superiorità "morale" leghista?No

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DarkWalker
00martedì 27 luglio 2010 18:57
ROMA - Lo scrittore Roberto Saviano si domanda: "Dov'era la Lega quando la 'ndrangheta si infiltrava in Lombardia?". E la Lega lo attacca, anche sul piano personale, attraverso il viceministro Roberto Castelli: "Saviano la smetta, perché gli antimafia a pagamento sono sempre meno credibili".

All'origine dello scontro l'anticipazione di un'intervista rilasciata dallo scrittore di Gomorra a Vanity Fair. "La Lega - premette Saviano - ci ha sempre detto che certe cose al Nord non esistono, ma l'inchiesta sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in Lombardia racconta una realta' diversa". A questo punto, l'interrogativo dello scrittore: "Dov'era la Lega quando questo succedeva negli ultimi dieci anni laddove ha governato? E perché adesso non risponde?".

Sulla sua vita dopo "Gomorra", lo scrittore aggiunge: "E' un libro che non rinnego, lo riscriverei, ma sarei falso se le dicessi che lo amo. Perchè mi ha tolto tutto: io volevo solo diventare uno scrittore. A centomila copie ero felicissimo, mi pubblicano importanti case editrici straniere e mia madre dice che in quei giorni sembrava che volassi, ma io non mi ricordo niente. Volevo comprare con mio fratello una moto, lo sognavamo da tempo. Poi arrivano la scorta, le minacce. Io volevo essere quello di prima. Mi è scoppiato tutto in mano".

L'attacco dei leghisti. "Rispondo subito - esordisce Castelli dettando la sua replica ai cronisti -. Saviano è accecato e reso sordo dal suo inopinato successo e dai soldi che gli sono arrivati in giovane età. Unica sua scusante rispetto alle sciocchezze che dice sulla Lega è che, quando noi combattevamo contro la sciagurata legge del confino obbligatorio che tanti guai ha portato al nord, aveva ancora i calzoni corti".

Se Saviano "nulla sa della storia della Lombardia - continua Castelli - vada a rileggersi la storia della battaglia che la Lega fece a Lecco a iniziare dal '93 contro i clan della 'ndrangheta. Atti amministrativi precisi, fatti concreti. Non ci siamo limitati a scrivere quattro cose e a partecipare a quattro conferenze. Né siamo diventati ricchi per questo. Abbiamo corso solo rischi. Infine un invito: vediamo che continua a fare pubblicità al suo libro. La smetta, perché gli antimafia a pagamento sono sempre meno credibili".

In difesa di Roberto Saviano si schiera subito l'Italia dei Valori con Luigi De Magistris, che critica anche l'esperienza di governo del Carroccio. "La Lega ha ripudiato quella battaglia di legalità di cui, almeno a parole, si è sempre detta portavoce - afferma De Magistris -. In Parlamento mai ha fatto e farà mancare il voto a provvedimenti criminogeni come processo breve, ddl intercettazioni, revisione delle norme sui pentiti. Mentre il ministro Maroni ha introdotto la possibilità di vendere all'asta i beni confiscati alle mafie assestando, anche dal punto di vista simbolico, un colpo mortale alla lotta contro il crimine organizzato".

Rilievi in sintonia con quelli mossi alla Lega da Orazio Licandro, della segreteria nazionale del PdCI-FdS. "Quanto è facile aggredire uno scrittore e continuare ad approvare provvedimenti che aiutano l'economia criminale" dice Licandro, che poi invita il Carroccio a "lasciar stare Saviano" e fare "più fatti in un momento in cui l'Italia è precipitata in un baratro di illegalità che fa persino sbiadire la stagione di Tangentopoli".

Per Gianclaudio Bressa, capogruppo del Pd nella commissione Affari costituzionali, ''Saviano colpisce al cuore la Lega Nord'', che farebbe bene "a riflettere sulla gravità dei propri errori, piuttosto che tentare inutilmente di screditare la lucidità di Saviano. Anche Berlusconi ha tentato di farlo ma ha avuto una risposta ampia e chiara dall'opinione pubblica''.

