sono nuovo...piccola considerazione...

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Fabietto85
00martedì 1 agosto 2006 15:59
Buongiorno a tutti...
sono un ragazzo di 21 anni, molto appassionato, affascinato da tutto ciò che riguarda da vicino l'assassinio di JFK.
Vi leggo da parecchio tempo...e devo dire trovo questo forum e il relativo sito estremamenti interessanti.
Volevo però solo porre una domanda...
so che la grande maggioranza di voi, non sposa le teorie del complotto, bensì quella dello sparatore solitario (Oswald) sulla base direi di buone "prove" o considerazioni abbastanza provate.
Tuttavia, mi sembra che talvolta anche voi tendiate ad "assalire", passatemi il termine, i cosiddetti complottisti, che vedono invece la possibilità che ci sia qualcosa di + grosso e articolato dietro l'omicidio di Kennedy.
Io sinceramente non sono schierato a priori da nessuna parte...solo che francamente, vedendo di cosa sono stati capaci nel corso dei decenni scorsi i servizi segreti americani, e certe organizzazioni che a mio parere comandano REALMENTE, DIETRO LE QUINTE, lo stato americano e ahimè spesso anche il mondo, non vedo perkè si debba ritenere così stupida e infondata l'ipotesi di un complotto.
In fondo...questo non è l'unico caso che nel corso degli anni ha suscitato dubbi sulla condotta di queste organizzazioni parallele allo stato americano, vedi rapimento aldo moro, p2, gladio, 11 settembre, finanziamento dittatori quali saddam...

Io francamente, non capisco la fermezza e la forza con cui molti di voi respingano il tutto, talvolta trattando da ignoranti i sostenitori della tesi opposta, senza avere il benchè minimo sospetto che in realtà le cose possano anche essere andate diversamente da quello che forse troppi hanno avuto interesse a far credere...

Spero di non aver fatto infuriare nessuno...ho voluto solo esporre una considerazione...
Federico Ferrero
00martedì 1 agosto 2006 20:31
Ciao Fabio e grazie per il tuo intervento.
L'impressione che ti sei fatto, leggendo credo interventi e discussioni risalenti a mesi se non ad anni fa, è in parte corretta; certi errori e certe esagerazioni sono tuttavia serviti, credo, a capire che l'atteggiamento non deve essere di chiusura né tantomeno di scontro. Al massimo, se il dialogo non è possibile, si fa un passo indietro.

Venendo alle tue perplessità:

a) molti di coloro che sono giunti alla conclusione che il colpevole fu il solo Oswald erano complottisti, quindi non è esatto ritenere che si voglia a priori negare ogni discussione;

b) noi qui trattiamo del caso Kennedy e solo di quello. Nel caso Kennedy non ci furono complotti e questo lo si è capito analizzando i fatti. Prima si analizzano i fatti, poi si arriva alle conclusioni: se invece - come anche chi scrive faceva anni fa - si parte chiedendosi chi possa aver tratto vantaggio da un fatto storico o, peggio, ritenendo a priori i rappresentanti delle istituzioni responsabili di ogni episodio passato, presente e futuro è difficile analizzare correttamente un crimine. Se sono stati uccisi cento re nella storia non si può a priori ritenere che ogni re morto sia stato ucciso. La teoria del complotto non è stupida di per sé, è però ingenuo, errato, miope filtrare la storia con l'occhio del sospetto complotto: si finisce per creare una storia parallela, governata da un Grande Vecchio che decide vita, morte, opere di tutti. La cultura del sospetto, poi, conduce al paradosso. Se qualcuno si prende la briga di stabilire ciò che è vero e ciò che è falso si potrebbe ben iniziare a dubitare del fatto che Napoleone sia esistito, che i Romani abbiano costruito il Colosseo... Si arriverebbe al punto di non poter più dire nulla sul presente né sul passato.
Questa non è una scusa per "bersi tutto" come invece dice chi, anche in buona fede, non credendo per partito preso a tutto quello che gli viene detto rinfaccia l'ingenuità ai "moderati". Ma avere una propria idea non significa pensare sempre al peggio, all'estremo, perché se si studia la storia si capisce che la vita umana è pervasa dal caso, dal fato, da catene di eventi incontrollabili tra loro se non da una Divinità che intervenga nei fatti terreni.
Escludere gli eventi naturali e la singola persona dalla storia significa non conoscere le dinamiche delle società umane e non rendersi conto che un solo uomo (come Oswald) può, in dieci secondi, cambiare un intero Paese centrando un bersaglio. Chi di noi non avrebbe l'opportunità di commettere - ho i brividi solo a pensarlo - un assassinio, anche di una personalità, senza aiuti e/o complici? Magari durante una visita, un comizio, un'inaugurazione?

