspetto il piagnisteo di quelli che l'incidente può succedere a chiunque ecc. Questi incidenti non possono succedere, punto e morta li. logicamentee, fin che calando arrivi su una cengia,o un terrazzino, prima che finiscano le corde ti va bene, ma se sei appeso non hai scampo a meno che il compagno non sia uno come me. Viva la modestia e viva il mio usurpato titolo. Allora, visto che la tipa ha avuto la forza di restare appesa per un pò (non certo 40 minuti come scritto, facciamo pure 10 al massimo)si poteva intervenire , parlo del compagno, facendo un freno a T con due moschettoni che mi permette di scendere anche su corda in trazione. A monte del freno sistemo un autobloccante, nodo o attrezzo, con un'asola di cordino di almeno 1 metro, raggiungo il soggetto, aggancio l'asola al suo imbrago, porto il bloccante in chiusura, io mi autoblocco sul freno a T e siamo entrambi appesi senza alcun rischio di cadere. Poi faccio i nodi alle corde e poi mi tiro fuori dalle peste risalendo sulla prima cengia o terrazzo. A questo punto faccio un paranco a due taglie e mi recupero l'altro. Si chiama autosoccorso, che nesssuno ormai fa più perchè vanno in falesia sull'9° e come detto molte volte si ammazzano in doppia in montagna. Specifico che tutta l'operazione fino al momento di moschettonare il compagno e quindi metterlo in sicurezza, per uno di noi, non richiede più di 5/6 minuti anche su una calata da 50 metri, conosco tecnici che impiegano meno di tre minuti ad agganciare il bloccato. Guardate che sono manovre che si fanno fino alla nausea,poi ovviamente il Tecnico che sono 6 mesi che è in squadra non possiamo pretendere che facciale cose come dopo 30 anni, mi sembra evidente e logico.



ciao carissimo e grazie per il chiarimento, preciso come sempre.
Devo dire che dall' unica doppia che mi hai fatto fare , mi era rimasto qualcosa in mente ed il mio sospetto è stato confermato; il discorso dei nodi alla fine...che in questo caso non c'erano come in quell' altro caso di cui avevamo già parlato.
Forse, e dico solo forse, si sono fatti prendere dal panico...pero' deve essere stato tremendo...

a presto e speriam che questi post li leggano in tanti...
free.r
00venerdì 28 agosto 2009 22:04
a parte il fatto specifico degli austriaci mi sento di fare 3 appunti distinti:

1) scendere dalla normale della grande di lavaredo è relativamente facile solo se viene percorsa anche in salita. Trovo abbastanza normale essere spaesati (e anche perdere la retta via) in vetta ad una cima così maestosa... e anche x me la discesa è stata un viaggio lunghino

2) quando faccio discese in doppia con mia moglie le allestisco i passaggi della corda sulla piastrina (con tanto di prusik) ma poi sono io a scendere x primo ... in modo che x lei non ci siano intoppi.