Parla anche Walter Veltroni, secondo il quale Saviano ha semplicemente indicato la realtà delle infiltrazioni mafiose al Nord, e le sue sono "parole vere, non offese". "La Lega ha reagito scompostamente, con attacchi vergognosi e con minacce. A lui va la mia solidarietà".
Malduin
00martedì 27 luglio 2010 23:39
Stavolta Saviano ha fatto centro (indipendentemente dai meriti che può avere la Lega)...e la Lega ha reagito come un petardo cui è stato dato fuoco :P
Riccardo.cuordileone
00mercoledì 28 luglio 2010 07:50
Saviano ha ragione ma non vedo cosa centra la Lega con le infiltrazioni mafiose al nord... Mi sembra tanto una dichiarazione in stile asilo "la mafia ce l'avete anche voi polentoni cicca cicca cicca"...
DarkWalker
00mercoledì 28 luglio 2010 09:10
Re:
Riccardo.cuordileone, 28/07/2010 7.50:

Saviano ha ragione ma non vedo cosa centra la Lega con le infiltrazioni mafiose al nord... Mi sembra tanto una dichiarazione in stile asilo "la mafia ce l'avete anche voi polentoni cicca cicca cicca"...



a me sembra invece che saviano denunica una cosa che la lega cerca di nascondere. Infatti le reazioni della lega denotano una pelle molto sottile sull'argomento.
Armilio1
00mercoledì 28 luglio 2010 12:39
La lega c'entra perchè ha sempre cercato di dare l'idea del nord superiore moralmente al sud, che non ha la mafia ecc ecc. L'osservazione di Saviano è in effetti un pò ciccia ciccia ma quella della Lega Nord è di chi è stato colpito sul vivo, e risponde stupidamente. Perchè non è che ci voleva molto a dire che le infiltrazioni mafiose al nord sono diverse da quelle del sud.
Riccardo.cuordileone
00mercoledì 28 luglio 2010 15:41
A livello comunale e regionale vi posso assicurare che l'argomento mafia (albanese, rumena, cinese, nigeria ma sopratutto calabrese) sono all'ordine del giorno. Anche la Lega ne parla.

Forse a livello nazionale non se ne fa un gran parlare poichè si tratta di criminalità organizzata e non di un sistema mafioso con influenze sulla società (come al sud).

Se poi si vuole girare il discorso sulla "superiorità" morale tra nord e sud... bè la n'drangheta non è certo una piaga "padana" ma bensì una delle tante conseguenze negative dell'immigrazione meridionale.
DarkWalker
00mercoledì 28 luglio 2010 22:27
Re:
Riccardo.cuordileone, 28/07/2010 15.41:

A livello comunale e regionale vi posso assicurare che l'argomento mafia (albanese, rumena, cinese, nigeria ma sopratutto calabrese) sono all'ordine del giorno. Anche la Lega ne parla.

Forse a livello nazionale non se ne fa un gran parlare poichè si tratta di criminalità organizzata e non di un sistema mafioso con influenze sulla società (come al sud).

Se poi si vuole girare il discorso sulla "superiorità" morale tra nord e sud... bè la n'drangheta non è certo una piaga "padana" ma bensì una delle tante conseguenze negative dell'immigrazione meridionale.




in questo la ve5do come te, ma negare, come5 fa la le5ga, la presenza mafiosa laddove c'è -e al nro5d c'è lo sappiamo bene- è un compo5rtamento che ostacola la presa di coscienza civile e avvantaggia la amfia che si copre anche di silenzi e di omertà. Tr5a l'altro questa non è la prima volt5a che5 la le5ga da sf5oggio della sau pe5ssima reazione5 sul problema mafia, anche prima del maxi arresto c'era stata una querelle (comendente anche5 la mor5att5i). Non pe5nso sia un atte5ggiame5nt5o politico r5e5sponsabile5 volt5ar5e5 le5 spalle all'unico inte5lle5t55t5uale5 civilmente impegnato che ci è r5imasto.
DarkWalker
00giovedì 19 agosto 2010 19:40
assessore leghista di giorno, magnaccia di notte