Saluti e grazie
FF

[Modificato da Federico Ferrero 01/08/2006 20.32]

Fabietto85
00martedì 1 agosto 2006 21:34
grazie...
La ringrazio signor Ferrero della risposta...
condivido molte delle cose da lei scritte.

Lo so che il tema di questo sito è unicamente quello di confrontarsi sull'omicidio Kennedy, solo che non so fino a che livello di certezza si possa essere così sicuri di una tesi o dell'altra...

Certo, i fatti sembrano portare magari in una direzione, ma credo non sia del tutto corretto isolare l'omicidio dal contesto politico, sociale, storico in cui ci si trovava in quel periodo e in cui l'America e il suo governo si trovavano.

mi sembra forse un po riduttivo, con tutti i misteri che ancora avvolgono parte di questa storia, i fatti + o - connessi ad essa, essere così CERTI, cm mi pare di capire che sia lei, che non ci furono complotti.

Mi sembra molte volte che si cerchi di obiettare alle osservazioni che magari alcuni complottisti fanno, in modo un po ostinato; talvolta cn prove che smontano la perplessità, e allora ok, ma altre volte con teoremi o supposizioni che possono essere verosimili, ma che di provato non hanno nulla. Allora mi chiedo, analizzando tutto nel contesto...come fate ad essere così certi di sapere come sono andate le cose, pur giudicando a 43 anni di distanza, su uno dei fatti + incerti e oscuri del secolo scorso....?

saluti

[Modificato da Fabietto85 01/08/2006 21.35]

Federico Ferrero
00martedì 1 agosto 2006 23:10
Caro Fabio,
lei dice bene: il "con-testo" è importante. Ma prima viene il "testo". Se il mio gatto si ammala e muore è inutile che mi chieda "A chi conviene?" individuando, magari, nel mio vicino di casa una persona che trarrebbe vantaggio dalla scomparsa del mio rumoroso animale casalingo.
Scusi la banalità dell'esempio ma il caso Kennedy rientra, come tuti i fatti umani, nei canoni. Prima i fatti. Poi il perché. Non un perché precostituito cucito addosso ai fatti.

Personalmente la certezza è dovuta al peso delle prove a carico del solo Oswald e dell'assenza di elementi per sostenere una cospirazione. I margini di dubbio su Oswald (che sono minimi ma ci sono) non riescono però a fare "entrare" un secondo o un terzo killer, killer che non solo nessuno ha visto e sentito, non solo non hanno lasciato tracce ma neppure hanno avuto effetto nella sparatoria!

Il contesto, lei dice. Sinceramente non mi pare che Kennedy fosse in uno stato di pericolo da Paese del terzo mondo: rischiava come rischiarono tutti i presidenti americani (Lincoln fu ucciso, Reagan ebbe una fortuna incredibile nel salvarsi dall'attentato di un folle).
Forse che, poi, a Kennedy successe un Repubblicano guerrafondaio? No. Arrivò, com'era naturale, il vicepresidente di Kennedy, Johnson. La guerra in Vietnam iniziò con Kennedy, non con Johnson che la portò avanti com'è nella triste tradizione delle guerre: escalation fino all'esaurimento.