3) che la causa della morte della signora sia la mancanza dei nodi alla fine della corda è un supposizione che farei anch'io... ma non essendo un dato certo sarei più cauto (rimane indubbio che morire in discesa corda doppia evidenzia una certa negligenza... ma a volte la sfiga ci mette del suo: quanti di noi hanno fatto una discesa su vecchi cordini pensando che se hanno tenuto ieri tengono anche oggi?)
fedipos
00sabato 29 agosto 2009 13:35
precisazione
Io non "presumo" mai niente, e prima di scrivere conto fino a 10, poi chiamo i colleghi che hanno fatto il recupero, accerto cosa è successo, poi, fino a quando non mi romperò le palle definitivamente, scrivo cercando di fare prevenzione. La discesa delle normali delle lavaredo, per sbagliarla, bisogna solo essere con gli occhi foderati di mortadella. Si accettano verifiche sul campo. Adesso arriva l'affondo: in doppia bisogna sempre,dico sempre, far scendere quello meno bravo e sicuro, ovviamente con tutta la tecnica del caso, per un motivo molto semplice. Se si incroda quello più foca, come spiegavo nell'altro post, è possibile raggiungerlo anche con le corde in tensione visto che c'è appeso il soggetto foca. Se il soggetto si inchioda scendendo per ultimo, ti voglio vedere a risalire su corde dove c'è appesa una persona! Per favore, se non sapete di cosa state parlando state zitti, che con me almeno fate la bella figura di quello che chiede. Ultima dichiarazione: siccome sono veramente stufo di scienzotti vari, già ho la mano pesante normalmente, vedrò di inseverire il tono ancora di più così, forse, qualcuno in più starà zitto, perchè i tentativi di far star zitto il sottoscritto ottengono solo il risultato opposto. Avanti con le note che c'è posto.
fedipos
00lunedì 31 agosto 2009 17:52
re-precisazione
Chiedo scusa ma non ho completato bene il discorso. Intanto ,ripeto, anche per chi fa il ragionamento " sono cordini vecchi ma se hanno tenuto ieri tengono oggi" ragionamento da perfetto idiota alpino. Passo alla precisazione tecnica sulle doppie. Qualcuno , un pò meno tonto, potrebbe dire" come faccio a far scendere per primo quello più imbranato, con dei margini di sicurezza?" Domanda ottima. Allora: armo la doppia e la collego all'armo facendo un guide con frizione, e mettendo un moschettone dentro al nodo. Ossia ho due corde che scendono ma sono bloccate entrambe. Poi faccio scendere su un capo il soggetto , praticamente calandolo con freno manuale o meccanico, aspetto che si autoassicuri, sgancio la corda ,sciolgo il nodo ( se non metto il mosco nel nodo non lo sciolgo più)faccio passare un capo nell'armo, lo recupero e rilancio: e giù su sulla doppia a vedere che cosa ha combinato l'altro , insultandolo ferocemente se ha fatto cazzate con l'autos icura. Questo chiarimento era dovuto.
free.r
00lunedì 31 agosto 2009 19:55
Re: re-precisazione
personalmente, quando sò che dovrò fare doppie sono certo che il mio compagno le sappia fare... e se così non fosse continuo ad addestrarlo in falesia: in montagna non lascio spazio a dubbi o improvvisazioni.

detto questo, se io fossi il più esperto, scendo per primo e mi prendo la responsabilità :
- della lunghezza della doppia (20-30-40mt ecc ) in modo che il meno esperto non mi sorpassi la sosta successiva
- di trovare la successiva sosta, per la successiva doppia
- se la doppia è nel vuoto posso gestire molto meglio l'avvicinamento del compagno alla parete.

e nel caso di molte doppie si è sicuramente più veloci (il meno esperto mi perde mezz'ora a cercare le soste / non sà bene dove fermarsi / non mi è di aiuto a riallestire la doppia successiva)

cià e buone discese
fedipos
00lunedì 31 agosto 2009 20:20
corde doppie
Col sottoscritto è meglio non fare troppa teoria. Non parlarmi di falesie che servono solo a farci fare più interventi in montagna. Non scrivere cavolate teoriche, vieni in montagna con le corde in mano, però prima forse sarebbe meglio che facessi 30 anni di CNSA come il sottoscritto.Non sopporto assolutamente coloro i quali, a qualunque costo, devono insegnare qualcosa a qualcuno a costo di farsi ridere dietro . Ci sono 400 persone che leggono il forum, come faccio a sapere che non ci siano altri tecnici altrettanto o più preparati di me? Quindi è un pò difficile che il sottoscritto scriva cavolate.
free.r
00lunedì 31 agosto 2009 21:01
Re: corde doppie
fedipos, 31/08/2009 20.20:

Col sottoscritto è meglio non fare troppa teoria. Non parlarmi di falesie che servono solo a farci fare più interventi in montagna. Non scrivere cavolate teoriche, vieni in montagna con le corde in mano, però prima forse sarebbe meglio che facessi 30 anni di CNSA come il sottoscritto.Non sopporto assolutamente coloro i quali, a qualunque costo, devono insegnare qualcosa a qualcuno a costo di farsi ridere dietro . Ci sono 400 persone che leggono il forum, come faccio a sapere che non ci siano altri tecnici altrettanto o più preparati di me? Quindi è un pò difficile che il sottoscritto scriva cavolate.