A
lla luce del sole l’onesto e affidabile rappresentante della polizia locale, con per di più un ruolo importante come assessore alla sicurezza di Barbarano Vicentino; lontano dalla gente e dai ruoli istituzionali, però, Alessandro Costa, 38 anni, si trasformava nell’insospettabile gestore di un sito di annunci per escort e prostitute, con incassi così ingenti da permettergli di girare per le vie del paese con una sfavillante Porsche Cayenne, un mezzo ben diverso dal vecchio fuoristrada con cui si faceva vedere, orgogliosamente, di giorno.

Doppia vita – A smascherare le due facce del giovane assessore leghista un'indagine svolta dai carabinieri dell'aliquota operativa di Padova, coordinati dal tenente Luca Bordin. Soprannominata “Escort Ungheria”, l’inchiesta era iniziata più di un anno fa da un'attività informativa a Padova. Al centro dell’attenzione degli inquirenti i siti www.bestannunci.us e www.bestannunci.in, dove si potevano fissare incontri con prostitute e trans stranieri “raccattate” a Padova e Vicenza. I militari ritengono che inizialmente Costa procacciasse le clienti in prima persona, siglando di suo pugno dei contratti vantaggiosi (150 euro al mese). Un giro d’affari importante, quindi, visto che gli inquirenti hanno trovato sulle pagine dei siti circa un centinaio di nominativi.
L’accelerazione decisiva martedì all’alba, quando i militari hanno effettuato sull'Altopiano di Asiago una serie di perquisizioni a carico di Alessandro Costa e di un suo collaboratore.
Un blitz redditizio, con i carabinieri che hanno sequestrato due computer e alcune chiavi usb contenenti nomi, foto osé delle prostitute, contatti telefonici e scadenziari dei pagamenti. Nel portafogli trovate anche carte magnetiche e un Postapay dove sarebbero confluiti i proventi dell'esercizio abusivo.

Accuse e dimissioni – Allo stato delle cose, Alessandro Costa è accusato di favoreggiamento della prostituzione. Immediatamente sono arrivate le dimissioni dagli incarichi pubblici dell’assessore, accettate dal sindaco di Barbarano, Roberto Boaria.
DarkWalker
00giovedì 2 settembre 2010 08:52

I viaggi di Ballaman
Il presidente del Consiglio regionale friulano nel più classico dei cliché: il leghista anti-sprechi e anti-casta che abusa dell'auto blu
Il caso sollevato dal Messaggero Veneto, la procura della Corte dei Conti ha aperto un'inchiesta
2 settembre 2010 | Italia, Politica

Edouard Ballaman, presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, è finito nel più classico e abusato dei cliché e delle storie sui politici: solo che è vero. Esponente della Lega Nord, da tempo minaccioso avversario della casta, per anni ha tuonato contro i modi di fare della “vecchia politica”, sostenendo di dar voce all’insofferenza della gente comune nei confronti degli sprechi. E con che severità e intransigenza: qualche mese fa disse di considerare superflui anche i soldi spesi nei festeggiamenti per i 150 anni dell’unità d’Italia.

Ora la Procura della Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia ha aperto un’inchiesta per verificare eventuali danni all’erario in rapporto a quanto pubblicato ieri da un’inchiesta del Messaggero Veneto. In sostanza, il giornale riferiva di almeno settanta episodi – dettagliandoli uno per uno – nei quali, dal 2008 al marzo del 2010, Ballaman avrebbe utilizzato l’auto di servizio e l’autista per finalità del tutto non istituzionali: viaggi verso la sua casa di villeggiatura, incontri politici della Lega, viaggi verso la casa della moglie o in aeroporto a prendere dei parenti. Nell’elenco c’è di tutto: compresa la prima a Milano del film “leghista” Barbarossa, un viaggio per accompagnare la moglie dal dentista, un altro per farsi portare a Venezia, da dove sarebbe partito in viaggio di nozze.

