sommergibile

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°calime°
00venerdì 15 dicembre 2006 12:44
In quattrocentomila a Milano per il sommergibile Enrico Toti


MILANO - Per trent'anni ha avuto come compagni di avventure, nel buio degli abissi, sottomarini, incrociatori, fregate, cacciamine. Ora è diventato la stella del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" di Milano, con folle di curiosi visitatori che lo percorrono dentro e fuori, in lungo e in largo. Dal mistero alla luce propria, l'avventura dell'Enrico Toti continua.

Come tutte le storie di successo, questa è una vicenda tessuta dal coraggio delle persone. Un coraggio che ha i confini del sogno ma anche i sacrifici della quotidianità. Così l'identità del Toti racchiude ora non solo il coraggio dei marinai e le loro avventure, ma anche i sogni dell'ammiraglio Sergio Biraghi, la forza di osare da parte del Comune, del Museo di Milano e delle centinaia di persone che con il loro lavoro sono riusciti a far sì che un sottomarino attraversasse l'Italia.

Tutto iniziò con un'intervista al primo milanese Capo di Stato Maggiore della Marina, rimbalzata in prima pagina il giorno seguente: "L'ammiraglio Biraghi sogna di portare il Toti a Milano".
Una missione straordinaria, costellata da difficoltà tecniche, organizzative e finanziarie. Una missione capace quasi impossibile ma capace di far sognare. E quindi tanto forte da coinvolgere e convincere mezza Italia. Così il 13 agosto 2005 il Toti, sotto gli occhi increduli della gente, entrò a Milano.

Come può un sottomarino passare tra i palazzi di Milano? E, ancora prima, come può arrivare dalle acque salmastre della base di Augusta fino in Lombardia? Il primo passo spettò a Polifemo e Saturno, due rimorchiatori della Marina. A loro l'onore e l'onere di accompagnare nell'addio al mare una delle quattro sentinelle invisibili che dal '68 agli anni '90. Il viaggio iniziò il 5 aprile 2001. Di certo, nel suo viaggio, il Toti fu tutto fuorchè invisibile. Oltre cinquecentomila persone nei porti, lungo gli argini del Po e le strade per innalzare intorno al Toti bandiere tricolori e fiumi di applausi.

Un mese di navigazione prima per mare e poi nel Po, fino a raggiungere il porto fluviale di Cremona. Qui il Toti si arena. Quattro anni sono necessari per reperire le risorse economiche e le soluzioni migliori per percorrere gli ultimi 93 delicati chilometri. Dal 9 agosto 2005 riprende il coraggioso e difficile viaggio.
Momenti da spezzare il fiato, fino a poco dopo la mezzanotte del 13 agosto.

Nel buio, il frastuono di due motori diesel da 800 cavalli si attenua fino a scomparire e 240 ruote si bloccano. Migliaia di persone nel centro di Milano, sui marciapiedi, affacciate alle finestre. Tutti trattengono il fiato, gli occhi su un solo piccolo punto del convoglio lungo 64 metri: il sottomarino sta per entrare in collisione con un semaforo. Qualche abile manovra e poi il passaggio, a cinque centimetri dall'ostacolo. Il boato e gli applausi dei cittadini quasi coprono il rumore dei motori che hanno ricominciato a girare.

Da quella mattina il sottomarino vive a Milano, come ospite di lusso del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica. Trentasette anni dopo la sua ultima immersione, il Toti è di nuovo impegnato in un'ennesima, difficile missione, questa volta sotto la luce del sole: avvicinare alla scienza un pubblico più vasto della solita schiera di esperti.
Da quando ha aperto il portellone di poppa ai visitatori del Museo, l'8 dicembre dello scorso anno, il Toti ha attratto circa quattrocentomila visitatori. Di questi, quarantamila si sono immersi al suo interno. Anche questa volta, missione riuscita.
(LadyHawke)
00venerdì 15 dicembre 2006 13:20
Veramente strepitoso [SM=g27811]
mi sono fatta la marcia longa di accompagnamento, sino all'alba
Brava Calime a ricordare [SM=g27811]
Ho il berretto e la felpa col Toti [SM=x131179]
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