non scrivo cavolate teoriche e non intendo insegnare niente a nessuno...ma ho scritto semplicemente come io opero in montagna

non ti ho detto che scrivi cavolate ... in termini di manovre di corda... per il resto invece, tiratela meno sruffone ( i CNSA che ho conosciuto io sono sono più modesti e umili di te) e fatti qualcosa x le arterie [SM=g27988]




fedipos
00martedì 1 settembre 2009 05:53
offese
Guarda, visto che io non ho offeso nessuno, sei pregato, dato che tu lo hai fatto, di scorrazzare per il forum in modo da trovare gli altri 5/6 pari tuoi (non posso citarli per via della privacy,sai, ci sono anche gli studenti avanzati di legge che mi fanno una certa paura)così potresti instaurare un certo filling anti-fedipos. Guarda che va per la maggiore. Per i colleghi che hai conosciuto, per caso ti stavano recuperando dopo una doppia? Sai, in operazione siamo molto calmi, accondiscendenti, rispettosi, non insultiamo, non picchiamo la gente, facciamo quasi gli imbranati per non colpire nel vivo la personalità dell'infortunato. Fa parte del manuale "il perfetto soccorritore buono". Per le arterie invece hai ragione: ho fatto un mezzo infarto anni fa e sono in terapia, poi ho le ginocchia distrutte e vado in giro con i tutori tipo paraplegico, purtroppo il viale del tramonto è brutto.
supermario bros.
00martedì 1 settembre 2009 10:25
Re: offese
fedipos, 01/09/2009 5.53:

Guarda, visto che io non ho offeso nessuno, sei pregato, dato che tu lo hai fatto, di scorrazzare per il forum in modo da trovare gli altri 5/6 pari tuoi (non posso citarli per via della privacy,sai, ci sono anche gli studenti avanzati di legge che mi fanno una certa paura)così potresti instaurare un certo filling anti-fedipos. Guarda che va per la maggiore. Per i colleghi che hai conosciuto, per caso ti stavano recuperando dopo una doppia? Sai, in operazione siamo molto calmi, accondiscendenti, rispettosi, non insultiamo, non picchiamo la gente, facciamo quasi gli imbranati per non colpire nel vivo la personalità dell'infortunato. Fa parte del manuale "il perfetto soccorritore buono". Per le arterie invece hai ragione: ho fatto un mezzo infarto anni fa e sono in terapia, poi ho le ginocchia distrutte e vado in giro con i tutori tipo paraplegico, purtroppo il viale del tramonto è brutto.



Uèh, sem propri cunscià mal.
Però le dita per digitare sulla tastiera ancora ti funzionano bene [SM=g27987]


fedipos
00martedì 1 settembre 2009 16:40
re-re-offese
Hai ragione mario, sono proprio una delle ultime cose che funzionano ancora. Non farmi scendere in dettagli perchè c'è la sex-privacy!
birbagianni
00martedì 24 novembre 2009 14:32
Re: corda doppia
[POSTQUOTE][QUOTE:96612893=fedipos, 28/08/2009 17.12]
[...] facendo un freno a T con due moschettoni che mi permette di scendere anche su corda in trazione [...] [/QUOTE][/POSTQUOTE]

Scusate se resuscito questa discussione, sono capitato per caso cercando notizie sulla tragedia e ho letto questo post che ha attirato la mia attenzione. Per fortuna non mi è mai capitato nulla di simile e spero che non accada in futuro, ma siccome non si sa mai vorrei chiedere: come caspita si fa un freno moschettone sulle corde in trazione???
Ringrazio per l'eventuale risposta.
arteriolupin
00martedì 24 novembre 2009 15:12
Gianni,

il procedimento non è per nulla difficile se hai pratica di uso di cordini, nodi vari e moschettoni.

Non credo, tuttavia, alla possibilità di fornire simili informazioni per iscritto o con disegnini...

Ti conviene farti mostrare le tecniche d aun esperto, di persona. Sono poche e semplici manovre da far proprie e rendere automatiche, veloci...

Imparate quelle 4 nozioni, sarai in grado di crearti il freno moschettone e tante altre cose utili per togliersi dalle "pegole" in montagna.

Buone Montagne

Arterio
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