Un sistema diventato quasi abitudine, prima che Ballaman decidesse di rinunciare all’auto blu, il 1° aprile del 2010. Ma dal maggio 2008 a marzo di quest’anno un autista e un’automobile sono stati a sua disposizione. Da maggio a dicembre 2008 una Lancia Thesis e da gennaio 2009 a marzo 2010 un’Audi A6. Una macchina che ogni giorno era pronta davanti a casa del presidente del Consiglio, Pordenone centro, per accompagnarlo ovunque desiderasse, riportandolo a casa la sera.

A indicare giorni e percorrenze è un dossier, non di provenienza anonima, verificato attraverso una “fonte” attendibile e molto ben informata. E il dossier racconta una settantina di spostamenti, alcuni documentati da ricevute del telepass, non coperti dall’egida della Regione e a volte compiuti con al seguito la fidanzata (fino al 21 novembre 2009) e poi moglie, Chiara Feltrin.

Ballaman si è sposato con Chiara Feltrin nel 2009, testimone Umberto Bossi. Del suo precedente matrimonio si era occupato nel 2005 Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, quando aveva raccontato di come lo stesso Ballaman, allora questore alla Camera, e un altro esponente leghista avessero assunto l’uno la moglie dell’altro. In quell’articolo, raccontando di alcune avventate operazioni commerciali da parte dell’esponente leghista, Stella lo descriveva così.

Nato in Svizzera ma cresciuto a Pordenone, è un commercialista finito spesso sui giornali. Prima per aver dato fuoco in diretta tivù al concordato fiscale del governo Dini. Poi per aver battuto Vittorio Sgarbi nell’ uninominale anche grazie a volantini in cui invitava i cattolici a votare per lui (insegnante in una scuola salesiana) e non per gli avversari giacché uno era «comunista» e l’altro un «noto libertino frequentatore di pornostar». Quindi per aver proposto per due volte l’abolizione del «made in Italy» da sostituire al Nord con «made in Padania». Per non dire delle sparate sul diritto di Pordenone a diventare una provincia autonoma o di un’intervista al «Sole delle Alpi» dove alla domanda su cosa detestava rispondeva: «Il tricolore».

Malduin
00lunedì 6 settembre 2010 00:10
ma è visibilmente moralmente superiore agli altri. Si fa portare in giro su di un auto quando gli altri si fanno mettere il volo ad ok Roma-Albenga ^^. Come non giustificarlo :P
nanoguerriero
00giovedì 16 settembre 2010 00:13
Bhe ma che i leghisti facciano magheggi come e peggio di tutti gli altri non è una novità...

Vedi caso vergognoso di nepotismo di Renzo Bossi, essere dall'intelligenza di un ameba paglierina ricoperto di soldi solo perché figlio di Bossi.

Implicazioni palesi nello scandalo del nero delle aziende venete

Soldi spesi in maniera pazza per super sedi sfarzose come manco Versailles...
DarkWalker
00giovedì 16 settembre 2010 08:58
nonchè ministero dell'agricoltura usato per fare favoritismi e far pagare allo stato le quote latte di alcuni allevatori (coi soldi FAS!)
DarkWalker
00sabato 27 novembre 2010 19:58
la Lega Nord di certo non è immune da condannati, indagati e prescritti. Anzi, per alcuni aspetti si potrebbe definire il partito stesso incostituzionale. Ma andiamo con ordine.