Se, insomma, si pongono degli argomenti specifici sulla dinamica dei fatti, sui lavori di inchiesta, su Oswald allora certo che c'è margine per discutere. Non però di cecchini mai esistiti, cospirazioni mai viste né sentite o considerazioni talmente astratte ("Kennedy lo volevano morto in tanti") da potersi applicare a tutti i capi di Stato di tutto il mondo dal Settecento a oggi.

Sulla conoscenza dei fatti tale da essere arrivati a una conclusione... Sì, ci conceda questa pecca: dopo anni e tanto materiale esaminato si può giungere a una conclusione univoca, così come fece la Commissione Warren.


Saluti
FF
Fabietto85
00martedì 1 agosto 2006 23:29
Capisco la sua sicurezza e non mi permetto di porle obiezioni.
Mi permetto però di puntualizzare una cosa;
con contesto, non intendevo dire che Kennedy vivesse in una situazione da terzo mondo, certo però aveva dato motivo a molte personalità appartenenti alle alte sfere del potere americano di essere molto malcontente del suo operato (Allen Dulles, cia in genere, stato maggiore forze armate, ecc...) aveva cambiato notevolmente certe concezioni, ad esempio sulle questioni razziali, sulla politica con l'Unione Sovietica e l'est in genere...e come si sa, non da tutti quell'"aria di nuovo, di cambiamento" era ben vista.
Sul fatto che poi gli sia successo il suo vice, Johnson, non credo possa essere ritenuto una gran prova di normalità tale da costituire un'altra prova del non complotto. In fondo, chi potrebbe mai dire che non fosse proprio Johnson uno dei cospiranti? (non lo credo io eh, lo pongo solo come esempio, la sete di potere può far cambiare molte cose). Inoltre, la guerra del Vietnam cominciò sotto il governo Kennedy, ma conobbe la tragedia e lo sfogo massimo sotto la presidenza Johnson, che mi risulta non tenne nemmeno una condotta così meritoria in parecchie fasi di quel conflitto. Scusi per l'ennesima risposta...volevo solo puntualizzare il senso delle mie parole.
Saluti.
Federico Ferrero
00mercoledì 2 agosto 2006 11:35
Caro Fabio,
su johnkennedy.it proviamo a fornire una versione ragionata e dettagliata degli eventi e a spiegare le apparenti incongruenze del caso JFK. Tutto qui: cerchiamo di essere seri e documentati, non le "spariamo" tanto per fare notizia.
Si senta pure libero di fare le sue domande senza problemi, siamo qui apposta.
Ognuno è libero di leggere, di documentarsi qui e altrove e ovviamente farsi un'idea sulla vicenda: non ci sono tessere o iscrizioni a "partiti" che la pensino in questo o quell'altro modo.

Chiaramente è vero che la presidenza Johnson non è una prova del non-complotto. Volevo solo rimarcare il fatto che il fine di un'eventuale assassinio di Stato era la deposizione violenta di JFK a favore di un altro presidente. Ebbene, Johnson fu artefice di una lunga battaglia per i diritti civili delle minoranze e in Vietnam portò avanti quello che Kennedy aveva fatto iniziare (anche se è vero che JFK pensava a un disimpegno: intanto, però, l'impegno lo aveva stabilito proprio lui).
Non era un pacifista Kennedy, non era un guerrafondaio Johnson. Come "colpo di Stato" sarebbe il più strano e inefficace della storia della civiltà moderna. Ma queste sono considerazioni ulteriori: che sia stato il solo Oswald risulta dalle prove a disposizione, non da analisi politiche (che sono sacrosante ma non possono precedere i fatti che analizzano).

Saluti e grazie
FF

[Modificato da Federico Ferrero 02/08/2006 11.35]

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