Partiamo da Umberto Bossi stesso. Il senatùr, infatti, è stato condannato in via definitiva a 8 mesi di reclusione per 200 milioni di finanziamento illecito dalla maxitangente Enimont; è stato in seguito condannato per il reato di vilipendio alla bandiera italiana per averla pubblicamente offesa in più occasioni. Il 26 luglio 1997 affermò: “Quando vedo il tricolore mi incazzo. Il tricolore lo uso per pulirmi il culo“; il 14 settembre dello stesso anno, invece, ad una signora che aveva esposto il tricolore alla finestra disse: “Il tricolore lo metta al cesso, signora”, e ancora: “Ho ordinato un camion di carta igienica tricolore personalmente, visto che è un magistrato che dice che non posso avere la carta igienica tricolore“. Per la prima affermazione, Bossi è stato condannato ad un anno e quattro mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena. Per il secondo evento la Cassazione ha rigettato il ricorso di immunità presentato da Bossi, in quanto europarlamentare, confermando la condanna a pagare 3000 euro di multa.

Ma abbiamo anche altri esponenti di spicco che ritroviamo tra le file dei pregiudicati: Roberto Maroni, attuale Ministro degli Interni, condannato definitivamente a 4 mesi e 20 giorni per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale durante la perquisizione della polizia nella sede di via Bellerio a Milano; e Mario Borghezio, che è stato condannato nel 1993 a pagare una multa di 750.000 lire per violenza privata su un minore in relazione ad un episodio risalente al 1991, quando aveva trattenuto per un braccio un venditore ambulante marocchino di 12 anni per consegnarlo ai carabinieri; e ancora condannato nel 2000 per incendio aggravato da “finalità di discriminazione” a 2 mesi e 20 giorni di reclusione commutati in 3.040 euro di multa, per aver dato fuoco ai pagliericci di alcuni immigrati che dormivano sotto un ponte di Torino.

E poi abbiamo Matteo Bragantini, che nel 2004 è stato condannato in primo grado a 6 mesi di carcere e tre anni di interdizione dall’attività politica. L’accusa è istigazione all’odio razziale e propaganda di idee razziste. Nei documenti giudiziari si legge che Bragantini e altri sei coimputati, tra cui l’attuale sindaco di Verona Flavio Tosi, hanno “diffuso idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale ed etnico e incitato i pubblici amministratori competenti a commettere atti di discriminazione per motivi razziali ed etnici”. L’11 luglio 2009 la Cassazione ha condannato in via definitiva Tosi, Bragantini e gli altri a due mesi di reclusione, con sospensione della pena, e a 4 mila euro di multa e alla sospensione per tre anni dai pubblici comizi. Logicamente questo è fatto di vanto: Bragantini è stato ricandidato ed eletto alla Camera, Tosi rimane sindaco di Verona.

Ancora abbiamo Matteo Brigandì. Era assessore regionale in Piemonte quando fu arrestato per truffa aggravata ai danni della Regione Piemonte: avrebbe “regalato” all’amico imprenditore Agostino Tocci circa sei miliardi di lire, a titolo di “rimborso” per inesistenti danni subiti dalle alluvioni tra il 1994 e il 2000. Anche lui premiato per la sua condotta: Onorevole.

E ancora Roberto Castelli, indagato per abuso d’ufficio per alcune facili consulenze concesse quand’era Ministro della Giustizia. Il voto del Senato, tuttavia, l’ha salvato regalandogli l’immunità dai suoi reati ministeriali. Ma non è sfuggito alla Corte dei Conti, che l’ha condannato a rimborsare un danno erariale di circa 99 mila euro.

E poi, ancora, l’attuale Ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, indagato per ricettazione nell’inchiesta sulla Bpl di Fiorani. Lo stesso Fiorani dichiarò di averlo corrotto per ricevere l’appoggio politico della Lega. Secondo l’accusa Calderoli e l’allora sottosegretario Aldo Brancher (ve lo ricordate? Il Ministro più breve della storia Italiana) si sarebbero spartiti 200 mila euro.

Ma non è finita. Si potrebbe parlare di Gentilini, l’ex sindaco di Treviso, omofobo (“darò immediatamente disposizioni alla mia comandante affinché faccia pulizia etnica dei culattoni […] Qui a Treviso non c’è nessuna possibilità per culattoni o simili”) e xenofobo (“Bisogna sparare sui gommoni e sulle carrette del mare […] i gommoni vanno distrutti, perché, a un certo punto, bisogna puntare ad altezza d’uomo”), indagato per istigazione all’odio razziale, e poi condannato a non poter sostenere pubblici comizi per 3 anni e al pagamento di 4.000 euro di multa. Ancora si potrebbe parlare di Alessandro Costa, una sorta di Dottor Jekyll e mister Hyde: assessore alla Sicurezza di Vicenza di giorno; mentre di notte gestore di un vero e proprio giro di prostitute attraverso gli annunci pubblicati su internet. Senza dimenticare i ben 36 leghisti rinviati a giudizio per l’inchiesta sull’operato delle cosiddette “camicie verdi”, che fa riferimento al periodo tra il ’96 e il ’97. Secondo l’accusa la Guardia Nazionale Padana sarebbe stata allestita con l’obiettivo anche di organizzare attraverso un’organizzazione armata la resistenza e pianificare l’eventuale secessione.

Ma, come accennato anche prima, lo stesso partito della Lega Nord presenta dei tratti di incostituzionalità. Potremmo cominciare con l’ARTICOLO 3 (“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”), per poi passare all’ARTICOLO 5 (“La Repubblica, una e indivisibile”), per finire all’ARTICOLO 12 (“la bandiera della Repubblica è il tricolore italiano”), senza contare che NEI PRINCIPI FONDAMENTALI (primi 12 articoli) IL RIFERIMENTO AD “UNA” REPUBBLICA E’ RICORRENTE.



certo tutti i partiti hanno i loro indagati, ma tanto per mettere in chiaro che la lega fa la voce grossa per ascondere la coscienza sporca
Vota DC
00domenica 28 novembre 2010 12:14
Re:
Il leghista Ballaman è riuscito a finire nei guai per abuso di auto blu.

DarkWalker, 27/11/2010 19.58:

Partiamo da Umberto Bossi stesso. Il senatùr, infatti, è stato condannato in via definitiva a 8 mesi di reclusione per 200 milioni di finanziamento illecito dalla maxitangente Enimont; è stato in seguito condannato per il reato di vilipendio alla bandiera italiana per averla pubblicamente offesa in più occasioni. Il 26 luglio 1997 affermò: “Quando vedo il tricolore mi incazzo. Il tricolore lo uso per pulirmi il culo“; il 14 settembre dello stesso anno, invece, ad una signora che aveva esposto il tricolore alla finestra disse: “Il tricolore lo metta al cesso, signora”, e ancora: “Ho ordinato un camion di carta igienica tricolore personalmente, visto che è un magistrato che dice che non posso avere la carta igienica tricolore“. Per la prima affermazione, Bossi è stato condannato ad un anno e quattro mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena. Per il secondo evento la Cassazione ha rigettato il ricorso di immunità presentato da Bossi, in quanto europarlamentare, confermando la condanna a pagare 3000 euro di multa.



Rubare 200 milioni è grave la metà di un reato d'opinione. E' un peccato che le battaglie più idiote dei radicali siano passate e che invece quelle serie non abbiano avuto nessun effetto.

DarkWalker
00domenica 28 novembre 2010 20:08
purtroppo i reati contro la pubblica amminsitrazione (corruzione, concussione, peculato, abuso d'ufficio etc) hanno nella pratica pene sempre molto esigue, per alcuni fattori processuali: le vicende vengono fuori tardi, quindi i pm tendono a cedere di più nel patteggiamento, i rei sono bene inseriti nella società me ciò garantisce loro una difesa migliore e l'elusione di strumenti particolarmente inflittivi ed infine anche il quadro probatorio in genere si ricostruisce a fatica. In ogni caso, i massimi edittali della pena sono 3 anni o 5 anni
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